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Autore: Ashcasak_2k2    17/06/2018    1 recensioni
Un tempo nel caos iniziale si distinguevano quattro forze misteriose, quattro energie inesauribili, quattro elementi potenti:
Fuoco, Aria, Acqua e Terra.
Indipendenti da altro, ma legati tra loro, i quattro elementi giunsero dopo numerosi tentativi ad un equilibrio armonico che per millenni è rimasto inalterato grazie ai Custodi. Oggi quest'equilibrio sembra più che mai destinato ad infrangersi come un fragile castello di carte in presenza di un lieve sbuffo di vento... Ma come in ogni altro secolo ci sono quattro Custodi che sono stati preparati a proteggerlo con l'ausilio della natura stessa che si affida a loro.
Heric, Aaron, Meredith e Daisy.
Loro sono i Quattro.
~DAL CAPITOLO 3
"Credi forse che qualcuno di noi abbia scelto di essere qui a giocare a fare gli stregoni creando palle di fuoco, turbini di vento, onde e terremoti?! Credi forse che qualcuno di noi abbia avuto scelta o anche solo voce in capitolo in tutto questo?!"
Le urlò contro quelle parole mentre senza che se ne rendesse conto dalle sue mani iniziavano a prender forma delle scintille...
È LA MIA PRIMA STORIA SIATE CLEMENTI!!!
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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APERTIS VERBIS ~ A chiare lettere
 
P.O.V Aaron
Sentiva le mani di Daisy strette a pugno sulla sua camicia blu, i muscoli dell’addome contratti ogni qual volta entrava in contatto con la schiena del ragazzo, quasi come se si vergognasse di stringerlo o anche solo toccarlo.
Lui, dal canto suo, accelerava di proposito superando di tanto in tanto qualche limite di velocità, al solo scopo di metterla in imbarazzo. Dopo una quindicina di minuti, frenò bruscamente. 
“Sei completamente matto” Disse Daisy poggiando finalmente i piedi per terra e guardandosi intorno sorpresa.
“Delusa?” Chiese repentinamente il ragazzo, senza però mutare l’espressione imperscrutabile che sembrava esser stata modellata sul suo volto.
“Solo sorpresa”
La rossa sorrise impercettibilmente con gli occhi puntati sulla struttura che le stava davanti. Tutto si sarebbe potuta aspettare, meno che l’avrebbe portata all’IKEA.
“L’obiettivo era proprio quello… “
Bisbigliò il biondo senza farsi sentire: un conto era fare una cosa carina per una specie di, rabbrividì a quel pensiero, amica e un altro era dichiararlo così apertamente. Sapeva che se ne sarebbe pentito.
Dopo i primi istanti di smarrimento, Daisy prese a correre verso l’entrata, come una bambina in un parco giochi, cercando il carrello più grande che aveva trovato.
“Vuoi comprare tutta l’IKEA con quel coso?”
“Dici che rischierei di mettermi contro tutta la Svezia?”
“Più che altro non credo che la moto di Heric sia pronta ad un inseguimento”
“Ancora non riesco a capire come tu lo abbia convinto a prestartela”.                                             
Il sorriso le morì sulle labbra vedendo l’espressione da bambino cattivo che si dipinse sul viso del custode dell’Aria. Si guardarono per qualche istante senza dire niente, per poi scoppiare a ridere insieme.
“Come glielo spieghiamo che per fare lo splendido ci saremmo presi di sicuro almeno una multa?!”
“Semplice: non lo facciamo” Rispose allo stesso tempo non curante e divertito il ragazzo.
“È ufficiale: ci ucciderà” Commentò disperata e portandosi entrambe le mani tra i capelli, fingendo di tirarseli.
“Non essere melodrammatica e muoviti: non ho tutto il giorno” Disse bruscamente, ma almeno senza quella totale indifferenza che lo caratterizzava: si stava divertendo più di quanto avesse sperato; forse l’idea di essere amico degli altri tre custodi non era poi così male.
 
P.O.V  Heric
Ad eccezione di Emily, quel giorno, il suo proposito di conoscere altra gente era andato a farsi benedire, senza contare il fatto che, avendo litigato con Meredith quella mattina e non trovando né Daisy né Aaron, avrebbe dovuto mangiare da solo. Si mise in fila con il grande vassoio marrone della mensa in mano, pensando già a cosa ordinare. Non era convinto di prendere la pasta perché, a quanto si diceva in giro, era il piatto peggiore che avevano, però non sapeva vivere senza i carboidrati a pranzo, perciò decise di correre il rischio. La fila sembrava esser chilometrica, specie con un tipo impaziente come lui e così per ammazzare il tempo si guardava intorno con l’aria di un esploratore in perlustrazione di un territorio ignoto.
“Hey amico, mi passeresti un vassoio?”
Un ragazzo biondo cenere lo distolse dai suoi pensieri riportandolo nel mondo reale.
“Si certo” Rispose prendendo dalla pila il vassoio più in alto e girandosi a passarlo al suo interlocutore.
“Sei dei Giants potevi dirlo subito amico, io sono Luke Davis” 
Solo in quel momento Heric si rese conto di star indossando la maglietta della sua squadra di football preferita. 
“Heric Cooper, è sempre bello trovare qualcuno che sta nella curva giusta” 
Sorrise alla sua nuova conoscenza con nonchalance, come se lo frequentasse da una vita. 
“Preferisci gli spalti o ti piace anche il campo, bello?!” 
Quella domanda gli parve strana, ma decise di essere sincero con il suo interlocutore: “Ero il quarterback della mia squadra al liceo e, non per vantarmi, ero anche piuttosto bravo. Perché?”
“Lo scorso anno si sono diplomati tutti i migliori giocatori della squadra e domani partiranno le selezioni, ti aspetto”
“Non so se posso prendermi un impegno così grande proprio in questo momento… Devo pensarci” 
Disse a malincuore. Sapeva perfettamente che la missione era più importante, ma gli sarebbe piaciuto tantissimo tornare a giocare a football. 
“Non metterci troppo però: in molti ambiscono a quel ruolo. Spero di vederti al campo del campus domani alle 14.15”
“Ci si vede Luke” 
 
P.O.V Meredith 
“Allora ora che abbiamo condiviso il pranzo e che abbiamo passato le ultime tre ore circa insieme è arrivato il momento.”
Il tono solenne di William la preoccupò non poco, non riusciva a capire dove volesse andare a parare con quel discorso senza senso. Vedendo che lei non accennava a proferire parola, ma che anzi lo osservava scetticamente, il ragazzo decise di spiegarsi meglio. 
“Gioco delle dieci domande ovviamente”
A Meredith scappò un mezzo sbuffo per mascherare la risata travolgente che faceva di tutto per uscire impetuosa. 
“L’ultima volta che ci ho giocato andavo alle elementari e usavo il piumone dei My Little Pony” 
Disse la ragazza facendo scoppiare il suo nuovo amico in una rumorosa risata che durò per qualche minuto. 
“Si prospetta una partita molto divertente. Prima le signore avanti”
“Venga messo agli atti che ero contraria… Comunque cerchiamo di uscirne nel modo più decoroso possibile: qual è il tuo colore preferito?” 
Disse fingendosi annoiata, mentre l’idea di tornare bambina per una mezz’ora la entusiasmava parecchio. 
“Ammetto che mi aspettavo di meglio da una come te… Sappi che io non ci andrò leggero tesoro. Comunque amo il giallo, ma non quello smorto e tanto meno quello fosforescente… A me piace la sua tonalità più vivace: il giallo cadmio”
Lo disse con una tale serietà da lasciarla di stucco, chi poteva esaltarsi per un colore?! 
“Mmm ora tocca a me… Qual era la tua più grande ambizione all’età di cinque anni?”
Meredith rise ripensando a quei giorni in cui nulla la preoccupava e dove tutto era molto più semplice. 
“Diventare presidente degli Stati uniti”
Rispose tornando con la mente a tutte le volte in cui suo padre le diceva di essere più concreta, mentre sua madre le intimava di sognare. 
***inizio flashback***
“Patatina cosa vuoi fare da grande?!”
Il sorriso luminoso di sua madre e lo sguardo incoraggiante che le stava rivolgendo la spinsero ad essere sincera.
“Voglio fare il presidente, mamma!”
“Ma amore, non ti piacerebbe di più il medico come me e la mamma” 
Suo padre il solito razionale, così tanto da sembrare eccessivo. 
“Morgan lasciala sognare: avrà tempo di crescere!”
 Lo ammonì Meryl con lo sguardo; per poi piegarsi sui talloni per arrivare all’altezza della figlia e bisbigliarle all’orecchio:
“Non dar retta a nessuno. Tu puoi essere e sei chiunque tu decida di essere. In ogni caso la mamma ti amerà sempre. Ora a dormire avanti”
L’ultima frase la disse ad alta voce per farsi sentire dal marito che nel frattempo aveva abbandonato la stanza, poi si chinò e rimboccando le coperte alla figlia le scoccò un sonoro bacio sulla fronte per poi uscire dalla cameretta. 
*** fine flashback***
“Heyy! Terra chiama Meredith”  
Il tono canzonatorio di Liam la riportò nel presente. 
“Scusa, dicevi?!”
Riprese coscienza, abbandonando una volta per tutte quell’aria malinconica: sua madre non meritava tutto quel dolore, aveva tradito tutti, perfino lei. 
“Che Obama e Trump avrebbero avuto una degna rivale e che ci saresti stata tu in casa Bianca se non fosse stato per la tua età ” 
Nonostante si fosse accorto che lo sguardo della ragazza si fosse adombrato, decise di evitare di chiederle altro per non metterla a disagio. 
“Tocca a te ora” Le fece presente con un mezzo sorriso. 
“Prima che intendevi quando hai detto una come te?!” Già da un po’ ci stava rimuginando e fin da subito aveva pensato di chiederglielo. 
“Oddio sei proprio una puntigliosa, si faceva per dire! Comunque una ragazza strana co… hey, piano, mi fai male!” 
Meredith era permalosa come pochi e forse per questo si ritrovò a pizzicarlo violentemente. 
“Okay vado io prima che tu mi uccida… Beatles o Rolling?”
“Ovviamente Beatles”
Rispose prontamente lei, fin da piccola suo padre le aveva regalato vecchi dischi di quello straordinario gruppo. 
“Solo per questo potrei dire conclusa la nostra amicizia.” 
Fece lui seriamente e fissandola dritto negli occhi. 
“Sta a te e vedi di essere più fantasiosa”
La redarguì infine ancora abbastanza accigliato per la precedente risposta. 
“L'hai voluto tu: se potessi invitare a cena un personaggio famoso chi sarebbe e perché?”
“Harry Styles” Rispose a repentinamente senza neppure pensarci un istante.
“Andiamo, vuoi scherzare?”
“Mai stato più serio di così” Disse William ridendo.
“Oh ti prego. Perché mai dovresti andare a cena con Harry Styles? Ci manca solo che tu mi dica di essere un fan dei One Direction e che la tua canzone preferita è Story of my life e sarò io a dichiarare conclusa la nostra amicizia.”
“Ci hai preso in pieno, quanto al motivo, beh ecco diciamo che non sono proprio americano e che lui è il cantante preferito di mia sorella… quindi andrei a cena con lui per avere un suo autografo da dare a lei.”
“Ah, ma quindi…”
Il discorso venne interrotto da un ragazzo di circa una ventina d’anni che si mise in mezzo.
“Scusa amico devo proprio rubartela un secondo. Vieni Mer, dobbiamo andare”
Con un tono risoluto che non ammetteva repliche la trascinò via non curante del dimenarsi della Custode.
 
“Chi diavolo sei e cosa vuoi da me?”
“Saputella! Il matto vuole convincere anche te?” Girandosi di scatto vide Heric dietro di sé.
“In che senso?” Proruppe allora spaventata.
“Se state zitti entrambi vi spiego così che voi possiate decidere se credermi o meno.”
Heric e Meredith si scambiarono uno sguardo veloce al termine del quale il custode del Fuoco disse solamente:
“Parla”
“Dovete assolutamente seguirmi al tempio insieme agli altri due custodi: potreste essere in pericolo.”
“Dovresti rivedere il tuo concetto di spiegazione” Meredith era stata tagliente e velenosa, ma non le importava: voleva vederci chiaro in quella faccenda.
“Oh al diavolo le regole… Non c’è tempo” Detto questo il ragazzo si trasformò in Alexander sotto gli occhi increduli dei due custodi che non riuscirono a proferire parola per qualche secondo.
“Tu sei… ma come…”
“Oh forza non è così difficile fare due più due… È uno dei miei poteri in quanto Gran Maestro cambiare forma. Ora non perdiamo tempo; troviamo gli altri due e andiamo al Tempio”
“Potrebbe esserci un problema, abbiamo litigato e la mia moto è sparita e con lei anche loro… questa Aaron me la paga però” Rimuginò ad alta voce Heric, incurante delle continue occhiatacce di Meredith, la quale non riusciva a capire come, in un momento come quello, lui potesse pensare alla sua moto.
“D’accordo allora andiamo solo noi… Quei due mi sentiranno e sarà meglio che si preparino una buona scusa.” Borbottò Alexander mascherando in ira la sua preoccupazione.
 
P.O.V Daisy 
Stavano girovagando per quel negozio da molto tempo fermandosi di tanto in tanto di fronte a qualcosa che lei diceva essere <> per l’appartamento. 
Si bloccò di colpo davanti a delle tende color lavanda. 
“Fammi indovinare: assolutamente indispensabile eh?” Disse sarcastico, ma senza risultare scontroso. 
“Dai sono adorabiliii, come si fa a non volerle?” Chiese retorica la ragazza con gli occhi che le luccicavano quasi fosse stata posseduta da una sorta di divinità dello shipping. 
“Andiamo Daisy, almeno di un altro colore… altrimenti mi sembrerà di vivere nella casa delle barbie” Sbuffò scocciato come solo un uomo sa essere dopo aver passato quasi un’intera giornata a discutere di tende, colori e carta da parati abbinata. 
“D’accordo vada per il grigio così riprendiamo lo stile moderno dei mobili, ma sappi che non desisto e non accetto obiezioni sui vasi e sui tappeti.” Concesse la custode della terra pur mantenendo il pugno di ferro. 
Ad un certo punto si rese conto che Aaron aveva lo sguardo perso a fissare qualcosa alle sue spalle e così si ritrovò a chiedere: “Tutto a posto? Sembra tu abbia visto un fantasma”
“Mi sembrava di conoscere una persona, ma poi ho visto bene e stava con un bambino… e non poteva proprio essere chi pensavo fosse… quindi niente.” Si affrettò a dire malgrado lo sguardo stralunato che si ritrovava in quel momento. 
“Sicuro di stare bene? Chi ti sembrava?” Si premurò di chiedere Daisy non del tutto convinta dalle parole dell’amico che sviò la questione dicendo: “Si si stai tranquilla, andiamo a vedere dei cuscini per il divano”
 
P.O.V Cassandra 
“Cassandra c’è stato un problema con Aria e Terra e non…”
Iniziò prontamente il Gran Maestro non appena giunsero nel tempio, venendo prontamente interrotto dalla Guardiana. 
“Sta tranquillo: sono al sicuro.”
“Come puoi saperlo?” Indagò chiedendo a bruciapelo la custode dell’acqua. 
“Lo so e basta. Mi stupisce che proprio tu me lo chieda… certe cose sono tipiche del Fuoco” Disse rivolgendosi ad Heri con lo sguardo. 
“Se te lo chiedessi io, cambierebbe la tua risposta?” Chiese a quel punto il ragazzo conoscendo in cuor suo la risposta. 
“No”
“Allora non capisco perché ci abbiate portati qui… Vi aspettate forse che vi daremmo retta senza sapere nulla di voi? Dovremmo fidarci ciecamente della parola di due estranei? Perché guardiana e maestro a parte, questo siete: due esteanei. Chiamateci quando avrete voglia di trattarci da adulti. Andiamo saputella” Disse risoluto e tutto d’un fiato il ragazzo fissando gli occhi in quelli di Alexander quasi a stabilire una connessione mentale con quest’ultimo. Poi prese per il polso la custode dell’acqua e fece per incamminarsi fuori dal tempio. 
“Aspettate”
“Alexander, cosa diamine stai per fare?” Sapeva già cosa le avrebbe risposto e non riusciva a motivare la sua reticenza. Le regole esistevano da secoli e non potevano essere infrante solo per dei capricci di alcuni ragazzi. Eppure lei sapeva che era l’unico modo. 
“Hanno ragione Cassy, non si possono fidare se non sanno… È giunto il momento di far luce sui loro dubbi così che possano realmente capire l’importanza del loro ruolo nella missione” Il suo tono non implicava che la Guardiana rispondesse, aveva già deciso e nulla gli avrebbe fatto cambiare idea e lei lo sapeva benissimo. 
“Bene allora inizierei col domandare perché….” Iniziò a chiedere Meredith venendo subito interrotta da Cassandra.
“Quando sarete tutti. Per il momento vi basti sapere che uno di voi ha avuto a che fare con una minaccia. State in guardia.”
“Andiamo vi riporto al campus” Si premurò gentilmente Alexander.
“Non sarà necessario, conosciamo la strada” A dispetto di tutto era stata Meredith a parlare, non poteva ancora fidarsi di loro e Heric aveva ragione.
 
P.O.V Heric
“La tua brillante idea quindi era tornare in metrò?” Le chiese solo dopo esser salito ed essersi reso conto di dover stare in piedi per tutto il tragitto.
“Smettila di lamentarti, sei stato tu il primo a mettere un punto a quei due. Io ho solo continuato con coerenza!” Rispose soddisfatta di sé la ragazza, facendo di tutto per evitare il contatto fisico con le altre persone presenti nel mezzo di trasporto.
“Si ma… oh vabbè lasciamo perdere. Quante fermate ci vorranno??”
Già non sentiva più il braccio destro, col quale si teneva per non cadere.
“Tre e siamo arrivati brontolone”
“Chi sei tu e che ne hai fatto di lei?”       
Si ritrovò a chiedere il ragazzo simulando con le mani uno spergiuro neanche si fosse ritrovato davanti il diavolo in persona.
“Non fare l’idiota Heric”
“Ora ti riconosco, dare i soprannomi non è da te” Mentre lo disse si passò una mano sul viso simulando il gesto di chi si asciuga il sudore dalla fronte. Meredith rise sommessamente pensando che ancora nessuno dei tre custodi la conosceva veramente.
Un quarto d’ora dopo…
“Finalmente a casa, quel viaggio sembrava non finire mai.”
Si lamentava il custode del Fuoco massaggiandosi la schiena dolorante.
“Il solito esagerato… pff… non ci sono più gli uomini di una volta.” Sbuffò contrariata Meredith, che, dal canto suo, non capiva come qualcuno potesse essere tanto lagnoso.
“Ma ti senti? Sembri mia nonna… sei così acida che…”
Din don
Il suo discorso fu, per sua fortuna, troncato dal suonare del campanello.
“Muoviti: va ad aprire e fallo prima che ti uccida”
Heric dal canto suo, avendo capito che la custode dell’acqua non stava affatto scherzando si decise e andò spedito fino alla porta. Dopo aver guardato dallo spioncino aprì con una certa riluttanza. 
“Ma cosa ci fai tu qui?!”
Neanche il tempo di prendere fiato dopo aver concluso la frase che si ritrovò le labbra della mora attaccate alle sue.
 
 
 
 
N.d.A:
Cortesemente i pomodori lasciateli per dopo l’angolo autrice! Che dire non ci sono scusanti per un’assenza così lunga, ma con l’arrivo dell’estate vi prometto più regolarità. Quanto al capitolo è bello lungo proprio per farmi perdonare. Chi sarà la ragazza che ha bussato alla porta? Come e perché è andata lì? Quali saranno i misteri della guardiana e del maestro? Ma soprattutto: di che colore saranno i cuscini che Aaron e Daisy hanno comprato? Fatemi sapere cosa ne pensate nelle recensioni e ci vediamo domenica prossima con il nuovo capitolo.
Baci e alla prossima
Ashcasak_2k2 ❤️ 
 
 
   
 
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