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Autore: Vera_D_Winters    17/06/2018    0 recensioni
"... Ad un tratto lo sfiorarsi delle nostre dita non era più un contatto casuale ed imbarazzante, ma qualcosa che desideravo con tutto il cuore che accadesse. E' stato in quel momento che ho odiato quegli stupidi guanti che mi impedivano di sentire il calore della sua mano sulla mia pelle... "
[...]
Fanfiction per Sabo ASL con tanto love e qualche madonna durante la stesura
Paring: SaboxKoala
Timing: Tra Dressrosa e il Reverie (possibili spoiler)
Rating: Giallo potenzialmente, ma è possibile che cambi in corso d'opera
Enjoy
Genere: Avventura, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Koala, Rivoluzionari, Sabo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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L'eco imponente dell'arena risuonava nelle orecchie del biondo rivoluzionario, abilmente camuffato per richiamare il travestimento utilizzato dal fratellino negli incontri precedenti. 
Koala aveva avuto ragione alla fine, la sua predizione che qualcosa di buono sarebbe accadduto su quell'isola, si era avverata.
Nei due anni in cui Rufy era scomparso dai giornali e dai mari, Sabo aveva immaginato a lungo di poterlo incontrare per ringraziarlo, per fargli sapere che lui c'era, e che per quanto le loro vite andassero su binari nettamente differenti, lui vi sarebbe stato quando il minore ne avesse avuto bisogno.
Quel giorno alla fine era poi giunto proprio lì a Dressrosa. 
In quel luogo oscuro, ove dietro falsi sorrisi si celava la cupa disperazione di un intero popolo, il fato aveva sorriso loro e li aveva fatti ritrovare.
All'inizio Sabo si era ripromesso di mettere davanti ad ogni cosa la missione dell'Armata, lasciando ad Hack il compito di combattere nell'arena così come era stato stabilito sin dal principio, nonostante avesse scoperto quale fosse il premio messo in palio in quella gara.
Tuttavia quando la situazione era mutata, quando Rufy aveva dovuto scegliere se salvare i propri amici o recuperare quel frutto che era appartenuto al fratello maggiore, il giovane ufficiale si era fatto avanti, promettendo che avrebbe messo lui in salvo il Mera Mera, impedendo a mani indegne di insozzarlo con il loro tocco avido.
Lo aveva fatto per Rufy, per permettergli di correre a salvare a cuor leggero i suoi compagni, sì, ma l'aveva fatto anche per se stesso, per recuperare in qualche modo la colpa per quella sua assenza a Marineford. Non che potesse cambiare il passato quel gesto, ma di sicuro avrebbe mutato il futuro, ed evitato al rivoluzionario l'ennesimo rimpiato.
Perciò eccolo laggiù su quel ring, i raggi del sole che scaldavano l'elmetto dorato che gli nascondeva il viso, pronto a fronteggiare chiunque avesse provato ad imperirgli di compiere il proprio volere.
Il suo sguardo d'onice, incurante delle grida, della calura, e dei minacciosi occhi degli altri concorrenti, si posò sugli spalti gremiti di gente che omaggiava il falso nome del suo fratellino, eppure non vide nessuna di quelle persone, non realmente. 
Ciò che cercava in quelle fila era l'ombra di un fratello che aveva perso, sperando che in qualche modo, nel riflesso di qualcun altro, Ace fosse là a dargli la sua approvazione.
La voce del commentatore interrupe però quella ricerca, tuonando l'inizio dell'incontro, e nuovamente l'attenzione di Sabo si spostò sulla battaglia imminente.
Non poteva permettersi di errare, il fallimento non era un'opzione contemplata in quella partita.


[.. un'ora prima...]

« Ti ho detto che non sto piangendo. Figurati se piango. »  
Ma se anche il piccolo den den mushi trattenuto dalle affusolate dita della rivoluzionaria non avesse mostrato una lacrima traditrice, il tono di Sabo non poteva essere frainteso: commozione faceva vibrare la sua voce profonda, arrochita dal peso dell'incontro appena avvenuto.
Ed anche il dolce ed accondiscente sorriso di lei era palpabile indipendentemente da ciò che la lumachina replicava. Quando Koala sorrideva, il suo calore si irradiava dovunque fosse, a chiunque si rivolgesse, e non importava che ci si trovasse in luoghi differenti, la sua forza ed il suo tepore giungevano lo stesso a destinazione, scaldando il cuore di chi ne entrava in contatto.
«Mi dispiace però di averti lasciata sola a cercare informazioni sul commercio illegale di armi ed i luoghi in cui esso si svolge. »  
Continuò quindi Sabo, riprendendo il controllo di sè, tornando a pensare alla missione in corso che comunque non avrebbe abbandonato nonostante la breve parentesi da gladiatore.
« Non le voglio le tue scuse, sciocco. Io me la sto cavando egregiamente.»  
Ed in effetti la giovane era il ritratto della calma e della salute, intenta a muovere una gamba a mezz'aria, seduta su una pila di corpi accattastati, corpi di uomini privi di sensi che lei aveva steso a colpi di karate degli uomini pesce. Serafica come se nulla fosse.
«Si, lo so che te la cavi benissimo anche da sola. Ma questa volta sono stato egoista, e... »  
« Tu pensa solo a tornare da me dopo che avrai vinto. Tutto il resto non ha importanza. »  
Questa volta il den den mushi non fece in tempo a mostrare l'arrossarsi delle tonde guance della ragazza, le quali si erano imporporate al suo stesso dire. Era stata talmente fulminea nel chiudere la chiamata, che la lumachina non era riuscita a registrare l'espressione della sua interlocutrice.
Ed era stato un bene anche per il giovane dalle ondulate ciocche bionde che tutto fosse avvenuto così rapidamente, poichè si, anche il suo volto aveva assunto una tenue colorazione purpurea. Una fortuna anche che Rufy avesse scelto di indossare una folta barba bianca come parte del travestimento, così nessuno avrebbe visto lo sciocco sorriso che aveva illuminato il volto dell'ufficiale.

 

 « Il ring è esploso! Lucy ha distrutto il riiiiing. »  
L'esaltatissima voce del commentatore scuoteva l'arena che andava via via distruggendosi pezzo dopo pezzo, mentre impotenti Burgess e Diamante finiti in acqua, fissavano la figura atletica del giovane balzare verso l'alto, dove il pesce sulla cui schiena era legato il forziere contenente il Mera Mera, aveva fatto la sua apparizione.
Furono attimi concitati, attimi di grida di chi incitava il lottatore a prendere il frutto, e di assordanti urla che invece non desideravano che ciò avvenisse.
In quel marasma però, tutto ciò che Sabo sentì fu la calma più totale. Innaturale quasi visto il momento. Era quasi come se il tempo in realtà si fosse fermato, e solo lui fosse in movimento, sebbene ciò non fosse possibile.
Con il frutto del diavolo racchiuso tra le lunghe dita temprate dagli infiniti allenamenti, tutto ciò che Sabo udì fu l'eco del vento sopra di sè, ed il gorgoglio dell'acqua sotto di sè, il pulsare dell'oggetto stretto nel suo palmo, ed il vibrare lontano di una risata che si era persa nel turbino dell'aria che gli sferzava la camicia.
«Ace...?» 
«Io non morirò mai.» 
Come se stesse fluttuando, come se avesse tutto il tempo del mondo, il biondo piegò allora le labbra in un ghigno, e si portò il grosso pomo alle labbra, addentandone un pezzo. 
Il sapore disgusto gli pizzicò la lingua ed il palato, ma non vi badò, non era questo l'importante.
Non vi era nulla in quel momento che potesse guastare quelle sensazioni che si rincorrevano in lui, facendolo sentire come se potesse esplodere di vita da un momento all'altro.
Il calore del Mera Mera invase ogni fibra del suo essere, intrecciandosi al sangue che gli scorreva nelle vene, come se ora fosse lava vulcanica ad essere linfa in lui, ed una nuova forza gli fece gonfiare il petto scoperto, mentre l'elmetto e la barba venivano strappati via in un gesto liberatorio e di rivendicazione personale.
E tonante la coscienza di Ace per un attimo accarezzò quella di Sabo, in un unione che in nessun altro modo sarebbe stato possibile. 
Parole si intrecciarono, e furono scuse, furono promesse, e furono confessioni mai fatte.
In fine vi fu nuovamente quell'attimo di quiete totale prima della tempesta finale.
Fu in quel nuovo attimo costituito di secondi congelati che la vide poggiata ad uno dei grandi pilastri che sorreggevano le arcate del colosseo, un sorriso orgoglioso a dipingerle le morbide labbra, un sorriso che anche senza parole diceva chiaramente: "sono orgogliosa di te."
Sabo fu certo, nonostante non tutti i ricordi fossero tornati al loro posto, che quello che stava videndo era uno dei momenti più completi della sua vita, con le persone a cui più teneva lì accanto a sè, riunite tutte sotto un unico cielo, un cielo che quasi appariva allegro e felice, proprio come lo era il ragazzo.
E fu con quella convinzione che senza alcuna fatica, come se fosse nato per quel gesto, fece scaturire le fiamme dal suo pugno chiuso, permettendo all'impetuosità del fuoco di fluire, di distruggere le fondamenta di quel malsando regno, così che da fiamme e ceneri, esso potesse rinascere a nuova vita.
«HIKEEEEEN! »  
Il grido sovrastò ogni altro rumore, risuonando potente e indomabile, e scosse ogni cosa.
Era solo il preludio del cambiamento che avrebbe cambiato le sorti del mondo.

 

- To be Continued -
- Coming next: Sanctuary -

// Angolo autrice

Vorrei lasciarvi questa volta la canzone che ho utilizzato come ispirazione per la parte di Sabo nell'arena dopo che ha recuperato il Mera Mera, perchè secondo me merita tantissimo di essere ascoltata: 
https://www.youtube.com/watch?v=UWVLNgiOyvg
Come sempre non so dirvi quando arriverà il terzo capitolo, intanto spero che questo vi sia piaciuto. Ho glissato su alcune vicende e riassunto parte dei fatti di Dressrosa perchè non erano basilari ai fini della trama che so costruendo.
Thanks, se vi va lasciate un commento <3

   
 
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