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Autore: Layla    06/07/2009    4 recensioni
E se Bill per una maledizione fosse stato cancellato dal mondo ? E se trovasse una ragazza e una strega più o meno disposte ad
aiutarlo?
è RIPUBBLICATA PERCHè L'HO CANCELLATA PER ERRORE.
[“Sono il frontman e cantante dei Tokio Hotel.”
Lei sgranò gli occhi, confusa e anche un po’preoccupata, a quando ne sapeva lei i Tokio Hotel erano tre e il chitarrista era anche il cantante e comunque aveva i dread, non i capelli come un porcospino.
“Sei sicuro di non avere battutola testa?”
“Eh?”
Sguardo risentito. 
“Ascolta…Non offenderti, davvero… Hai battuto la testa contro il cassonetto? Succede sai?”
-Si,ai dementi e agli ubriachi Salias-Disse una voce dentro di lei-Lo hai offeso!-
“NEIN!”
Lei cominciò a sudare freddo, aveva trovato un pazzo furioso....
Arretrò.
“Senti,io non so come dirtelo…I Tokio Hotel non hanno un frontman vero e proprio, il chitarrista è anche cantante.”]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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13)SONO LE TRE E MEZZA DI NOTTE E TUTTO VA...MALE!

 

La settimana era come volata, in un attimo era arrivata la notte della partenza, precisamente erano le tre di notte e per parafrasare un film di Walt Disney tutto andava male.

Eli era disperata, era alle prese con una ventenne quasi narcolettica, con un diciannovenne che era chiuso da una buona mezz’ora in bagno e non dava segni di voler uscire in tempi brevi e con una quindicenne in fase di ostruzionismo.

Scosse Aisha che si era addormentata con le braccia incrociate sul tavolo, accanto al caffè, si chiese se per caso Bill avesse incontrato Pennywise nel bagno  e decisa bussò alla porta, cercando di non fare troppo rumore, gli altri condomini dormivano ancora.

“Bill, accidenti sei ancora vivo o Pennywise ti ha ammazzato?”

“No, mi sto preparando!”

“Datti una mossa, cavolo, che qui la situazione è tragica!”

“Si si…

Eli sbuffò, quel tono voleva dire che non l’avrebbe rivisto per un altro quarto d’ora.

Aisha!”

La sua amica si riscosse di colpo , si era addormentata con la tazza in mano.

“Stella, ce la fai ad arrivare fino alla macchina?

Ti prego, aiutami! Bill si è trincerato in bagno e Lisa non vuole alzarsi!”

Le rispose un silenzio eloquente, si era di nuovo addormentata, accidenti!

Marciò alla volta della camera di Salias, dove Lisa aveva messo una brandina da campeggio per dormire e aprì la porta di scatto, la ragazzina era ancora avvolta nelle coperte nonostante i suoi strilli.

Era troppo, con un gesto nervoso tolse tutte le coperte e mentre lei protestava la tirò in piedi, fortunatamente almeno le valigie erano fatte, così si limitò a tirarle un paio di jeans e una maglietta scelti a caso.

“Cosa devo fare con questi vestiti?”

Mangiarli…

Metterteli no? Accidenti! Non so chi salvare tra te, quello che si sta restaurando in bagno e quella che ronfa sul tavolo!”

“Che palle” Mugugnò lei, cominciando a togliersi il pigiama.

Un problema era risolto, la porta del bagno che si apriva annunciò che anche il secondo stava per sistemarsi, ora bisognava solo operare misure drastiche per eliminare il terzo.

Tornò in salotto, scosse Salias, le fece bere il caffè ormai freddo a forza, le infilò una sigaretta tra le labbra e gliela accese, forse con caffeina e nicotina in corpo sarebbe riuscita ad arrivare alla macchina.

“Dove sono gli altri?”

Chiese con voce da oltretomba.

“Lisa si sta vestendo, Bill è appena uscito dal bagno.”

“Nell’orrore non ci stiamo tutti, Lisa deve andare con Sara.”

Ok….”

Non diede troppo peso a quelle parole, in fondo era semi addormentata, no?

Lisa fece il suo ingresso perfettamente vestita, anche se con un’aria leggermente torva.

“Eccomi.”

“Ok, ci siamo tutti…Iniziamo a portare giù le valige. Bill quante ne hai prese?

In macchina non ci stanno!”

“Cosa ti avevo detto, Eli?”

Sarebbero mai partiti? Ci avrebbero messo meno tempo loro a partire o la Sardegna a trasportarsi sotto casa di Salias?

“Calma Eli, calma….”

Mormorò afferrando una valigia per mano e sbuffando, Aisha era inciampata e quasi era caduta per terra, iniziava a essere preoccupata per quella sortita in Sardegna.

In qualche modo, tra gli sbuffi di Lisa, i numeri da circo di Aisha e le lamentele di Bill, riuscirono a portare tutte le valigie dabbasso, Nana inclusa, a chiudere l’appartamento e a caricare alcune cose in macchina, come pronosticato quelle della ragazzina rimasero desolatamente a terra.

“E Adesso?”Esclamò spazientita lei” Non mi avrete buttata fuori dal letto per niente?”

“No, stai calma! Ti farò venire con noi, anche se fosse l’ultima cosa che dovessi fare nella mia vita! Tra poco arriveranno Sara e quell’altro.”

“Uffa! Così la conversazione sarà bandita!”

“Eh?”

Massì! Sara crede che le conversazioni siano come le porte, devono essere chiuse!”

“Lisa, sono le tre e mezza di notte, cazzo, siamo in ritardo, quei due sono affidabili come due asini zoppi e ubriachi, non ti ci mettere pure tu!”

Uno stridio di freni annunciò l’arrivo di Sara, la ragazza scese  borbottando qualcosa seguita dal fratello di Bill, che imprecava in tedesco.

“Alla buon’ora…Cos’ è il problema, Eli?”

“Che quelle valigie nella macchina non ci stanno, quindi perché non ospiti loro e Lisa?”

“Che palle!”

“Vedilo come un incentivo a non ammazzare quel tizio…

“Tra a te e Aisha non so chi sopporto di meno.”

“Ti vogliamo bene anche noi, Sara Maria Eleonora!”

“Odio quando mi si chiama con i miei tre nomi!”

“Hai tre nomi?”

“Si, Tom.”

Si voltò scocciata verso il rasta.

“ Perfetto! ti chiamerò Eleonora!”

“Proprio il nome che odio di più!” mormorò a denti stretti per poi mettersi a urlare che quelle cavolo di valigie andavano caricate e lei, off course, non ci avrebbe pensato.

Eli ridacchiò , Bill le guardava a occhi sgranati, Lisa aveva incrociato le braccia e Aisha aveva ripreso a dormicchiare appoggiata alla macchina.

“La vedo male…

“Molto male.” Le fece eco Lisa con una valigia in mano.

“Sono caricate! Possiamo partire, Lisa vieni!”

“Arrivo!” la ragazzina la salutò e salì in macchina, con uno strano sogghigno stampato in faccia.

Aisha!” urlò per l’ennesima volta, lei si svegliò ed entrò, seguita da Bill, lasciando a lei l’onore della guida, ma  almeno stavano per partire.

 

Bill si sentiva assonnato, ma non riusciva a dormire, Eli aveva infilato nel lettore un cd dei Rancid di Aisha che non gli conciliava affatto il sonno, senza contare che la corvina si era messa a cantare a un certo punto.

Accanto a lui Salias aveva uno sguardo perso, quello di chi è non del tutto in sé, a metà tra sonno e veglia.

“Che aria maligna…

“Chi?”

“Il san Cristoforo, sembra darci degli idioti in blocco…

“Che bello! Non sono l’unico a cui dà questa impressione!”

“Se una cosa è maligna, è maligna!”

“Cosa diranno i tuoi?”

“C’è un temporale laggiù e si avvicina, come tanti anni fa quando andavo in vacanza con i miei…C’è sempre un cazzo di temporale che si avvicina, la tua abilità è sapere rimanere in piedi, tra fulmini e pioggia e sai come devi fare? Devi seguire il tuo istinto…

Si addormentò di botto, la testa le si inclinò pericolosamente e si appoggiò alla sua spalla, con una strana espressione pensierosa.

Non aveva capito del tutto la storia del temporale, ma era sicuro che si potesse adattare alla sua domanda, doveva solo essere se stesso e sperare che il signor Salias apprezzasse quella politica.

Chissà se somigliava alla figlia?

I Rancid continuavano a non lasciarlo dormire, Aisha aveva preso possesso di una spalla, Nana gli si era addormentata in grembo, il sonno si allontanava sempre più.

Eli, spegnili…

Lei non lo sentì, iniziò un monologo in italiano di cui non capì nulla, forse credeva di parlare con Aisha, non si era accorta che la sua amica si era addormentata.

Aisha?”

Aggiunse qualcosa.

Aisha?”

“Dorme!” Sussurrò lui.

Capisco….”

“Tu perché non dormi?”

“Mi danno fastidio quelli!”

“Quelli si chiamano Rancid e ringrazia che Salias dorme o ti avrebbe menato, comunque qual è il vero problema? Sei preoccupato per il padre di Aisha?”

“Si.”

“Non ti preoccupare, vedilo come un sogno che stai vivendo, o un incubo se preferisci, in fondo non è molto lontano dalla realtà.

Un giorno ti sveglierai e avrai solo dei vaghi ricordi, sensazioni e ti chiederai se è stato vero o no, ma ti dimenticherai di rispondere e tutto cadrà nell’oblio.

Non ci pensare e vivi come capita, c’è già abbastanza gente che passa tutta la vita a rincorrere quelle sensazioni che ti dà un sogno senza sapere cosa  le abbia originate…

“Rincorrere un sogno non è sprecare una vita…

“Idealista come Salias, ma forse adesso nemmeno lei ci crede così tanto…

“Cosa è successo con Alex?”

“Ha ucciso o almeno ferito gravemente un sogno.”

Chissà cosa voleva dire?

Sentì che aggiungeva altre cose, ma non riuscì a seguire il discorso, le palpebre cominciavano a farsi pesanti e i contorni delle cose indefiniti, si stava addormentando finalmente.

Avrebbe dovuto esserne contento, ma continuava a risentire le parole di Elisa e a chiedersi quanto di vero ci fosse in esse e finì per concludere che  era più o meno la verità.

 

Aisha si svegliò con del nero davanti agli occhi, li stropicciò un  paio di volte prima di rendersi conto che erano i capelli di Bill finiti chissà come davanti alla sua faccia.

-Accidenti! Si è addormentato! Ma come mai non ci muoviamo più?-

Eli?”

Chiamò piano per non svegliarlo.

“Ohi.”

“Perché siamo fermi?”

“Siamo in un autogrill, potremmo fare colazione, sveglialo.”

“Ok.”

Aisha, stai attenta, stella.”

Non rispose, si spostò piano e scosse il ragazzo, lui fece una faccia perplessa e si guardò attorno spaesato.

“Cosa c’è?”

“Ci siamo fermati a fare colazione, tu vieni?”

Si, ok!”

Si stiracchiò, raccolse il giubbino e scese dalla macchina, lei lo segui, ancora un po’ intontita, Eli era dietro di loro.

L’autogrill era già pieno di cose natalizie, ma lei non le calcolò molto, si diresse al bancone, ordinò per tutti e tre cappuccio e brioches.

“hai visto che carino quel babbo natale? Ce lo portiamo a casa?”

“Ma Bill a che serve? Io non faccio nemmeno l’albero!”

“Eretica!”

“Uffa! se ti piace prendilo, ma all’uscita!”

Il cappuccino e la brioche arrivarono.

“Posso consumarle fuori?”

Il barista annuì.

“Perché?”

“Perché intanto posso fumare!”

“Posso venire anch’io?”

“Se ti fa piacere…

Afferrò la tazza e la brioche, si diresse all’uscita seguita da lui, che lanciò un’altra occhiata al babbo natale, fuori l’aria era fredda, ma lei si sedette comunque sulla scalinata che portava all’entrata con lui accanto.

“Allora?”

“Allora cosa?”

Mormorò lei, dopo aver bevuto un sorso di cappuccino, lui addentò una brioche e poi rispose.

“Ti stai abituando all’idea che tuo fratello si sposi?”

“Lascia stare gli interrogatori! Sto mangiando!” disse mentre si accendeva una sigaretta.

Lui annuì, ripresero a mangiare e lui mantenne la promessa, solo quando lei gettò via il mozzicone tornò all’attacco, ma lei scantonò abilmente con la scusa delle tazze da riportare.

Aisha non potrai scappare per sempre!”

Io…Senti a me non interessa che si sposi, voglio solo che stia lontano dalla mia vita, sembra che sia sempre arrabbiato con me e non so perché, era lui il figlio perfetto, quello che non faceva casini, che aveva tanti amici, bei voti ed era iscritto a Medicina.

Io ero quella incasinata, asociale, con pochi amici e strani anche quelli, che aveva scelto una scuola di tossici che non mi avrebbe potuto dare un futuro, quella a cui seguiva sempre un sospiro dopo il nome, che era brava ma aveva sempre un ma.

Non è colpa mia se ha buttato a puttane la sua vita sono stanca di dovermi sempre scusare, senza nemmeno sapere per cosa.

In definitiva, avrei fatto a meno di venire, sono qui per mio padre, mia madre e mio nonno, gli altri parenti sono scocciatori e non vedo l’ora di essere di nuovo a casa,

Questo è quanto, ok?”

“Dovreste parlare!”

“Senti, non siamo tutti come te e Tom, io non voglio iniziare una conversazione che non so dove possa portarmi, forse nessuno di noi due è pronto.

So che stiamo temporeggiando, ma ognuno ha tempi diversi.

È arrivata Eli, andiamo.”

Si incamminò alla macchina irritata, la sua amica la guardò interrogativa, ma lei le fece segno che non era nulla e aprì la portiera, Bill arrivò poco dopo.

“Quanto manca a Genova?”

“Non molto, poi ci imbarchiamo.”

Eli, metti gli Shandon?”

“Pensavo volessi dormire ancora!”

“Mi è passato il sonno!”

Partirono e rimasero in silenzio per tutto il viaggio, o meglio Bill rimase in silenzio, lei ed Eli si lanciarono in uno dei loro deliri senza capo ne coda di cui lui non avrebbe capito una mazza.

“Ecco Genova!”

Lui grugnì qualcosa, lei lasciò perdere, non sapeva perché ma rivedere quella città le dava il buon umore,uscirono dall’autostrada e come da tradizione si persero nella ricerca del porto.

“Com’è che ci perdiamo sempre?

Quel cazzo di porto non si può spostare ogni volta!”

“E che ne so!  È tutta colpa del coniglio di Donnie Darko!”

“Questa risposta non ha senso Aisha, te ne rendi conto?

E poi perché quello tace?Di solito anche se non sa quello che stiamo dicendo interviene a caso e non riesci più a fermarlo.”

“Mi sa che ci è rimasto male per una mia rispostaccia, mannaggia a me che mordo quando si parla di Dave.”

“Oh! Il porto!”

Eli entrò, Aisha rimediò tre biglietti e fece un segno di saluto a Sara che era già in coda con la macchina per imbarcarsi, poi si misero diligentemente in fila anche loro.

Stavano per andare in Sardegna, lo realizzò appieno quando vide la nave, non era un incubo, avrebbe rivisto tutti e suo fratello si stava per sposare con Jessica.

Avrebbe avuto Jess come cognata, una persona che odiava e da cui era riodiata!

Non che non ci avesse pensato, Bill glielo aveva ricordato molto spesso in quella settimana, ma non aveva realizzato appieno il tutto.

Jess.

Jess che, come era vero Dio, probabilmente aveva già fatto crescere in testa a suo fratello più corna di un alce e che sapeva manovrarlo come un burattino, brava abbastanza da rivoltarglielo contro.

Jess.

Cazzo.

“Possiamo scendere ora, Aisha prendi le carte!”

“Si.”

Scesero tutti e tre, lei con Nana in gabbia e le carte e salirono verso il ponte, trovarono un tavolino, Tom ,Sara e Lisa e visto che non c’era nulla di meglio da fare iniziarono a giocare a scala quaranta.

Lisa vinse quattro partite di seguito, Tom e Sara erano parecchio seccati, a lei e ad Eli veniva da ridere e dovettero trattenersi o avrebbero rischiato di beccarsi un calcio sotterraneo dalla dark e i suoi anfibi non erano certo fatti di gomma.

“Oh, ma dov’è tuo fratello?” Berciò Sefarei.

“Non lo so. Vado a cercarlo.”

“Non ci provare, coso! Devi fare un’altra partita!”

“Vado io a cercarlo…Voi due non fatevi stracciare ancora da una ragazzina!”

Vaffanculo Salias!”

“Vi voglio bene!”

Iniziò a vagare senza una meta precisa, finché non lo vide sul ponte esterno, appoggiato al parapetto, uscì curiosa e gli si avvicinò senza fare rumore.

“Tutto bene?”

Lui sobbalzò.

“No, non sto tanto bene…

“E allora allontanati dal parapetto! Non vorrai cadere di sotto!”

“No no, mi gira la testa, mi viene da vomitare.”

“Senti ci sediamo su quella panchina, così ti riprendi un po’ e poi entriamo, fa freddo.”

Lo aiutò ad arrivare alla panchina e lo fece sdraiare., lasciando che le mettesse la testa in grembo.

“Scusa per prima, ero nervosa, ma un po’ avevi ragione.

Non voglio che mio fratello si sposi con quella, me lo mette contro.”

“Scusa tu, sono troppo invadente!”

Rimasero in silenzio per un po’.

“TI senti meglio?”

“Bene. Ora entriamo che qui non fa per niente caldo.”

Lo aiutò a rientrare, era più pallido del solito temeva crollasse da un momento all’altro, così, dopo aver litigato con una signora riuscì a farlo sdraiare, Tom arrivò poco dopo e come al solito si sentì di troppo.

Quei due avevano un rapporto incredibile, si capivano con una sola occhiata, erano empatici, se uno stava male, arrivava subito l’altro, sospirò allontanandosi e raggiungendo Lisa e Sara che stavano ancora giocando,  ovviamente la ragazzina vinceva.

“Allora?”

“Avrà mal di mare, non so..c’è suo fratello con lui.

Posso fare anch’io una partita?”

Conclus…AHIA!”

Sorrise a Lisa dopo averle dato un calcio sugli stinchi.

“Ma Aisha!”

“Distribuisci le carte, Farina e non perdere tempo in cazzate!”

“Per quello basti già tu per tutte e due!”

Ripresero a giocare, poi mangiarono i panini fatti da Eli e iniziarono a chiacchierare, Lisa tentò vanamente di cavarle qualcosa, in ogni caso rividero quei due quando ormai stavano per sbarcare.

“Tutto bene?”

Si…

“Ma se sei pallido come un morto! Avresti dovuto dirlo che stavi male sulla nave, ti avremmo preso delle medicine!”

“Sara pietà!”

“Pietà l’è morta!”

“Si, cita i Modena a sproposito, eretica!”

“Chiudi l’anfibio Salias!”

“L’anfibio?”

“Hai mai visto un punk girare in ciabatte?”

“Vado a buttarmi a mare!”

Arrivarono in macchina, finalmente erano in Sardegna, alleluia!

Eli portiamo a casa te per prima, ok?”

“Si!”

Salias guidò fino a casa della mora.

“Siamo arrivate!”

Le due ragazze scesero dalla macchina e scaricarono le valigie di Elisa, si abbracciarono, lei fece un segno di saluto a  Bill.

“Stella ci vediamo domani!”

Ciau socia!”

Risalì in macchina e riprese a guidare.

“Quella è casa mia!”

Mmm!”

“Stai calmo!”

Parcheggiarono davanti a un villetta a due piani, con un giardino abbastanza curato, lei scese e suonò il campanello, un uomo dai lunghi capelli grigi legati in una cosa uscì dalla porta.

Aisha!”

“Papà!”

Si abbracciarono.

“Come stai, piccola?”

“Bene, tu?”

“Bene, si insomma…immaginerai quanto è arrabbiata la mamma….”

“Lo percepisco, sento il suo istinto omicida che si propaga come gas.”

Scema…Chi è il tuo coinquilino?

Ciao Sara, ciao Lisa!

È lui?”

Chiese indicando Tom.

“No, è suo fratello!”

Suo padre fece una smorfia come a dire”peccato, mi stava simpatico!”.

“è lui!”

Indicò che Bill che scendeva dalla macchina, la faccia dell’egregio Michele si distorse per un attimo in un ghigno, il ragazzo non gli stava simpatico.

“Lui è Bill.”

“Io sono Michele, piacere!

Aisha accompagnali dal nonno!

Voi entrate pure!”

Salias e i due gemelli rientrarono nella Panda.

“Mi odia!”

“No.”

Mise in moto.

“Mi odia, ti dico!”

“Deve solo abituarsi a te!”

“Mi odia.”

“Ti odia.”

Arrivarono a  casa di suo nonno, non si stupì più di tanto di trovarlo già seduto fuori dall’abitazione, si abbracciarono e si scambiarono i convenevoli.

“Allora, chi è quello che vive a casa tua?”

“Lui, si chiama Bill.”

Lo indicò per l’ennesima volta

“Meglio dell’altro coglione biondo, brava piccola di nonno tuo!”

Si sorrisero.

“Lui è mio nonno Gavino!”

“Piacere” si strinsero la mano e poi iniziarono a portare le valigie dentro casa.

Era andata, poteva tirare un sospiro di sollievo, si accese una sigaretta intanto che aspettava che gli uomini finissero di trafficare con i bagagli.

Uscirono di nuovo tutti e tre, si salutarono, poi Tom e suo nonno rientrarono in casa, borbottando qualcosa probabilmente sulla cena, Gavino stava rivelando un’inaspettata conoscenza del tedesco, rimasero solo lei e Bill nel cortile deserto.

“Almeno a mio nonno stai simpatico…

“Così pare…tu piuttosto cerca di non fare troppi danni!”

Senza preavviso le diede un casto bacio sulla bocca e poi corse dentro casa di suo nonno lasciandola di stucco, in compagnia solo del vento freddo di fine novembre.

Cosa diavolo stava succedendo?

 

ANGOLO DI LAYLA

 

Le cose iniziano a muoversi….lentamente…

Ringrazio:

 

Fragolottina

 

_Pulse_

 

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