Un buongiorno a sorpresa.

Mi volto verso destra, stringendo il cuscino contro una guancia, e sorrido a Syaoran.
“Buongiorno.” mi dice, ricambiando il mio sorriso. Sposta una ciocca di capelli dietro il mio orecchio destro.
Ancora mezza assonnata poso le mie dita sulle sue, portandole accanto alle mie labbra, posandovi un piccolo bacio. "Buonsciorno", biascico, sognante.
Syaoran mi bacia la fronte, ed io mi accoccolo di più al suo petto.
“Ti piace torturarmi già di prima mattina, vero?” domanda.
“Hoe?”
Non mi risponde, anzi. Scuote il capo, stringendomi di più a sé. Mette le mani dietro la mia schiena, e lo sento carezzarmi lungo la colonna vertebrale, facendomi venire una serie di brividi indomabili.
Chiudo gli occhi, avvolgendo le braccia attorno a lui, facendomi più vicina. "Sya-Syaoran...", sussurro a fatica, sentendomi mozzare il fiato.
Lo sento respirare il mio profumo sulla mia spalla. Poi, inizia a lasciarmi una serie di baci fino alla porzione poco sottostante al mio orecchio. La sua lingua percorre tutta la mia pelle, come se volesse scavare all’interno di essa per dimostrare quanto si prende cura di me. Stringo la sua maglietta tra i miei pugni, e lo sento ansimare.
"Syaoran", ansimo, avvicinandomi al suo collo, ricambiando la sua lieve, dolce tortura. Schiudo le labbra, leccandolo, mordendogli il lobo dell'orecchio. Lo sento stringere i denti e le dita sui miei fianchi, spingendomi poi sul materasso.
Le sue dita si infilano sotto la mia camicia da notte, e sento che percorrono tutte le mie costole, tutte le mie vertebre.
“Syaoran…” mugugno.
“Shh.” mi zittisce, baciandomi. Le sue dita arrivano ai miei bottoni, ed iniziano a slacciarli lentamente.
Ricambio il bacio con altrettanto impeto, sbottonando anche la sua camicia con dita tremanti. Ogni tanto devo fermarmi per riprendere fiato, ma le sue labbra non si allontanano, continuano a bruciarmi, scendendo sul mio mento, per poi scivolare sul mio petto.
Lo sento ansimare ad ogni bacio che mi da.
“Sei bellissima” mi bacia al centro del petto, tra i miei seni. Poi la sua lingua raggiunge il mio capezzolo sinistro, alternando baci lascivi a dolci morsi. Mi prende la mano, e me la porta al centro delle sue gambe, per farmi sentire la sua erezione.
“Lo senti?” la sua voce rauca mi fa tremare “Lo senti l’effetto che mi fai?”
Chiudo gli occhi, diventa sempre più difficile respirare. "Lo sento...", riesco a mormorare, carezzandolo lungo tutta la lunghezza della sua erezione. Sfioro l'elastico dei suoi pantaloni, infilandovi l'indice, seguendo la linea del suo ventre. Mi accorgo che anche lui ha il fiato corto e mugugna, come perso del tutto. Sapesse come mi sto sperdendo anche io... Con la mano libera accompagno la sua al centro delle mie gambe, al di sotto delle mutandine. Mi guarda sorpreso e io gli rivolgo lo stesso sorriso che mi ha dedicato poco fa, tentandomi. "E tu lo senti, l'effetto che mi fai?"
“Te lo faccio sempre?” mi domanda all’orecchio, provocatorio. Con la punta dell’indice mi stuzzica il clitoride, poi, piano piano, passa alla mia apertura, invadendola completamente. Alzo la testa verso l’alto e chiudo gli occhi, mugugnando un consenso per rispondere alla sua domanda.
“Sei sempre così stretta, mi farai impazzire” sussurra. Il suo membro si sfrega di poco contro il mio internocoscia, come per cercare sollievo alla sua frustazione. Il suo dito si muove in modo lento e cadenzato.
“Syaoran.” mormoro.
Quasi senza pensarci, carezzo le sue gambe coi miei piedi, muovendomi contro le sue dita.
"Mmh... Syaoran..."
"Vuoi di più?", soffia, direttamente nel mio orecchio. Il suo dito torna in superficie, stuzzicandomi.
"Sì...", gemo. Come se non attendesse altro, infila un altro dito, muovendosi sempre molto lentamente. Mi mordo le labbra, sentendomi impazzire.
"Sakura...", mi chiama, strofinando il naso contro una mia guancia. "Veniamo insieme?"
"Sì... ti... prego..."
Ansima, levandosi del tutto i boxer e sfilandomi le mutandine. Allinea il suo membro alla mia apertura.
“Sei pronta?” mi domanda, mordendomi una porzione del collo.
Annuisco.
Syaoran entra in me, inizia a dare delle spinte delicate, che, piano piano, diventato più veloci. Ho perso il conto di quante volte ha pronunciato il mio nome.
“Sei così bagnata” bofonchia. Mi mordo l’interno della guancia, andandogli incontro con le spinte. Ho bisogno di più, voglio di più.
“Vieni per me, piccola. Lasciati andare” la sua voce rauca mi fa vedere le stelle.
“Vieni per me” mi ordina. Ed io raggiungo l’apice del piacere. Dopo poco, sento che anche lui lo raggiunge, non smettendo un attimo di baciarmi.
“Vorrei poter ricevere un buongiorno così più spesso” sussurra affannato poggiando la testa sul mio petto, inizio a carezzargli i capelli sorridendo appena “Chissà, magari potrei pensarci” rispondo allusiva, lo sento ridere.
“Ti amo” pronuncia poi, alzandosi sui gomiti e lasciandomi l’ennesimo bacio - di cui non mi stancherei mai, neanche dopo cent’anni - prima di propormi un secondo round e scoppiare a ridere a causa della mia espressione sorpresa.