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Autore: Spensieratezza    20/06/2018    5 recensioni
Sam Winchester è adorabile, sveglio e magico. è il fratellino minore di Dean, che il maggiore non sapeva di avere. Capirà ben presto che il suo fratellino è speciale, è magico e deve essere protetto da forze oscure che vogliono fargli del male.
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: Incest | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sam, Dean e gli Dei '
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Dean Winchester si trovava in infermeria. Stava dormendo. Quando aprì gli occhi, vide un viso adorabile, vicino al suo, che lo scrutava con apprensione.

“Sam? Che ci fai qui?” disse a fatica.L’occhio gli faceva male.

Sam gli sorrise in maniera adorabile e venne un po’ troppo vicino al suo viso in un modo che mise un po’ a disagio Dean.

Ma il fratellino voleva solo strofinare la sua fronte contro la sua, come un tenero gattino.

“Stai bene?”

“S-sì.” Rispose Dean con una vocina sottile.

Sam si decise a mettere distanza tra lui e Dean, facendolo respirare di nuovo. Dean lo guardò e il fratello minore fece un sorriso imbarazzato.


“è stato molto carino da parte tua, Dean.”

“Cosa? Fare una rissa con uno stupido ceffo in mezzo a tutta la scuola? Non la penserai più così quando mi sbatteranno fuori.”

Sam ridacchiò. “ Il preside vuole vederci, sai.”
“COSA?”

“Ma non preoccuparti. Garantirò io per te.” Disse Sam sicuro di sé.

Non si aspettava che Dean si alzasse di scatto per toccargli lo stomaco.

“Dean? Ma che fai?” chiese Sam, avvampando e spingendolo via.

“Volevo solo controllare che quella bestia non ti avesse fatto del male. Ti ha mollato un pugno a quanto ricordo.”

“Io sto bene. Tu piuttosto hai il viso gonfio.” Disse Sam, sfiorandogli uno zigomo con le dita.

“Oh, non è niente, un eroe non è un eroe, se non è un po’ malandato, no?”

“Tu pensi di essere un eroe?” lo apostrofò Sam, sorridendo.

“Ho difeso il mio fratellino, no?”

La porta che si spalancò in quel momento, evitò a Sam di rispondere.
 


“Non sei l’unico eroe di cui si parla a scuola. Tutti gli studenti non fanno altro che parlare dei due ragazzi ECCEZIONALI che hanno finalmente dato una lezione a quella bestia di Stinsky. Nessuno ne poteva più dei suoi comportamenti da bullo.” Disse una ragazza dai capelli rossi.

Alisea.

“Che ci fai tu qui?” gli chiese Dean.

Alisea lo guardò male con le braccia incrociate.

“Anch’io sono contenta di vederti, non c’è di che. Comunque sono venuta a informarvi che il Preside ha detto che non appena sarete tutti e due svegli, gli piacerebbe fare due chiacchiere con voi.”

Sam e Dean deglutirono.

“E questi, sono dolci che mi hanno incaricato di portarvi alcuni ragazzi, come ringraziamento per lo spettacolo che avete offerto loro. La prossima volta dirò loro di chiedere ai bidelli!” disse Alisea rovesciando i sacchetti di cioccolatini e M e M sul lettino di fianco. Per la forza alcuni rovesciarono per terra.

“Aspetta, non volevo..” disse Dean. Troppo tardi, Alisea se n’era andata via offesa, sbattendo la porta.



Sam guardò suo fratello maggiore.

“Dobbiamo per forza farla sempre infuriare?” disse Sam.

“Ehi, questa è la prima volta che sono un po’ sgarbato.” Disse Dean.

“E quando l’abbiamo vista davanti al supermercato?”

“Quello non conta! Ti stava infastidendo, io stavo aiutando te, punto!”

Sam rise. “Quindi non ti sta antipatica?”

“Forse. Beh, non puoi pretendere che dopo quello che mi hai raccontato..a proposito, c’è una cosa che dovevo dirti, Sam, poi purtroppo professori strambi e zuffe imprevedibili, me l’hanno fatto scordare.” Disse Dean.

“Parla, ti ascolto.” Disse Sam.
 
Dean sospirò a fondo, poi guardò Sam dritto negli occhi.

“è successo qualcosa sulla strada, prima di arrivare a scuola, non è vero? Quando ci siamo fermati davanti a quei cuccioli.”

“Che cosa vuoi dire?” chiese Sam, la voce un po’ tremante.

“Tu hai gridato.. e poi c’è stata una specie di..tempesta..come un uragano..e io ti ho…detto di SMETTERLA.

Sam deglutì.

“Ho appoggiato il viso contro la tua spalla..e ti ho tenuto la mano e poi..la tempesta è svanita.”

Sam guardò in basso.
Dean gli sollevò il mento.

“Non ho mai preso sul serio tutte quelle cretinate sul soprannaturale, ma per quanto la cosa, ammetto, mi turbi..devo chiedertelo. Sei stato tu?”

Sam aveva gli occhi lucidi.

“Io..non so perché mi succede questo, Dean!”

Dean lo fissò sorpreso.

“Dean, io quando sono arrabbiato o sconvolto..o spaventato, io posso fare delle COSE..”
“Che..genere di cose?”

“Cose..soprannaturali…te l’ho detto del mio incidente..che mi sono causato da solo pur di non uccidere delle persone innocenti…tu mi abbracciasti quando te lo raccontai..”

“Ma non vuol dire che credessi che c’è il demonio in te.” Disse Dean.

“Mi sono successe altre cose! Quando tu e Clère facevate il bagno, io..ho provato uno scatto di rabbia e subito dopo il pesce è arrivato, avrebbe morso te o lei se io non fossi.."

Dean sospirò profondamente. “Questo l’hai già detto e io sono stato abbastanza tollerante da continuare a ripeterti che io non credo affatto che tu abbia il diavolo in te.”

Sam ebbe l’impressione che Dean non era più così tanto tollerante.

“Allora perché quando c’è stata la tempesta, mi hai detto di smetterla?

Dean lo guardò e le forze gli vennero meno.
 
“Perché..perchè stavi gridando, io credo. Eri spaventato e ti dicevo di smetterla di agitarti così.”

“Ma mi hai appena chiesto di ammettere se ero stato io o meno, Dean, deciditi!!”
 
Dean annaspava, si era dimenticato di aver cominciato il discorso lui stesso.



“Io..non riesco a ragionare bene quando mi stai vicino..tu hai..il potere di confondermi.

Questo ammutolì il minore, che lo guardò a bocca aperta.

“Senti, facciamo così "disse Dean, prendendogli le mani. "se comincerai a far volare gli oggetti, o lievitare per le stanze, avvertimi prima. Ti prenderò per mano e sarà figo come viaggiare su un tappeto volante.” Disse Dean sorridendo.

“Io non scherzerei se fossi in te, Dean. Ascoltami, la ragazza dai capelli rossi..”

“Alisea? Cosa c’entra lei adesso?”

“Era lì, prima che arrivassimo noi.” disse Sam.

Dean ricordò improvvisamente.

Mary aveva frenato bruscamente, dopo l’urlo di Sam, che l’aveva spaventata a morte, gridando “FRENAAA.” Sia lei, sia il figlio maggiore, erano convinti che Sam avesse gridato per la comparsa di un’inquietante ragazzina dai capelli rossi che sventolavano al vento, ma Sam non guardava lei, ma il punto dove stava lei guardando. In basso.
 
“Cazzo, sì, è vero, Sam, ma questo cosa significa?”

“Io credo che lei mi stesse aspettando..come se..come se sapesse che avrei fatto qualcosa, Dean!” disse Sam.

Dean ci pensò su un attimo. “Tutto questo è molto inquietante. Pensi quindi che..abbia fatto del male lei al cucciolo? Per scatenare una tua reazione? O che sapeva semplicemente che saresti arrivato a salvarlo?”

“Non lo so..e questo mi preoccupa molto, Dean..aspetta..hai detto salvarlo, quindi tu mi credi!” disse Sam, afferrandolo per un braccio.

“NO!” disse Dean ora terrorizzato. “Non farmelo dire, non voglio! Tutto questo è così assurdo che..è meglio ristabilire il tutto su un piano più concreto. Dobbiamo andare a parlare con il Preside, sperando che non abbia deciso di licenziarmi.”
 
 



Poco dopo, i due fratelli si trovarono davanti alla porta del Preside.

Sam guardò i segni particolari arancioni, dipinti sulla sua porta.

“Sono così belli..cosa sono? Ali.?” Chiese affascinato, toccandoli con le dita.

“Credo che siano ali della fenice. “ disse Dean e bussò.

“Avanti.” Disse una voce profonda dietro la porta.
 
 
I fratelli entrarono.

Lo studio era grande e accogliente.  A sinistra c’era un caminetto piuttosto antico e accanto a esso c’era uno di quegli arnesi per ravvivare il fuoco. Al centro c’era una bella scrivania in legno. Lo studio era tinteggiato di bianco, ma sul soffitto c’erano vari affreschi. Sembravano raffigurare angeli.
 
Il pavimento era per metà rivestito di mattonelle bianche e per metà marroncine.
 
Alla scrivania c’era seduto un uomo biondo. Capelli brizzolati e una barbetta bianca, profondi occhi azzurri. Portava degli occhiali e sorrideva loro.
 
 
 
“Buongiorno” sorrise.
 
“Buongiorno” risposero in coro i tre ragazzi.
 
“Vi piacciono i miei affreschi?” disse loro agitando il braccio verso il soffitto.
 
I ragazzi annuirono incantati.
 
Si resero conto che all’interno della stanza c’era anche il professore arcigno.
“Ci rincontriamo ancora, vedo.” Disse Albert, sorridendo ai due ragazzi.

Sam e Dean erano profondamente imbarazzati. Si ricordarono dell’incontro con il preside, solo l’estate prima, quando Sam era stato morso da un pesce e si presentò il loro preside, accompagnando Sam all’ospedale personalmente. Lo stesso preside che aveva suggerito a Dean di far immergere la mano di Sam in un’ampolla d’acqua calda che si era portato dietro.

“Come va la tua mano, ragazzo?” chiese Albert, cordiale, sorridendo.

“Signor Preside, questi ragazzi..credevo fossero venuti qui per essere puniti.” Disse il professore arcigno.

“La mia memoria a breve termine non fa ancora cilecca, ti ringrazio, caro Black.”

Sam e Dean rimasero di stucco. Quale uomo si faceva chiamare Black oggigiorno?

“Ciò non toglie che solo perché questi ragazzi hanno fatto un po’ di casino, io come preside, mi dimentichi della sana educazione e preoccupazione per i miei studenti. Vedo che hai tolto la medicazione, Sam.” disse il preside, ignorandolo, con grande irritazione di Black.

“Ehm..certo..signore..” disse Sam.

“Ti è andata di lusso che sia intervenuto tuo fratello, altrimenti le cose avrebbero potuto mettersi male. Un’altra medicazione con la scuola alle porte, sarebbe stata una cosa molto fastidiosa da affrontare, con tutti questi scritti e tutto il resto.”

Sam rimase sorpreso. Lo stava rimproverando o lo stava prendendo in giro?
Per fortuna intervenne Dean.

“Signor Preside, se deve punire qualcuno, punisca me. Mio fratello non c’entra, sono stato io a creare questa rissa.” Disse Dean, ignorando la protesta infuocata del minore. “DEAN!”

Il preside lo fissò per alcuni secondi, per poi dire lentamente:
 
“Mi sembra di aver capito dalla cronologia dei fatti, che la rissa è cominciata, perché tuo fratello ha provocato Stinsky.” Disse il preside calmo.

Dean e Sam avevano sul viso una maschera di cera. Il professore gongolava soddisfatto.



“Lui..stava prendendo in giro mio fratello.” disse Sam.

“Oh, davvero?” chiese il preside molto interessato. “E che cosa diceva?”

“Io..non ho capito bene le parole..” disse Sam imbarazzato. “Ma ho capito che lo sbeffeggiava perché siamo arrivati in ritardo a scuola..e perché ha cercato di difendermi in classe..sa..lui non essendo più studente..”

“Viene preso di mira dai ragazzi più giovani, che forse ambiscono agli stessi privilegi che tuo fratello si è meritato grazie al suo talento. Capisco. La gelosia è una cosa molto comune a questa età.” Disse Albert con l’aria di chi la sapeva lunga.

“Preside, mi scusi se mi permetto, sicuramente mi sbaglio..avevo quasi come l’impressione che stesse giustificando in qualche modo la rissa avvenuta e fatto i complimenti a questo aggressore senza punirlo.”  Disse Black.

“Oh, io non intendo non riconoscere che questo ragazzo, insieme al fratello, siano stati avventati e sicuramente si siano lasciati prendere dagli ormoni giovanili.” Ribattè Albert. “Tuttavia, avendo ora un quadro completo della situazione, si può dedurre che siano stati ampiamente provocati. Trovo inoltre nobile il fatto che Dean sia intervenuto per difendere il fratello più piccolo, che a sua volta era intervenuto per difendere l’onore del maggiore. Tanto amore fraterno mi commuove.” Disse Albert senza smettere di sorridere.
 
Sam e Dean erano più scioccati che mai, mentre Black sembrava un drago pronto a sputare fuoco dalle narici.

“Direi che tre giorni di sospensione dalla scuola per Dean, siano un richiamo più che sufficiente. Sam, invece, essendo il tuo primo giorno in questa scuola, non sono previste punizioni per stavolta. Tuttavia sarei felice se avessi l’accortezza di avvisare anche il giovane Castiel Novak che non ammettiamo risse in questa scuola. mi dicono che ci mancava poco che avessimo anche lui in infermeria. A quanto pare, la rissa di Dean ha distratto lui dal cominciarne una.” disse ancora sorridendo.

“Sì, certo, glielo dirò., signore.” Disse subito Sam.

“Grazie.” Disse Albert, girandosi poi verso Dean. “Tu hai proteste o domande sulla sospensione, Dean?”

“Io..certo che no..anzi..è stato fin troppo..voglio dire..grazie.” balbettò Dean.

“Bene! se non ci sono altre domande o proteste, direi che il colloquio finisce qui! Prendete una caramella al limone! Sono così gustose. “ disse, passandogliele. “Grazie di essere venuti e arrivederci.”

Sam e Dean, un po’ frastornati dal brusco congedo, afferrarono la caramella e si sbrigarono ad andarsene, ma White sembrava volersene andare con loro, anzi, prima di loro.

“Con il suo permesso, andrei anch’io.” Disse visibilmente irritato.

“Oh, già..mi sono appena ricordato che manca ancora la punizione per il nostro Stinsky.  In questo caso si tratterrebbe di ben DUE tentativi di rissa, una delle quali, riuscita. Vorrei che restassi qui con me per aiutarmi  a decidere sulla sua punizione, White. Che ne dici di una settimana??”
 
E con la sensazione che dopotutto non era il vero motivo per cui il preside avesse deciso di trattenere White, Sam e Dean si sbrigarono a lasciare lo studio.
 
 
   
 
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