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Autore: x_X_Rapunzel    20/06/2018    2 recensioni
[Ispirato a "Suicide Squad"] La storia di come l'ingenua dottoressa Harleen Quinzel diventò la famigerata Harley Quinn.
***
Harleen guardò la pistola per un secondo e poi alzò lo sguardo, incontrando gli occhi azzurri del Joker.
«Sparami, fallo.» disse, nel suo tono non c’era paura solo disperazione «Non voglio vivere senza di te.»
Il clown alzò gli occhi al cielo, infastidito da tutta questa sua devozione per lui. “Stupida ragazzina!” pensò “Mi stai mettendo i bastoni tra le ruote!”. Avrebbe potuto spararle un colpo, dritto alla testa, e se la sarebbe levata di torno per sempre. Ma lei non aveva paura di morire, no. E che gusto c’era nell’uccidere se la tua vittima non ha paura? Dove sta il divertimento?
«Attenta a quello che dici.» l’avvertì
«Sono disposta a morire per te, perché non lo capisci!» urlò Harleen esasperata «Farei qualsiasi cosa per restare al tuo fianco»
Quelle parole risuonarono nella mente del Joker. “Farei qualsiasi cosa per restare al tuo fianco”. Era veramente disposta a tutto per lui? L’avrebbe scoperto, allora. E forse sarebbe anche riuscito a togliersela dai piedi nel frattempo. “La tua assoluta devozione sarà la tua rovina, Harleen Quinzel.”
Genere: Angst, Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Harley Quinn aka Harleen Quinzel, Joker aka Jack Napier
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Method to the Madness
 
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Dopo il suo ultimo incontro con il Joker, Harleen aveva evitato di procedere con altre sessioni con lui.
Ma sapeva che, prima o poi, avrebbe dovuto riprendere. Non è che non volesse vederlo, no questo mai.
Desiderava con tutta se stessa di vederlo ancora, di parlare con lui, di chiedergli altre cose riguardo il suo passato.
Però l’ultima seduta l’aveva scossa profondamente, lui aveva fatto emergere i ricordi del suo passato che più aveva cercato di nascondere e dimenticare.
E, in un certo senso, le aveva mostrato ciò che lei poteva essere una volta che si fosse liberata delle sue catene del passato che la tenevano ancorata al terreno.

Deve spiccare il volo dottoressa Quinzel, proprio come un gabbiano” le aveva detto ridendo, quel largo sorriso stampato sul volto come al solito
Io avrò anche la camicia di forza, ma è lei quella che è incatenata. Io sono un uomo libero, Harleen.”

E Harleen ora ne era certa: voleva disperatamente vedere cosa si provasse ad essere liberi come lui, a sfuggire dall’ipocrisia del mondo e lasciarsi finalmente il passato alle spalle.
Un sorriso si formò sul suo volto al pensiero di diventare come lui, di vivere come e con lui, mentre percorreva il lungo corridoio che l’avrebbe portata all’ufficio del dottor Arkham.
Il direttore le aveva chiesto di prendere con sé tutti i suoi appunti e le note prese durante le sessioni con il Joker per poi lasciarle nel suo ufficio, così avrebbe potuto controllare le informazioni e i progressi fatti di persona.
Quando Harleen finalmente si trovò davanti alla porta del suo ufficio bussò velocemente e, senza aspettare il permesso, si precipitò dentro la stanza.
Con sua grande sorpresa, nella stanza non c’era nessuno.

Probabilmente sarà impegnato in qualche riunione con qualcuno di importante” pensò Harleen, muovendosi verso la scrivania dell’uomo.
Dopo aver riposto i documenti con cura sul ripiano, la ragazza iniziò a guardarsi intorno. Nonostante fosse stata molte volte all’interno dell’ufficio, soprattutto per convincere il dottor Arkham ad affidarle il caso del Joker, non aveva mai prestato attenzione a quanto fosse immensa quella stanza.

Harleen avrebbe tanto voluto restare a girovagare e curiosare per l’ufficio del direttore, ma decise che restare qui più del dovuto avrebbe potuto metterla nei guai, soprattutto se fosse stata beccata da qualcuno.
E lei non aveva nessuna intenzione di finire nei guai. 
D’improvviso però, la sua attenzione fu catturata da uno dei cassetti della scrivania completamente aperto.
Dentro, appoggiato su un’enorme pila di altre scartoffie, c’era un fascicolo con sopra una grande scritta rossa: JOKER.

Il cuore di Harleen si fermò per un istante. E se quel fascicolo avesse contenuto delle informazioni sul Joker di cui lei ancora non era a conoscenza? Impossibile, pensò Harleen, lei era sicura di sapere già tutto quello che c’era da sapere su di lui.
Quali altri segreti avrebbe potuto nascondere un uomo così misterioso come Mr. J?

La dottoressa decise di non perdere tempo e afferrò il fascicolo, iniziando a sfogliarlo velocemente.
La maggior parte delle informazioni contenute le erano già note, ma quando vide quella foto smise subito di girare le pagine.
L’immagine di una donna sorridente e felice, i lunghi capelli biondi e gli occhi azzurri che sembravano osservarla, la fece trasalire.
Era identica a lei.

Chi era quella donna?” si domandò Harleen, ma prima che potesse iniziare a leggere qualcosa di quella pagina, il suono scricchiolante della porta attirò la sua attenzione.

«Dottoressa Quinzel? Che ci fa nell’ufficio del dottor Arkham? » le domandò la voce sorpresa della dottoressa Leland.
La donna aveva un’espressione sorpresa ma quando i suoi occhi si abbassarono sul fascicolo che Harleen stringeva tra le mani, corrugò la fronte.

«Cosa sta leggendo?» le domandò ancora, chiudendo la porta dietro di sé e avvicinandosi alla giovane ragazza che la fissava con gli occhi sgranati.

«I-io stavo solo…controllando…» cercò di scusarsi Harleen ma la dottoressa Leland le aveva già strappato il fascicolo di mano. E ora stava guardando la stessa pagina che pochi secondi fa Harleen stava per leggere.
La donna scosse la testa. “Ecco!” pensò “Ora sono nei guai fino al collo”.

«Perché aveva tra le mani questo fascicolo, dottoressa?» le domandò la donna «Sono informazioni molto private, queste»

«L-lo so, io sono desolata…davvero» rispose abbassando la testa per guardare il pavimento «Volevo solamente saperne di più sul Joker, tutto qua.»

La donna sospirò e fissò la fotografia. Poi guardò Harleen e vide che anche i suoi occhi blu erano incollati su quella pagina
«Chi è…quella donna?» domandò «Lei lo sa, dottoressa?»

Un altro sospiro. Harleen iniziò a temere di averla irritata troppo. Ma la donna le rivolse un cordiale sorriso.
La dottoressa Leland aveva compreso la confusione della ragazza nel vedere la foto e nel trovare quel fascicolo.

«Per favore Harleen, accomodati sulla sedia» la ragazza non se lo fece ripete due volte e si sedette, in attesa di una spiegazione.

La donna chiuse il fascicolo che teneva tra le mani e si sedette a sua volta di fronte alla giovane dottoressa, che la guardava impaziente.

«Vedi Harleen, quello che stavi per leggere…sono informazioni segrete, che abbiamo ottenuto dalla polizia di Gotham e dallo stesso Batman» disse la donna, gli occhi di Harleen strabuzzarono al suono di quel nome. Batman, l’ossessione del suo Mr. J.

«La donna che hai visto nella foto era la moglie del Joker, o meglio, la moglie dell’uomo che era prima di diventare il Joker…»

Questa notizia arrivò ad Harleen come un pugno in faccia.
Com’era possibile?
Aveva fatto lunghe ricerche su di lui, letto cartelle cliniche e tutte le informazioni che era riuscita a reperire. Ma non aveva mai pensato che lui avesse avuto una moglie. Il Joker non gliel’aveva mai detto, neppure accennato, eppure era sempre stato aperto con lei.
Perché?

«È una triste storia» affermò la dottoressa Leland «Probabilmente quello che l’ha portato alla follia, dottoressa Quinzel.»

Harleen sapeva. Sapeva dell’acido, della sua fuga da Batman, del colpo finito male.
L’aveva letto attentamente più e più volte. Ma non pensava che ci fosse altro da aggiungere, oltre a ciò che aveva ritrovato. E ora sarebbe venuta a conoscenza dell’intera storia. Finalmente.

Lo sguardo insistente della ragazza fece capire alla dottoressa Leland che Harleen volesse sentire quella storia.
Infondo, pensò la donna, era un suo diritto. Lei era la sua psichiatra ed era suo compito aiutare il Joker in qualsiasi modo possibile. Sapere la storia dietro a quell’uomo folle l’avrebbe sicuramente aiutata di più che restarne completamente allo scuro.

La donna si schiarì la voce «Molto tempo fa c’era un uomo che si chiamava Jack Napier. Era un ingegnere all’Ace Chemical Inc. finché non decise di diventare un comico, ma fallì miseramente.
Questo gli causò un sacco di problemi, era alla disperata ricerca di un modo qualsiasi per provvedere a sua moglie e al bambino che i due stavano aspettando.
Ma lei lo rassicurò che tutto sarebbe andato bene.
Jack però, guidato dalla sua disperazione, decise di aiutare due criminali ad attuare un colpo all’Ace Chemicals, nella speranza di poter finalmente sostentare la sua famiglia. Jeannie, sua moglie, tentò di tutto per fargli cambiare idea, senza successo.» la dottoressa Leland fece una breve pausa e deglutì.

Il suo viso mostrava una certa malinconia, come se quello che stava raccontando le facesse male anche a livello fisico «Prima di poter attuare il colpo però, Jack venne a sapere dalla polizia che sua moglie e di conseguenza suo figlio erano morti a causa di un incidente domestico.
Impossibilitato a tirarsi indietro da ciò che doveva fare a causa delle minacce dei due criminali, Jack prese parte al colpo inerte.
I due criminali vennero uccisi poco dopo dalla sicurezza e quando l’uomo tentò di scappare si ritrovò faccia a faccia con Batman.
Non avendo altre vie d’uscita, si gettò in una delle grandi vasche che contenevano l’acido.
Quando l’uomo vide il suo riflesso allo specchio dopo l’incidente con l’acido, diventò pazzo.
E quel giorno maledetto, segnò la nascita del Joker».

Harleen non poteva credere alle sue orecchie. Una lacrima silenziosa le cadde lungo il viso, era devastata dalla storia che aveva appena sentito. Non poteva credere che tutto questo fosse capitato al suo Mr. J.
Il cuore le batteva a mille mentre cercava di trattenere le altre lacrime che minacciavano di uscire dai suoi occhi blu.

«La donna nella foto era Jeannie. Sua moglie» spiegò la dottoressa.

Ci furono diversi minuti di silenzio nella stanza, nessuna delle due donna osava parlare.
Ma infondo, cosa c’era da dire dopo una storia del genere?

«Era bellissima…» Harleen sorrise, un sorriso amaro, pensando alla foto della donna

«Ti assomiglia molto, Harleen» le disse la donna, appoggiando una delle sue mani su quella di Harleen che stava sopra la scrivania «Forse è per questo che si è aperto così tanto con te…perché gli ricordi lei…»

«Può darsi…» fu tutto quello che mormorò la ragazza prima di alzarsi in piedi «Forse è meglio che io me ne vada ora…ho molte cose da fare»

La dottoressa Leland le sorrise amichevolmente, alzandosi a sua volta.
«Certo» annuì «Ci penso io a rimettere il fascicolo al suo posto»

«La ringrazio, dottoressa.» Harleen aprì la porta dell’ufficio «Di tutto. Grazie di cuore.»

«Di niente, dottoressa Quinzel.» la risposta della donna le arrivò appena in tempo, prima che si chiudesse la porta alle spalle.

Questa storia l’aveva scossa profondamente.
Mai e poi mai si sarebbe aspettata che il Joker avesse subito tutto quel dolore nella sua vita.
E ora, in un certo senso, poteva quasi capirlo, quasi perdonarlo per tutto il dolore che aveva causato. La ragazza fece un respiro profondo e iniziò ad avviarsi verso il suo ufficio.
Sicuramente ora era venuta a conoscenza di un altro importante dettaglio della vita del suo Mr. J, un dettaglio fondamentale.
E dopo tutto questo, la domanda che le rimbombava in testa era ancora una sola, la solita:
si sentiva veramente pronta per rivederlo?






 


Note dell' autrice:
E questo è il quarto capitolo!
Questo capitolo è tutto incentrato sul Joker e sulla sua "origine", se così si vuole definire. 
E Harley ha un ruolo anche in questo capitolo perché é finalmente venuta a conoscenza della vera origine del Joker e della sua storia.
E nel prossimo capitolo succederanno molte cose a causa di questa scoperta...
Se questo capitolo vi è piaciuto, lasciatemi delle recensioni. Mi piacerebbe tanto sentire le vostre opinioni riguardo al capitolo e alla storia. 
Grazie se siete arrivati a leggere fino a qua e se lascerete una recensione :)
Alla prossima.

P.S: La storia dell'origine del Joker è stata presa dal bellissimo fumetto "Batman: The Killing Joke" (uno dei miei preferiti)
  
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