Fumetti/Cartoni americani > Voltron: Legendary Defender
Segui la storia  |       
Autore: Alixia700    20/06/2018    2 recensioni
Si abbandonò alla sensazione di dolce conforto data dal contatto con quel corpo che conosceva quasi come il suo, se non meglio.
Ogni cicatrice, neo, forma, erano impressi nella sua memoria a tal punto che se chiudeva gli occhi poteva immaginare di accarezzarne i margini, delinearne i contorni, livellarne le curve.
Il suo cuore era così ricolmo di quel sentimento agrodolce che sembrava impossibile che questo non fosse ancora straripato fuori: familiarità, calore, affetto, amore.
*
Raccolta di Flashfic (non necessariamente collegate tra loro) basate su prompt assegnati da un generatore casuale.
Perché è impossibile resistere a questa grande famiglia.
[Alto contenuto Klance]
Genere: Comico, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ambientazione: CollegeAU 
Personaggi: Un pò tutti, Klance allert!
Rating: Giallo
 

È stata un'argomentazione estremamente convincente.
Per questo motivo ho scelto di ignorarla.

 

Lance osservò disperato il vorticare dell'oggetto di vetro marrone, chiedendosi ancora una volta quale strana concatenazione di eventi lo avesse portato a ritrovarsi in quella situazione.

Il tutto era sicuramente da imputare al suo aver ceduto alle insistenti richieste di Allura di accompagnarla a quella stupida festa organizzata da un ancor più idiota confraternita, guidata dal più tronfio figlio di papà che la Garrison avesse mai avuto come studente; e non usava tutti quei superlativi perché – come aveva insinuato quella piccola nerd della sua compagna di stanza - '' non poteva accettare che la sua ex-cotta sbavasse dietro ad uno dell'ultimo anno'', nossignore, bensì perché non sopportava Lotor e quei lunghi capelli da hypster.
O più probabilmente il suo errore risaliva all'epoca in cui aveva fatto domanda di iscrizione al college, periodo in cui si era lasciato tentare più dalla variegata fauna femminile del luogo che dall'offerta formativa del campus, che per pura botta di culo si era rivelata all'altezza delle aspettative della sua famiglia e di quel cervellone di Hunk.
O ancora, se si fosse andato a scavare un po' più a fondo, qualcuno avrebbe potuto pensare che la causa di quella pessima scelta fosse una diretta conseguenza di tutti quei pomeriggi passati in compagnia delle donne della sua famiglia a guardar telenovelas sudamericane di infima categoria: sicuramente Marco avrebbe concordato con lui nell'affermare che la visione di sessantasei episodi di Amor Prohibido in adolescenza gli avesse incasinato definitivamente il cervello.

Ma qualunque fosse l'origine delle sue sventure, nulla lo avrebbe salvato dalla concatenazione di eventi che Shiro avrebbe un giorno definito ironicamente ''Supermassive black hole''.

 

La bottiglia di birra ebbe un ultimo tremante spasimo prima di arrestare la sua folle corsa con un teatrale tintinnio, il collo rivolto all'unica persona che Lance sperava non indicasse.
Ignorò lo sguardo sarcastico di Pidge alla sua destra e quello impietosito di Hunk alla sua sinistra, prima di ingollare un altro sorso di alcool dal bicchiere di plastica rossa, facendosi coraggio.
Poi sorrise spavaldo, nonostante sentisse i visceri attorcigliarsi dall'ansia.
Keith sbattè le palpebre perplesso, infastidito di trovarsi improvvisamente al centro dell'attenzione di quel mucchio di festaioli alticci ed urlanti.
Si passò impensierito una mano tra i capelli, prima di pronunciare un tombale – Ve lo scordate -
Matt scosse la testa divertito.

- Non hai mai giocato a sette minuti nella bottiglia prima d'ora Keith? Indovina un po' chi potranno mai essere le persone che rimarranno sette minuti chiuse nello sgabuzzino? Quelle scelte casualmente dalla bottiglia! -

- Certo che è un nome davvero stupido persino per un gioco alcolico da confraternita – Pidge sbadigliò sonoramente in direzione del fratello, prima di lanciargli addosso una manciata di patatine – non potevate chiamarlo, che so, Il gioco della bottiglia 7.0 o siamo ormai adulti ma ci piace trovare scuse da adolescenti per pomiciare alla feste?-

- Ahah molto divertente Katie -

Una ciotola, fino a pochi attimi prima contenente popcorn, volò per la stanza, mancando di poco Mattew Holt e andandosi a schiantare elegantemente sul volto di Shiro, intento ad ascoltare, comprensivo, i deliri da sbronza triste di una matricola del primo anno.
Nel caos generato dalla battaglia a suon di smangini conseguente all'incidente, Lance si ritrovò ad afferrare il polso del suo compagno di disavventura e a condurlo inosservato nel magnifico angolo di paradiso due metri per due dall'insolita fragranza di piedi sudati, dai più definito ''ripostiglio materiale sportivo''.
Facendosi largo tra una mazza da hockey e delle imbottiture da giocatore di football, riuscì a trovare un piccolo spazietto in cui poter stazionare sul pavimento senza il rischio di appoggiare casualmente una mano su un sospensorio abbandonato.
Keith si lasciò cadere a pochi centimetri di distanza, gli anfibi a spingere lontano con gesto stizzito un paio di braghette da basket dall'odore pungente.

- E adesso? -

Lance si grattò con finta aria distratta il naso, cercando velocemente di trovare un modo per non mandare a quel paese tutti quei mesi di piani più o meno arzigogolati con un unico colossale strafalcione.

- Ora aspettiamo che passino sette minuti, o per renderlo credibile qualcosina in più, e poi usciamo fuori, strategicamente spettinati. Anzi sarebbe perfetto se almeno uno di noi due indossasse la maglietta al contrario, così da fargli pensare che ci siamo rivestiti in fretta e furia -

- Che idea imbecille -

- E quale sarebbe il tuo magnifico piano? -

- Fare quello per cui siamo stati chiusi qui dentro -

- Intendi morire lentamente per asfissia? -

- Pomiciare - Keith distolse lo sguardo, concentrandosi sul torturare i lacci della sua felpa.

Se non fosse stato così buio, Lance avrebbe potuto giurare di averlo visto arrossire nella penombra del cappuccio.
Rimasero in silenzio, i sensi all'erta, pronti a cogliere ogni minimo movimento dell'altro.

- Posso farti una domanda Samurai? -

- Solo se non mi chiedi di nuovo a quale vip anni ottanta sia ispirato il mio taglio di capelli -

- I tuoi pregiudizi nei miei confronti mi lasciano sconvolto -

- Lance... -

- Va bene, va bene. Ecco non so bene come chiederlo, anche perché forse non è proprio il momento adatto, e tu forse non vorresti essere la persona che diventerà il mio guru o spirito guida o come diamine vuoi chiamarlo, anche perché sai benissimo che quando sono nervoso straparlo e mi tiro la zappa sui piedi da solo, soprattutto se mi sento confuso e perso in qualcosa che fino a poco tempo fa era una certezza... -

- Puoi venire al punto per favore? -

- Quando hai capito che ti piacevano i ragazzi? -

- Credi che ti piacciano i ragazzi? -

- Secondo te potrebbero? Perché ero convinto che questa evenienza fosse totalmente da escludere, ma pensandoci meglio piagnucolo come un poppante per le tragiche storie d'amore, adoro i skinnyjeans e nutro una sconfinata adorazione per Lady Gaga -

- Seriamente stai mettendo in dubbio la tua sessualità per i tuoi gusti musicali di merda? Vuoi sapere da cosa l'ho capito? -

Così dicendo afferrò i capelli dell'altro, facendo collidere le loro labbra e strappandogli un gemito di sorpresa.
Lance rimase pietrificato sul posto, le labbra di Keith a muoversi delicate sulle sue, mentre le dita imprimevano una leggera pressione alla base della nuca, provocandogli un brivido di eccitazione lungo la spina dorsale.
Si riscosse solo quando sentì la lingua farsi spazio tra i denti, stupendosi di ritrovarsi a leccare e suggere quel muscolo caldo senza alcuna esitazione.
Ma non appena realizzò di essere coinvolto in un bacio appassionato con la fonte della messa in dubbio della propria sessualità, nonché il ragazzo con il più antiestetico taglio di capelli mai esistito, in uno slancio emotivo si buttò contro il torace del malcapitato oggetto dei suoi desideri, facendolo finire a gambe all'aria tra le palle da tennis, colpendolo accidentalmente con un gomito sullo sterno, azione che condusse ad una particolare concatenazione di eventi che li portò a capitombolare fuori dallo sgabuzzino, sudati, spettinati e con i vestiti stroppicciati e le mani uno addosso al corpo dell'altro nel tentativo di infierire eguale dolore a quello provato, o semplicemente predominare in quel rissare rallentato dalla birra in circolo.

Tra i commenti divertiti e i borbottii straniti degli avventori del party, una voce risuonò più alta delle altre: Allura si staccò con rumore di risucchio dalle labbra di Lotor, lo sguardo leggermente vacuo di chi non sa bene dove si trovi, ed esclamò – Lance, perché diamine stai picchiando Keith? Non avresti dovuto parlargli, così da mettere ordine nella tua confusione mentale? -

Lance sorrise sornione, ignorando platealmente il ghigno di Lotor nel tentare di riappropriarsi dell'attenzione della ragazza, che nel frattempo era scivolata giù dalle sue ginocchia.

- Principessa, la tua è stata un'argomentazione estremamente convincente. Per questo motivo ho scelto di ignorarla e fare a modo mio -

Keith gli strinse le dita tra le sue con più forza, prima di ribaltare le loro posizioni e sbatterlo sul pavimento, esultando vittorioso.

- Ripensandoci a posteriori forse tutto ciò è solo colpa della lucha libre e di quelle tutine attillate -

- Zitto e baciami -

- Muy bien -

(1367 parole)
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Voltron: Legendary Defender / Vai alla pagina dell'autore: Alixia700