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Autore: Maki Tsune    22/06/2018    1 recensioni
Quale storia si potrebbe raccontare se i personaggi di Miraculous avessero vissuto nel periodo di fine 1800 proprio durante la costruzione della Tour Eiffel e dell'Esposizione Universale? Questa storia mostra i personaggi non più adolescenti ma nella prima fase adulta, (20-25 anni) che affrontano la vita e le difficoltà senza miraculous magici ma comunque con maschere, mistero, amicizia e amore.
Genere: Comico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Alya, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nino, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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La musica riempiva la sala da ballo con “Giselle Valse (act 1) di Adolphe Adam” e pronti per il ballo, Marinette mise una mano sulla spalla del giovane uomo e l’altra nella sua mano mentre il mascherato felino la stringeva dolcemente a sé con la mano sul fianco e iniziò a guidarla trasportati dalla musica.
Marinette arrossì e si lasciò andare, anche se ogni tanto gli calpestò davvero un piede.
“Forse non sono così bravo a condurre.” Ironizzò.
Désolé. Sto ancora pensando al momento di prima, dove ho tenuto testa alla figlia del Prefetto, e non me ne capacito ancora.”
“E perché no? È buono che non vi fate mettere i piedi in testa da nessuno. E poi senza di voi quella ragazza non si starebbe divertendo ora.” Alzò lo sguardo verso Chloé.
Fecero una giravolta e Marinette la vide ballare con un ragazzo senza maschera, Kim. Un ragazzo atletico, snello e con capelli corti castani. Ma Chloé non aveva un viso molto felice. Sembrava stesse cercando qualcuno tra la folla.
“Senza di me non si sarebbe nemmeno bagnata il vestito.” Rispose la dama in rosso.
Adrien abbassò lo sguardo verso di lei e per conforto la strinse dolcemente a sé facendo un’altra piroetta abbracciati.
“Non siate triste. Alla fine avete sistemato tutto ed è quello che conta, non credete anche voi?”
Marinette sussultò e guardò nei suoi occhi verdi, ammirando le sue labbra stese in un sorriso sincero mentre i loro piedi andavano in sincrono, avanti e indietro e di lato, giro e di nuovo uguale.
La dama in rosso non poteva dargli torto. Coraggiosa, astuta e con riflessi pronti. Aveva dimostrato a se stessa che poteva farcela e quella maschera l’aveva aiutata un po’ nell’affrontare Chloé.
Marinette sorrise e seguì il gatto nero mascherato senza più calpestargli i piedi, ritrovando la sua fiducia e forza interiore.
Trés bien. Imparate in fretta.” Disse il giovane sorpreso.
Mais oui. Una mia amica dice che sono talentuosa, probabilmente ha ragione.”
“Talentuosa? Per il ballo vi darei… quasi 8 punti su 10. Visto che state migliorando.”
“Allora i mancanti 2 punti sono colpa vostra.” Sogghignò.
Adrien spalancò la bocca senza parole. “Questo è un colpo basso perfino per un felino. Ma almeno non avrò altri lividi importanti, tralasciando spalle e schiena ormai viola.”
Marinette ridacchiò. “Avete avuto a che fare con Monsieur Alphand?”
Sgranò gli occhi. “Sì! Esatto! È incredibile come si faccia riconoscere con le sue…”
“Amorevoli pacche” Dissero insieme e risero entrambi.
“Sì. Lui le chiama così.” Ridacchiò ancora la dama in rosso.
“Però di amorevole non hanno proprio niente. Sono massacranti.” Rise il giovane. “Pensavo di lasciare le braccia sul pavimento stasera.” Risero insieme e il giovane proseguì. “No, davvero. Avete mai provato una sua pacca? Spero tanto di no, per la vostra salute.” Sogghignò.
“Fortunatamente no. Ma le ho sentite. Ogni volta che arriva una pacca si sente il ciocco.” Risero insieme.
“Ricordo una volta, quando entrò nel nostro negozio a ordinare una torta e mio padre gli diede le spalle con la torta in mano. Non lo avesse mai fatto! Monsieur Alphand gli diede una pacca sulla spalla e, mio padre è abbastanza robusto ma non se lo aspettava! Il braccio si spostò e la torta volò sul volto di mia madre.” Raccontò Marinette mentre Adrien non sapeva se esserne dispiaciuto, però era alquanto divertito e non riuscì a nasconderlo.
“Ooh.. nooo..” risero insieme. “L’ho sempre detto che sono distruttive.” Disse il felino.
Risero ancora e si trovarono più abbracciati rispetto a prima.
Calmarono il respiro dopo le risate e i loro sorrisi rimasero sui loro volti mentre la musica ebbe un passo più allegro e veloce.
“Quindi… avete un negozio?”
Marinette sgranò gli occhi. “Sì… cioè… niente di straordinario…”
“Avete detto torte. È una pasticceria?”
Boulangerie-Patisserie. Una cosa comune qui a Parigi. Ce ne sono tanti.”
“Se siete qui, vuol dire che avete partecipato all’organizzazione dell’Esposizione Universale?”
“Esatto.”
Adrien rimase un attimo in silenzio. Si rese conto che non era educato fare troppe domande, ma voleva saperne di più e si morse il labbro non sapendo come proseguire il discorso visto che il divertimento tra i due tornò nella serietà e nell’imbarazzo, costatando che il ballo stava per finire.
Così, per conoscerla meglio senza farle altre domande, le fece un complimento.
“Indossate un bel vestito, mademoiselle. Ma non credo di riconoscerne l’autore.”
Il viso di Marinette diventò rosso come il vestito. “Perché… l’ho fatto io.”
C’est vrai.Trés désolé. Me lo avevate accennato.” La allontanò da sé tenendola per una mano dando un altro sguardo al vestito che svolazzava e poi la riabbracciò proseguendo la danza. “Allora avete davvero un talento. Un dono innato. Oltre al negozio di dolci, avete una vostra boutique?”
Merci beaucoup per il complimento. Purtroppo no, ma mi piacerebbe avere una boutique tutta mia un giorno.”
“Se volete, posso parlare con mio p… uhm… una persona di mia conoscenza.”
“Per far cosa?”
“Per aiutarvi a realizzare il vostro sogno.”
“E voi chi sareste per farlo? Un genio che esaudisce i desideri? Non avete motivo per fare questo per me.”
“Diciamo che mi piace aiutare le persone.”
“Gentile da parte vostra, ma chissà.. magari un giorno verrò a chiederle aiuto se mi servirà. Prima, però, vorrei provarci con le mie sole forze se permettete.”
Il giovane uomo sorrise compiaciuto dalla determinazione della ragazza. Di solito a chi offriva aiuto, l’altra persona accettava sempre per rendere più facile il percorso. Invece, questa dama in rosso aveva rifiutato e la situazione lo intrigava ancora di più.
“Un buon talento emerge sempre.”
Merci. Come vi avevo detto, forse la mia amica ha ragione.”
“Dovrei conoscere la vostra amica e dirle che ha assolutamente ragione.”
Marinette sorrise imbarazzata.
“Siete diventato un adulatore adesso?”
“Preferisco ritenermi il vostro cavaliere per adesso.”
Marinette divenne paonazza.
Il mascherato felino però pensò alla sua domanda ”Ma toglietemi una curiosità: Perché? Prima cos’ero?”
Marinette sogghignò. “Un gatto nero misterioso.” Ridacchiò. “Insolita scelta.”
“Perché insolita?”
“Le credenze popolari dicono che porti sfortuna.”
“Questo mi fa intuire che voi non ci credete, n’est pas?”
“E voi sì?” Marinette socchiuse gli occhi dubbiosa.
“Mnn… direi di lasciare le credenze popolari a loro.”
“Come immaginavo” ridacchiò.
“E con questo cosa volete dire?”
“Beh, avete avuto il coraggio di vestirvi da gatto nero, questo significa già che non ci credete più di tanto.”
Adrien rimase colpito dal suo intuito. Questa donna è geniale. Semplicemente geniale. Pensò mentre la musica si fermò di colpo e si fermarono anche loro sul posto ancora con le braccia in posizione base.
“Pensandoci, forse, vi ha portato davvero sfortuna questa sera.”
“Perché dite così?” Adrien la guardò incantato.
“Avete avuto un brutto episodio con le piume a causa mia, poco fa.” Sorrise divertita.
“Oh quello…” ridacchiò. “Ma avete compensato con la vostra fortuna.”
“La mia fortuna? Ma no… sono maldestra, non sono fortunata.”
“Il vestito dice il contrario.” La musica riprese e anche i loro piedi ripresero a muoversi in sintonia.“Se la mia scelta è insolita allora la vostra lo è di più.”
“Perché?” domandò quasi offesa.
“Oh, non ho niente contro le coccinelle, ma sono insolite rispetto a un gatto.”
“Più di un gatto nero? Non ne sarei così convinta.”
“Un gatto, che sia nero, bianco o di un altro colore, è sempre più facile da trovare nelle feste rispetto a una coccinella. Su questo non ho dubbi. Ho partecipato a molte feste, ma di una coccinella… mai vista. Fino ad oggi.”
“Oh, quindi siete un festaiolo. E secondo voi è un male? Dovrei portare qualcosa di più.. facile da trovare?” ripeté le sue parole.
“No. Parbleu. No! Mi piacciono le feste in maschera perché puoi essere te stesso e scoprire la fantasia delle persone. Insomma, usano maschere che li rappresentano di più.”
“E il vostro cosa dovrebbe significare? Vi sentite sfortunato?”
La guardò un po’ malinconico pensando alla sua situazione familiare, ma poi le sorrise ammirandola. “Non sono stato più fortunato di stasera.”
Marinette arrossì visibilmente. “Beh… allora… lieta di avervi portato fortuna.”
Il ballo finì e il gatto mascherato si inginocchiò con la gamba sinistra che mantenne il peso del corpo e la gamba destra e il braccio destro steso indietro mentre l’altra mano teneva teneramente quella della dama, cui aprì il braccio sinistro verso l’esterno in modo leggero e aggraziato.
Adrien e Marinette avevano il fiato corto ma continuavano a guardarsi negli occhi, come se ci fosse una qualche sintonia tra di loro.
“Se io sono il vostro… uhm… chat noir. Sì, chat noir! Allora voi siete…”
“Ladybug. Semplicemente Ladybug.”
   
 
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