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Autore: 283    22/06/2018    1 recensioni
essere un semidio è strano, essere Percy Jackson vuol dire buttare la normalità fuori dalla finestra.
perché non bastavano Dei, mostri e demoni, ora anche i maghi sono pronti a tutto per affrontare l'eroe dell'olimpo.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Blackjack, Mrs O'Leary, Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
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HARRY

Ancora una volta fu Hermione a risolvere la situazione. Dopo molti tentativi riuscì a estrarre dalla tasca una fiala contenente del Fuoco Gubraithiano. Con difficoltà stappò la fiala e il fuoco eterno sciolse il ghiaccio. Dopo essersi liberata recuperò le bacchette e liberò Harry e Ron; ora il trio d’oro era in difficoltà: potevano inseguire Perseo, ma aveva già dimostrato che poteva sconfiggerli facilmente, oppure potevano tornare a Hogwarts e fingere che nulla di tutto questo fosse accaduto.

Purtroppo prima che potessero decidere il vicolo fu invaso da un gruppo di Mangiamorte. Ben presto si ritrovarono a correre per le strade di New York inseguiti dagli scagnozzi di Voldemort, dai Dissennatori e da un gruppo di donne serpente che Hermione chiamò dracene della scizia.

Dopo un lungo inseguimento e dopo essersi lasciati dietro una scia di distruzione e Mangiamorte tramortiti, arrivarono nel parcheggio di un magazzino abbandonato. Solo per trovarsi faccia a faccia con uno sbigottito Perseo Jackson.  

Rimasero alcuni secondi a fissarsi troppo sorpresi per muoversi.

Poi una voce li fece voltare “bene bene, guarda due piccioni con una fava.” In piedi sul tetto del magazzino c’era Bellatrix Lestrange circondata da una schiera di Mangiamorte. Harry guardò in direzione dell’uscita del parcheggio, in tempo per vedere una mezza dozzina di dracene bloccargli la strada. Lui, Ron e Hermione si disposero schiena contro schiena per fronteggiare i nemici. Bellatrix e Perseo si scambiarono alcune parole ma Harry non li ascoltò. In quel momento la sua mente era soggetta a un turbinio di emozioni. Prima rabbia, verso Perseo e i Mangiamorte, poi paura, per sé stesso e i suoi amici, infine determinazione. Li avrebbe salvati, anche se era l’ultima cosa che faceva. Alzò lo sguardo in tempo per vedere i Mangiamorte puntare le bacchette verso di loro ridendo.

Il trio d’oro si strinse di più pronto a difendersi. Con loro sorpresa Perseo arretrò e si mise a loro fianco. Sollevò il suo scudo di bronzo per proteggersi e impugnò più saldamente la spada.

Senza voltarsi disse “appena potete riparatevi dietro quell’auto laggiù, qui sareste troppo esposti”. Indicò un’auto arrugginita in fondo al parcheggio, vicino a dei moli sull’Hudson.

Harry fece per protestare ma in quel momento i servi di Voldemort attaccarono.

Una raffica di incantesimi volò verso di loro, i quattro si sparpagliarono in direzioni diverse: Harry e Ron andarono dritti verso l’auto deviando incantesimi e correndo a zigzag, Hermione invece si nascose dietro una roulotte abbandonata, Perseo ignorò ogni cautela e saltò sul tettuccio del furgoncino a cui era appoggiato.

I Mangiamorte continuavano a lanciare incantesimi dal tetto del magazzino mentre le dracene stavano aggirando il fuoco incrociato per tagliare la strada ai due giovani maghi. Li caricarono alzando le lance e urlando.

Mentre correvano, Ron puntò la bacchetta verso un cassonetto della spazzatura appoggiato al muro del magazzino. Urlò “Wingardium Leviosa” e il cassonetto si sollevò in aria. Con uno scatto della bacchetta, il rosso lo scagliò sulle dracene. Le donne serpente interruppero precipitosamente la carica e si buttarono a terra. Purtroppo però, la dracena in fondo al gruppo non fece in tempo ad abbassarsi e fu colpita in pieno. Il mostro e il cassonetto sfrecciarono a tutta velocità attraverso il parcheggio e si schiantarono all’interno del magazzino. A quel punto Harry e Ron erano risusciti a mettersi al riparo e poterono guardare come continuava la battaglia.

I ranghi dei Mangiamorte si erano sfoltiti. Tre di loro giacevano immobili, penzolando dal bordo del tetto. Altri due erano accasciati tra le erbacce del parcheggio, morti o svenutiti, difficile dirlo da lontano. Un altro invece, era decisamente morto. Il corpo senza vita era appoggiato contro i resti del furgoncino su cui era in piedi Perseo. Evidentemente una maledizione aveva fatto esplodere il mezzo uccidendo anche l’uomo. Rimanevano ancora sei Mangiamorte in piedi.

Tre si erano riparati dietro la carcassa di un rimorchio e si scambiavano raffiche di incantesimi con Hermione. Gli altri erano impegnati a combattere Perseo, accerchiandolo e colpendolo con maledizioni da ogni lato. Gli incantesimi però rimbalzavano sull’armatura e sul mantello senza causare danni.

Proprio in quel momento un Mangiamorte fece l’errore di avvicinarsi troppo. Perseo menò un fendente con la spada lacerando la veste del mago, che strillò e lasciò cadere la bacchetta portandosi le mani sul fianco. Perseo approfittò dell’opportunità e lo colpì con un calcio in pieno petto. Lo sfortunato scagnozzo di Voldemort volò all’indietro di diversi metri e colpì con la schiena il parabrezza di un’auto abbandonata, crollando esanime.

Harry era scioccato. Il nipote di Voldemort aveva una forza che poteva essere descritta solo come sovrumana.

Ron attirò l’attenzione di Harry picchiettandogli sulla spalla e indicò le dracene che cominciavano a rialzarsi e a caricare di nuovo. I mostri avanzarono alla velocità massima consentitagli dalle gambe di serpente. Le creature alzarono gli scudi per proteggersi dagli incantesimi e puntarono le lance che bronzo brillavano debolmente nel crepuscolo ormai imminente.

Senza perdere tempo i due giovani maghi alzarono le bacchette. Ron urlò “incarceramus!” e delle corde spuntarono da nulla legando due dracene e facendole cadere a terra sibilando. Harry invece puntò la bacchetta verso il muro di scudi e urlò “impedimenta!” facendo volare all’indietro le tre donne serpente ancora in piedi.

Le dracene si rialzarono, si scambiarono alcuni sibili e si divisero. Due aggirarono da destra il loro nascondiglio l’ultima li prese da sinistra. Ron puntò la bacchetta verso la dracena a sinistra e urlò “incendio!” un getto di fiamme avvolse il mostro che si protesse con lo scudo. Harry fronteggiò le due creature a destra. Alzò la bacchetta e disse “AVIS!” subito un piccolo stormo di uccelli di carta uscì dalla punta della bacchetta. Le dracene si arrestarono, più confuse che spaventate. Un secondo colpo di bacchetta e l’incantesimo Engorgio e gli uccellini crebbero alle dimensioni di un’aquila. Il Prescelto agitò la bacchetta e disse “oppugno!” e subito gli uccelli attaccarono. Le dracene arretrarono e affondarono le lance verso le creature di carta abbattendone alcune, ma le altre le graffiarono e le beccarono senza sosta. I due mostri urlarono e esplosero in polvere dorata.

Harry era perplesso da ciò che era appena successo, ma fu distratto da Ron che faceva esplodere l’ultima dracena con una maledizione, facendola dissolvere.

A quel punto rivolsero la loro attenzione ai nemici ancora in grado di combattere. Erano rimasti in piedi tre Mangiamorte, una era Bellatrix Lestrange che stava duellando con Perseo, gli altri due erano i Mangiamorte dietro al rimorchio, ancora impegnati a combattere contro Hermione. Harry cercò con lo sguardo i maghi oscuri mancanti e dopo un po' li individuò: uno di loro era riverso atterra poco distante in mezzo ai cespugli, l’altro, era legato al cofano del rimorchio da delle corde magiche.

Lui e Ron uscirono dal loro riparo e corsero verso il rimorchio lanciando una raffica di incantesimi. I due maghi adulti furono colti alla sprovvista e non si difesero in tempo. Il primo fu colpito da uno schiantesimo di Ron e crollo a terra svenuto. Mentre il secondo fu scagliato all’indietro da una fattura di Harry e atterrò pesantemente sul terreno.

I due amici si scambiarono un cenno d’intesa e si diressero verso il nascondiglio di Hermione.

La roulotte era seriamente danneggiata. I finestrini erano sfondati e le fiancate piene di ammaccature e bruciature. Al contrario Hermione non aveva nemmeno un graffio. Ron si fece avanti per parlare ma lei lo interruppe “non una parola Ronald, siamo in questa situazione grazie a voi due quindi risparmiatevi le scuse per dopo.” Ron si sgonfiò sotto lo sguardo minaccioso della giovane strega e non volle discutere. Un’esplosione li fece voltare verso l’ultimo duello ancora in corso.

Bellatrix e Perseo si fronteggiavano nella parte opposta del parcheggio. Il terreno attorno a loro era disseminato di bruciature e crateri, le auto erano rovesciate, fuse o annerite.

Il trio d’oro corse nella loro direzione, avvicinandosi notarono che l’esito del combattimento era ormai chiaro. Bellatrix Lestrange era piegata su un ginocchio, la sua veste era lacera e macchiata di sangue. Teneva le mani premute su un fianco e guardava Perseo con puro odio. Guardando attentamente si potevano notare anche ferite più piccole, tagli e lividi sulle braccia, un graffio su una guancia. Ma erano più che evidenti il naso rotto e l’occhio nero che in qualche modo rendevano il suo sguardo ancora più terrificante.

Perseo era messo molto meglio. Qua e là l’armatura era un po' graffiata o ammaccata ma era ancora integra. Aveva un leggero graffio sulla fronte ma non sembrava preoccuparlo molto. Il suo mantello invece sembrava appena uscito dalla lavanderia, la pelle di leone scintillava di riflessi d’oro e bronzo nel tramonto. Aveva perso lo scudo durante i combattimenti e ora impugnava nella destra la spada di bronzo e nella sinistra un pugnale d’argento. Il pugnale era macchiato di sangue fresco. Era sicuramente l’arma che aveva ferito la luogotenente di Voldemort.

I tre maghi si misero ai lati del nipote del loro peggior nemico, indecisi su cosa pensare di lui. Tennero le bacchette puntate sulla strega oscura in caso provasse qualche mossa disperata. Bellatrix li guardò tutti con ferocia e disse “pensate di aver vinto?!?! Siete degli illusi!! Il Signore Oscuro vi farà pagare caro questo affronto!!”. Perseo alzò gli occhi al cielo e rispose “non mi pare tu sia nelle condizioni di minacciarci ora, quindi risparmia le energie, ti serviranno per sopravvivere al dissanguamento”.

Sembrava quasi annoiato dalla situazione come se ricevesse minacce del genere tutti i giorni. Il trio era confuso dal suo comportamento ma continuò a tenere sotto tiro la Mangiamorte. Perseo si rivolse a Harry che era alla sua destra, “cosa ne facciamo di lei e dei suoi compari?”. Harry fu sorpreso dalla domanda “perché lo chiedi a me?!”. Il ragazzo lo guardò in maniera strana e disse “da quello che ho capito sei tu il capo qui.” Harry voleva protestare ma vide che Ron e Hermione lo guardavano divertiti. Lui era sicuro di non essere il capo, ma pensandoci bene era il leader dell’esercito di Silente, quindi poteva anche esser considerato “il capo” tecnicamente.

Fu strappato dai suoi pensieri da una risata maniacale. La risata proveniva da Bellatrix e presto si trasformò in un rantolo. Ma questo non affievolì il ghigno ferino che le era comparso sul viso. Dopo aver ripreso aria disse “siete un branco di mocciosi!! Non capite??!! State perdendo tempo!!! i servi del Signore Oscuro sono arrivati!!”.

Intorno a loro l’aria si raffreddò e uno strato di brina si formò sule terreno e sui cespugli. Ombre nere avvolte in mantelli strappati comparvero da ogni direzione fluttuando nel cielo che diventava sempre più buio. I Dissennatori dilagarono nel parcheggio sempre più numerosi. Poi sentirono uno scroscio di sibili. Dal fiume Hudson stava strisciando fuori una delle creature più orribili che Harry avesse mai visto. Era una specie di drago con molte teste che sputavano fuoco e grondavano veleno corrosivo.

E infine arrivo il peggio. Mentre erano distratti Bellatrix aveva recuperato la bacchetta, la puntò verso il cielo e urlò “INFERIUS!!”. Sfere di luce rossa scaturirono dalla punta della bacchetta e fluttuarono sul parcheggio. Furono assorbite dai corpi dei Mangiamorte caduti. Con un sussulto i cadaveri si rianimarono, non fecero in tempo a contarli, ma dovevano essere almeno tre.

Perseo si voltò e calò la spada sul collo della strega, ma la lama attraversò solo l’aria. La Mangiamorte si era già smaterializzata ed era scomparsa.

Il trio si guardò intorno puntando le bacchette verso le creature oscure, erano molto spaventati. Le loro mani tremavano e le loro menti erano già invase dal potere dei Dissennatori.

Perseo afferro Harry per una spalla “forza!! Dobbiamo muoverci non possiamo combatterli in campo aperto!!”. Detto questo iniziò a correre verso il magazzino. Ron ed Hermione lo guardarono in cerca di consiglio, Harry sospirò e dopo un attimo di esitazione seguì il nipote di Voldemort.                                             

   
 
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