Anime & Manga > Yuri on Ice
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Autore: LaVampy    23/06/2018    3 recensioni
cosa minaccerà la tranquilla vita quotidiana dei Viktuuri??
Genere: Angst, Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti, Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il pianto disperato di Sasha lo svegliò dal sonno senza sogni in cui era caduto, dopo essersi scolato mezza bottiglia di Vodka, andando contro al suo principio di non bere perché in casa c'era la bambina. Ma che altra soluzione aveva? Alzarsi ogni mattina ed incontrare Beka mezzo nudo in cucina oppure trovarselo in casa come se nulla fosse non era di aiuto. Viveva in un costante stato di agitazione ed eccitazione. Non si era mai fatto così tanti lavori di mano come in quel periodo, e sapeva in cuor suo di sta sbagliando. Glielo aveva detto Viktor, ripetuto all'infinito Yuuri, anche ora che era corso al capezzale di sua madre, eppure non ci riusciva. E stava male, malissimo. Non aveva più voglia di fare nulla, mangiava poco e più della metà lo rimetteva poco dopo. Non riusciva a dormire se non prendendo grandi quantità di sonniferi. Beka aveva cercato più volte di parlare con lui, ma alla fine si era arreso. Finalmente lo aveva allontanato del tutto, eppure si sentiva malissimo. La vendetta non doveva dare piacere? E allora come mai si sentiva così inutile?  
 
Si alzò a fatica, incespicando sui suoi stessi passi, arrancando verso la porta aprendola, sibilando per la luce abbagliante che arrivava da fuori la finestra. Era convinto che fosse notte, quando aveva bevuto? 

-Finalmente ti sei degnato di alzarti- gli ringhiò contro il moro, quando lo vide.  - Cristo, lavati e fatti la barba, puzzi da fare schifo-. 
 
-Fatti i cazzi tuoi- rispose Yuri, chiudendo la porta con forza, tornando a letto. Si mise in posizione fetale, prendendosi le ginocchia tra le braccia. Non si rese conto di piangere, fino a quando non sentì il cuscino bagnato. Perché faceva tutto così schifo? Non si accorse della porta che veniva aperta e del sospiro del suo ex compagno. Si ritrovò vestito sotto il getto della doccia, urlando tutta la sua rabbia, cercando di colpire il petto muscolo di Altin. Imprecando in ogni lingua conosciuta, fino a quando non si arrese. Tra quelle braccia calde che sapevano di casa, di famiglia. Si strinse forte al corpo di Beka, singhiozzando. 
 
-Ti odio- mormorava tra le lacrime, stringendo con forza le mani sulla carne. -Ti odio è tutta colpa tua- disse ancora. Esausto si lasciò scivolare lungo il muro, i vestiti zuppi, la fronte appoggiata sulle ginocchia. -Esci- ordinò senza alzare gli occhi. -Vattene dalla mia doccia-. Ma il moro non si mosse di un passo, incrociando le braccia sulla maglietta bagnata. 
 
-Non puoi andare avanti così, Yuri. Odiami se è quello che vuoi, ma ti prego, ti prego: riprendi a vivere. Ho sbagliato lo so. Ti ho ferito, ma non posso vederti così. Ti sei fatto abbastanza male-. 
 
-Tu non sai un cazzo- scattò il biondo, alzandosi e fronteggiando il moro. -Non sai un cazzo di quello che ho passato vedendo quelle maledetto foto. Sapendo che eri agli allenamenti. Cosa avresti fatto se ero io?-chiese spingendolo. -Dimmi, che cazzo avresti fatto se fossi stato io quello con la lingua di un'altra in bocca?- urlò ancora. 
 
-Non lo so, di certo ti avrei ascoltato- rispose piano Beka. 
 
-Altin, non facevamo nemmeno più l'amore, sembravamo due puttane che lo facevano per soldi. Non era questo che volevo... -. 
 
-Io... Io...-. 
 
-Ti prego, esci- disse ad un passo dalle lacrime. -Voglio solo cambiarmi-. 
 
-Yura...-. 
 
-Non chiamarmi così, Otabek. Non farlo mai più- disse con voce dura. -Ora fuori da cazzo-. E con un'ultima spinta riuscì ad uscire dal bagno con la poca dignità che gli restava. 
 
Una volta in camera si cambiò gettando i vestiti per terra, raccolse i capelli ancora bagnati in una treccia e infilata una tuta, scese in cucina. L'orologio diceva che erano le undici di mattina.  
 
-Sasha è con Mila al parco. Io vado a fare la spesa-. Beka gli dava la schiena, la mano appoggiata alla maniglia, quando non ottenne risposta, con un lungo respiro, uscì chiudendo la porta. 
 
Il biondo si lasciò cadere sul divano, stringendo a sé il cuscino. Aveva l'odore del compagno, le lacrime sgorgarono nuovamente, incapace di trattenerle.  dopo meno di mezz'ora Beka fu di ritorno con un sacchetto pieno di verdure, non lo salutò e si diresse in cucina per preparare il pranzo. Yuri lo osservò in silenzio, la mente persa nei ricordi. Adorava vedere il compagno cucinare, la ruga di concentrazione, quando leggeva le ricette, la lingua stretta tra i denti. E quello non sarebbe mai cambiato.  
 
Poco prima di mezzogiorno Mila suonò alla porta, riportando Sasha. A Yuri non sfuggì lo sguardo che si scambiarono i due e per un attimo fu quasi geloso di quel rapporto. 
 
-Vedo che ti senti meglio- disse Mila, porgendogli la bambina. 
 
-Si-. 
 
-Sicuro?- . 
 
-Si-. 
 
-Non si direbbe dalla sua faccia e Yuuri mi ha detto...-. 
 
-Sto bene- la interruppe il biondo. -E Yuuri farebbe meglio a farsi i cazzi suoi-. 
 
-Yuri, la bambina ti sente-. 
 
-E' piccola e non capisce- rispose a mo' di scusa, per poi andare sul divano, facendo saltellare la bambina. 
 
-Come sta?-chiese piano Mila, con la scusa di porgere la borsa con i pannolini al moro. 
 
-Lo vedi- rispose con voce triste. 
 
-Supererete anche questa- disse appoggiandogli la mano sulla spalla. 
 
-Questa volta non credo, ma grazie-. 
 
Poco dopo Mila si congedò, lasciando i due ragazzi nuovamente da soli, ad affrontare per tutto il pomeriggio imbarazzanti silenzi, ed occhiate omicide, soprattutto da parte del biondo.  
 
Giunta l'ora di cena, Beka si diresse in cucina per scaldare il latte, mentre Yuri appoggiato al tavolo, mangiava una mela. Guardò il riflesso del compagno, ignorando la voglia di prenderlo e scuoterlo fino a che non gli avesse dato la possibilità di spiegarsi, ma sapeva che era tutto inutile, conosceva fin troppo bene il carattere forte ed orgoglioso della sua tigre, che li avevano già portati più volte a lunghe litigate. Anzi, della sua ex tigre.  Era ora che si arrendesse, aveva perso Yuri e non sarebbero mai tornati indietro. Maledisse ancora una volta il suo manager, quel figlio di puttana omofobo. Avrebbe smesso di pattinare per Yuri, si sarebbe abituato a vivere nei bassi fondi, dentro alla carta marcia, mangiando scarti, ma non avrebbe mai rinunciato al compagno. Ma non aveva deciso lui, anche se doveva aspettarselo, erano mesi che il suo manager gli faceva strani discorsi, dopo che uno dei suoi sponsor si era ritirato. Ma c'erano quelle foto, quelle maledette istantanee che lo ritraevano mentre baciava la sua ex. E a nessuno importava che si fosse scostato poco dopo, facendo un passo indietro, o lo sguardo omicida mentre guardava la ragazza. Qualcuno aveva chiamato il fotografo e la sua vita era finita.  Sperava solo che il suo compagno lo amasse abbastanza per capire la situazione, ma così non era stato. E lui si era ritrovato da solo, abbandonato e deluso.  
 
Dopo aver sistemato Sasha per la notte, si diresse in camera e chiusa la porta tutte le sue difese la sua finta corazza caddero a terra, come un castello di carte, colpito dal vento. Si lasciò cadere per terra, stringendosi la testa tra le mani, incapace di trattenere quelle lacrime che avevano minacciato di uscire per tutto il pomeriggio, l'unica cosa che lo aveva trattenuto era stato il sorriso della bambina. Ma ora solo, al buio nella sua stanza, poteva essere sè stesso, Otabek Altin. Il giorno dopo avrebbe chiamato Viktor, pregandolo di tornare a casa, lui doveva andarsene, non poteva stare ancora vicino a Yuri. Doveva andare via e tagliare i ponti con tutto, il pattinaggio, gli amici, tutto. Un taglio netto. Si alzò, gettandosi sul letto ancora vestito, cadendo in un sonno agitato e senza sogni. Il baby monitor che trasmetteva il pianto della bambina lo svegliò. Si diresse verso la camera, trovandovi già Yuri.  
 
-Deve aver fatto un brutto sogno, sta tremando tutta- disse, con le labbra appoggiata alla fronte della bambina, che si muoveva ancora inquieta. 
 
-Vado a prepararle un po' di latte caldo, magari la aiuta. Ha subito così tanti cambiamenti in pochi giorni-.
 
-La porto in camera da me. Il mio letto è più comodo, di questo maledetto divano-. 
 
-Ti raggiungo lì-. E detto ciò, scese in cucina per preparare il biberon. Una volta finito, lo portò a Yuri che cullò la bambina fino a quando, vinta dal sonno, non chiuse gli occhi, aggrappandosi ai capelli del russo. Quando Yuri cercò di spostarsi la bambina aprì gli occhi, osservandolo, per poi addormentarsi di nuovo. 
 
-Credo che abbia scelto come dormire- sorrise Beka, guardando Yuri.  
 
-Vero, ma il mio letto è troppo alto e ho paura che mi possa cadere se mi addormento- mormorò piano. 
 
-Vado a prendere dei cuscini e li metto intorno al letto con delle coperte-. 
 
-Basteranno? -. 
 
-Di certo impediranno che si faccia male se cade, ma servirebbe qualcosa che la blocca da questa parte del letto-. 
 
-Dormici tu- disse piano Yuri, e per un attimo Beka pensò di esserselo immaginato. 
 
-Cosa hai detto?-. 
 
-Ho detto di metterti a dormire lì, sono stanco ho sonno e non voglio che la bambina si faccia male. Di certo non è la prima volta che dormiamo nello stesso letto-. 
 
-E solo che...-. 
 
-Beka, non rompere i coglioni; non è cambiato nulla, ma ti prego: ho bisogno di dormire-. Il biondo lo guardò dalla strana posizione in cui si trovava. Poco dopo sentì il materasso cedere sotto il peso dell'ex compagno, e ringraziò il buio della stanza che nascondeva le sue guance rosse e la dura erezione che aveva tra le gambe. Allungò una mano, cercando la coperta per coprire se stesso e la bambina, incontrando quella del moro.  
 
-Stai tremando-. Altin si alzò quel poco che bastò per prendere la coperta al fondo dei piedi, coprendo il compagno e la bambina. Sasha ora era appoggiata con la testa al petto del biondo, sempre stringendo tra il suo piccolo pugno i capelli biondi. 
 
-Ha il terrore che tu possa andare via-. Altin guardava la bambina sorridendo. 
 
-Credo che nel sonno mi abbia scambiato per Danika, avevamo i capelli uguali-. 
 
-Buonanotte Yura-. 
 
-Notte- rispose il biondo senza però correggerlo.  
 
La mattina Beka fu svegliato da una mano bagnaticcia sulla guancia, durante la notte di erano mossi. Yuri era appoggiato con la schiena al suo petto, stringeva a sé alla bambina che ora lo stava fissando curiosa. Pregò con tutto sé stesso che tornasse a dormire, adorava sentire il corpo del compagno contro, sospirando annusò i capelli profumati del compagno, chiudendo gli occhi.

Si svegliò alcune ore dopo, tra di loro la bambina che dormiva serena. Entrambi avevano le mani sulla sua pancia, solo che questa volta Yuri era sveglio e osservava le loro mani unite. Arrossì quando si accorse che anche Altini era sveglio, fece per togliere la mano, ma Sasha si mosse mugolando nel sonno e si fermò. 

 
-Mi dispiace- disse Beka, dopo un lungo silenzio. -Mi dispiace di non aver avuto la tua forza, di non aver difeso il nostro rapporto e di averti mancato di rispetto. Ma non ti ho mai tradito, e non lo avrei mai fatto. Ma ho capito che tra noi è finita. Non voglio vederti ancora come ieri, e so che è tutta colpa mia. Ho deciso che me ne andrò appena arriva Viktor-.

Sfilò la mano, svegliando la bambina che gli sorride, ignara di quello che era appena successo in quella stanza. Beka le accarezzò il viso, facendo lo stesso sul biondo, per poi alzarsi, lasciando Yuri ad assorbire quelle parole che voleva sentire ma che allo stesso tempo, gli avevano spezzato qualcosa dentro. Una lacrima scese sul suo viso, e Sasha lo guardò interrogativo. Lui le sorrise, stringendola a sé, piangendo silenziosamente. 
 
 
 
LaVampy sui ceci: 
Si lo so, non scrivo da una vita, vi molo sta bomba che ho fatto fatica io a scrivere e poi, mi direte, sparisci di nuovo... No, questa volta no. Il nuovo capitolo è già in scrittura. Scusate la mia assenza...  anche con le recensioni. Leggo ma non scrivo! Ma presto rimedio!

 
   
 
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