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Autore: Red Saintia    24/06/2018    8 recensioni
Un'amicizia nata da un'intento comune. Un obbiettivo da raggiungere e una decisione che cambierà per sempre le loro vite. Due personaggi, due anime a confronto che daranno il via ad una grande storia.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gemini Saga, Sagittarius Aiolos
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Erano stati convocati entrambi dal Gran Sacerdote in persona e si ritrovarono insieme inginocchiati nella grande sala del trono. Quel luogo che da sempre rappresentava un insieme di misticismo e devozione.
Pochi erano stati ammessi a quell’incontro, alcune guardie personali del Gran Sacerdote e le ancelle che si occupavano della cura del Santuario. Il tutto si sarebbe svolto in via ufficiosa, al meno per il momento, come se lo stesso Shion volesse testare di persona, e in forma privata le reazioni dei due cavalieri.

I giorni che precedettero quell’incontro non erano stati dei migliori, la tensione era evidente e si percepiva sia durante gli allenamenti che nelle missioni assegnate ai giovani Saint.
Sembrava che l’amicizia di un tempo, quel legame che li aveva portati a superare tante difficoltà fino a raggiungere il tanto ambito grado di cavaliere d’oro si fosse spezzata.

Qualcosa turbava l’animo di uno dei due, qualcosa che era sempre stato sopito in attesa del momento giusto per emergere e prendere il sopravvento.
E forse la decisione del Gran Sacerdote fu proprio la miccia che innescò il tutto.

“Felice di vedervi cavalieri. Sono contento che siate intervenuti a questa convocazione senza indugi. Arriverò subito al punto per non creare ulteriori tensioni. A breve cominceranno le celebrazioni d’iniziazione al culto della dea Athena. Ho scrutato le stelle negli ultimi tempi e sono sempre più convinto che la dea a breve si reincarnerà per fronteggiare un nuovo conflitto.”

Shion s’interruppe brevemente alzandosi dallo scranno dov’era solito sedere. I due cavalieri non distolsero lo sguardo dalla sua figura.

“E’ quindi dovere dell’attuale Gran Sacerdote eleggere il suo futuro successore in modo tale che il Santuario non perda mai la sua guida in caso di bisogno.”
Quella fu la conferma delle voci che ormai da giorni si rincorrevano al Grande Tempio. Shion aveva dunque deciso il nome del prescelto.

“Ebbene, Aiolos di Sagitter e Saga di Gemini, voi siete i cavalieri d’oro che per primi hanno ricevuto l’investitura, e tra voi due ho fatto la mia scelta.”

Il volto di entrambi divenne imperscrutabile, rivestiti delle loro lucenti armature attendevano la decisione che avrebbe cambiato il loro destino. Su chi dei due sarebbe caduta la scelta, Shion era stato molto combattuto.
Saga rappresentava senz’altro l’audacia, l’autorità e aveva il piglio fiero di chi all’arte del comando era ben avvezzo. Aiolos invece era nobile d’animo, riflessivo, devoto e sempre disposto ad aiutare i propri compagni e chi si trovava in difficoltà.

Due anime così diverse, due cavalieri dalle indubbie qualità e dai molti pregi. Ma chi di loro avrebbe guidato meglio il Santuario e gli altri cavalieri d’oro che a breve si sarebbero palesati? Finalmente il Gran Sacerdote si espresse.

“Non è stato semplice fare una scelta, poiché entrambi siete degni di ricoprire questa carica, ma la decisone alla fine è stata presa. Aiolos di Sagitter in veste di attuale Gran Sacerdote della dea affidò a te l’onore e l’impegno di succedermi in questo ruolo. Senza dubbio alcuno tu rappresenti colui che meglio saprà ricoprire questa carica. Accetti dunque?”

Le mani del giovane tremarono in modo impercettibile, il suo primo pensiero fu per suo fratello minore Aiolia, il suo sguardo invece si spostò alla sua destra sperando d’incrociare quello di Saga.
Il cavaliere dei Gemelli non si mosse dalla sua posizione, lo sguardo glaciale dritto davanti a se rendeva solo in parte l’idea dei pensieri che turbavano il suo animo. Non degnò Aiolos di un solo cenno, ne tanto meno di un gesto d’approvazione.

Il giovane se ne accorse e capì da quel momento che la loro amicizia era giunta ad un punto di rottura.

“Cavaliere? Attendo una tua risposta.” Riprese Shion

“Perdonatemi Gran Sacerdote, l’emozione per questa inaspettata notizia a frenato le mie parole. Sono lieto dell’incarico che volete affidarmi, vi ringrazio fin d’ora e accetto con piacere e umiltà l’onore che mi avete concesso.” Concluse Aiolos

“Bene, ne sono contento. Per adesso la notizia rimarrà fra noi tre, ma quando le celebrazioni inizieranno renderò pubblico l’annuncio. Saga…ci tengo a dirti che tu sei e rimarrai il migliore tra i cavalieri del Santuario e spero sinceramente che aiuterai Aiolos nel difficile compito che lo attende.”

La risposta del cavaliere fu simile ad un bisbiglio stridulo.

“Come ordinate Sommo Shion.”

C’era sempre stato qualcosa che aveva frenato le scelte del Gran Sacerdote, ogni volta che si trovava al fianco di Saga, come un presentimento una sensazione di disagio alla quale non sapeva dare una vera e propria giustificazione.
Eppure fu anche a causa di quelli che sembravano solo infausti presentimenti, che la sua decisone ricadde su Aiolos.

“Cavalieri potete tornare hai vostri compiti l’incontro termina qui. Che Athena vi protegga e guidi sempre le vostre azioni.” Concluse Shion
I due giovani si alzarono e con un breve inchino si apprestarono ad uscire dalla sala del trono. Saga fu il primo ad allontanarsi in tutta fretta, Aiolos stava per seguirlo quando venne trattenuto dal Sommo Sacerdote.

“Ragazzo… parlagli, a te darà ascolto, temo che non l’abbia presa bene.” Disse Shion

“Un tempo era così, mi avrebbe ascoltato lo so. Ma adesso a messo un muro tra di noi e non so se…”

“Tu provaci Aiolos e vedrai che l’effetto delle tue parole prima o poi arriverà.”
Un breve cenno di approvazione con la testa e uscì seguendo Saga sulle gradinate.

“Saga…Saga aspetta. Ehi, ma mi ascolti!” lo trattenne per un braccio.

“Cosa vuoi? Hai già cominciato a dare ordini?” rispose liberandosi dalla sua stretta.

“Ma che ti succede, perché parli così. Posso comprendere la tua delusione, ma il tuo atteggiamento mi sembra eccessivo.”

“Eccessivo dici? Aver perso il ruolo di Sacerdote della dea dopo che ho dato tutto per questo Santuario ti sembra eccessivo? O sacrificato la mia vita i miei affetti la mia intera infanzia e per cosa? Per vedermi superare da te!”
Il suo sguardo era freddo adesso, Aiolos lo avvertì addosso e gli sembrò di parlare ad un estraneo non ad un compagno con il quale aveva condiviso le gioie e i dolori dell’addestramento.

“Quindi è con me che ce l’hai? Ma questa non è una cosa che ho scelto, ne il mio intento è stato mai quello di superarti. Io non sono mai stato in competizione con te.” Gli disse

“Ma io si!” gli urlò Saga, e Aiolos si sentì ferire da quell’affermazione. “Io mi faccio in quattro per obbedire agli ordini, per dimostrare il mio valore la mia forza. Mi butto in prima linea in qualsiasi missione e tutti ammirano te. Ti guardano come se da te dipendesse la salvezza del Santuario e questo io non lo tollero.”

Si avvicinò minaccioso adesso, e il giovane Sagittario temeva che si stesse per superare un limite invalicabile.

“Chi sei tu veramente? Tu non sei così. Nelle tue parole c'e' rancore ed invidia, un cavaliere devoto ad Athena non nutre questi sentimenti.”

“Sta zitto! Non so che farmene delle tue prediche e dei tuoi moralismi. Athena poi… dov’è? Dov’è questa dea che dovrebbe proteggere il genere umano, quando ci farà l’onore di palesarsi.”

“Avverrà molto presto vedrai, ma non lo farà di certo con me oppure con te. Ma quando Athena sarà tra di noi te ne accorgerai senz’altro. Lei metterà ordine dove adesso regna il caos e purificherà il cuore degli uomini rendendoli giusti.”

Sorrise Gemini, di una risata beffarda e di rassegnazione, era troppo diverso colui che era stato amico un tempo, troppo superiori erano i suoi ideali di giustizia, troppo radicata e tenace la sua devozione verso una dea alla quale lui non si sentiva più legato come un tempo.

“Beh… io non starò qui ad aspettare i suoi comodi, preferisco andarmene per la mia strada.” Disse allontanandosi con maggiore sveltezza. Aiolos gli si parò davanti.

“Dove vai? Non puoi lasciare il Santuario arbitrariamente.”

“Spostati di lì, io non prendo ordini da te.” Disse spingendolo con foga.

“Non lo farò, ti impedirò di commettere una sciocchezza.” Ripetè Aiolos

“Non costringermi a battermi, sai che non mi farei problemi. Neppure con te.” Lo sfidò

“Io non voglio battermi lo sai, questo non è permesso tra cavalieri. Ma se mi costringi non mi tirerò indietro.”

“Finalmente tiri fuori la grinta, credevo che fossi bravo solo con le parole.” Continuò Saga. “Basta adesso spostati!”

“Non lo farò.”

“Allora mi ci costringi damerino, stavolta te la sei cercata…”
Gli scagliò un pugno in pieno viso facendogli sanguinare il labbro, ma Aiolos non si mosse di un passo. Continuò con una serie di calci e colpi al ventre e all’addome, il cavaliere di Sagitter si limitava a schivare e difendersi, ma non si decideva ad attaccare.

“Difenditi avanti! Non mi ritieni alla tua altezza per attaccarmi? Allora colpirò più forte.”

Saga lo centrò con un pugno allo stomaco che fece crollare il giovane a terra, quando stava per scagliarsi addosso per continuare l’attacco Aiolos lo colpì alle caviglie facendolo cadere rovinosamente per alcuni gradini.

“Non voglio farti del male Saga, ti chiedo solo di riflettere e tornare sui tuoi passi. Ricordati il ruolo che ricopri.”

“Tu fare del male a me? Illuso.” In quello stesso istante il cavaliere dei Gemelli decise che non si sarebbe risparmiato, una furia ceca guidava le sue azioni e il suo unico obbiettivo adesso era fare del male a colui che un tempo chiamava amico.

I poteri mentali di Saga mossero un enorme pietra che si trovava poco distante scagliandola con forza e velocità contro Aiolos. Il cavaliere riuscì ad intercettarla in tempo scansandosi grazie alle ali di Sagitter, un meschino stratagemma di Gemini mirato a distrarre l’avversario per attaccarlo nuovamente.

Ancora un feroce corpo a corpo tra i due che schivavano e si ferivano a vicenda, i loro volti erano maschere di sangue.
Qualcuno intanto guardava dall’alto, nascosto tra le colonne del tredicesimo tempio osservava l’evolversi di quella battaglia. Avrebbe dovuto intervenire, il suo ruolo glielo imponeva, ma non lo fece.

Quello non era uno scontro comune, ma una battaglia di ideali, intenti e senso di giustizia e solo chi era nel giusto ne sarebbe uscito vincitore.

“Ora basta! Sono stanco di te, se non vuoi lasciarmi andare per la mia strada assaggerai sulla tua pelle il mio colpo mortale.”
Saga si preparò per quello che sarebbe stato il suo ultimo attacco. Aiolos si mise sulla difensiva, ancora incredulo che tutto ciò stesse accadendo davvero.

“Non ti servirà a niente difenderti. Devi attaccare se vuoi sperare di salvarti.” Gli urlò Saga, mentre avvicinava le mani per preparare il suo colpo.

“E sia dunque, se è destino che debba andare così non mi sottrarrò più alla battaglia.” Aiolos caricò il suo pugno dal quale sprigionò un intensa energia.

“Vediamo quanto vale la forza del futuro Sacerdote di Athena, prega gli dei AIolos. Galaxian Explosion!”

“Sarai tu a chiedere perdono un giorno a colei alla quale devi obbedienza e devozione, mi dispiace amico mio… Atomic Thunderbolt!”

La collisione di entrambi i colpi provocò un energia sferica di immane potenza. Nessuno dei due avrebbe ceduto ne si sarebbe arreso.
“Cedi il passo Aiolos o il mio colpo ti spazzerà via.!”

“Mai! Ferma tu il tuo, non lasciarti sopraffare dalla rabbia, io conosco il tuo cuore Saga so che sei nel giusto. Adesso è l’ira a governare le tue azioni, ma tu sei e rimarrai sempre un cavaliere fedele alla tua dea, e un compagno d’armi che ha lottato al mio fianco come amico sincero.”

Quelle parole lo turbarono e lo fecero riflettere sull’indegna azione che stava compiendo. Cosa stava facendo? Aveva attaccato Aiolos, colui al quale era legato da un vincolo quasi fraterno, e per cosa poi? Per gelosia, per invidia o smania di potere. Cosa gli stava accadendo, non capiva non riusciva a comprendere.
Stava facendo del male alla persona con la quale avrebbe dovuto lottare fianco a fianco in nome della giustizia. L’incertezza e i dubbi di quel momento lo fecero esitare trattenendo così la potenza del suo colpo e venendo inevitabilmente travolto dall’Atomic Thunderbolt di Aiolos.

Finirono scaraventati a terra entrambi, spossati dalla potenza dei loro colpi. Ci volle un po’ prima che Aiolos riuscisse ad alzarsi per correre in aiuto di Saga.

“Non avrei mai voluto che capitasse questo…” gli disse aiutandolo a sollevarsi

Saga lo guardò negli occhi e pianse. Il suo cuore era un insieme di emozioni contrastanti, ma per un breve istante la vergogna verso se stesso e il vile gesto che aveva compiuto presero il sopravvento.

“Non sono più degno di ricoprire il ruolo di cavaliere d’oro. Il Sommo Shion aveva ragione.”

“Sistemeremo le cose, il Santuario ha bisogno di  te.” Gli disse, cercando di ricucire uno strappo ormai troppo evidente.

“Invece io credo che starete meglio senza di me. Almeno per il momento. Buona fortuna amico mio… Another Dimension!”

Una distorsione spazio temporale lo fece sparire da sotto gli occhi di Aiolos, che riuscì solo ad afferrargli un braccio per un breve istante. Il cavaliere di Sagitter si rialzò a fatica, ancora provato dallo scontro, il vuoto che sentiva nel suo animo faceva più male dei colpi ricevuti.

Si rammaricava di non essere stato in grado di comprendere il malessere che Saga provava e di conseguenza non averlo potuto aiutare. Ridiscese le case dello zodiaco fino alla nona, ripensando a come in poche ore tutto era cambiato senza che nessuno ne fosse a conoscenza.

Non sapeva, ne immaginava Saga dove fosse andato, da quel giorno non tornò più al Santuario e nemmeno il Gran Sacerdote sapeva o voleva cercarlo. C’erano alcuni momenti nei quali la sua assenza lo tranquillizzava, come fosse stato evitato un pericolo incombente.
La terza casa rimase vacante senza il suo custode. Per mettere a tacere voci malevole si sparse la notizia che il cavaliere era stato incaricato di compiere delle missioni al di fuori del territorio greco.

Ma sia il Gran Sacerdote che Aiolos sapevano bene che non era così. Nessuno allora poteva immaginare che quel giovane dall’animo tormentato anni dopo sarebbe stato l’artefice di una lunga e sanguinosa guerra.
Ne tanto meno Aiolos avrebbe mai pensato che il giorno in cui i loro sguardi si sarebbero di nuovo incrociati avrebbe significato la sua stessa fine.
   
 
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