La piccola orchestra continua a suonare il minuetto, ballo tanto gradito fin dai tempi del Re Sole, anche quando, dopo quasi mezz’ora di danze, ti stacchi dal conte di Fersen; per lui ti sei vestita per la prima volta con un abito femminile, ma hai capito fin da subito che il suo cuore, in realtà, ha sempre battuto solamente per un’altra donna. L’hai appena congedato con malcelato dispiacere e ti stai allontanando a piccoli passi, forse per non inciampare nell’ampia gonna, forse per non far intravedere la tua fretta nell’andartene agli altri ospiti.

Esci dal salone, spogliata dell’orgoglio che avevi provato a indossare, e ti siedi su un piccolo sgabello posto in un angolo del corridoio deserto, chiudendoti alle spalle la pesante porta lignea: ti senti delusa, amareggiata e forse, per la prima volta, capisci di aver fallito; pensi che sia normale, che nessuno è perfetto e che è giusto guarire dalle proprie illusioni, almeno finché si è in tempo per farlo. Se ti trovassi in una situazione normale potresti augurargli la felicità, anche se lui non sa nulla dei tuoi sentimenti, ma sai che in questo caso sarebbe perfettamente inutile: lui ama Maria Antonietta, la Regina di Francia, e non hai mai visto amore più impossibile. Ti senti ormai rassegnata alla delusione, ma sai di essere forte e pronta ad andare avanti, nonostante tutto. Le tue emozioni, in questo momento, sembrano quasi quel minuetto che ballavi fino a pochi secondi fa: una danza veloce, a tratti confusa, ma sempre leggera e in punta di piedi, che ti trasporta in pochi secondi da un apparente ordine lineare a una grande spossatezza, fisica e interiore.

Appoggi la schiena e la testa alla parete laterale, sospirando, e senti dei sommessi singhiozzi provenire dal lato opposto del muro: percorri tutto il corridoio velocemente, ma con cautela, e, arrivata alla sua fine, ti sporgi leggermente verso destra per vedere cosa stia accadendo. Maria Antonietta sta piangendo in silenzio con il volto tra le mani; la vedi, e la capisci subito: si è disillusa, dopo la lunga attesa del vero amore ha capito definitivamente che esso è qualcosa che non potrà mai nemmeno sfiorare, e che la sua vita di infelice reale continuerà come sempre. Non te la senti di avvicinarti a lei e di provare a sussurrarle anche solo poche parole di conforto, sai che tutto sarebbe completamente inutile. Le starai vicino, osservandola mentre sfoga il proprio dolore e facendole capire che per lei ci sarai sempre, finché il tempo curerà anche questa ennesima cicatrice impressa nel suo animo.




 
Note per i prompt del contest “Le forme dell’amore”: