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Autore: cabin13    25/06/2018    1 recensioni
[Percy Jackson!AU]
Il figlio di Ares ha la fama di essere ribelle e scorbutico, ma è anche il migliore spadaccino del Campo. E un mio caro amico.
– Sei pronta Pidge? – mi chiede mettendosi al centro dello spiazzo e contemporaneamente facendo roteare la spada di legno che usa per gli allenamenti.
***– Lance! – strillo a questo prendendolo per le spalle magre, è più basso di me solo di pochi centimetri. Il mio migliore amico sobbalza preso alla sprovvista e poco ci manca che faccia un infarto, ma finalmente chiude la bocca e sta ad ascoltarmi. – Amico, se ti chiama in fisica ti copro io! Sperando di non farmi beccare da Altean, s’intende…
***Digrigno i denti e stringo i pugni, i muscoli mi stanno chiedendo pietà ma non sono intenzionato a mollare; se proprio devo, preferisco mille volte morire per la fatica che per mano loro. {...} questi corridoi sono tutti uguali per me, senza un mortale è impossibile districarsi in questo dedalo di vie.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Garrison Hunk, Gunderson Pidge/Holt Katie, Kogane Keith, McClain Lance, Takashi Shirogane
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il signor Coran sta effettuando una chiamata. Si potrebbe dire che sia al telefono, se solo ne stesse usando uno.

Dopo tutto il merequetengue1 che è appena successo, il nostro prof di fisica si è avvicinato al rubinetto della mensa, l’ha aperto, poi ha tirato fuori dalla tasca una moneta che non assomigliava manco per sbaglio a un qualsiasi spicciolo da 10 o 25 cent e l’ha buttata nel lavello mormorando qualcosa.

Ho trattenuto un grido sorpreso quando davanti a lui si è materializzato una specie di schermo composto da goccioline d’acqua su cui era delineato il volto di un uomo barbuto. Parlano a bassa voce, perciò mi è difficile capire cosa si stiano dicendo, riesco ad afferrare solo alcune parole slegate tra loro.

Hunk si è finalmente rimesso in piedi, l’incontro con quei mostri l’ha sconvolto da cima a fondo. Si è avvicinato a Shiro e adesso lo sta squadrando con un’espressione che è un misto tra timore e curiosità. Ha uno sguardo assorto, immagino si stia mordendo la lingua per non tempestarlo di domande.

– Tutto a posto? – chiede perplesso il ragazzo inarcando un sopracciglio e posando le sue iridi scure sul mio migliore amico.

Quest’ultimo incrocia prima i suoi occhi e dopo i miei, i suoi lineamenti si corrucciano in un’aria confusa e una mano sale automaticamente a grattare la nuca in un gesto istintivo – tipico di Hunk quando è nervoso o molto imbarazzato.

– Escludendo il fatto che una specie di rettile umano ha quasi schiacciato Lance, ha tentato di morderci la faccia, ci ha chiamato con un nome assurdo e che nessuno di noi due ha idea di cosa sia tutto questo trambusto… Escludendo questo, sì, direi che va benissimo! – sbotta più brusco di quanto anche lui si potesse aspettare.

Non ha tutti i torti. Finora nessuno dei due si è degnato di spiegarci cosa diamine stia succedendo, il che è piuttosto irritante.

Noto che il ragazzo ha irrigidito i muscoli e la linea della sua bocca si è fatta più sottile. Suppongo stia riflettendo se dircelo o meno, ma non fa in tempo a proferire parola che il professor Altean torna da noi. Ha finito di chiamare – sempre se si possa dire così – e ci informa che è meglio se ci allontaniamo dalla porta verde e ce ne andiamo prima dalla mensa e poi da scuola: parlerà lui con mima e la mamma di Hunk per spiegare loro tutto quanto.

Io e il mio migliore amico ci scambiano uno sguardo stralunato. Ho sempre pensato che questa scuola fosse piena di gente assurda, ma non mi sarei mai aspettato una gabbia di matti tale.

– Non possiamo stare qui – interviene Shiro anticipando le nostre eventuali proteste – Potrebbero arrivare altre dracene e voi due sareste un bersaglio troppo facile. Inoltre io non credo di riuscire a durare ancora per molto in queste condizioni.

– Ho sentito Chirone – aggiunge il signor Coran, riferendosi più al guerriero che a noi – gli altri stanno venendo a prenderci con i pegasi. Faremmo meglio ad uscire di qui e ad andargli incontro.

---

Pidge quasi scoppia a piangere, mentre io mi sento d’improvviso le ginocchia molli e le orecchie ovattate.

Shiro.

Shiro è tornato.

Sembra quasi un ritorno dall’Oltretomba, lo davano tutti per morto. Dopo oltre un anno, invece, le voci disfattiste che circolano sia qui sia al Campo Giove sul fallimento della sua impresa vengono finalmente smentite.

Coran ha appena inviato un messaggio-Iride a Chirone, che ha incaricato me e Katie di raggiungerli con i pegasi. Sono nel Queens e non sarebbero nemmeno tanto lontani dal Campo, ma non avrebbe senso lasciarli a loro stessi con il figlio di Zeus ferito e stremato e anche due nuovi ragazzi. Non potremmo permetterci di riperderli di nuovo ora che sono appena tornati.

La figlia di Atena ha le mani tremanti, quasi non riesce a sistemare la cinghia della sella di Timballo da tanto trema. Sia il signor Altean che Chirone sono stati molto sbrigativi a riferire la notizia, ma è praticamente certo che con Shiro ci siano anche Matt e Sam Holt, rispettivamente fratello e padre della mia amica.

Guido sbuffa e pesta uno zoccolo a terra quando vede che mi sto avvicinando a lui reggendo una capezza. I pegasi non sono abituati ad essere bardati, sono rarissime le volte in cui capita di doverlo fare e quindi non mi è facile convincerlo a stare fermo finché gli metto le briglie. Mi ci vogliono cinque minuti buoni e un bel po’ di imprecazioni in greco per fissare anche l’ultimo laccio della bardatura – io non sono un fenomeno coi pegasi, in tutti gli anni qui al Campo li avrò cavalcati una volta sola. Forse.

Se non altro questo riesce a distrarre un po’ Pidge, sento i muscoli rilassarsi inconsciamente quando mi giunge alle orecchie la sua risata.

Lasciamo la stalla dei pegasi in groppa a Guido e Timballo e con altri due animali al seguito, non ci curiamo degli sguardi stupiti che si sollevano verso di noi. Chirone ci ha intimato di fare il più presto possibile, né loro né noi siamo al sicuro fuori dai confini del Campo perciò prima torniamo e meglio è.

Sono in testa al gruppo, il vento che mi scompiglia i capelli e mi entra negli occhi impedendomi di tenerli totalmente aperti. Nonostante sia pieno maggio a questa quota e a questa velocità l’aria è parecchio pungente, si infila sotto la maglietta e mi rende più chiaro come mai non mi abbia mai aggradato combattere su un cavallo.

– Quello è il quartiere del Queens! – grida Pidge indicando di fronte a lei. – Coran ha detto che la scuola è all’incrocio tra la Sessantaseiesima e la Strada 108, quella vicino al più grande dei due laghi del Flushing Meadows Park!2

Il parco con il lago non è difficile da trovare, è il più grande di tutto il distretto e spicca tra i palazzi e le strade grigie con il suo colore smeraldino.

Ci abbassiamo di quota per avere una migliore visione dei dintorni, ma, al contrario di quanto mi aspetto, cercare la scuola non si rivela un problema. Il mio sguardo viene attirato da un gran trambusto che si sta verificando poche centinaia di metri davanti a noi: c’è della  gente che strilla e sta uscendo frettolosamente da… da quella che sembra una scuola!

– Pidge! – la chiamo. – Passiamo dal cortile, dobbiamo evitare quel muro di gente!

Lei urla un qualcosa che suona come un “Ricevuto” e con i pegasi planiamo verso il campo da football deserto. Complice la Foschia, che prego Ecate non ci faccia sembrare qualcosa di ancora più assurdo agli occhi dei mortali, tocchiamo terra senza incontrare nessuna rogna.

Quasi ruzzoliamo giù dalle nostre cavalcature da tanto impazienti siamo. Se prima riuscivo a contenere tutta la mia ansia per far calmare anche la figlia di Atena, adesso sono un fascio di nervi che non può essere trattenuto da nulla. Il mio unico pensiero fisso adesso è ritrovare Shiro e riportarlo sano e salvo al Campo.

Sguaino la mia spada e poi, senza aspettare Katie ma certo di averla subito dietro di me, corro verso il portone spalancandolo con un calcio secco. Mi pongo in posizione di difesa, pronto a saltare addosso a chiunque mi si pari davanti per intralciarmi il cammino.

Per un interminabile attimo rimango spiazzato quando mi trovo faccia a faccia con uno sconvolto Coran che ha la mano ancora bloccata a mezz’aria protesa nell’atto di allungarsi per afferrare la maniglia. Con l’altro arto sta trascinando per il polso un ragazzo piuttosto alto e secco che sta strillando qualcosa in una lingua incomprensibile.

– Devo dirlo a mima, a Luís, a Vero! A qualcuno! – sbotta alla fine in un idioma che riusciamo a comprendere. – E anche Hunk deve. Non possiamo sparire così, senza lasc… Chi cavolo sono loro?! – si irrigidisce non appena i suoi occhi incontrano quelli di Pidge e i miei.

Il signor Coran esita, credo non sappia da dove cominciare a spiegare tutto quanto, il che è strano dato che questa dovrebbe essere routine quotidiana per lui.

– Ascolta Lance, glielo diremo. Avvertiremo tutti e faremo in modo che capiscano la situazione, ma i primi che devono capirla siete proprio tu e Hunk e per fare ciò devi fidarti di noi, va bene? – lo rassicura alle sue spalle una voce calma e profonda che conosco fin troppo bene.

I miei muscoli si muovono da soli, prima che me ne possa rendere conto sono già corso verso Shiro mollando la mia spada qualche parte dietro di me e buttandomi a capofitto tra le sue braccia. Lo stringo in un abbraccio fortissimo seppellendo la faccia nella sua maglia. Le sue mani mi circondano le spalle e il suo fiato mi solletica i ciuffi corvini.

È come un fratello per me, il sapere che la sua impresa era fallita più di un anno fa e che lui era disperso – se non peggio – mi aveva distrutto. Prego tutti gli dei che questo non sia solo un sogno, perché mi si spezzerebbe ancora di più l’anima; per mesi ho immaginato di poterlo raggiungere e salvare dall’inferno in cui si trovava e adesso che lo sento davvero, reale, in carne ed ossa sotto le mie mani desidero che questo momento possa non finire mai.

Con riluttanza mi separo da lui, non è propriamente il momento più adatto per farsi travolgere dalle emozioni anche se vorrei fargli mille domande.

– Ci… ci sei solo… solo tu? Non… non si è salvato… nessun altro? – balbetta Pidge. È quasi un sussurro la sua frase, ma ha il potere di farmi ghiacciare dentro.

Mi volto verso di lei, il suo viso è molto pallido e le labbra sono strette in una linea sottile, posso vedere come tiene rigidi i muscoli e i pugni serrati fino a far sbiancare le nocche.

– Pidge, io… No… Non lo so. Non lo so, i ricordi sono frammentati. Non sono nemmeno certo siano davvero ricordi o allucinazioni. Mi… mi dispiace – mormora il figlio di Zeus distogliendo lo sguardo dai suoi occhi color nocciola.

La piccola figlia di Atena non dice niente, abbassa la testa e irrigidisce ancor di più le sue membra. Non proferisce parola e questo mi fa sentire ancora peggio. Uno strano senso di colpa inizia ad opprimermi il cuore, Katie è venuta con me convinta dalle parole di Chirone che assieme a Shiro fossero tornati anche suo padre e suo fratello, ma sembra quasi che gli dei – se non addirittura il fato – vogliano prendersi gioco delle sue speranze: l’illusione con cui è partita si spegne bruscamente come una fiammella colpita da una bomba d’acqua.

Sam e Matt Holt sono ancora dispersi nel Labirinto.

---

Lo stomaco mi si contorce non appena il mio sguardo si posa sull’unico pegaso rimasto libero.

Stringo maggiormente la presa sulla sella di quello che se non ricordo male è Timballo – mi confondo sempre tra lui e Guido – mentre Pidge dà il segnale al cavallo per levarsi alto in volo.

Coran e Keith, con rispettivamente seduti dietro Lance e Hunk, ci seguono a pochi metri di distanza. Io ho insistito per andare con Katie, voglio parlarle, dirle che mi dispiace, che è tutta colpa mia dato che ero io a guidare l’impresa. Inoltre sono preoccupato per lei; mi sarei agitato di meno se si fosse messa a piangere e avesse cercato di nasconderlo, ma la linea in cui si è indurita la sua bocca e la fiamma che ha cominciato a bruciarle negli occhi mi fanno presagire il peggio. La conosco, so quanto testarda sia.

Apro la bocca, prendo fiato e faccio per parlare, ma lei mi stoppa prima che io possa proferir parola.

– Se vuoi scusarti, sappi che non è necessario – dice, come se mi avesse letto nel pensiero. – Eravate nel Labirinto, perdersi è molto facile. Anche con un mortale a indicarvi la strada.

Fa una pausa di qualche secondo, poi si lascia andare ad un sospiro che sembra quasi di stanchezza. – Io e Keith non abbiamo mai creduto che voi foste morti. E non intendo crederci adesso. Mi arrenderò all’evidenza che mio padre e mio fratello non ci siano più solo quando me lo sentirò dire da un figlio di Ade.

Di colpo mi sembra che l’aria intorno a noi si sia fatta più fredda e tagliente, un brivido mi percorre la spina dorsale facendomi tremare dalla testa ai piedi. Pidge non si vuole fermare di fronte a niente.

Le poso la mano buona sulla spalla. – Li troveremo, puoi starne certa.

L’occhiata che mi riserva la piccola figlia di Atena è strana, è come se fosse sollevata nel sentirmi pronunciare queste parole e allo stesso tempo non ci credesse; nel suo sguardo è presente una velata sfumatura di scetticismo. Non la biasimo, chiunque può pronunciare frasi così vuote: immagino che nei primi tempi, al Campo, sia lei che Keith se lo siano sentito dire un sacco di volte da ogni altro semidio e Chirone stesso. Ed è questo che mi spinge a rinforzare la mia promessa, a non rendere la mia rassicurazione vana e illusoria come quella di tutti gli altri.

– Lo giuro sullo Stige.




1caos, casino (spagnolo cubano)

2questo luogo esiste davvero (ho cercato su Google Maps), è una scuola ma non ho idea di come sia veramente in realtà: io ho preso "in prestito" solamente il luogo. Il Flushing Meadows Park è il più grande parco del distretto del Queens e ha due laghi all'interno (ho cercato su internet pure questo)





Hola gente

Eccomi qui con il quarto capitolo, spero vi piaccia!

Non ho nulla da aggiungere, se non ringraziare Miss Marvel MJ, Luna_Baka_Neko, Cesi2002, EngelDreamer e Raja (ditemi che li ho scritti giusti!) che hanno messo la storia tra le preferite/ricordate/seguite

Ah no, qualcos'altro c'è: se qualcuno segue "Le sfide di Apollo", sappia che non tengo conto di questa saga nella storia perché è ancora in corso e quindi chissà cosa potrebber succedere, conoscendolo, zio Rick potrebbe trollarci per benino... tra l'altro "il labirinto di fuoco" esce domani, aiuto non sono pronta psicologicamente! X_X

Ringrazio chi recensirà e anche chi leggerà e basta

Alla prossima gente

Adios

   
 
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