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Autore: JAPAN_LOVER    26/06/2018    1 recensioni
Misa fece spallucce e, inarcando maliziosamente un sopracciglio, punzecchiò il ragazzo rachitico che le era affianco:
“Non sarai mica gay, Ryuzaki?”
“No, Misa – rispose lui, con la solita voce priva di emozioni – non sono affatto gay!”
“Allora dimostramelo – lo incalzò, con tono di sfida – baciami!”



Sospettata di essere il secondo Kira, Misa era tenuta sotto stretta sorveglianza al Quartier generale. Questo, in fondo, le stava bene perché avere accanto un Light che sembrava non volerne sapere niente di lei, era più facile da riconquistare.
Se è vero che le migliori armi di seduzioni per una donna sono la bellezza e la gelosia, lei su queste cose era sicurissima di poter contare.

L era il più grande detective del mondo impegnato sul caso Kira. Lucido, freddo, razionale, era disposto a ricorre a ogni mezzo pur di catturare il suo nemico. Figuriamoci se si fosse fatto scrupoli ad approfittare di un’ingenua e innamoratissima modella, per raggiungere i suoi scopi.

Uniti da un tacito accordo, chi per primo tra i due verrá meno al patto?
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Light/Raito, Misa Amane
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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UN NUOVO AMICO


Quel pomeriggio, Watari guidava con tutta calma la limousine, in direzione del parco Gyoen di Shinjuko.
L se ne stava accovacciato comodamente sul sedile di dietro, in mezzo a un Light che, a braccia incrociata, guardava distrattamente fuori dal finestrino e a una Misa che, paonazza in viso, ribolliva di rabbia per la cocente delusione.
“Sono furiosa – urlò la ragazza bionda, non riuscendo più a contenersi – Ryuzaki, mi prendi in giro?”
“Assolutamente no – rispose il detective, accarezzandosi placidamente le ginocchia – ti ho promesso che avresti visto Light lontano dalle mie telecamere ed è esattamente quello che ti sto concedendo!”
“E allora mi spieghi che ci fai tu qui nel mezzo? – sbraitò lei, scuotendo il ragazzo moro di fianco con piccoli e insulsi pugni – che ne è della nostra privacy e di tutto il resto, eh?”
“Vi ho già detto che finché il caso non sarà risolto, dovrete essere sorvegliati 24 ore al giorno – spiegò pazientemente L – in questo modo, non sarete esposti alle mie telecamere ma vi terrò comunque d’occhio! Mi sembra un giusto compromesso.”
Misa non poteva credere alle sue orecchie. Per l’ennesima volta quel ragazzo molto astuto si era preso gioco di lei.
Dall’altra parte, Light cercava di ignorare quel chiassoso chiacchiericcio. Quando Watari gli aveva comunicato di quell’uscita fuori programma con Misa e Ryuzaki, si era sentito sollevato. Finalmente avrebbe avuto modo di parlare con quella ragazza – comparsa nella sua vita da un giorno all’altro – per scusarsi del suo inaccettabile comportamento. Tuttavia, nei suoi ricordi c’erano ancora diversi punti oscuri, sui quali non riusciva a farla luce e questo gli metteva un po’ d’inquietudine.
Giunti al parco, Misa occupò una subito una panchina all’ombra di un salice. La modella indossava un corpetto nero, che lasciava le spalle scoperte, e una gonnellina rossa, senza calze sotto.
Light era deciso a ignorare la presenza costante di Ryuzaki e, con un po’ di esitazione, si sedette accanto a Misa su quella panchina.
Quasi rapito dal fruscio delle foglie e dal cinguettio degli uccellini, L sollevò il capo verso l’alto e inspirò a pieni polmoni l’aria fresca. Le sue iridi scure si schiarirono in un grigio cupo, quando il suo volto pallido fu baciato dagli spiragli di luce che filtravano attraverso i rami e le foglie.
“Oh, fate pure come se io non ci fossi!” esclamò il detective, ricordandosi dei suoi sorvegliati.
Sentendosi in soggezione, Misa si morse le labbra ma si ammorbidì quando vide Ryuzaki allontanarsi e dirigersi verso il chiosco di gelati, lì vicino. Quell’eccentrico detective non era stato affatto di parola, ma la bionda gli fu comunque grata di quell’uscita. Almeno avrebbe avuto qualche momento con il suo Light.
“Misa… – mormorò Light, per primo – ti chiedo scusa per ieri. Non ero in me…”
“No, Light, non devi scusarti. Capisco perfettamente – si affrettò a dire la bionda, fingendo che quelle parole non l’avessero ferita – ne abbiamo passate tante, Ryuzaki è stato crudele a tenerci prigionieri in quel modo!”
Il ragazzo dai capelli castani e dai grandi occhi nocciola annuì. Tuttavia, vedendo la modella abbassare lo sguardo e accarezzarsi nervosamente la braccia nude e rosee, Light non ebbe più dubbi: l’aveva ferita.
“Ascolta, Light – mormorò lei, tenendo d’occhio Ryuzaki in fila dal gelataio – durante la reclusione ho dimenticato molte cose e tante altre sono così confuse che mi sembrano assurde, però…”
“Però?” la incoraggiò dolcemente il ragazzo, con una premura che Misa non si sarebbe aspettata.
“Però ricordo bene il giorno del mio arresto, quando i tuoi compagni di università hanno detto che stai con Takada – disse infine, raccogliendo tutto il suo coraggio – è vero? State ancora insieme?”
La bionda serrava i pugni e stringeva le palpebre, nella timorosa attesa di una risposta.
Il ragazzo castano sospirò. Ricordava nitidamente di aver intrapreso da poco due relazioni parallele, con due ragazze per le quali non nutriva un vero interesse e non se ne capacitava, dato che non era da lui un’azione tanto meschina e disonesta.
Tuttavia, Light trovò assurdo che l’unico pensiero di Misa fosse chiarire il ruolo di Takada, quando lui in realtà aveva fatto qualcosa di ben più grave che tradirla: l’aveva ingannata, sedotta e praticamente abbandonata. Così cercò di rassicurarla:
“No, non stiamo più insieme…”
Light non riuscì a portare a termine la frase, poiché Misa lo strinse in un abbraccio, in preda all’entusiasmo.
“Uuh – sussultò lei, non riuscendo a trattenere gridolini di felicità – lo sapevo! Sapevo che lei non poteva significare niente per te! Ho vinto io!”
Light deglutì, mentre Misa felice si avvinghiava a lui. L’esuberanza della ragazza non lo aiutava affatto.
Nel frattempo, senza perdere d’occhio i due ragazzi, L gustava il suo gelato fragola e cioccolato su una panchina poco distante. Vedeva Misa, felice come non mai, abbracciare un Light tutt’altro che sereno e felice.
“Ascoltami Misa – disse Light con decisione, prendendo coraggio – non sto più con Takada, ma questo non significa che io abbia una relazione con te”
Lui poté respirare profondamente. Non poteva più illudere quella ragazza, non era giusto.
Il viso di Misa si incupì nuovamente, era incredibile come delle semplici parole avessero il potere di manovrare il suo umore.
“L…Light!” sussurrò lei, senza parole.
“Perdonami, ma preferisco essere chiaro. Non avevo intenzione di illuderti o approfittare di te – cercò di dire, affondando le dita tra i capelli – non so cosa mi sia passato per la testa, questo comportamento non è da me”
La modella guardò al ragazzo che amava con profonda compassione. Light sembrava sincero, confuso e, al tempo stesso, arrabbiato con sé stesso.
“Light, allora non provi niente per me? – domandò lei, tentando di capire – non ti piaccio?”
Lui si morse le labbra. In quel momento, non sapeva nemmeno lui cosa pensasse o cosa provasse. La lunga detenzione non aveva affatto giovato alla sua aridità sentimentale, anzi, lo aveva reso la sua corazza ancora più impermeabile ai sentimenti.
“No, non è questo….” tentò di spiegare lui.
“Evviva! Questo significa che almeno un pò ti piaccio – concluse la bionda, mentre un colorito roseo tornava ad illuminare le sue guance – quindi non ti senti di escludere che un giorno potrai innamorarti di me?”
“No, non posso escluderlo, ma….”
“Evviva! – esultò lei, felice, stringendosi nuovamente a lui – prometto che farò di tutto perché un giorno tu possa amarmi, Light, stanne certo!”
Il ragazzo castano lasciò placidamente che Misa lo abbracciasse e affondasse la testa nel suo petto. Non era riuscito in alcun modo a frenare il suo ottimismo. Un po’ invidiava la sua capacità di essere felice con così poco.
***
***
***
Quella sera, Misa era andata a letto molto presto. Il suo umore, del resto sempre altalenante, era ripiombato sotto i piedi. Era vero che finalmente aveva chiarito un po’ di cose con Light e che aveva scoperto che quella Takada non significasse niente per lui, tuttavia Light era stato chiaro: non provava nulla nemmeno per lei.
“Non è giusto!” piagnucolò, affondando la testa fra quei cuscini morbidi.
Decise che si sarebbe impegnata al massimo affinché il ragazzo che amava riuscisse, prima o poi, a ricambiare i suoi sentimenti.
Poi, si voltò a fissare distrattamente il soffitto bianco. Percorse con la mente tutti i ricordi felici passati con Light e si domandò come fosse possibile che lo stesso ragazzo pieno di scrupoli che quel pomeriggio le aveva aperto il cuore, avesse potuto recitare solo una parte con le sue dichiarazioni, i suoi baci e tutto il resto.
Non riuscendo a trovare pace, Misa si scrollò di dosso tutte quelle coperte.
Non tollerando più la sua insonnia e quel senso di solitudine e abbandono, infilò le sue pantofole rosa e scese di sotto.
Dalla sala monitor, L vide la modella uscire dalla sua stanza. Sospirando, alzò gli occhi al cielo e sfilò dalla tasca il cellulare, certo che Misa stesse di nuovo tentando di intrufolarsi nell’appartamento di Light. Era sul punto di telefonare a Watari per farlo intervenire, quando notò che l’ascensore inaspettatamente atterrò al 1° piano.
Le porte automatiche si aprirono alle sue spalle, ma lui non si voltò.
“Ryuzaki…” si sentì chiamare.
I passi di Misa si facevano sempre più vicini. Il detective non si aspettava una sua visita.
“Misa, che bella sorpresa – disse L con il suo solito tono piatto – cosa posso fare per te?”
La modella gli si avvicinò e sprofondò sulla poltrona girevole al suo fianco. Lui si voltò a guardare quella ragazza avvolta in un pigiamino rosa di ciniglia che, tutta imbronciata, si arricciava pensosamente una ciocca bionda di capelli.
“Che ti prende?” domandò il detective.
Effettivamente, quel pomeriggio, durante il tragitto di ritorno dal parco, la modella era stata stranamente taciturna. Qualcosa gli suggeriva che l’appuntamento con Light non era andato come la bionda si aspettava.
“Ryuzaki, secondo te sono carina?” domandò lei, sospirando.
Il detective la guardò di sbieco, credendo che stesse scherzando, ma la modella continuava a crogiolarsi tristemente su quella poltrona. A quanto sembrava, Misa aveva preso sul serio la faccenda della loro amicizia.
“Beh, sei una modella famosa e molto richiesta – disse il detective, cercando di mantenere un certo tono – le probabilità che tu sia carina sono superiori al 99%”.
Misa alzò i suoi occhi nocciola su quel ragazzo pallido e ricurvo che le era accanto. Il detective continuava a fissare il computer su cui stava lavorando e sembrava aver sparato una percentuale a caso, nonostante ciò Misa apprezzò molto.
“Grazie!” sussurrò lei, grata e felice di quel singolare complimento.
Gli apprezzamenti degli ammiratori non le erano mai mancati, ma era bastato il rifiuto di Light a buttare completamente giù la sua autostima, come un castello di carte.
“Cosa ti porta a tard’ora da questo strano e solitario detective?” disse poi lui, cercando si sopperire a quel silenzio che lo imbarazzava un po’.
Lei rise divertita della sua auto-ironia. Effettivamente Ryuzaki le sembrava davvero strano e solitario.
“Oggi Light ha detto che non mi ama – spiegò lei, con un candore e un’ingenuità, che dovettero molto intenerire il cuore duro del detective – credo di non piacergli abbastanza!”
In quel momento, le telecamere mostrarono un Light, in bagno, che si denudava in attesa di farsi una doccia.
“Aaaaaaaaaaah! – urlò Misa, imbarazzata – Ryuzaki, sei senza ritegno. Come puoi fare questo?”
La ragazza non riusciva proprio a capacitarsi dell’assoluta mancanza di pudore e di scrupoli.
“Misa, non lo faccio perché mi diverto, chiaro?” protestò debolmente il detective, che odiava ripetersi.
Lo schermo mostrava un Light di spalle, in tutta la sua magnificenza che spariva nel box doccia. Nella sua assoluta perfezione, quel corpo somigliava a quello di un dio greco.
“Adesso ho capito!” sogghignò lei, col tono di chi la sapeva lunga.
“Sentiamo! – sospirò L, alzando gli occhi al cielo – cosa avresti capito?”
Misa fece spallucce e, inarcando maliziosamente un sopracciglio, punzecchiò il ragazzo rachitico che le era di fianco:
“Non sarai mica gay, Ryuzaki?”
“No, Misa – rispose lui, con la solita voce priva di emozioni – non sono affatto gay!”
“Allora dimostramelo – lo incalzò lei, con tono di sfida – baciami!”
L alzò gli occhi al cielo. Giusto per zittire quella chiassosa e capricciosa ragazza, si voltò verso di lei e la baciò. Misa spalancò gli occhi dalla sorpresa, quando quelle labbra sottili premettero inavvertitamente sulle sue. Non si aspettsvo certo che L la bacasse per davvero. Poi, istintivamente la modella posò le mani sul petto del detective, il quale rimase alquanto sorpreso che la bionda non lo respingesse inorridita.
Poi, lui, cercando di dissimulare un po’ d’imbarazzo, si scostò e tornò a concentrarsi sul computer.
Lei si toccò quelle labbra che fino a quel momento erano appartenute soltanto a Light, aspettando di sentirsi violata o magari arrabbiata. Nessuna di queste sensazioni si impadronì di lei, ma solo un inspiegabile batticuore.
“Ryuzaki, sei gentile a volermi dimostrare che io sono carina e che tu non sei gay – farfugliò lei, tentando di stemperare il suo imbarazzo – ma non c’era bisogno di arrivare a tanto”
“Non si sa mai!” rispose lui, riuscendo a trattenere una risata.
L’aveva chiaramente sconvolta.
Tuttavia, con quella mossa il detective aveva stupito anche sé stesso. Non era mai arrivato a baciare una ragazza per zittirla o per comprovare la propria eterosessualità, anzi, non aveva mai baciato una ragazza in vita sua.
“Grazie, Ryuzaki! – sussurrò Misa, avvicinandosi a lui e schioccandogli un tenero bacio sulla guancia diafana – ora vado a letto, buonanotte!”
Una strana, intensa e, tutto sommato, piacevole sensazione pervase il detective scuotendolo fino alle viscere. All’improvviso che diavolo stava succedendo al suo corpo?
“B…buonantte!” scandì il detective, mentre le sue guancia avvamparono di un insolito colorito.
“Sogni d’oro, Ryuzaki!” cinguettò la bionda, prima di sparire oltre le porte automatiche.
***
***
***
CIAO A TUTTI!
RIECCOMI! TRA CALDO, TEST, ESAMI E TESI CHE DOVREI COMINCIARE QUANTO MENO AD ABBOZZARE – SI, PRATICAMENTE TUTTO INSIEME – NON HO AVUTO MOLTO TEMPO PER SCRIVERE. INOLTRE, AVEVO PERSO ANCHE UN PO’ L’ISPIRAZIONE, MA ORA SENTO CHE PIANO PIANO E’ RITORNATA. COME PROMESSO, ECCO LA SCENA DELL’ANTEPRIMA. QUALCOSA SEMPRE GIA’ SMUOVERSI NELL’ARIA.
MOLTO INGENUAMENTE, MISA CREDE DI AVER TROVATO UN AMICO E UN BUON ALLEATO, MENTRE RYUZAKI CERCHERA’ DI FARE I CONTI CON QUELLE STRANE COSE CHIAMATE ‘EMOZIONI’.
VI DO APPUNTAMENTO ALLA PROSSIMA,
A PRESTO,
JAPAN_LOVER < 3
   
 
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