OUR LITTLE SECRET

Gli era capitato più volte di incantarsi a guardarlo durante le lezioni, in Sala Grande o perfino sul campo da Quidditch. Sapeva che scarabocchiava sui margini dei libri quando si annoiava, si scompigliava i capelli già spettinati quando non sapeva la risposta, lasciava sempre i cavoletti di Bruxelles e alzava sempre gli angoli della bocca quando vedeva il boccino svolazzare per aria.

Distoglieva sempre lo sguardo quando qualcuno lo coglieva in flagrante e sentiva sempre il dovere di intervenire quando qualcuno parlava di lui. Inizialmente credeva che si trattasse di invidia, ma poi si era accorto che gli piaceva guardarlo. Gli piacevano i suoi capelli neri, la cicatrice a forma di saetta sulla fronte e gli occhi verdi che brillavano dietro agli occhiali tondi. Gli ci era voluto del tempo per capire che si era innamorato di Harry Potter e che quello sarebbe stato il segreto che si sarebbe portato nella tomba.

Si ritrovava spesso a girovagare di notte per i corridoi vuoti di Hogwarts dicendo ai suoi compagni di Casa che era impegnato con qualche ragazza. Solitamente arrivava fino alla Torre di Astronomia dove si sedeva e guardava le stelle che illuminavano la notte.

Sfortunatamente, o fortunatamente, dipende dai punti di vista, quando quella notte arrivò al suo ‘rifugio’ vi trovò già un ragazzo.

‹‹Sfregiato›› lo appellò, cercando di tenere un tono di voce calmo. ‹‹cosa ci fai qui?››

‹‹Senti Malfoy, non ho voglia di litigare. Adesso me ne vado!›› il Grifondoro si alzò in piedi e si incamminò verso l’uscita.

‹‹No, no!›› Draco portò le mani avanti e trasalì guardandolo illuminato dalla luce della luna. ‹‹Resta!››

Harry si fermò e lo guardò meravigliato per ritornare a sedersi con le gambe a penzoloni e la sigaretta fra le labbra sottili.

‹‹Avevo bisogno di una sigaretta e di un po’ di tranquillità. Il dormitorio è pieno di Grifondoro ubriachi e ti assicuro che sono alquanto rumorosi! Guarda che puoi sederti!›› aggiunse alla fine notando che Draco era rimasto in piedi sulla soglia con le braccia conserte.

‹‹E gli privi così della loro celebrità?›› chiese il Serpeverde con una nota di sarcasmo nella voce sedendosi accanto al ragazzo. Sentì i brividi lungo la spina dorsale e fece ben attenzione a non guardarlo mai negli occhi, temeva che il grifndoro potesse scoprire il suo segreto, in fondo gli occhi sono lo specchio dell’anima.

‹‹Probabilmente non se ne accorgeranno neanche. ›› rispose Harry ridendo e Draco non poté fare a meno di pensare che solo uno stupido non avrebbe notato la sua macanza, ma decise che era più opportuno tenere quel commento per sé.

‹‹Vuoi fare un tiro?››

Draco prese con l’indice e il pollice la sigaretta che Harry gli stava porgendo e la portò esistendo alle labbra, ripetendo il gesto che l’altro stava facendo, ma, non appena inspirò iniziò a tossire e si chiese perché mai a qualcuno potesse piacere intossicarsi deliberatamente.

Vide Harry ridere e cercare di aiutarlo dandogli una pacca sulla spalla, solo che quel gesto non fece altro che far tossire ancora di più Draco. Sentiva la sua mano sulla schiena e il suo respiro sul collo.

‹‹Non mi dire che era la tua prima sigaretta. Ero convinto che quelli come te vivessero di whiskey incendiario e fumo!›› gli confessò Harry non appena smise di tossire

‹‹Perché?›› Draco era rosso in viso. Un po’ per l’imbarazzo e un po’ per la vicinanza ad Harry. ‹‹Come sono quelli come me, Potter?››

Il Grifondoro boccheggiò e farfugliò qualcosa che assomigliava ad un ‘boh, non lo so’

‹‹Comunque…›› cercò immediatamente si sviare la conversazione. ‹‹Tu cosa ci fai qui? Torni da qualche dormitorio femminile? Quale poera ragazza hai lasciato questa volta in lacrime ad urare il tuo nome?››

‹‹Hai una fervida immaginazione, devo ammetterlo!›› il biondo rise, allora era quello che pensava di lui. ‹‹In realtà mi piace guardare le stelle››

Harry lo guardò per la seconda volta con meraviglia, mentre Draco guardava il cielo stellato e indicava le costellazioni.

‹‹E quella›› stava dicendo Draco indicando un gruppo di stelle vicino all’Orsa Minore. ‹‹è una della costellazioni più grandi della volta celeste: la costellazione del Dragone, dalla quale io, ovviamente prendo il nome››

Dopo aver finito il suo monologo sulle stelle durante il quale Harry osservò Draco rendendosi per la prima volta conto che i suoi occhi non erano azzurri, ma grigi, grigi come il cielo in tempesta.

Il Serpeverde si accorse dello sguardo di Harry su di lui e, quando si girò, i suoi occhi si specchiarono in quelli verdi dell’altro. Rimasero in silenzio per qualche secondo a guardarsi, Draco sorrise e spostò i ciuffi neri dalla fronte del Bambino Sopravvissuto sfiorandogli la cicatrice a forma di saetta.

‹‹Non dovresti coprirla!›› gli disse senza accorgersi che la distanza fra di loro si era quasi annullata.

‹‹Perché no?›› sussurrò Harry.

‹‹Perché a me piace›› Draco non era sicuro se avesse realmente risposto o se l’altro lo avesse sentito perché quello che successe dopo fu tutto confuso.

Sentì la mano di Harry sul suo viso e le labbra sulle sue. Schiuse le labbra e ricambiò il bacio finché la carezza del respiro sulla sua guancia non segnò la fine di quel magico momento. Le labbra di Harry erano morbide a sapevano di alcol e fumo, ma a Draco non importava. Sentiva una strana sensazione nello stomaco e i brividi percorrergli tutto il corpo.

‹‹Io…›› farfugliò Harry con le mani nei capelli.

‹‹Sarà il nostro piccolo segreto?››

Harry non rispose. Si limitò a fissarlo ed annuire per poi dargli un semplice bacio sulle labbra e andarsene.