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Autore: Federico    06/07/2009    0 recensioni
Salve a tutti, questa è la mia prima Au su "One Piece", quindi spero che siate clementi leggendo e commentando. Se vi ha appassionato "Moby Dick" non potrà non piacervi questa fic. Nel 1831 il giovane Rufy si imbarca su una baleniera insieme al nonno Garp, al fratello Ace e a una variopinta ciurma per raggiungere il Pacifico. Ma due pericolosi nemici li attendono: uno è un vecchio rivale di Garp, l'altro il terrore degli abissi... Nota: Vorrei far notare ai lettori che la balena Mocha Dick è esisitita veramente e ha ispirato "Moby Dick" di Melville.
Genere: Drammatico, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Barba bianca, Monkey D. Rufy, Portuguese D. Ace, Roronoa Zoro, Shanks il rosso
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'La saga dei balenieri'
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Tutte le scialuppe in mare

 

Colleghi e rivali

 

Nantucket, Stati uniti orientali, 21 marzo 1831

Monkey D. Rufy, ragazzo diciassettenne, inspirò profondamente l’aria di mare che aveva a lungo bramato, quindi si calcò in testa il cappello di paglia e si fece largo tra la folla.

Era da poco giunto a Nantucket, uno dei principali porti degli Stati uniti, da dove intrepidi cacciatori di balene partivano per pericolosi viaggi lunghi anni che fruttavano però guadagni principeschi.

Di tutte le navi all’ancora nel porto, fra barche di pescatori e gabbiani, ce n’era una in particolare che gli interessava: la “Swordfish”, il vascello di suo nonno, l’intrepido comandante Garp, una vera leggenda vivente fra i balenieri, con cui avrebbe compiuto per la prima volta il giro del mondo, sempre a caccia di cetacei, ovviamente.

D’improvviso udì alle sue spalle il lamento di qualcuno e si voltò.

Dietro di lui c’erano un giovane, vestito all’orientale, con kimono, cintura e sandali, accasciato a terra e tormentato da due individui che lo schernivano e lo prendevano a calci.

Uno era biondo e indossava vestiti tendenti al rosa, l’altro aveva una selvaggia chioma rossa e dritta e portava un pesante cappotto di cuoio: dall’accento sembravano provenire dall’Europa del sud.

“Adesso ti senti meglio muso giallo?” domandò ironico il secondo dando ancora un calcio all’asiatico che gemeva.

“Fermi! Lasciatelo in pace!” sbraitò Rufy interponendosi fra i litiganti.

“Altrimenti che fai, moccioso?” dissero i due estraendo una coppia di pistole a testa.

“Altrimenti mi arrabbio sul serio!” replicò il ragazzo agitando un pugno in aria.

“Fai lo spavaldo, eh…E sia, ma non finisce qui! Ci rivedremo, e quando lo saprà il nostro capo…” sibilarono gli aggressori riponendo le armi e sgattaiolando in una via secondaria.

Rufy aiutò la vittima a rialzarsi e gli chiese: “Come stai? A proposito, come ti chiami?”.

L’altro si massaggiò la testa dolorante e rispose: “Mi chiamo Zoro, e vengo dal Giappone! Sto andando a imbarcarmi sulla “Swordfish” del capitano Garp come fiociniere”.

Rufy si stupì: quel giovane, proveniente dall’altro capo del mondo, avrebbe viaggiato con lui!

I due, ora diventati buoni e loquaci amici, raggiunsero la nave che li stava aspettando.

Come tutte le altre baleniere, era molto grossa e tozza, in modo da contenere un gran numero di barili d’olio di balena nelle stive, e aveva tre alberi e molte scialuppe.

I ragazzi salirono sulla passerella e alla fine di questa trovarono ad attenderli un loro coetaneo dai capelli neri, robusto, che portava un cappello a tesa larga in testa e un coltello al fianco.

Rufy lo riconobbe subito e gli si gettò al collo gridando:“Ace!!! Ace!!! Quanto tempo!”.

Era proprio suo fratello maggiore Ace, colui che lo aveva invitato a raggiungerlo sulla nave del nonno, e che lo aveva sempre amato più di sé stesso sin da quando erano piccoli.

“Rufy! Finalmente hai accettato! Vedo che hai già conosciuto la recluta giapponese. Venite, vi porto dal vecchio!”.

Salirono a poppa, sul ponte di comando, dove videro il capitano intento a discutere con altri due individui: uno indossava un mantello nero e aveva i capelli rossi, una brutta cicatrice sull’occhio sinistro e una grossa spada al fianco, mentre l’altro teneva in testa un buffo berretto di pelliccia e ostentava una faccia accattivante ma enigmatica e mani piene di tatuaggi.

Accortosi dei nuovi venuti, Garp piantò momentaneamente in asso i due e strinse la mano a tutti a tre, dedicando inoltre al nipote più giovane un abbraccio che quasi lo soffocò: “Rufy! Mi sei mancato tanto! Vedrai ti piacerà questa vita! Vivrai tante belle avventure! A proposito, colgo, l’occasione per presentarti il primo ufficiale Shanks e il secondo ufficiale Trafalgar Law”.

 I due salutarono ma nel frattempo il ragazzo stava fissando attentamente l’uomo dai capelli rossi, accorgendosi che gli mancava il braccio sinistro.

L’ufficiale capì cosa significavano quegli sguardi stupiti e spiegò, toccandosi la spalla mutilata:

“Ti sorprende questo, eh? Mi è successo nel ’14, al Capo di Buona speranza. Non mi sono accorto di un pennone che vagava senza controllo…e mi ha spappolato il braccio”.

Nel frattempo Zoro stava vagabondando nella nave, finché non picchiò la faccia in quello che dapprima ritenne l’albero maestro, mai poi scoprì essere un uomo altissimo, avvolto in una camicia bianca, con la pelle scura, le labbra carnose e i capelli neri e crespi.

Law intervenne per le presentazioni: “Ah, lui è Aokiji! Viene dalla Polinesia, e anche se sembra un tantino lugubre ci sa fare con l’arpione, come tutti gli isolani del Pacifico, del resto!”.

I due nuovi arrivati continuavano a guardarsi intorno, meravigliati dalla strana sincronia e tranquillità di cui si poteva godere in mezzo a quel trambusto di marinai, vele e corde.

Trafalgar continuò a illustrare i vari membri dell’equipaggio: “Quello è Smoker, un altro dei ramponieri, e quello che sta uscendo ora dal boccaporto è Sanji, il cuoco” dichiarò indicando un marinaio dai capelli brizzolati che stava fumando un sigaro e un ragazzo biondo.

Mentre il secondo ufficiale continuava a snocciolare nomi, incarichi e provenienza di tutti gli altri imbarcati, Smoker scorse delle barche avvicinarsi e gettò il sigaro in acqua per la stizza.

“Per le trippe di Nettuno! Quello è Barbabianca!” urlò Garp scrutando la flottiglia.

Ace provvide a spiegare a Rufy e Zoro, alquanto spaesati: “Edward Newgate, detto “Barbabianca” è un baleniere inglese, uno dei peggiori rivali del nonno! Si comporta come se l’oceano e tutto ciò che ci vive fosse suo, e si sospetta che si procuri i carichi abbordando altre navi. E’ spietato!”.

Su una delle scialuppe che si stavano accostando alla “Swordfish” c’era un uomo enorme, dai grossi baffi bianchi, con un lungo arpione a tracolla, che indossava una bandana in testa e una giacca da comandante appoggiata sulle spalle, e che i due giovani credettero essere il temuto Barbabianca.

Mentre egli veniva fatto salire a bordo per parlare e Garp e Shanks preparavano ogni cosa per l’incontro, Law fece cenno ai ragazzi di avvicinarsi e sussurrò: “Dato che costoro sono i nostri più acerrimi nemici, sarà meglio che impariate a conoscerli. Vedete quello spilungone con le rughe e la giacca sbottonata, a poppa della prima barca? Quello è Kizaru, il loro primo ufficiale. Viene dalla Danimarca e, anche se sembra stupido, non sottovalutatelo: fa solo il finto tonto. Quei due che sghignazzano- proseguì indicando proprio i due che pochi minuti prima avevano assalito Zoro- sono Doflamingo e Kidd, fiocinieri, entrambi portoghesi. Eh già, i marinai delle Azzorre sono molto richiesti sul mercato! Quel ciccione con la bandana e i denti cariati è Teach, anche se preferisce farsi chiamare “Barbanera” quando gira per le osterie. E’ un irlandese ubriacone, scansafatiche, ladro, vigliacco, fetente e bugiardo, ma nonostante ciò lo hanno nominato secondo ufficiale”.

Contemporaneamente i due capitani stavano avendo un colloquio assai astioso e movimentato.

“Mi è giunta voce che poco fa le tue reclute hanno avuto un piccolo diverbio con alcuni dei miei” narrò Newgate lanciando un’occhiata complice ai portoghesi che lo attendevano sulla scialuppa.

“Ma dove credi di andare, vecchio Garp, con gente di quella levatura? Sono solo ragazzini. E anche i veterani non mi sembrano molto in forma….Scommetto che non arriverete neanche all’Equatore”.

“Se cerchi rogne, sei venuto nel posto sbagliato! Io e miei uomini possiamo catturare tutte le balene che vogliamo, in barba a te e ai tuoi bucanieri da due soldi!”.

“Ma davvero? Anche Mocha Dick?!”.

“Cos’è, una sfida? Ebbene, prenderemo Mocha Dick, vivo o morto!” annunciò trionfalmente il comandante, mentre gli uomini introno a lui lanciarono occhiate di terrore, come se avesse promesso di sfidare il diavolo in persona.

I marinai della “Swordfish” si misero in movimento, spiegando le vele con velocità ed efficienza e puntando la prua verso est, verso l’Atlantico.

Rufy e Zoro, emozionati più che mai, facevano rotta verso un futuro di avventure.

Nel frattempo Newgate aveva fatto ritorno al proprio vascello, la “Neptune”, un ex veliero da guerra lungo e slanciato, dalle forme spigolose e dagli alti alberi.

“Signore, perché avete lanciato quella sfida? Lo sanno tutti che Mocha Dick è invincibile” mormorò Teach sudando freddo al pensiero di quel poderoso e ancora ignoto avversario.

“Lo so. E sia che quegli stupidi lo uccidano o no, noi ne trarremo vantaggio” replicò con tutta calma Barbabianca fissando la nave del rivale che viaggiava sotto la spinta delle immense vele quadre
  
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