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Autore: Spensieratezza    27/06/2018    5 recensioni
2 Spin off della storia il Quinto mondo e settima storia del ciclo delle fiabe
Sam e Dean visitano il paradiso assieme a Cas e Gabe. Oltre a scoprire che quando erano morti, ciascuno dei due sognava di stare con l'altro, nel proprio paradiso, scopriranno anche che il paradiso ha diverse sezioni segrete, scopriranno di essere anime gemelle e tanto altro ancora!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Nel futuro, Più stagioni
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- Questa storia fa parte della serie 'Come nelle favole'
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Quello che Sam e Dean non avevano modo di sapere, era che non sarebbero andati direttamente all’inferno, avrebbero infatti corso dei rischi inutili, loro e gli angeli. Non serviva che scendessero ai piani bassi, bastava che restassero in paradiso, da lì potevano lo stesso accedere ai ricordi dell’inferno.

Non avevano modo di sapere, cosa succedeva alle “registrazioni” che avevano visto, quando se ne andavano. Credevano semplicemente che sparissero, probabilmente, ma non era proprio così. Come dei rullini, venivano avvolti e trasportati in una stanza MOLTO SPECIALE. Il ricordo di loro stessi, semplicemente svaniva, essendo loro ancora in vita, ma che fine faceva il desiderio proiettato, che avevano dell’altro, invece?

Spariva anch’esso? No.

Veniva trasportato anch’esso, in quella stanza speciale, venivano richiamati tutti in questa stanza speciale, come risucchiati da un gigantesco invisibile tornado aspirapolvere e finivano tutti dentro questa porta aperta.
 
Una volta entrati, finivano tutti in graziose mini teche di vetro, cui all’interno, c’erano dei vasi blu, ciascuno per ogni teca, per ospitare il desiderio magico.

I desideri magici a volte erano oggetti, a volte pensieri, a volte Persone.
 
Il custode dei desideri era un angelo, che aveva l’aspetto di un bambino di dieci anni, ma dai lunghi capelli bianchi come quello di un vecchio e occhi celesti di un blu profondo. Lui doveva sorvegliare la stanza.
 
 



Qualche mezz’ora prima…

Sam stava continuando a camminare verso il suo doppio, che aveva a malapena 24 o 25 anni, a giudicare dal viso. Aveva alzato una mano verso di lui e le loro mani erano vicine. Così vicine.

“SAM! Cosa stai facendo??”

La voce di Dean gli arrivò come da una grande distanza, ma oramai non poteva più allontanarsi.

La sua mano si intrecciò con lentezza esasperante con quella del suo doppio e dalle loro dita intrecciate si scaturì una strana elettricità blu.





Il biondo aveva portato via il gemello con furia e paura. Questo era quello che era successo e il castano lo aveva capito. Quello che non capiva era tutto il resto. Quella sensazione di ovatta alla testa e al corpo, che gli faceva male.

No. il male era il corpo che prudeva, formicolava, dal momento in cui quel ragazzo così uguale a lui, lo aveva toccato. Da quel momento si era sentito formicolare, bruciare quasi. Come se avesse messo le mani dentro la benzina.

Faceva male. Tanto male.

Essere distolti da quella sensazione di amore meraviglioso che stava vivendo con il suo Dean.

Era così strano, però, difficile da capire. Come non riuscire a raccogliere le idee per pensare.

Non si sentiva più avvolto da quell’amore come lo era stato fino adesso e questo cambiamento gli faceva provare dei brividi di freddo e una sensazione di estraniamento, quasi come non essere più in comunione con il Divino..quasi come essere Diviso.

E essere diviso faceva male. Dov’era, che cosa stava facendo? Dov’era il suo grande amore?
Era scomparso. Era tutto scomparso.
 
 



Camminare in quel luogo,  senza ritrovare il suo mondo, fu come essere scaraventato fuori dal suo stesso corpo, senza sapere dove andare, senza sapere dove si trovasse. Lui non aveva più la forma del suo stesso gemello in carne e ossa. In quel momento camminava in Paradiso e aveva la forma di un omino fatto d’acqua. Si era guardato le mani, ma come se la sua mente non riuscisse a collegare quella forma a sé stesso.

Non sapeva per quanto aveva camminato in quella nebbia deprimente, sapeva solo che ad un certo tratto, si era ritrovato davanti quelle stesse persone di poco prima!

Gabe ruotò la mano, come se avesse in mano un telecomando invisibile e così passarono direttamente agli stati d’animo di Dean in Paradiso. Quando amava Sam e lo baciava, quando si teneva la testa tra le mani, come se gli scoppiasse, perché stava per tornare alla vita, quando tornava alla vita dimenticandosi di tutto, quando tornava in Paradiso e correva dal suo Sam fittizio, abbracciandolo.

“Dean, io non sono davvero Sam, lo sai, vero?” si era ritrovato a dire, senza accorgersene.

“Non mi importa…” gli diceva Dean, riprendendo a baciarlo.
 
Qualcosa nella forma d’acqua, sembrò battere dentro di lui, come un cuore invisibile che pompava furiosamente nel suo petto, mentre accettava il bacio.
 
Ora si vedeva Dean nudo nel letto con il Sam fittizio, abbracciato a lui.

Gabriel si presentò davanti a lui. Aveva gli occhi lucidi.

“Gabriel?? Cosa ci fai qui?? Non vedi che sono..che siamo..insomma..VATTENE!”

“Perdonami per quello che ti ho fatto, Dean.”

“Io non capisco!”

“è giunta l’ora di tornare dal tuo Sam. Il tuo vero Sam.”

 
 
La forma d’acqua, che in quel momento era nel letto con Dean, sentì tutto. Sentì il rimando a quest’altro Sam e si era ghiacciato, anche se la sua espressione era iperscrutabile.

“Hai lasciato che io mi cullassi nel desiderio di avere accanto a me, Sam, tutte quelle volte..tutto quel tempo…e non hai fatto niente per interrompere..” disse Dean che aveva gli occhi lucidi.


La forma d’acqua però non era scomparsa insieme alla visione. Era con loro, nel buio, che li ascoltava e a quelle parole, una nuova ondata di gelo lo pervase.

Sam non disse niente, ma continuava a guardare Gabriel come se avesse voluto dargli fuoco.

“Quello che ho fatto è stato terribile. Sono stato un mostro e quel giorno ho avuto davanti ai miei occhi la prova concreta dell’atrocità che avevo fatto. Ero pentito. Stavo scaricando su di voi la sofferenza che provavo per la mia famiglia, cercando di esorcizzare la minaccia che gli angeli avrebbero potuto prendervi come tramite, per fare del male a mio fratello Lucifer.”

Delle lacrime scivolarono via dalle guance di Gabriel, che scossero i fratelli più di tutto il resto.
 
Ma la forma d’acqua era già passata oltre senza più degnarli di uno sguardo.
 
Continuò a camminare, la forma d’acqua, non piangeva, forse le forme d’acqua non piangevano, ma non aveva mai sentito tanto gelo in vita sua. Non sapeva dove voleva andare o dove doveva andare, ma forse la potenza del suo cuore, lo portò ad una meta stabilita.
 
Non sapeva neanche lui, com’era finito nel paradiso di Dean!
 
“Suoni All out of love  divinamente, Sammy.” Disse Dean, avvicinandoglisi e baciandolo teneramente.

La forma d’acqua, deglutì, continuando a guardare Sam suonare. Una sensazione nuova, che prevalse su tutta quella ovatta, si impadronì di lui. Non ce l’aveva con il suo doppio, ce l’aveva con il biondo, colpevole di aver amato lui, quando in realtà era un altro, quello che desiderava.
 
Dean si era allontanato da Sam per prendere qualcosa di fresco nella cucina e si vide Sam davanti.




“Sam? Ma non stavi suonando?" Dean appariva confuso, Sam non poteva sapere che in quel momento la sua confusione era dettata dal fatto che un avvenimento nuovo era arrivato a interferire con il suo ciclo di giorni tutti uguali, interferendo con quel loop temporale.

Sam non lo sapeva in quel momento e non gliene importava.

La forma d’acqua in quel momento aveva di nuovo il volto e il corpo di Sam, ma non ci fece caso più di tanto. Era talmente arrabbiato che era livido. Non pensava al fatto che l’uomo che aveva davanti era anche lui una forma d’acqua come lui, una pedina. In quel momento vide solo il volto dell’uomo che aveva amato tanto a lungo, amare qualcuno che non era lui.

Era livido. Con un furore che non aveva forse mai provato prima, lo colpì una prima volta.

“AHHH.”

Dean si piegò per via della potenza del gancio che gli tirò addosso Sam. Lo guardò poi sconvolto e stralunato da quella violenza improvvisa.

“Sam, perché??
 
Sentirsi chiamare così, ebbe solo l’effetto di far infuriare di più il suo alter ego, che ruggì come un leone in gabbia e gli diede un altro pugno, poi un altro, un altro ancora.

Il povero Dean si stava coprendo il viso con le mani, timoroso di farsi colpire ancora e ricevere altra violenza. Stranamente la sua paura non intenerì Sam, ma lo fece infuriare ancora di più.
“Sam, ti prego, non..”

Sam non stava più a sentire. Non aveva paura che l’altro Sam sarebbe accorso, perché sapeva non sarebbe successo. Quel Sam era solo un ricordo, era ancora più inesistente di un desiderio. Incapace di fermare la sua furia, afferrò Dean per il colletto del maglione e lo sollevò.
 
La forma d’acqua Dean sembrava incapace di difendersi o di reagire. Solo con il tempo, entrambi avrebbero riflettuto che forse era perché era stato programmato solo per AMARE SAM, per soddisfare un suo desiderio, non era programmato alla DIFESA.



La forma d’acqua che interpretava Sam, era ormai fuori controllo, dopo aver sollevato il biondo, lo portò via, senza sapere neanche dove volesse portarlo, ma fece pochi passi che la cucina stessa svanì!
 
Tutto era svanito. Si ritrovarono entrambi in un corridoio bianco senza fine.

Sam a quel punto, scaraventò la forma d’acqua che interpretava l’uomo che amava, lontano. Andò a sbattere contro il muro.



Si riprese abbastanza in fretta e alzò lo sguardo, anche se si sentiva ancora abbastanza tramortito.. Guardò Sam e l’ambiente circostante in modo confuso.

“Dove siamo? Che fine ha fatto la casa??” domandò il biondo.

Sam stava ancora ansimando, cercando di riprendere fiato. Dentro di lui una moltitudine di sensazioni ed emozioni lo stavano sopraffacendo. Davanti a quell’ennesimo inganno illusorio, aveva perso le staffe e aveva colpito Dean, non l’aveva fatto per bontà, non l’aveva fatto per risvegliarlo, l’aveva fatto per furia, per istinto, non sapeva neanche che conseguenze avrebbero avuto le sue azioni. Sapeva solo che aveva visto quello spettacolo, quell’opera teatrale e aveva provato una furia cieca verso il biondo, aveva provato il desiderio di colpirlo, fargli del male e vederlo così confuso e disorientato, aveva alimentato la sua ira.
 
Allo stesso modo, una volta averlo estromesso da quel mondo illusorio, perse ogni interesse per la forma d’acqua bionda, lo ignorò e continuò a camminare da solo, lasciandolo solo e confuso.
 
 


Nel mentre, il bambino angelo che custodiva la stanza segreta, continuava a tenere la porta aperta, per accogliere nella stanza i nuovi desideri che le anime defunte avevano creato e anche i desideri che erano rimasti da soli, nel momento in cui i proprietari erano ritornati alla vita con una nuova rinascita o si erano risvegliati da un coma.

Quando i desideri delle anime non potevano più condividere il paradiso con i loro creatori, restavano da soli, finendo addormentati con un coma magico, per non farli soffrire di solitudine. In quella stanza esistevano miliardi e miliardi di desideri fin dall’alba della creazione, anche se ad alcuni era accaduta una tragica fine, ma quella era un’altra storia.
 
La forma d’acqua Sam circolava ancora liberamente per il Paradiso, senza essere notata da nessuno. Quel giorno due forme d’acqua non tornarono alla stanza, lui e Dean.

Sam raggiunse comunque quella stanza speciale. Mosso solo dal suo stesso irrefrenabile desiderio di vendetta che si autoalimentava.
 
Entrò nella stanza e l’angelo bambino smise di attirare a sé i desideri con la sua energia, per fissare la forma d’acqua perlacea davanti a lui.

 
 
“Ma cosa ...” purtroppo l’angelo non era abituato a vedere i desideri creati dalle anime, sotto la loro vera forma, anzi, non li aveva mai visti con una forma diversa da uno scintillio di luci, quindi non riuscì a capire cosa si trovasse davanti, prima di cadere a terra con un pugno.
 
La forma d’acqua rimase inespressiva, prima di alzare lo sguardo alle migliaia, anzi, milioni di teche situate su alti scaffali, che ospitavano ogni genere di desiderio creato dalle anime.

Non le colpì. Non ne aveva bisogno. Sarebbe stata una fatica inutile. Si voltò e trovò una leva. L’abbassò e si scatenò un vento fortissimo, come un uragano che fece tremare pericolosamente le teche e i vasi all’interno.

Sam sorrise e spinse ancora più giù la leva, aumentandone la velocità e i vasi finirono per infrangersi contro le teche e cadere in migliaia tutte insieme al pavimento.

I desideri, liberi di volare via, liberi.

Sam sorrise e riprese la sua camminata.
 






















Note dell'autrice: 

allora ragazzi!! Non vi immaginavate un capitolo così dopo che vi avevo annunciato la sezione inferno eh??? ahhah ho cambiato idea in corso xd Desy avevi detto che speravi in un pò d'azione!! Di sicuro non immaginavi sto macello però! ahha xd

Vi avevo fatto capire dai precedenti capitoli, che gettavo le basi per sta cosa delle forme d'acqua ma non ero stata molto chiara in proposito, spero vi piaccia sta svolta! Chiarisco che non è stata una decisione presa da ieri a oggi, era già decisa da molto prima che cominciassi questa storia :D l'eufemismo "la forma dell'acqua" l'ho presa da un libro :D cioè dal titolo, anche se non l'ho letto!

La cosa di Dean invece? Si è risvegliato anche lui? Io ci tenevo tanto a improntarla in un modo che facesse capire che Sam gli facesse come un favore, ma non in maniera altruistica, nel senso lui ce l'aveva con Dean, per quello che rappresentava e probabilmente vedendo quello spettacolo ha provato indignazione, la confusione di Dean lo faceva infuriare e l'ha tirato via da quel sogno, senza quasi rendersi conto, è come se gli avesse fatto un favore ma senza capire quello che aveva fatto, cioè l'ha aiutato ma senza rendersene conto, non so se ci siamo capiti xd e secondo me è molto più bello così :)
   
 
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