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Autore: AlessandroConte    27/06/2018    0 recensioni
Storie varie brevi e lunghe, in prosa e in versi.
Genere: Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LO  SPUNTO
 
“Peccato è toccarsi!” urlava e sbavava il monaco dalla cima di un pietrone all’indirizzo della piccola folla che lo circondava. “Le fiamme infernali carbonizzeranno le mani che lo hanno fatto!
Quelle si riformeranno per tornare a carbonizzarsi in eterno per l’abominio che hanno compiuto!”
Gli astanti cominciarono a ingobbirsi e a guardarsi fra loro spaventati mentre il predicatore continuava a infierire:
“Peccato è mangiare quando non si è veramente tormentati dai morsi della fame! Quelli che seppur sazi hanno continuato a degustare saranno nutriti e ingozzati di merda alla mensa infernale!
Peccato è guardare con invidia le cose altrui! Si sappia che chi ha un sacco per coprirsi e un bastone per poggiarsi ha già tutto quello che serve. Il resto gli verrà dalla carità cristiana e dalla Provvidenza Celeste. Chi avrà con sé più dello stretto necessario, quando sarà l’ora, verrà privato anche della pelle dai dèmoni infernali.
Peccato è sghignazzare o pur anche sorridere quando Nostro Signore ci ha posto su questa terra solo per soffrire ed espiare le nostre colpe originarie! A chi non terrà un atteggiamento serio e compunto per tutta la sua esistenza nell’Inferno sarà privato sia delle labbra per ridere che degli occhi per piangere e disperarsi della sua sorte!
Peccato è giacere con una donna non per procreare ma per trarne godimento! Chi lo farà…”
Nel campo ove il predicatore prostrava con accesi accenti gli straccioni intorno si trovarono a passare l’Alighieri con l’amico Lapo Gianni. Questi si bloccò per ascoltare quelle invettive contro tutto e tutti e si dichiarò pronto oltre che a sghignazzare a spernacchiare proprio.
Dante lo dissuase:
“No. Lascialo dire. Mi ha suggerito un certo lavoro sull’Inferno.
Queste colpe con la corrispondente punizione concepita al contrario è geniale.
Peccato che quel tipo non citi mai, chessò, un Purgatorio ove espiare in via temporanea e anche il Paradiso. Il Vangelo lo contempla ma quel monaco non ne sa niente e forse non sa neanche leggere. Oh, via. Ci sono anche i buoni su questo mondo, la brava e timorata gente.
Lapo, ci sono. Farò un poema sulle cose divine. I cattivi, i pravi vadano all’Inferno. Ma bisogna mandare in Paradiso i meritevoli e dar loro in eterno quello che il nostro buon frate neanche concepisce e che qui effettivamente scarseggia. In questa vita tutto è peccato e privazione; in quell’altra ci sia anche la felicità.”
 
Alessandro Conte
 
 
LO  SCHERZO     
 
Mi corteggia e dichiara il proprio amore,
cosa strana per me, non abituale.
Reagisco e un sentimento allor m’assale:
fifa tremenda e pazza , non timore.
 
Vorrei tirarmi indietro ma non vale,
ch’esser desiderati è sempre onore,
e mentre a mille par che vada il cuore
studio che il mio posar sia naturale.
 
Tergiverso dicendo: “Non son pronto.
Ho un po’ di tempo per pensarci un poco?”
Mi si risponde: “Ma sei proprio tonto!
Pensavo lo capissi fosse un gioco.”
 
Credevo aver carpito un’ occasione,
ma intanto pongo in cassa un tal bidone.
 
Alessandro Conte
 
 
LA  CHANCE
 
‘Con le donne ci rimetti sempre’.
Era talmente convinto della validità di quel concetto che Giulio continuava a ripeterselo mentre correva per raggiungere il suo amato bene.
“Lo sai” riuscì a dire con il fiato corto, appena affiancato “che hai proprio un bel passo?”
“Lasciami in pace; ho già dato.”
“E fermati un poco ... ! Oh ... .
Tesoro, sono innamoratissimo, non lo vedi?”
“Che ci posso fare?”
“Devi tornare con me. Saremo felici insieme.”
“Non credo proprio, Giulio. Io voglio una famiglia al completo.”
“Con figli, magari.”
“Certo, perchè no? credi che non sia capace di fare figli?”
“Basta, ti prego, con queste sconcezze ... .”
“Per te, forse. Io, i figli, li voglio.”
“Ma hai dimenticato come siamo stati? Tu sei come me, non ti illudere.”
“No, non lo sono. Io, i figli li voglio.”
“Allora, non mi ami ... . Mi hai riempito di bugie ... .”
“E’ proprio questo il fatto, caro mio. Io ti amo alla follia. Ma ora basta. Bisogna che mi svegli. Lasciami in pace.”
“ ... Solo se mi dicessi che non mi ami; ma, hai appena detto il contrario.”
“Tu continui a scavarmi dentro, in un modo o nell’altro. No, quello che abbiamo fatto, io non lo voglio fare più. Forse, faccio ancora in tempo ad avere una vita normale.”
“E no, non ci sto a passare per chi porta l’agnellino al macello. Non sono stato io a traviarti. Quello che facciamo tu lo facevi già con altri.”
“Quando mai? ... con nessuno.”
“Vuoi dire che eri vergine?”
“No, questo no. Ma, quelli sono stati errori adolescenziali ... , fra amici. Poi non ho fatto più niente ... , mi credi? ... fino a quando ho incontrato te, Giulio. Non ce l’ho fatta a resistere, con te: è stato come essere colpiti dal fulmine, letteralmente.”
“E allora, non ci lasciamo. Torna. Lo sai che non ti mancherà niente.”
“E i figli non mi mancheranno? No, Giulio. Ho già dato.”
“E dalli coi figli ... . Saranno solo fastidi, spese e preoccupazioni.”
“Non m’importa. E poi, non credo che sia nelle mie corde continuare così ... , farmi sbattere come una puttana.”
“Ma, se ci pensi, è la maniera più comune di fare: prenderlo dentro, piuttosto che ficcarlo. Vuoi far parte di una minoranza?: le donne, e lì anche le lesbiche se lo lasciano infilare senza storie ... , e sono il 55% dell’umanità; il 10% fra gli uomini, se non il 20, è omosex e se lo fa mettere ... .”
“Eh, già ... .”
“ ... però, lo mettono anche se il rapporto è equilibrato come il nostro. Io mi nego forse? non ti diverti con me quando la femmina la faccio io? eh, Saverio?”
“No, Giulio, non mi convincerai mai più. Devo tornare da Silvia ... , vedere se mi rivuole ... , dimenticarti, e questa sarà la cosa più difficile, e riuscire a fare il maschio pure con lei.”
“E farci i figli ... . Saverio, con le donne ci rimetti sempre.”
“Addio, Giulio” e Saverio riprese il suo passo svelto.
“Saverio” parlottando, Giulio trotterellò dietro a lui, “se con Silvia andrà tutto bene, in senso mascolino intendo, perchè non ci rivediamo qualche volta? Non so in percentuale quanti sono i bisex ... . Eh, che ne dici? Lasciami questa chance.”
“Giulio, amore mio.” Saverio si bloccò per baciarlo con passione, approfittando della scarsa illuminazione. “Questo è già più accettabile ... e se, come dici, con Silvia ci rimetterò, non ci sarà più nulla a separarci.”
Giulio si riavviò verso casa meno afflitto, del tutto fiducioso che sarebbe stata solo questione di tempo: andare d’accordo fra uomini e donne? sì ... , la luna. Altro che condominio; prima o poi, Saverio l’avrebbe avuto tutto tutto.
 
Alessandro Conte
 
(Ringrazio chi legge e gradisce. Vi do appuntamento a mercoledì prossimo, 4 luglio, con altre storie)
   
 
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