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Autore: giucri89    28/06/2018    1 recensioni
Il sogno di Kim NaNa è quello di diventare una segretaria di direzione ma non ama gli straordinari, in quanto persona pigra o come ama definirsi "a risparmio energetico". Al contrario Park ChanYeol è un tipo dinamico; è Chaebol di III generazione a cui sta stretto questo titolo. L'ultimo dei suoi desideri è, infatti, quello di sedersi in un ufficio tutto il giorno. il suo sogno è sfondare con la band da lui creata insieme ai suoi amici, gli EXO. Cosa succederà quando le strade lavorative di Nana e ChanYeol s'incontreranno? Soprattutto dopo un evento particolarmente imbarazzante che li ha coinvolti qualche giorno prima...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chanyeol, Chanyeol
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 38
 
 
I miei istinti non possono
restare nascosti.
Lo sai, sto per liberare la bestia.
Lo senti anche tu,
anche tu vuoi che liberi la bestia.
Sta iniziando, show time,
scateno la bestia.
Urla forte,
scateno la bestia.
Let Out The Beast-EXO
 
 
- ChanYeol -
 
Sono già le 22:30. Riusciremo mai a trovare una soluzione? «Hyung, se vuoi andare a casa, fai pure. Non voglio che ti sacrifichi anche tu stasera. Hai già fatto tanto. Vedrai sarò in grado di formulare un piano B anche da solo. Vai a riposare. È stata una giornata faticosa per te oggi», in questo momento mi trovo nel mio ufficio al Park’s insieme a MinSeok hyung. L’incontro con YooRa a pranzo non ha portato ai risultati sperati, come del resto quello con i miei genitori. Sia per miei sia per YooRa quella di tornare indietro non è opzione plausibile a quanto pare. Tutti e tre mi hanno promesso di rifletterci per bene, ma viste le loro reazioni a caldo più il tempo passa più perdo le speranze di un loro possibile rientro in azienda. «Per te, invece, è stata una giornata semplice, vero? Per questo puoi permetterti di restare sveglio tutta la notte e lavorare da solo?», non volevo fare la parte dello spaccone con MinSeok hyung, semplicemente so che per lui incontrare mia sorella non è proprio qualcosa di semplice. «Sai bene che non volevo dire questo, hyung», lo so che mi provoca perché è troppo protettivo nei miei confronti. Davvero, tra lui e mia sorella non so chi sia peggio. Mi vedono sempre come l’eterno bambino da accudire e proteggere. Per una volta vorrei essere io a proteggere loro, ma sfortunatamente non sembra che ci riuscirò facilmente. «Lo so, lo so, tranquillo, ma puoi evitare di fingere di essere forte quando siamo solo tu ed io, ti pare?», la sua solita disarmante sincerità. «Hyung, dimmi la verità vuoi passare l’intera notte con me, non è vero?» lo punzecchio un po’. «Sì, guarda, sono così contento che credo forse sia meglio che me ne torni a casa», come c’era da aspettarselo non sta mai al gioco. «Ahahah, sei sempre il solito. Non capisco davvero come possa esserci qualcosa tra te e mia sorella, siete proprio due universi completamente diversi», oops, forse senza volerlo ho toccato un tasto dolente. Accidenti alla mia boccaccia. «Scusami hyung, io non volevo…», il suo volto si scurisce un po’ e un sorriso amaro appare. «Forse è per questo motivo che tra me e lei, in effetti, non potrà mai funzionare…». «HYUNG! Sai benissimo che non è così. Dicevo solo per dire. Sai anche tu che quando sono sotto pressione sparo solo cretinate, no? E poi, comunque, non hai mai sentito il detto che gli opposti si attraggono?». A dire il vero, oggi è andata più male a MinSeok hyung che a me, mia sorella era, ovviamente, molto felice di vederlo ma lui ha nascosto completamente i suoi sentimenti e ha continuato a guardarla con una faccia da poker così patetica che non so come mia sorella non si sia alzata per schiaffeggiarlo. Davvero hyung, non so cosa ti passi per la testa. Pensavo che incontrandosi avessero potuto risolvere finalmente i loro problemi, ma a quanto pare mi sbagliavo e anche di tanto. «Mah, chissà…», pronuncia con sguardo spento. Credo di aver peggiorato la situazione. All’improvviso il mio cellulare inizia a squillare. Guardo lo schermo, è BaekHyun, sicuramente vorrà andare a bere da qualche parte, non sarebbe una cattiva idea, sicuramente farebbe bene anche a MinSeok hyung. Striscio il dito sul pulsante verde del mio smartphone e lo avvicino all’orecchio. «Chan-ah, devo dirti una cosa…». «Oh, Baek-ah, non c’è bisogno di fare questa vocina pietosa. L’ho già capito prima di rispondere, vuoi andare a bere qualcosa, non è vero? Mi sembra una buona idea», affermo voltandomi verso MinSeok hyung per fargli intendere che ovviamente è incluso anche lui nell’invito, lui accenna un sorriso verso la mia direzione, be’ poco male, significa che ha recepito il messaggio. «Chan-ah, a dire il vero non volevo parlarti di questo…», eh? «E di cosa volevi parlarmi, allora?», non capisco perché continui a parlare con questo tono di voce basso, non è proprio da lui. «Ecco, vedi, non so se sto facendo la cosa giusta parlandotene…». «Baek-ah, si può sapere cosa vuoi dirmi? Sputa il rospo», quando fa così mi fa perdere la pazienza. «Ecco… prima mi sono sentito con HaeRi-ya e lei mi ha detto che NaNa-ssi si è ubriacata di brutto e…». «So che è andata a bere con le sue amiche, ma non mi preoccupo, lei sa reggere molto bene l’alcool», affermo soddisfatto. «Be’, io non ne sarei così sicuro… vedi…». «Baek-ah, sai che mi stai facendo perdere la calma? Se devi dirmi qualcosa, dilla e basta!», sta superando i limiti della mia sopportazione. «Chan-ah, io non dovrei dirtelo perché HaeRi-ya mi ha detto di non dirti nulla, però ecco se fossi al tuo posto vorrei, invece, vorrei sicuramente sapere cosa sta succedendo alla mia ragazza». «Baek-.ah, diamine, vuoi parlare chiaro di modo che io possa capirti?», esclamo scocciato. «Ecco… NaNa-ssi si è ubriacata tanto stasera e allora HaeRi-ya e le altre pensavano di chiamare un taxi per portarla a casa, solo che, come per magia, è spuntato quel Lu Han-ssi che si è offerto di riportare la tua ragazza a casa… ecco… l’ho detto», afferma il mio amico tutto d’un fiato. «Cosaaaaa? Quel maledetto dongiovanni! Perché HaeRi-ssi non ha chiamato me con il cellulare di NaNa? Perché l’ha lasciata andare con quel cascamorto?», non posso credere a quello che BaekHyun mi sta dicendo. «Chan-ah, calmati. HaeRi-ya voleva chiamarti ma NaNa-ssi sembra che glielo abbia impedito affinché tu non ti preoccupassi». «Di che stai parlando? Di cosa avrei dovuto preoccuparmi? Di qualche bicchiere bevuto in più dalla mia ragazza?». «A dire la verità non è questo il problema di fondo. Non sai il motivo perché NaNa-ssi aveva così disperatamente bisogno di bere?». «Che vuoi dire? Non voleva semplicemente uscire con le sue amiche? AAAAHHHH! Perché quel tizio spunta sempre fuori nei momenti meno opportuni?!», è da un po’ che faccio su e giù per la stanza agitando la mano libera, credo che MinSeok hyung mi stai anche guardando strano, ma che posso farci, sono agitato, arrabbiato e non so più che cosa. NaNa cosa mi stai nascondendo? «In realtà NaNa-ssi oggi ha avuto un incontro particolare con tuo nonno a quattr’occhi, o perlomeno questo è quello che mi ha accennato HaeRi-ya. Ora, mi raccomando, non far parola a nessuno di quello che ti ho detto perché Hae-». «MALEDETTO VECCHIACCIO! Hai approfittato del primo momento libero! Lo sapevo! Ma perché JongDae-ya non mi ha detto nulla? Hyung tu sapevi qualcosa?», MinSeok hyung da parte sua non capisce di cosa effettivamente sto parlando e alza solamente le spalle in sua discolpa. Perché sono sempre l’ultimo a sapere le cose? «Chan-ah? Mi stai ascoltando? Devi far finta di non sapere nulla, HaeRi-ya mi ha espressamente chiesto di non dirti nulla, anche perché questa è stata la richiesta iniziale di NaNa-ssi, quindi, ti prego, non fare nul-». «Scusa Baek-ah, adesso devo riattaccare, devo andare da NaNa, scusami», così facendo chiudo la chiamata. Non ho neanche capito ciò di cui stava parlando adesso BaekHyun, per ora ho solo un pensiero, raggiungere presto NaNa. «Hyung, scusami ma io devo andare subito. Devo vedere NaNa adesso, pare che oggi abbia incontrato mio nonno, scusami hyung, vado via, tu fai come meglio credi», non ho tempo per parlargli dei particolari, penso che capirà e così in men che non si dica mi precipito al piano terra, salgo sulla macchina aziendale, metto in moto e parto a tutta velocità.
 
Non posso credere che quell’idiota non l’abbia riportata a casa. Accidenti, così ho solo peggiorato le cose allarmando anche i genitori di NaNa. Forse non è stata una buona idea precipitarmi a casa sua, ma dove l’avrà portata? Se non a casa, possibile… possibile che l’abbia portata a CASA SUA? Sblocco velocemente il mio cellulare, credo di aver salvato in un memo le informazioni riguardanti il CEO Lu e se non sbaglio dovrebbe esserci l’indirizzo del suo alloggio in Corea. Eccolo finalmente, non è lontano da qui, stai a vedere, te la farò pagare cara, oggi un pugno sul quel bel faccino pulito non te lo toglie nessuno!
In men che non si dica sono sotto casa di Lu Han. Come diamine ha fatto a trovare una villetta singola al centro di Seoul? Sicuramente per una casa del genere avrà sborsato, e anche parecchio. Aish, non sono cose che mi riguardano in questo momento. Suono il campanello diverse volte, la mia rabbia aumenta, odio questa snervante attesa, inizio a bussare pesantemente alla porta. «Yah! Sono ChanYeol, apri!», continuo a ripetere da dietro la porta. Quando, molto probabilmente, non ne può più del casino che sto facendo, apre la porta. «Oh, CEO Park, qual buon vento ti porta qui, nella mia umile dimora?», ah! Ha anche il coraggio di scherzare? Non rispondo alla sua stupida domanda e spostandolo di malo modo entro prepotentemente in casa. Nel divano dell’immenso salotto, trovo finalmente NaNa, sembra stia dormendo beatamente. Posso tirare un sospiro di sollievo, finalmente l’ho trovata, sembra anche stare bene, e soprattutto sembra anche che quel pervertito non l’abbia minimamente sfiorata. «Devo dire che le tue buone maniere sono sempre impeccabili», afferma il maledetto dopo avermi raggiunto in salotto. Istintivamente, senza che io possa rifletterci troppo, lo prendo per il colletto della camicia e gli tiro un pugno in faccia. «Si può sapere che diamine ti passa per la testa? Portare NaNa ubriaca a casa tua? Sei impazzito? Avresti dovuto portarla a casa sua!», esclamo, mentre lui si massaggia il punto dove l’ho colpito. Da bravo finto gentiluomo qual è non ha risposto al mio attacco. «Avrei dovuto portare NaNa-ssi in queste condizioni a casa? Sicuramente i suoi avrebbero fatto domande su domande, aspettavo si riprendesse un po’ per poi portarla a casa». «Sì, certo e io sono un monaco buddista! Mi prendi per stupido, forse?», davvero crede di poter dire tutto quello che gli passa per testa e aspettare che le persone ci caschino appieno solo perché si ritrova quel faccino? «Senti, io non so che genere di opinione tu ti sia fatto di me, ma se credi che io abbia portato qui NaNa-ssi per approfittarne e farle chissà cosa, ti sbagli di grosso. Parliamo di te, piuttosto, ho sentito che NaNa-ssi si trova in questa condizione a causa tua. Mi era parso di capire che adesso sei il suo ragazzo, pensavo che, per aver fatto un passo del genere, avessi risolto i problemi con tuo nonno o perlomeno avessi un piano per affrontarlo, ma da quello che vedo, non è così. Non mi sono messo da parte per vedere NaNa-ssi soffrire così!». «Non parlare come se sapessi tutto, quando, invece, non è così! Credi che io sia contento che NaNa abbia bevuto così tanto per dimenticare quello che le è successo? Non sapevo che oggi avesse avuto un incontro ravvicinato con mio nonno, se avessi potuto, non credi che avrei fatto di tutto per evitarle una pena simile? È vero, non sono riuscito a proteggerla come si deve in quest’occasione, ma questo non ti dà nessun diritto di interferire tra noi due». «Nessun diritto? Io amo NaNa-ssi, così come la ami tu, se non forse di più. Cosa credi che vedendo la ragazza che amo soffrire in questo modo io mi metta tranquillo in un angolo? Perché alla fine devi sempre farla piangere? Sai che da quando ha perso completamente conoscenza non ha fatto altro che piangere pronunciando il tuo nome?», il sorriso beffardo tipico della sua ordinaria espressione facciale fa spazio adesso ad un volto arrabbiato. Il tono delle nostre voci non fa altro che aumentare. «Stare tranquillo in angolo è proprio quello che dovresti fare! Veder piangere NaNa, credimi, è davvero l’ultima cosa che vorrei vedere a questo mondo. Lo ammetto, sono stato poco attento, ma non succederà più in futuro, quindi, puoi stare più che tranquillo e tornare in quell’angolino e ti chiederei gentilmente di non stalkerare più NaNa». «Cosa? Credi davvero che mi sia trovato lì perché la stavo pedinando?». «Ah! Perché vuoi farmi credere che non sia così? Chi è che appostava dei fotografi ad ogni nostro spostamento?». «Non ti ho già detto che quella è acqua passata?  Ti ho già detto che ho rinunciato al piano di mio nonno e in qualche modo lui sembra esserne fatto una ragione, o almeno credo». «Mi dispiace ma non penso di poterti credere così facilmente». «Bene, se la metti su questo piano, neanch’io penso di crederti così facilmente quando dici che riuscirai a proteggere NaNa-ssi da tuo nonno». «Ah sì? E che intendi fare allora?», questo tipo mi da proprio sui nervi, non sa cosa siano i limiti. «Intanto, intendo far restare NaNa-ssi qui e poi riportarla casa più tardi o domani mattina». «Oh! Questa è davvero bella! Pensi che possa permettere che la mia ragazza passi la notte a casa di un dongiovanni come te?», deve essere pazzo di sicuro per aver anche minimamente pensato ad un qualcosa del genere. Mi dirigo verso il divano dove NaNa è sdraiata. Devo portarla fuori prima possibile. «TI HO DETTO DI LASCIARLA DOVE SI TROVA!», eh? Come si permette di urlarmi a quel modo? «Senti bello, credo che tu stia superando un po’ troppo limiti! E poi che diamine urli a quel modo? Vuoi svegliarla?». «Ch-ChanYeol…», ecco appunto, NaNa si è svegliata e sta tentando di mettersi a sedere, la aiuto. «NaNa… ti sei svegliata? Come ti senti?», domando non curandomi dell’individuo meschino dietro la mia schiena, rimasto probabilmente senza parole per via del risveglio di NaNa. «Mi fa male la testa… ma dove sono?». «È normale hai bevuto tanto, tranquilla non importa sapere dove sei, adesso ti porto a casa», affermo cercando di sollevarla di peso dal divano. «Non ti avevo detto di lasciarla stare lì?», sembra che il dongiovanni abbia ripreso la parola. «Han-ssi?», domanda NaNa con ancora gli occhi semiaperti. Il diretto interessato, chiamato in causa, si avvicina anche lui al divano e NaNa torna a mettersi seduta divincolandosi tra mie braccia. Accidenti, vorrei solo andarmene da qui al più presto. «Sì, sono io NaNa-ssi, non ricordi? Ci siamo incontrati al pub e subito dopo ti ho portato qui a casa mia». «Vagamente, ricordo che stavo bevendo e poi… sì e poi… sei sbucato all’improvviso, ricordo solo questo». «Sì, be’, lascerei questi convenevoli per la prossima volta, NaNa ce la fai a rialzarti? Andiamo via», affermo cercando di non perdere il contatto fisico con lei. «Non credo che NaNa si sia ancora ripresa». Questo damerino e le sue sciocchezze mi hanno proprio scocciato adesso. Sollevo definitivamente NaNa dal divano e mi rivolgo al maledetto in questione. «Senti, mi hai davvero stancato con tutta questa storia. NaNa è la mia ragazza, me ne occuperò io. Sei pregato di non ronzarle più intorno, se ti vedrò ancora con lei la prossima volta stai certo che non mi tratterò come oggi, e non te la caverai semplicemente con un pugno, quindi, vedi bene di starle alla larga, hai capito?», affermo guardandolo dritto negli occhi. Spero che finalmente abbia recepito il messaggio. Non dice nulla, ma il suo sguardo di sfida dice tutto, sicuramente non si toglierà di torno tanto facilmente, be’ non m’importa, in questo momento voglio solo portare NaNa il più lontano possibile da qui. Apro finalmente la porta e mi dirigo verso la macchina, fortunatamente il playboy decide di non seguirci fuori. Adagio NaNa, incapace ancora di intendere e volere, nel sedile del passeggero anteriore, sembra si sia nuovamente addormentata. Meglio così, non voglio che assista a scene di soap opera di terza categoria come quella appena avvenuta. Appena entrato in macchina mando un messaggio alla mamma di NaNa. Ho deciso di portarla a casa mia, avverto i suoi di non preoccuparsi e che la figlia è con me. In questo momento provo sul serio molta rabbia. Perché NaNa è dovuta finire a casa di quel pervertito? Perché non mi ha detto nulla dell’incontro con il nonno? Perché ha preferito rifugiarsi nell’alcool piuttosto che parlarne con me? Non si fida completamente di me? Con in testa simili domande parto per raggiungere il mio appartamento.
  
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