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Autore: cassiana    06/07/2009    3 recensioni
Emyn Arnen, Quarta Era: sono i primi tempi del matrimonio tra Eowyn e Faramir e sebbene sembra andare tutto per il meglio, Eowyn si sente irrequieta, scontenta della vita che ha scelto. Durante una sortita di Faramir contro alcuni banditi che vessano la popolazione, la Bianca Dama prende una decisione che la porterà a scoprire sè stessa e i suoi veri sentimenti.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eowyn, Faramir
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Abbandona la spada Bianca Dama

 CAPITOLO III.
          


            Il gruppo di Beregond procedeva guardingo nel fitto della foresta, diretto a sud e intenzionato a portarsi  con un ampio arco sulle rive dell’Anduin. Avrebbe poi seguito il corso del fiume fino a trovarsi alle spalle dell’accampamento dei fuorilegge, pronto ad accogliere con le armi in pugno i fuggitivi. I Raminghi procedevano silenziosi, a passo veloce, senza i cavalli ad ingombrarli e divisi in piccoli gruppi. Il mantello verde, di cui avevano tirato su il cappuccio, faceva sì che si mimetizzassero tra il fogliame. Eowyn faceva parte di un gruppo di tre uomini, uno più anziano ed esperto ed un altro giovane come lei o come sarebbe sembrata se fosse stata un ragazzo. Silenziosa e vigile come i suoi compagni, aveva le gambe  dolenti perché non era più abituata a muoversi tanto in fretta e il suo petto si alzava ed abbassava in un ansito frettoloso. Il comandante del drappello si fermò e fece loro cenno di fare altrettanto quando alla loro sinistra udirono un verso d’uccello singolarmente lungo e sonoro. L’uomo rispose con lo stesso verso. I ranger stavano comunicando fra loro. Eowyn corrugò la fronte, il giovane accanto a lei bisbigliò qualcosa, ma la donna lo zittì scuotendo la testa. Un uomo, staccatosi da uno degli altri gruppi, riferì loro la novità: i soldati di Faramir avevano catturato uno dei fuorilegge che, sotto interrogatorio, aveva rivelato l’ubicazione esatta dell’accampamento. Eowyn esultò, l’eccitazione cominciò a scorrerle nelle vene, l’azione tanto desiderata stava facendosi sempre più imminente. Con quella recente informazione i ranger misero a punto un nuovo itinerario e, correndo, conversero lungo il fiume. Le acque luccicanti riflettevano la luce del sole e l’Anduin sembrava un enorme drago dormiente. Gli uomini si disposero ai propri posti, in attesa. La donna sguainò la spada ed il suono del metallo contro il metallo le strappò un brivido, l’elsa fredda contro la mano sudata, il sole che le bruciava la schiena, l’odore della paura e dell’eccitazione: tutto questo la fece sentire a casa, era qualcosa che conosceva, che le era finalmente familiare. All’improvviso un gruppuscolo di una decina di uomini eruppe dal folto del bosco. Urlavano e non si resero conto, se non all’ultimo, dei ranger che li stavano aspettando. Eowyn, il volto trasfigurato in un ghigno, con un urlo balzò loro incontro, imitata dai compagni. Lo scontro fu poco più di una scaramuccia: i predoni non erano abituati a misurarsi con dei guerrieri esperti. Dopo qualche colpo tentarono di nuovo la fuga. Gli  uomini di Beregond li incalzarono fino a renderli innocui. Due erano feriti in modo piuttosto grave, il loro sangue già colava sul terreno e si lamentavano ad alta voce. Qualcun altro imprecò fino a che uno strattone non lo ridusse al silenzio. Gli altri sedevano torvi ed incupiti. Beregond indicò qualcuno tra i suoi:
            - Fate loro la guardia, torneremo dopo a prenderli - ordinò. 
Per un momento Eowyn agghiacciò, le era sembrato che Beregond avesse indicato anche lei. Ma questo avrebbe significato che la sua avventura sarebbe finita lì: non poteva permetterlo. La guerriera sopita dentro di lei si era risvegliata, il sapore metallico della battaglia, l’odore della polvere nelle narici, le erano entrati dentro facendola fremere, quasi tremare dall’eccitazione. Scattò insieme agli altri raminghi, pronta per una nuova battaglia.
            Il clangore delle armi che cozzavano l’una contro l’altra, gli alti nitriti dei cavalli e le urla degli uomini li guidarono nella giusta direzione. Piombarono alle spalle dei fuorilegge andando ad incrementare le forze del Principe. Il numero dei tagliagole era in netta maggioranza, i briganti si battevano con la forza della disperazione, quella di chi non ha nulla da perdere. Alcuni erano ben addestrati, forse erano stati soldati di quello stesso Re che ora disprezzavano. Ma i ranger stavano avendo velocemente la meglio. Eowyn, che era ai margini del combattimento, scorse Faramir al centro dello scontro che si batteva con furore; non l’aveva mai visto così: ruotava su se stesso menando fendenti e stoccate, coi capelli sciolti che ondeggiavano attorno al viso; era sicuro nei suoi movimenti, forte e attento, generoso quando si trattava di coprire qualcuno dei suoi uomini e determinato nell’affondare i colpi negli avversari. Il cuore di Eowyn si riempì di ammirazione ed orgoglio. Quel lato del marito la colpì nel profondo: poteva adesso realmente comprendere perché i suoi raminghi lo amassero tanto e, invero, lei stessa sarebbe stata pronta a gettarsi tra le fiamme del Monte Fato per lui. Non per la gloria, non per la salvezza di intere nazioni, ma solo per amore di Faramir.
            Egli, nel frattempo, continuava a vibrare fendenti, senza risparmiarsi, nonostante la stanchezza cominciasse a farsi sentire: le braccia gli dolevano e il sudore gli pizzicava gli occhi. Con un gesto frettoloso si scostò i capelli bagnati dal volto; il respiro si era fatto pesante e la gamba, dove era stato colpito di striscio, gli bruciava come l’inferno. Non si era reso conto di essersi staccato dal resto dei suoi uomini e di star combattendo da solo. Eowyn, che cercava di non perdere d’occhio il marito nelle rare pause in cui non era impegnata a non essere sopraffatta lei stessa, si accorse del pericolo. Menando colpi a destra e a sinistra cercò di avvicinarsi a lui. Anche Mablung, accortosi della situazione, si stava spingendo verso il suo signore urlando a squarciagola:
        - Avvicinatevi al Principe! – Riuscì ad avere la meglio su un paio di banditi che gli sbarravano la strada, poi fu costretto a balzare di lato. Faramir se la stava vedendo con due avversari, cercò di tenerli entrambi sullo stesso lato ed incalzarli in attesa che qualcuno venisse ad aiutarlo.
        - Beregond! Mablung! – chiamò urlando.  Roteò la spada in un ampio arco per tenere lontani da sé gli avversari. Eowyn urlò il suo nome e con rinnovato vigore corse verso il suo sposo, incurante della propria sicurezza personale. Non aveva paura per la sua salvezza ma per quella di Faramir: era il suo signore e adesso capiva che cosa volesse dire amare un uomo oltre ogni comprensione. Era quasi arrivata accanto a lui quando qualcuno con uno spintone la buttò a terra.
    - Faramir, no!




Spazietto Autrice:

Grazie di nuovo a tutti per i commenti! Mi dispiace averci messo tanto a postare il capitolo, ma ho avuto grossi problemi di connessione.

Mannu: Ancora azione, sei contento? Per darti un'idea visiva dei personaggi guarda la pagina di questa bravissima artista. Questi sono la versione canon di Faramir ed Eowyn (a cui mi sono ispirata nella descrizione fisica).Questi invece sono nella versione filmica.
penna35: ed eccolo qui! Spero continui a piacerti! ^^"
Cleo92: Anche io adoro Faramir, è uno dei miei personaggi preferiti in effetti. Spero che questo cap. ti sia piaciuto quanto gli altri ^__^






   
 
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