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Autore: Yuna Shinoda    06/07/2009    1 recensioni
Blair non riusciva più a sopportare di essere stata rifiutata da Chuck.
Dopo tante delusioni, decide che è tempo di partire e lasciarsi la sua vita alle spalle, insieme a lui e tutto il resto. Parte così per New Haven per frequentare l'università dei suoi sogni, Yale...
Per degli strani casi della vita, tre anni dopo, Blair torna a New York dove si scontrerà nuovamente con il suo passato.
Sarà cambiato qualcosa da parte di Chuck in questi anni?
Post 2x17... SPOILERS LEGGERI
Genere: Romantico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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Quella mattina, Blair si svegliò molto presto.

Aveva dormito quasi niente, e sperava vivamente che la sua amica Serena si presentasse presto da lei con un avvenente ragazzo che avrebbe saputo recitare una finta storia d'amore con lei.

Dall'altra parte di NYC, Chuck Bass era nella sua stessa situazione.

Non aveva dormito, non aveva mangiato, e non aveva nemmeno voglia di starsene rintanato nel Palace con le mani in mano.

La sua fiamma da sempre, Blair Waldorf, era tornata da New Haven con tante sorprese, una delle quali era quella da lui più temuta: un avversario. Chuck amava tanto le competizioni, perchè sapeva che poteva vincerle. Ma con Blair, dopo due anni di distanza sarebbe stata la stessa cosa?

E se fosse cambiata? Se davvero l'amore per questo nuovo tipo era vero tanto che nemmeno lui potesse infierire? Questo nuovo gioco doveva vincerlo, per evitare che lei partisse di nuovo.

 

 

Tornando ai Waldorf, la risposta sexy di Serena non si fece attendere.

Blair fu pronta subito, indossò un vestito molto attillato e corto di seta rossa, per accentuare il colore dei suoi capelli e il suo volto.

 

“Blair, ti presento Alessandro”

Blair spalancò la bocca. Era davvero un ragazzo carino.

Aveva gli occhi castano caramello, che le ricordavano quasi quelli di Chuck, i capelli non troppo lunghi, che erano acconciati all'indietro di colore castano non troppo scuro.

Indossava un maglioncino di cachemire a scollo a v di color blu notte, con la camicia celeste che gli spuntava da sotto, e un pantalone classico probabilmente della stessa fabbrica. Certo che, più lo osservava e più le sembrava avesse lo stesso stile di Chuck.

Era ottimo, tanto da sembrare quasi una specie di principino.

“Molto piacere” fece la ragazza sorridendo. Alessandro, per tutta risposta, le bacio la mano sorridendole a sua volta.

“Piacere mio, Blair” pronunciò il suo nome con uno strano accento, e con un tono sensuale che faceva invidia anche a Brad Pitt nella migliore delle sue interpretazioni.

Blair sbatté gli occhi, e sorrise anche a Serena, che la prese in disparte per parlarle. 

“Alessandro è italiano, viene dalla Toscana. E' il figlio di un noto imprenditore italiano che mia madre ha conosciuto tempo fa. Insieme giocavamo sempre da bambini quando ci ospitava nella sua tenuta a Firenze...”

A Blair si illuminavano gli occhi, e il suo sorriso divenne più ampio.

“Benissimo! Sa già cosa fare?”

“Gliene ho parlato, e ha detto di essere disposto”

“Serena se non avessi te” disse Blair stringendo le mani all'amica “adesso andiamo a provarlo!”

Blair era felice del suo piano, poiché sperava che in questo modo Chuck si sarebbe davvero accorto di ciò che aveva perso.

B decise quindi di parlare con lui per dirgli cosa fare, poiché guarda caso, quella stessa sera, ci sarebbe stata una cena di beneficenza organizzata da Lily Van Der Woodsen a cui la famiglia Waldorf – Rose era stata invitata.

“Alessandro” disse B attirando l'attenzione su di lui “penso che dovremmo mettere in chiaro delle cose” mentre a Serena disse sottovoce “Ci vediamo stasera, S” facendole l'occhiolino.

“Sai bene cosa fare, no?” chiese pochi secondi dopo ad Alessandro.

“Serena mi ha già detto tutto. Ti puoi fidare” rispose lui con sguardo fiero.

Sapeva il fatto suo, e questo giocava a favore di B. Quella sera avrebbero dovuto fingere sul serio di amarsi, o qualcosa di simile. Il gioco sarebbe dovuto essere molto simile alla realtà, per evitare che Chuck, diffidente com'era, pensasse il contrario.

E fu così che arrivò la sera, ed Alessandro si ripresentò a casa dei Waldorf per iniziare a mettere in scena la recita. La madre di Blair, Eleonor, fu difatti meravigliata di vederlo nel suo soggiorno che aspettava la figlia.

 

“E tu chi sei?” chiese con tono un po' scontroso.

Lui si alzò e le prese la mano, e la baciò. “Sono Alessandro, il ragazzo di Blair”

Eleonor alzò le sopracciglia e sorrise, compiaciuta anche del gesto galante. “Oh, beh, mia figlia non me l'aveva detto” disse, senza nemmeno terminare la frase.

“E' che non c'è stato tempo, mamma” disse Blair entrando all'improvviso nella stanza e dando un bacio a stampo al ragazzo, e mettendogli una mano dietro la schiena.

“Felice di conoscerti, allora” fece Eleonor “ci vediamo dopo” e salì le scale, mentre Blair e Alessandro restarono soli.

 

Si fissarono per qualche secondo negli occhi, e poi lei si allontanò e Dorota le portò il soprabito.

Quando uscirono dall'edificio, entrarono nella loro auto che li portò direttamente al Palace, dove si svolgeva l'evento di beneficenza.

Prima di uscire dall'auto, Blair raccomandò il suo 'ragazzo'.

 

“Fai sempre ciò che ti dico, assecondami” gli disse con tono aspro.

“So cosa devo fare” concordò lui.

“Bene. Meglio se non fai errori”

 

Blair prese la mano del ragazzo, ed insieme entrarono nell'hotel, pronti a far iniziare il loro show personale, sperando di riuscire nell'intento.

All'uscita, c'era la madre di Serena, Lily, che salutò Alessandro con un abbraccio, dato che già lo conosceva da tempo, mentre da qualche altra parte nella grande sala, Chuck girovagava proprio alla ricerca di Blair e del suo nuovo uomo.

Quando riuscì a trovarli, passò tra la gente quasi come fosse un serpente per evitare di perderli.

Poi mise una mano sulla spalla di Blair, che se la scrollò subito, arricciando il naso.

 

“Avevo sentito il tuo profumo da lontano” la provocò avvicinandosi al suo orecchio e socchiudendo gli occhi quasi come per odorare “è inconfondibile”

Lei allontanò il suo viso bruscamente, e si avvinghiò al braccio di Alessandro.

“Sì, come no” gli disse lei.

“Tu devi essere Chuck” disse Alessandro, ben preparato da Serena.

Chuck alzò un sopracciglio, come per sfidarlo. “Vedo che la mia fama mi precede” disse storcendo la bocca “evidentemente Blair mi pensa sempre anche quando scopa con te”

Blair gli pestò un piede con il tacco, e lui prontamente cercò di spostarlo, ma non ci riuscì, così Chuck cercò di fingere il dolore per tenere ancora il suo gioco.

“Chuck” disse lei con espressione severa avvinghiandosi ancora di più ad Alessandro e cercando di ribattere, ma Alessandro riuscì a parlare prima di lei. Era stato davvero preparato bene.

“Non ne ha nemmeno il tempo dato che ogni volta urla dal piacere” disse lui avvicinandola ancora di più a se e accarezzandole il braccio.

 

Chuck incurvò le labbra in modo saccente, accettando la provocazione di Alessandro come una sfida ancora più gustosa. Prese un drink da un vassoio e lo ingerì in fretta, alzandolo e dicendo “alla vostra salute” ed allontanandosi dalla coppia finta verso nuove mete.

Blair si staccò da Alex e si compiacque con lui della sua bravura.

 

“Sei stato ottimo”

“Andrà sempre meglio” disse, avvicinandola nuovamente a sé che lei ne fu sorpresa.

 

Scese la mano lentamente sulla sua schiena, raggiungendo il suo sedere, quando lei si allontanò di botto da lui e lo guardò storto. Questa proprio non se l'aspettava.

Gli prese la mano con un'espressione quasi arrabbiata, che a causa della recita divenne subito neutrale. Non sia mai che qualcuno capisse il perchè della sua arrabbiatura... Poteva sembrare innaturale ad un Chuck Bass che una ragazza come Blair respingesse questo gesto, se era il suo fidanzato... Ed aveva visto tutto ed era pronto ad agire...

 

La cena stava cominciando, e tutti gli invitati iniziarono a prendere posto ai propri tavoli. 

Blair, mano nella mano ad Alex, chiese al cameriere il loro tavolo.

I due si diressero verso il tavolo assegnato, e Blair fu nuovamente compiaciuta di dov'era capitata.

Chuck era seduto al tavolo con le mani incrociate e i gomiti sul tavolo, con il suo solito sorriso beffardo che significava solo una cosa: stava arrivando all'obiettivo.

Blair lo guardò storto, ma dentro di sé era felice. Stava ottenendo quello che voleva: farlo ingelosire.

 

“Perchè siamo al tu tavolo?” gli chiese, e lui sembrò ancora più compiaciuto del solito.

“Lily ha pensato che era meglio così” disse, tanto che Blair non fu nemmeno sicura che quella fosse la verità. Lui avrebbe fatto di tutto per riconquistarla, e ne era conscia.

 

Guarda caso, i due posti assegnati erano proprio accanto a lui.

Alex si stava andando a sedere vicino a Chuck, ma Blair lo bloccò. Voleva avere lei la situazione in pugno, almeno per una volta, e la reazione di Chuck non si fece attendere.

 

“Ma no, Blair. Perchè non fai sedere qui il tuo ragazzo” disse indicando la sedia accanto alla sua “mi piace conoscere nuova gente, soprattutto se ha a che fare con te”

 

Blair strinse il braccio di Alex fingendo di essere arrabbiata, ma poi lo spinse verso la sedia, e prese posto accanto a lui.

Chuck cominciò subito la sua controffensiva.

 

“Allora, non ti sei proprio presentato”

“Sono Alessandro, Alex”

“Alessandro... Italiano. A Blair piace molto lo straniero, quando vuole divertirsi”

Blair corrugò la fronte, e guardò storto Chuck, per l'ennesima volta. Dentro stava quasi esultando.

“Alex, non ascoltarlo. E' geloso”

Chuck cominciò a ridere, tanto che anche le altre persone sedute al tavolo lo fissarono, compresa Serena, che era arrivata da poco.

“Sì, come no. Dimmi, Alex, cosa fai?”

“Sono un imprenditore. Mi occupo di automobili” disse lui con scioltezza, assecondando il gioco di Chuck.

“Automobili. Dovevo immaginarmelo. Blair ama particolarmente farlo nel retro delle macchine”

“Non è vero, tesoro” disse Blair guardando con finta dolcezza il suo finto ragazzo “sta dicendo un mare di cavolate” gli prese il mento tra le mani e gli diede un forte bacio a stampo a fior di labbra.

 

Chuck aveva un'espressione composta, ma avrebbe tanto voluto spaccare la faccia al malcapitato. Le cose non potevano nuovamente andar male, tra lui e Blair. Lui la voleva e doveva ottenerla.

Nel frattempo arrivarono le portate, e restarono tutti in silenzio.

Blair e Alex fingevano di dirsi parole carine d'amore, mentre Chuck rosicava e beveva un sacco di alcolici per pensare meglio a cosa fare.

Improvvisamente, quando l'orchestra cominciò a suonare melodie da ballo, molte coppie si alzarono. Blair aveva intenzione di ballare con Alex, e lui prese direttamente l'iniziativa alzandosi e baciandole la mano, sotto lo sguardo schifato di Chuck che pensava a quanto lui avrebbe fatto meglio.

 

Blair mise le mani attorno al collo di Alex, e lo fissò sorridente.

“Mi sembra che fino ad ora stia procedendo bene”

“Ottimamente. Ma... non mi è chiara una cosa” disse Blair, prima di poter essere interrotta.

Alessandro si fermò, bloccato da una mano di Chuck dietro la schiena.

“Posso?”

“Prego” fece lui, e si allontanò facendo l'occhiolino a Blair.

 

Chuck mise le sue mani dietro la schiena di Blair, mentre lei fingeva di non volerlo vedere negli occhi, roteando gli occhi verso l'alto. Poi, Chuck si fermò quasi, ed abbassò il mento della ragazza per vederla in viso ed avere la sua attenzione.

 

“Cosa vuoi?” chiese lei bruscamente.

“Si vede. Non sei brava a recitare”

Blair sbuffò. “Secondo te sto recitando? Ma andiamo, troveresti qualsiasi scusa per farmi litigare con Alex! Si vede che sei geloso”

Chuck rise nuovamente al fatto di esser geloso per non poterlo realmente ammettere.

“E tu sei falsa. Si vede lontano un chilometro che non ti piace”

“Allora sei geloso?”

“Qui sono io che pongo le domande, Waldorf. Non sviarmi. Non ti piace”

“Mi piace, e anche tanto. E bacia meglio di te”

Chuck sorrise all'affermazione. Non c'era nessuno meglio di lui in quell'attività.

“Non ti credo, mi dispiace. Perchè chi bacia meglio di me sono solo io”

Adesso fu Blair a sorridere, ma non rispose.

Chuck ripartì all'attacco. “E sentiamo, anche a letto è meglio di me? Voglio proprio saperlo”

Blair si aspettava una domanda del genere da un tipo così, e rispose “Oh, mille volte meglio”

Lui si avvicinò impercettibilmente a lei, le loro labbra erano quasi vicine.

“E allora... come ti chiama quando fate l'amore? Dove... poggia le mani? Lui...”

 

Blair non riuscì a dire una parola, fu bloccata dalla vicinanza eccessiva dei loro corpi. Chiuse gli occhi e gli si avvicinò, con la tentazione di baciarlo, ma lui le fu subito distante dopo pochi secondi, tanto che lei stava quasi per cadere.

 

Mentre si allontanava, le disse chiaramente “Questa è la prova che non è vero” lasciandola spiazzata sulla pista da ballo, con la bocca spalancata.

 

Aveva già capito tutto? Lei sperava di sì.

Uscì fuori dall'edificio, e andò a prendere un po' d'aria. Stranamente, Alex la seguì, e la strinse forte da dietro, tanto che le venne un colpo.

Voltò il viso, e si trovò faccia a faccia con lui.

 

“Allora, non abbiamo parlato di una cosa”

“Cosa, Alex?”

“Come mi pagherai”

Blair sbatté gli occhi, quasi incredula. Cosa voleva quel tipo? A tratti le ricordava Chuck...

“Spiegati meglio”

“Non credere che io voglia soldi, ma...” non riuscì a terminare la frase che arrivò Serena.

Alessandro si staccò subito da Blair, e lei avanzò a fianco all'amica.

La serata proseguì molto piatta.

Alessandro continuò la sua recita, accentuando ancora di più dei comportamenti.

Mi se spesso le mani dove non doveva, baciò spesso Blair con baci appassionati ma tuttavia non troppo casti per uno che doveva solo fingere. Si stava troppo facendo prendere la mano.

Quando la serata fu conclusa, Blair non vide l'ora di tornarsene a casa. Non aveva apprezzato particolarmente la compagnia di Alex se non all'inizio della serata, e se non avesse dovuto far finta, forse l'avrebbe già abbandonato e se ne sarebbe andata.

Blair ed Alex aspettarono soli il taxi fuori al Palace, quando ormai quasi tutti coloro che erano alla cena se n'era andati.

 

Chuck voleva arrivare fino in fondo a questa faccenda, così uscì anche lui all'esterno per vedere cosa succedeva. Dopotutto, lui era un ottimo osservatore.

Alex strinse il fianco di Blair quando il loro taxi arrivò, e Chuck, silenzioso dietro di loro, la sentì lamentarsi. “Allontanati un po', così mi stringi troppo!” e non capiva perchè.

Eppure, queste parole confermavano ancora di più la sua tesi. Decise di seguirli, così fece segno al suo autista di prendere subito la sua limo.

 

Il taxi di Blair e Alex percorse la strada usuale per arrivare a casa dei Waldorf, ma ad un certo punto, al semaforo, invece di girare a destra come Chuck ben sapeva, voltarono a sinistra.

“Segua la macchina” intimò Chuck al suo autista, e lui non se lo fece ripetere due volte.

Il taxi arrivò fino ad un edificio, dove si trovava un hotel a cinque stelle.

Chuck, nella comodità della sua limo, osservò la strana coppia uscire dall'automobile. Lui le teneva saldamente un braccio, quasi come se stessero a braccetto, e all'improvviso si fermarono sotto alla tettoia dell'albergo. Iniziarono a parlare, ma Chuck era troppo lontano per ascoltare.

 

“Perchè siamo qui? Portami a casa”

“Ti avevo detto che mi dovevi una ricompensa”

Blair fece un ghigno. “Una... ricompensa? Stai scherzando? Me ne vado”

 

Cercò di andarsene, ma la presa forte di Alex la fece voltare nuovamente verso di lui. Le stringeva saldamente il braccio, mentre lei cercava invano di liberarsi. Si leggeva la sua forza di volontà scritta in volto, e Chuck da lontano lo notò benissimo.

 

“Non ti chiedo molto, dopotutto. Ti conosco, so che sei una facile”

“Cosa? Tu sei solo uno stronzo. Non avrai nulla da me per una stupida finta! Lasciami!”

Alex continuò a stringere, e con la forza, riuscì a far entrare Blair nell'albergo.

 

Chuck decise solo allora di intervenire.

Non ne era sicuro, ma il comportamento che aveva visto fare ad Alex pochi istanti prima non era di certo quello di un fidanzato. Se fosse stato un ragazzo geloso, di sicuro l'avrebbe affrontato prima, quando entrambi erano ancora nella sala della cena.

E se... Non volle pensarci.

 

“Aspetti qui” disse al suo autista, ed uscì in fretta dalla limo, dritto nella hall dell'albergo a chiedere di quel tizio.

“Scusi” cominciò “gradirei sapere la stanza di quel signore che è appena entrato assieme alla ragazza castana” cercò di usare una voce sensuale, per fortuna alla reception c'era una ragazza giovane che poteva cascarci.

Lei prima fu interdetta, poi rispose “numero 514, secondo piano”

“Grazie” rispose lui secco, dirigendosi in fretta verso l'ascensore.

Lo trovo occupato, e pensò che all'interno c'erano proprio Blair e il suo 'amichetto'. Decise di prendere le scale, almeno sapeva dove andare.

Corse affannato fino al secondo piano, e si fece dire da un inserviente la giusta posizione della stanza di Alex. Sentiva già delle voci familiari.

“Alex! Voglio andare via!”

Chuck corse dalla parte dove sentiva i rumori, e lì trovò lì.

 

Alex era come un falco su di lei, cercava di baciarla, ma lei non si faceva toccare. Così lui le passava le mani dappertutto, in modo totalmente disgustoso. Gli ricordava tanto lui tanti anni prima. Giovane, e molto immaturo. Più di adesso.

Di getto si buttò su Alex, e gli diede un pugno in pieno volto, tanto che il ragazzo cadde per terra senza la possibilità di rialzarsi.

Offrì la sua mano a Blair con un “Andiamo, forza” e lei non se lo fece ripetere due volte.

 

 

I due scesero con l'ascensore fino a piano terra. Nessuno dei due ebbe la minima voglia di parlare, e Blair non si oppose nemmeno quando Chuck le aprì la portiera della sua limo. Al contrario, avrebbe potuto dirgli che voleva andare via con un taxi, ma nel suo cuore sapeva che voleva stare assieme a lui. Non dissero una parola nemmeno nella limo, Blair si limitò a guardare fuori dal finestrino con il mento appoggiato sulla mano, quasi come se a chissà cosa stesse pensando.

 

Sospirò quando vide la strada dove abitava. Non voleva andar via.

Si voltò verso Chuck, che aveva un'espressione indecifrabile.

“Non voglio tornare a casa” disse, cercando finalmente la sua mano e ritrovandola dopo tanto tempo. La strinse forte, e lui di conseguenza.

Girò il volto verso l'autista e gli disse “al Palace” e poi tornò nuovamente su Blair. Lei si accasciò sulla sua spalla. Quasi un movimento naturale, come se con lui fosse così facile, e restarono così finchè non raggiunsero la meta.

 

Chuck la tenne per mano come non aveva mai fatto prima, ed insieme salirono nella sua suite, la stanza 1812. Nell'ascensore restarono in silenzio come nella limo, quasi come se non ci fosse nulla da dire, ma la presa di Chuck non venne meno, stranamente.

 

Una volta nel corridoio, lui avanzò il passo. Arrivati alla porta della stanza, Blair strinse ancora di più la presa, ed una volta entrata, si gettò sul suo petto e cominciò a piangere silenziosamente.

Lui non sapeva cosa fare, quindi cercò di confortarla con le sue braccia. Solitamente era lui quello nella posizione di Alessandro. Era davvero una sensazione strana non avere nessuna colpa...

Blair pianse per molto tempo, ma non disse nulla.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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