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Autore: Ghillyam    30/06/2018    2 recensioni
Mi sono sempre chiesta: cosa sarebbe successo se, insieme a Emma e agli altri, Regina fosse entrata nelle temibili Caverne dell'Eco sull'Isola che non c'è? Quale sarebbe stato il segreto che avrebbe dovuto rivelare? In questa One Shot ho provato a darmi una risposta.
[Dal testo]
«Regina, è il solo modo che abbiamo per uscire da qui.»
«Possiamo passarci il resto delle nostre vite per quanto mi riguarda.»
«Nostro figlio è là fuori, da solo. Vuoi davvero abbandonarlo per orgoglio?»
«Non parlare a me di abbandono, signorina Swan.» ammonisci, ma in cuor tuo sei perfettamente consapevole che, per quanto ti costi ammetterlo, Emma ha ragione e il pensiero del tuo piccolo principe nelle grinfie di Peter Pan è un motivo più che sufficiente per indurti a parlare.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Baelfire, Emma Swan, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Neal Cassidy, Neal Cassidy/Baelfire, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata a due persone speciali che, no matter what, per me ci sono sempre. Vi voglio bene <3
 
Echo
 
Hello, hello. Anybody out there?
‘Cause I don’t hear a sound
Alone, alone. I don’t really know where the world is,
But I miss it now
[…]
‘Cause my echo, echo
Is the only voice coming back
Shadow, shadow is the only friend
That I have
 
 
Nel momento in cui Neal esce dalla gabbia, stringendo Emma tra le sue braccia, un brivido freddo ti percorre la schiena: è stato troppo facile. Per te, se non altro.
È vero, avete liberato il figlio di Tremotino – il padre di Henry – e i più profondi segreti sono stati rivelati, ma il tuo è ancora celato nelle cavità scure del tuo cuore e sei abbastanza sicura che nelle intenzioni di Peter Pan non ci fosse di lasciare illesa proprio te, la Regina Cattiva.
Non dici nulla, e ti fai da parte quando Baelfire e la Salvatrice vi raggiungono, ma più vi avvicinate all’uscita della caverna e più il peso che avverti nel petto spinge prepotente per uscire. Lo trattieni, ma quando i passi di David si arrestano perché una sorta di muro invisibile lo blocca è chiaro che il momento che hai tanto temuto sia ormai arrivato.
«Maledizione!» esclama il pirata, dopo aver menato inutilmente un fendente con la spada e uno con l’uncino.
Tu arretri. È da vigliacchi, lo sai benissimo, ma per nessuna ragione al mondo saranno gli Azzurri* – Emma inclusa – e quelle due sottospecie di individui gli auditori del tuo più doloroso segreto.
«Qual è il problema? – sbotta Emma, ancora scossa per il momento catartico vissuto poco prima – Mi pare che i patti siano stati rispettati anche troppo. Hai sentito, grotta infernale? Facci uscire!»
Nel marasma che si crea – tra David e Neal che iniziano a lanciare pietre e sassi contro l’intangibile ostacolo e la Swan che riprende Uncino perché la sua unica soluzione pare essere il rum – Mary Margareth è la sola a mantenere la calma e, anche se vorresti ignorarla, non puoi fingere di non aver sentito il suo tocco sul tuo braccio.
«Che c’è?» chiedi, ritraendoti con foga eccessiva. Se fino a quel momento sei riuscita a mantenere inalterato il tuo temperamento ora che anche gli altri si sono accorti di te un tremito ti scuote perché sai che è solo questione di tempo prima che te lo chiedano – ordinare sarebbe un termine più adatto, in realtà.
«Lo sai benissimo.» dice Neve, con quel suo sguardo che sembra capace di leggerti fino in fondo all’anima e che tu non hai mai sopportato.
Potresti fingere di non capire, ma che non sei stupida è un dato appurato ormai da tempo e in ogni caso servirebbe solo a farti guadagnare una manciata di secondi che non cambierebbe la realtà dei fatti.
«Non lo farò.» dichiari, incrociando le braccia davanti al petto. Stupida no, ma nemmeno accondiscendente.
«Regina, è il solo modo che abbiamo per uscire da qui.»
«Possiamo passarci il resto delle nostre vite per quanto mi riguarda.»
«Nostro figlio è là fuori, da solo. Vuoi davvero abbandonarlo per orgoglio?»
«Non parlare a me di abbandono, signorina Swan.» ammonisci, ma in cuor tuo sei perfettamente consapevole che, per quanto ti costi ammetterlo, Emma ha ragione e il pensiero del tuo piccolo principe nelle grinfie di Peter Pan è un motivo più che sufficiente per indurti a parlare.
Tiri un respiro profondo e nel frattempo maledici l’Isola che non c’è e i suoi trucchi demoniaci; salvato Henry, la raderai al suolo. Sono lunghi gli istanti di silenzio che precedono le tue parole, ma il groppo che hai in gola è difficile da sciogliere.
«Io… Io non – ti devi schiarire la gola prima di proseguire – Io non ho nessuno.»
Ti aspetti di sentire commenti sul fatto che non ci sia da stupirsi o che è quello che ti meriti dopo tutte le azioni deplorevoli che hai compiuto, ma nessuno parla. Uncino si limita a sedersi in un angolo e a scrostare gli stivali dal fango, come se ne avessi per molto. Vai avanti «Per diciotto anni sono stata sola, e poi è arrivato Henry e non lo sono stata più – un sorriso amaro si fa strada sul tuo viso – Ma ho sbagliato con lui. Non sono riuscita a fargli capire quanto lo amassi e lui ha trovato qualcuno che lo facesse al mio posto.»
Non riesci a capire quanta accusa ci sia nello sguardo che rivolgi a Emma, ma lei abbassa gli occhi e intuisci che è senso di colpa quello che la trattiene dal commentare.
«Quando mia madre… Quando lei è tornata ho creduto di avere di nuovo qualcuno e so quello che pensate, ma le volevo bene – è di Mary Margareth il singhiozzo che senti e, nonostante lo sforzo immane che questa confessione ti sta richiedendo, l’istinto di torcerle il collo è forte – E adesso sono di nuovo sola. Se non riuscissimo a salvare Henry, se per qualche disgrazia dovesse morire non ce la farei. Non potrei sopravvivere senza di lui e allora sarebbe stato meglio che Greg e Tamara avessero finito il loro lavoro.»
Non è più Biancaneve quella scossa dal pianto, ma tu e non hai dubbi che quando tenterai di uscire non ci sarà niente che te lo impedirà. Lasci il gruppo alle tue spalle e ti immergi nella foresta, in direzione del luogo dove vi siete stabiliti la notte prima. Dannazione a te e alla decisione di seguire l’intera famigliola alla ricerca di Neal! Avresti dovuto dar retta alla tua di idea e unirti a Tremotino, invece di seguire i folli piani degli Azzurri che, come se l’esperienza non ti avesse insegnato niente, finiscono sempre col ritorcersi contro di te.
Il campo è deserto: Trilli è tornata al suo rifugio per fate senza ali ed evitando i giri di parole vi ha fatto intendere che vi rimarrà finché non avrete un piano decente per salvare Henry e andarvene dall’Isola. Non la biasimi, avresti fatto lo stesso.
Non sei mai stata una gran scarpinatrice – hai sempre preferito muoverti a cavallo o in carrozza, senza contare che Cora non ti avrebbe permesso di fare diversamente – ma in questo frangente sei riuscita a distanziare la combriccola di almeno una decina di minuti perciò ne approfitti per prendere il tuo sacco a pelo e stenderti nel posto più appartato della radura; parlare, o anche solo pensare di doverlo fare, è l’ultimo dei tuoi programmi quindi ti volti in modo da dare le spalle allo spiazzo e fingi di addormentarti, almeno fino a che la stanchezza prende il sopravvento su tutto il resto e il sonno ti coglie per davvero.
 
*
 
È una leggera pressione su fianco a svegliarti e con le palpebre pesanti ci metti un po’ a distinguere la sagoma di Baelfire seduto accanto a te. Il tuo primo pensiero è che i Bimbi Sperduti vi stiano attaccando e ti alzi di scatto pronta a intervenire, ma ci metti poco a capire che così non è: Emma e Mary Margareth sono una appoggiata all’altra nel tentativo di riposarsi per quanto possibile, mentre di David e Uncino non c’è traccia. Con ogni probabilità sono andati a cercare altra legna per il fuoco o qualcosa da mettere sotto i denti.
Torni a concentrarti su Neal con quello che speri essere uno sguardo intimidatorio, ma dubiti che il risultato sia soddisfacente.
«Scusa se ti ho svegliata.»
Non trovi una risposta adeguatamente pungente per replicare – la colpa la attribuisci alle tracce di sonno residue – e lui lo prende come un invito per continuare a darti il tormento «Sai, suppongo che noi due avremmo potuto essere fratelli.»
No, non era questo che ti aspettavi.
«E con ciò?» scatti, sulla difensiva. Anche tu hai riflettuto sulla questione e la conclusione che ne hai tratto è che sarebbe tutto ancora più complicato: tu madre adottiva del figlio di tuo fratello nonché nonna acquisita dell’altra sua madre. Un albero genealogico che avrebbe fatto impallidire chiunque.
Neal è titubante ma ti risponde «Quello che hai detto prima: in parte è colpa di mio padre e io – si interrompe alla ricerca delle parole giuste – Insomma, ci ha incasinati per bene tutti e due.»
«Immagino di sì.»
«Penso di doverci provare. Ad aiutarti, intendo. In un certo senso è merito tuo se ho una famiglia e credo sia giusto che l’abbia anche tu.»
Per un po’ tra voi cade il silenzio, come se le cose che avevate da dirvi si fossero esaurite, ed è un impulso che non sai da cosa sia stato generato a fartelo rompere «Grazie. Non eri obbligato a fare questo
Ride di fronte allo sconclusionato gesticolare con cui indichi l’insolito e inaspettato legame che è appena nato tra voi e, anche se vorresti che la smettesse, non puoi negare di avergli fornito un ottimo motivo per farlo.
«Forse non sei così male come pensavo, Baelfire.» aggiungi. Ti aspetti che replichi che è Neal ora, che Baelfire non esiste più da troppo tempo, ma sebbene la sorpresa nell’averti sentito usare il suo nome – il suo vero nome – sia palese nei suoi occhi non ti corregge e si limita a un cenno con la testa come a dire «Anche tu non sei terribile come ti descrivono.»
La vostra conversazione fatta di silenzi infiniti e battute sarcastiche prosegue fino al ritorno di Killian e il Principe che, con le bisacce ricolme di bacche vi invitano a fare colazione – o forse è il pranzo? Il tempo sull’Isola perde del tutto la sua logica – prima di rimettervi in marcia. Tu ne intaschi qualcuna e, dopo aver informato Bae del tuo piano, ti addentri tra le felci e gli alberi nodosi: hai bisogno di Tremotino per poter salvare tuo figlio.
 
 
 
*so che come termine è mille volte meglio Charming ma se c’è una cosa che non mi piace fare è anglicizzare i termini quando è possibile usare la traduzione
 
 
NdA: lo so, lo so: sono terribile. Ma non posso resistere all’impulso di rendere Regina protagonista in ogni occasione, è più forte di me (tra l’altro ho il terrore di averla resa OOC).
A parte gli scherzi, è da circa quattro anni che mi chiedo quale sarebbe stato il suo segreto se fosse entrata anche lei in quello caverna e poi ho trovato questa canzone (https://www.youtube.com/watch?v=QIeQbXukmBw)
… la shot si è scritta da sola. La bromance finale è invece un mio trip recente e si sta pian piano trasformando in un head canon che sono tentatissima di riutilizzare, ma non starò ad annoiarvi oltre. Un abbraccio a tutti quelli che hanno letto!
   
 
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