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Autore: darken_raichu    02/07/2018    1 recensioni
Pokémos è una terra lontana, dove i pokémon vivono divisi in 18 nazioni, tra i cui territori si estendono deserti, pianure, foreste e mari, che rendono assai difficoltosi i collegamenti tra i vari paesi. Fino a 10 anni fa la terra era in pace, ma ora le cose stanno cambiando…
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Valle di Nyla, 14/08/4783, circa le 12
Avanzando, il gruppo vide il teschio di Nyla all’orizzonte, il grande cranio da cui sgorgava una enorme cascata, che precipitava rombando in un lago blu come la notte, probabilmente profondissimo, per poi continuare la propria strada verso est, dove poi, ricevendo gli affluenti di Mineralia e Fatia prima, e di Gelia poi, diventava il grande Draak che avevano visto tanto tempo prima, quando erano arrivati a Velenia, e che li aveva accompagnati fin lì. Ma dopo quella valle, quel fidato compagno sarebbe scomparso alle loro spalle.
Camminarono lungo valle, vedendo le alte pietre che, secondo il racconto di Abra, erano in realtà coloro che un tempo avevano provato a uccidere il grande leggendario.
“E riesco a crederci.” Pensò Raichu, osservandole. Erano lucide, come fossero bagnate, e sembravano fredde. “Sento che non vorrei toccarle per nessun motivo.”
«E quindi, la vostra fattoria è qui nella valle?» Chiese Eelektross.
«Già.» Replicò la Dragonite «Il nostro è il terreno migliore, proprio sulla costa del lago. Le acque sono fredde, ma proprio per questo danno un grande refrigerio durante la stagione calda. D’inverno il lago ghiaccia, ma per fortuna noi sappiamo tutti usare mosse Fuoco.» Aggiunse quella, sorridendo.
Il Gruppo seguì i tre lungo la strada e giunse a una piccola casa con le finestre chiuse, circondata da alberi e alberi di Baccagrana.
«Bene, siamo arrivati.» Commentò Eelektross «È stato un piacere, ci mancherete, arrivederci.» Commentò il Pokémon, iniziando a camminare. Luxray fece un cenno del capo ai Dragonair e si allontanò seguendo il capo, e seguito da Plusle e Minun.
«Vi chiedo scusa per il suo comportamento, ma in effetti abbiamo fretta.»
«Siete sicuri di non volervi fermare per la notte?» Chiese la Dragonite, sorridendo amorevole. Raichu sentì l’impulso di dire di sì, ma si trattenne.
«No, vi ringrazio, ma dobbiamo proseguire assolutamente.»
«Come volete.» Rispose. Dopo aver salutato i rimanenti componenti del Gruppo, Shelgon, i Dragonair e Dragonite rientrarono nella casa. Solo Bagon rimase fuori, a salutare Draak.
«E quindi, te ne stai andando.»
«A quanto pare.» Commentò Draak, triste «Ma mi mancherai.»
Il Pokémon guardò a terra, poi lo guardò «Non potrei… venire con te?»
«Cosa?» Chiese il drago, sorpreso.
«Vorrei venire con voi. Se davvero tu non vuoi restare qua, io voglio almeno poterti accompagnare. Chissà, magari sarete veramente voi a migliorare il mondo.»
Draak rifletté «Se lo chiedo ad Eelektross, dirà di no… Non credo di potere…»
«Andiamo Draak, io e te possiamo fare tutto di nascosto. Facciamo così, vi seguirò per un po’, e quando uscirò fuori Eelektross dovrà per forza farmi venire con voi.»
«E Dragonite… E gli altri… saranno in pensiero.»
«Non importa, non preoccuparti, mio fratello l’ha già fatto in passato, partire all’avventura e tutto quanto. Capiranno.»
Draak riflettè. In fondo, perché no. In fondo, non sarebbe stato certo il primo ad unirsi al Gruppo senza essere un principe. In fondo, lui era andato con loro solo perché era senza una casa e l’unica famiglia rimastagli era Surskit. E ora Surskit non c’era neanche più…
«D’accordo. Sarà il nostro segreto per un po’.» Rispose Draak sorridendo «Seguici fino al tardo pomeriggio, e saremo abbastanza lontani, quindi dovrai venire con noi.»
In quel momento, Raichu chiamò Draak, che si girò e con un ultimo occhiolino si mise in marcia.
Bagon sorrise, e appena il Gruppo si fu allontanato abbastanza iniziò a seguirli.
«Hanno il piccoletto dietro.» Commentò Persian. Lui e gli altri cacciatori di taglie si stavano tenendo nascosti come potevano tra i filari, a distanza di sicurezza per essere sicuri che non si potesse riconoscerli facilmente.
«Bene.» Rispose Ditto, sorridendo «Possiamo ottenere un po’ di informazioni da lui. Prendetelo.» Disse a due di quelli che erano rimasti con loro, uno Spinda e un Castform. I due si lanciarono dietro di loro.
 
Da qualche parte a Draghia, 14/08/4783, circa le 15
«Sei sicuro che sia il caso di andare? Proprio ora che abbiamo il Gruppo qui a Draghia…»
«Il Generale è qui a condurre le operazioni, e voi due rimarrete qui, quindi non vedo perché dovrei preoccuparmi.» Rispose il Capitano, entrando nella grande sala. Il Goodra sorrise, osservando i cento soldati riuniti.
«Sì ma…»
«Niente ma. Come tuo Capitano in comando, affido a te Gono il compito di far fuori il Gruppo.»
«Sì ma senza di te…» Rispose l’altro Capitano.
«Io ho altro da fare.» Commentò Goodra. E così dicendo si fece avanti, e i presenti ammutolirono.
«Signori!» Esclamò «Noi. Siamo. Draghi. Noi siamo coloro che sono stati posti in questo mondo per dominarlo. E per distruggere chiunque ci si opponga. Ieri, i nostri mezzi fratelli, coloro che si riconoscono come Pokémon Volante prima che come veri Draghi, sono stati sconfitti da Pokémon di Tipi più deboli. Elettro, Volante e Acqua.” Pronunciò i due tipi con disprezzo, e i presenti sghignazzarono. “Indubbiamente, è perché hanno combattuto come Pokémon Volante e non come Draghi. Perciò, noi andremo là, e dimostreremo al mondo, che niente. Niente. Fa paura quanto la furia dei veri Draghi.»
I soldati applaudirono, e il Capitano sorrise. Dopo qualche momento riprese «Preparatevi. In dieci minuti, dobbiamo trasferirci.» E così dicendo tornò dall’altro, e insieme i due Capitani uscirono dalla stanza.
«Dimmi, sei ancora convinto di queste cose?» Sapeva di essere l’unico a poter fare una simile domanda. Chiunque altro sarebbe stato fatto fuori all’istante dal Capitano in Comando.
«Certo.» Rispose Goodra «Perché non dovrei? Siamo chiaramente superiori ad ogni altro Pokémon. I nostri unici punti deboli sono i Folletti, ma loro sono un problema minore. Quando prenderemo il controllo di Pokémos, avremo il potere di plasmare il mondo come ci piace. E io farò in modo che ogni singolo Folletto, eccetto gli Altaria, sparisca. E poi… Beh, il Capo e il Generale sono potenti, ma non certo immortali. Quando giungerà la loro ora, io sarò ovviamente il primo in linea di successione per il trono di Draghia… E da lì, porterò noi draghi al posto che ci spetta di diritto. Il trono del mondo è a pochi passi da noi. Posso quasi sentirlo, sedermici sopra. Toccarlo. Una guerra, due morti, e saremo al potere. Noi Draghi prenderemo il mondo.” Il Goodra sorrise ancora “Ma per il momento, lasciamo i festeggiamenti al futuro. Adesso, devo ricordare al mondo cosa vuol dire aver paura del ruggito dei Draghi.» E così dicendo si allontanò, lasciando l’altro Capitano solo.
«Quel tizio è matto.» Disse una voce al suo fianco. Il Capitano balzò indietro, sorpreso, e vide di avere accanto Florges.
«Hai sentito…»
«Non farò la spia, se è questo che temi.» Commentò Florges «Non è mica l’unico fuori di testa nella nostra armata. In fondo, la maggior parte dell’esercito dell’Organizzazione è fatto di idealisti o fuorilegge. Mi pare normale che abbiano delle rotelle fuori posto.»
«Anche tu?»
Florges sorrise, ed il Capitano sentì ancora un brivido «Io sono troppo forte per essere definita matta. Dì al tuo Capitano che me ne vado. Vi ho pregato più volte, ma se non volete farmi partecipare, chiederò a quelli di Mineralia. E fagli sapere che il giorno in cui deciderà di sterminare i Folletti, sarà un piacere mostrargli cosa fa tanto paura di noi ai Draghi.» E così dicendo, si allontanò.
 
Fiume Draak, 14/07/4783, circa le 15
«Cielo nuvoloso che promette pioggia. Ambiente ideale per i Pokémon Acqua.» Commentò Simipour, osservando la flotta pirata che avanzava verso l’Ansa di Giratina.
«Mi interessa solo che riusciamo a farli fuori in fretta.» Commentò, fissando l’Ansa. L’ansa passava tra le colline, sul fianco meridionale del fiume a Normalia. Le contee del sud di Normalia, tagliate fuori dal regno dal fiume, erano un posto isolato, terre di colline a nord degli enormi monti di Gelia. Due di queste colline diventavano un promontorio a causa dell’ansa, mentre altre tutto intorno nascondevano completamente quella parte del fiume alla vista. Perciò, l’Ansa era un posto ideale per tendere agguati alle navi. Tuttavia, c’erano storie sinistre che giravano tra i pirati. Storie di ciurme impazzite dopo aver passato troppo tempo tra i colli che, si diceva, erano pieni di veri spiriti di coloro che erano stati affondati in quell’ansa. Storie di navi che avevano fatto bottino, ma solo per distruggersi in una notte di ubriachezza per litigi sul tesoro, che i pirati dicevano essere stati causati sempre dagli spiriti dei morti.
Ma d’altra parte, l’Ansa era il punto in cui uno dei maggiori affluenti del Draak, il Fiume Bianco, si gettava nel Draak, e risalendo quel fiume si poteva commerciare con Gelia, perciò era sempre trafficato al punto da farne un bersaglio troppo prezioso per essere ignorato. C’era sempre un pirata abbastanza coraggioso da rischiare l’Ira dell’Ansa, come la chiamavano i superstiziosi.
“Io ero uno di loro.” Pensò Crult “Fino a quella notte, almeno.”
«Ci stai ancora pensando, vero?» Chiese Rose, al suo fianco, Simipour li guardò interrogativi.
«Quella notte sull’ansa abbiamo perso tre navi e sessanta pirati. E non abbiamo mai scoperto cosa fosse successo.»
Rose non rispose, limitandosi a guardare avanti «Sappiamo dove possono essere?» Chiese dopo un po’, cambiando argomento.
«Conosco solo tre grotte dentro cui possono nascondersi abbastanza navi da tendere un agguato a noi, e sono tutti sul fianco meridionale dell’Ansa. Perciò, abbiamo una sola scelta.»
«Avanti tutta e che Arceus ce la mandi buona.» Commentò Rose.
Il Pokémon annuì, e Rose diede l’ordine. Le navi dei loro ultimi alleati, i pirati che avevano giurato loro fedeltà dopo la morte di Staraptor, accelerarono ed entrarono per prime.
“Nell’ipotesi migliore, metà di loro sarà morto prima che un nemico tocchi la nostra nave.” Pensò Crult fissando le navi. Quando furono arrivate abbastanza lontano, Rose lasciò un segnale, e Lickylicky e i Non Allineati avanzarono. Avevano preteso quella posizione centrale a gran voce, e Crult aveva deciso che dargliela era la cosa migliore. In fondo, finché uno dei loro nemici moriva, gli andava bene che il suo posto lo prendesse l’ultimo dei mozzi.
«Tocca a noi.» Disse, quando anche i Non Allineati furono avanzati abbastanza. Rose annuì e lanciò un ultimo ordine, e anche le sue navi avanzarono.
Il silenzio era totale. Anche se un po’ di sole filtrava dalla coltre di nubi sopra le loro teste, le colline coprivano con una coltre di ombre l’Ansa, che quindi era fredda e umida. Crult si sentì rabbrividire, guardando quelle alte colline silenziose coperte di alberi.
Poi, le prime navi superarono il punto intermedio e sparirono sull’altro lato dell’ansa. Crult attese. Per lunghi intensi minuti, nulla disturbò la quiete dell’Ansa, salvo il rumore delle navi che scivolavano nell’acqua. Poi, improvvisamente, si sentirono le urla. Il combattimento era cominciato.
I Non Allineati accelerarono, tirando fuori i remi, e le loro navi superarono l’Ansa molto in fretta, sparendo alla vista. E le grida aumentarono.
Crult sentì le urla aumentare. Chiaramente, il combattimento stava entrando nel vivo. Guardò verso l’alto, in attesa di un segnale, ma nessuno superò la collina. E come da accordi, senza un segnale, loro sarebbero avanzati per unirsi agli altri.
La nave superò il punto massimo dell’Ansa. E quello che si trovarono davanti fu uno scenario da incubo.
Almeno cinque navi da entrambe le parti del fiume erano in fiamme. Molte altre si erano scontrate, un fianco contro l’altro in un inferno di legno e tela in mezzo a cui combattevano le due parti nemiche, che minacciava di affondare da un momento all’altro.
“Non è possibile. Come hanno fatto ad affiancarci?” Si chiese. Poi vide altre navi sbucare dal fianco delle colline. Altre, e altre, e altre. “Ma cosa…”
«Non possono esserci così tante navi in quelle grotte! Una decina per grotta, al massimo. Quelle saranno cinquanta al minimo.» Esclamò Rose.
«Devono averle ingrandite allora.» Rispose Zong «Sapevo che uno dei capi della Fratellanza aveva portato la suo flotta qui, ma non credevo fosse per fare una cosa del genere. Quanto ci avranno messo ad ingrandire quelle grotte, tutto in mezzo a queste colline maledette?»
Crult fissò la scena. Non si aspettava tante navi ai fianchi. Si aspettava un blocco davanti, e forse una decina ai lati.
“Dobbiamo fuggire.” Pensò. Non era una battaglia che potevano vincere. Ma Rose fu la prima a parlare.
«Dobbiamo avanzare.» Disse la Pokémon. Crult la fissò. “Non hai paura?” Si chiese “Questa è l’Ansa. Dove abbiamo quasi perso la vita.”
 
Ansa di Giratina, 21/10/4769
Quella notte era buia e senza luna. Le stelle erano coperte dalla pesante coltre di nubi, e Crult e i suoi uomini erano al riparo nel loro rifugio.
«Dovremmo occuparci di liberare schiavi. Se lo facessimo, potremmo guadagnare abbastanza uomini da formare una flotta con cui catturare le navi schiaviste, che viaggiano cariche di bottino.» Stava dicendo Rose. All’epoca, la Pokémon si era unita a lui da anni. Ricordava ancora quando l’aveva trovata, devastata e sull’orlo della morte, sulla riva del Draak, vicino al confine con Vulcania. La Pokémon non gli aveva mai spiegato come ci era arrivata. Forse non lo sapeva neanche lei.
«E poi cosa faresti con tutti quegli schiavi? Non ci voglio avere a che fare con i pirati che commerciano in quella roba, e i non pirati sono quasi sempre sotto la protezione di qualcuno. No, se lo facessi la Fratellanza proverebbe a farmi fuori.» Aveva chiesto.
Rose aveva aperto la bocca per rispondere. Ma in quel momento, delle urla avevano risuonato nella grotta.
I due avevano subito pensato a un attacco nemico e si erano precipitati, ma quello che avevano visto era peggio. I loro compagni stavano combattendo tra loro.
“Ma cosa…” Si era chiesto Crult «Che Giratina state facendo!» esclamò. I presenti si girarono verso di loro. Alcuni erano chiaramente ubriachi, ma gli altri erano diversi. I loro occhi erano vuoti, e non sembravano vedere nulla.
E poi, gli si erano lanciati addosso. Pokémon che avevano combattuto con lui per anni l’avevano attaccato. Sarebbe morto in quel momento se Rose e un paio d’altri non li avessero fermati con i loro attacchi.
«Dobbiamo andarcene!» Aveva gridato la Pokémon, e quel grido aveva riscosso Crult dallo stupore. Insieme, lei, lui, Bibarel e un paio d’altri si erano aperti la strada fino al porto, avevano afferrato una barca a remi e si erano spinti via, sfuggendo all’inseguimento. Fuori, avevano trovato quasi tutte le loro navi. I membri della ciurma nascosti negli altri porti avevano sentito la confusione e si erano precipitati. Fecero salire Crult, e mentre si chiedevano cosa fare, videro le fiamme. Qualcuno dei matti là dentro aveva dato fuoco alle navi nel porto. Ricordava distintamente il rumore di Rose che, a quella vista, crollava in ginocchio sul ponte, in lacrime.
 
Quando la mattina dopo il fumo e le fiamme si erano diradate, dentro la grotta era rimasto solo un incubo. I resti bruciati delle navi, e i corpi di quasi tutti. Solo dieci erano ancora vivi. Nove si erano nascosti, e si erano quindi salvati sia dalle fiamme che dalla folle battaglia, ma l’altro era uno di quelli impazziti. Disse che non sapeva cosa fosse successo. Ricordava solo uno strano suono, un forte mal di testa, e poi il risveglio in mezzo alla cenere. A quel punto, Crult aveva deciso di non voler avere niente a che fare con tutto ciò, e gli altri gli avevano dato ragione. Si erano lasciati alle spalle le caverne, ed erano ripartiti. Un anno dopo, Rose era andata per la sua strada insieme a Bibarel, e lui, come pirata più anziano e forte presentatosi, aveva preso il posto di un altro pirata nella Fratellanza. Ma per tutti quegli anni, aveva sempre rifiutato di navigare per l’Ansa. Il ricordo era troppo per lui.
 
Ma alla fine, ecco che si era ritrovato ancora lì. Forse, stavolta, per l’ultima volta. _______________________________________________________________________________________________________ Uff, dopo la pausa più lunga di Pokémos siamo ancora qui. Per iniziare un altro anno? Sì, ne sono convinto. Per iniziare un anno migliore? Lo spero. QUesto è stato un anno pesantuccio, ma dal prossimo saremo messi meglio. Ma voglio ringraziare tutti i lettori. Sappiate che è solo grazie a voi se questa storia va avanti, se trovo la voglia, il tempo e l'ispirazione per continuare a scrivere, capitolo dopo capitolo. Quando finirà Pokémos? Penso e spero per il trecentesimo capitolo. Sarà quindi tra due anni? Non lo so, ma onestamente lo spero. Quello che so è che vi ringrazio tutti per essere ancora qui, un anno dopo l'altro, a fare il tifo per il Gruppo mentre avanza in questa terra che ho creato tanto per caso in un periodo in cui questa storia di capitoli e personaggi doveva averne un decimo. Grazie, davvero, e spero continuerete per un altro anno. A presto.
  
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