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Autore: Diana924    03/07/2018    2 recensioni
1399, re Henry IV decide che è il momento che lui, il suo fratellastro Henry Beaufort e il fratellastro di questi, sir Thomas Swynford, affrontino LA questione più delicata del momento.
Le conseguenze saranno pesanti per tutti e tre
Genere: Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Medioevo
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Autore: Diana924
Fandom: RPT Storico
Titolo: Brother's Bond
Personaggi: Enrico IV d'Inghilterra, Enrico Beaufort, Thomas Swynford, nominati Katherine Swynford, Richard II, John Beaufort, John of Gaunt
Rating: NC13
Note:  Ho recentemente letto il romanzo della o'Brien incentrato su Giovanna di Navarra, che si collega molto bene a quello su Elisabetta di lancaster, della medesima autrice. Inoltre ... "Katherine " di Anya Seton è una pietra miliare del romanzo storico
Note2: Timeline? 1399
Nota3: Enrico IV ( 1367-1421 ) fu uno dei re inglesi più  inaspettati. Figlio di Giovanni di Gaunt, quartogenito di re Edoardo III, e di Blanche di Lancaster si ritrovò spinto alla ribellione quando Riccardo II gli negò l'eredità paterna. Armò un esercito, torno in patria e depose il re, che era suo cugino di primo grado, e prese la corona, da lui discendono i Lancaster
Note4:  Enrico Beaufort, vescovo di Winchester e poi cardinale ( 1375-1447 ) era il fratellastro del re, figlio di John di Gaunt e della sua amante Katherine Swynford,. Quando suo padre sposò sua madre lui e i suoi fratelli vennero legittimati ma non poterono avanzare pretese al trono. Paradossalmente da suo fratello John discendono i Tudor. Enrico era forse il più intelligente e il più istruito dei fratelli beaufort, fu precettore e reggente per il giovane Enrico VI
Note5:  Thomas Swynford ( 1367-1432 ) era il figlio di Katherine e del suo primo marito, sir Hugh Swynford. Cresciuto con i fratellastri e con i figli dell'amante della madre fu molto legato a Enrico IV, tanto che gli venne affidata la custodia del deposto Riccardo II,
Note6: ci sono fondati motivi per credere che Thomas Swynford abbia lasciato morire di fame Riccardo II, o che ne abbia comunque affrettato la morte, quanto sapesse  il re, se sia stato lui a dare l'ordine o meno, è tuttora fonte di domande, sicuramente qualcosa accadde dopo che venen scoperta uan congiura capitanata da John Hollanda, fratelalstro di Riccardo II
Note 7: " Pesante è la testa che porta la corona ", Shakespeare, Henry IV atto III scena I, testo originale: " Heavy is the head that wears the crown ", passatemela 





Arrivò di notte, come concordato col Vescovo.
Sebbene fosse cresciuto a corte si trovava più a suo agio nelle sue terre ma il problema si stava ingigantendo sempre di più e per questo lo avevano convocato. Sapeva che doveva esserne onorato, se non fosse stato per sua madre a quest’ora sarebbe stato un nobile come tanti ma allo stesso tempo gli era impossibile non disprezzarli sapendo quanto poco lo tenessero in stima. Eppure gli avevano affidato il loro tesoro più prezioso e lui ne stava avendo cura, anche se le spese si stavano dimostrando eccessive e lui non aveva credito illimitato.

Fu sorpreso nel vedere il Vescovo in persona attenderlo, si era aspettato un valletto o un paggio fidato, non addirittura il Vescovo in persona, doveva trattarsi di una questione di grande entità e soprattutto grave, conosceva fin troppo bene il Vescovo, niente di quello che faceva era lasciato al caso, un autentico Lancaster.

<< Se tu sei qui lui deve essere davvero in pericolo >> lo salutò prima che l’altro gli facesse strada, lui aveva il volto ruvido e un po’ rozzo di suo padre Swynford e il Vescovo il volto delicato dei Plantageneti ma gli occhi … quelli erano gli stessi, retaggio della signora loro madre, quegli occhi urlavano al mondo la loro parentela, la stessa che entrambi si sforzavano di dissimulare durante le poche occasioni in cui si presentava a corte.
<< Lui ti spiegherà tutto, sapevamo che sarebbe stato difficile >> replicò il Vescovo prima di bussare velocemente due volte alla porta, doveva essere un segnale pensò lui quando la porta si aprì. Erano solamente loro tre pensò prima di inchinarsi, l’altro era pur sempre il suo re, il suo nuovo re.

<< Hai fatto buon viaggio, Thomas? >> lo salutò il re dopo che si fu inginocchiato.
<< Un viaggio veloce ma non buono, domani sera conto di tornare a Pontefract, sire >> rispose, aveva una grande responsabilità e non avrebbe deluso nessuno, anche lui faceva parte della famiglia alla fine.
<< Avrei preferito saperti a corte per qualche giorno ma comprendo il motivo, lui come sta? >> gli domandò il re mentre il Vescovo versava a tutti e tre da bere, forte e gagliardo vino francese, l’ideale per scaldare le ossa in una notte come quella.
<< Ancora vivo, lo tratto meglio che posso ma ha continue pretese e mi costa fior di quattrini, ho moglie e figli da mantenere, io >> rispose, era sicuro che lo avessero convocato per un altro motivo, conosceva fin troppo bene i suoi interlocutori.
<< Avrai quanto ti abbiamo promesso, gli è giunta voce del complotto? >> domandò il Vescovo, mentre anche il re si irrigidiva. Aveva sentito parlare del complotto, come tutti ma aveva dato ordine che non ne parlassero al suo prigioniero, l’altro doveva capire che la situazione era mutata e che niente e nessuno avrebbe potuto liberarlo.
<< Ho dato ordine di tacergli le notizie, a meno che non abbia origliato dubito che sospetti la verità >> ammise, i soldati spesso erano chiacchieroni, bastava un po’ d’acquavite per sciogliere le loro lingue e allora … allora poteva essere tutto perduto.
<< Se ti senti minacciato allora sostituiscili, organizza dei turni o altro >> lo ammonì il Vescovo, bastardo arrogante.
<< So come occuparmi dei miei soldati, Holland vive ancora? >> domandò, quello era l’importante, Holland doveva morire.
<< Se n’è occupata la contessa Joan, Holland è morto e nessuno oserà più mettere in discussione la mia corona >> replicò il re, tutti e tre sapevano che quello era falso, vi era un altro re, più legittimo di lui e ancora vivo.
<< Richard vive ancora, fratello. Thomas, quanto potrebbe sopravvivere ancora? >> domandò il Vescovo.
<< Mesi, forse anni, a meno che … >> replicò facendo cadere la frase, che gli altri la interpretassero come desideravano.
<< Io vi lascio, ci sono questioni che un re non deve sapere. Hal, occupati di tutto tu, Thomas … agisci secondo gli interessi della nostra famiglia, e ora fratelli miei io vi lascio >> si congedò il re, una mossa saggia pensò Thomas.

Osservò il Vescovo, da bambini erano cresciuti insieme, tutti loro, e sebbene l’altro fosse il nipote di un re lui era legittimo, l’unione dei suoi genitori era stata sancita dalla legge e questo lo rendeva superiore ad Hal. Poi sua madre aveva sposato il duca e lui aveva approvato, sapeva bene del legame che li aveva uniti per tanti anni, lui e Margaret avevano beneficiato di quel legame e considerava il duca come un padre non avendo conosciuto il suo ma questo significava che Hal e i suoi fratelli sarebbero divenuti legittimi e quello gli era intollerabile.
<< Tua sorella Elisabeth come ha preso la decisione di suo fratello di renderla vedova? >> domandò sardonico e vide un guizzo d’odio negli occhi di Hal, allora suo fratello era capace di provare emozioni dopotutto.
<< Non bene ma Henry vuole farla risposare, nemmeno Maggie ha preso bene la notizia ma John si è preso il titolo di duca di Somerst dunque siamo tutti contenti >> replicò Hal con un sorriso, sapeva bene che parlare delle fortune dei suoi fratellastri lo faceva fremere.
<< Non mi chiedi come stia nostra sorella Margaret? >> domandò frustrato.
<< In salute, tranquilla nel suo convento e posso renderla badessa, ma ora parliamo del nostro … progetto >> puntualizzò Hal.
<< Mi costa del denaro, pretende di dormire in un vero letto e mangia, mangia troppo. Quel che è peggio talvolta viene a scoprire ciò che tento di tenergli nascosto, se ha saputo del complotto non è stato per merito mio >> sbottò lui, sarebbe stato tutto più facile se … .

<< Ci sarebbe un sistema per liberare noi, e l’Inghilterra, dalla sua scomoda presenza. I Mortimer sono un problema, la Scozia è sempre pronta ad attaccarci e non mi fido del Galles, non abbiamo bisogno di lui, non ora che il re nostro fratello sta pensando a nuove nozze >> gli rispose Hal, lui sarebbe stato la mente e lui il braccio.
<< Sua Eminenza mi suggerisca come fare. Chi ha intenzione di sposare nostro fratello? >> domandò, la seconda domanda era pura cortesia.
<< Fai circolare la voce che non vuole mangiare … e risparmia la tua cucina e i tuoi boschi dalla sua fame. Mio fratello il re ha tre candidate: la piccola vedova, utile per calmare la Francia, madama di Berry, per non perdere il duca di Borgogna, e madama di Bretagna, anche se questa è solo una fantasia stupida, vi è chiaro sir Thomas? >> replicò il Vescovo Beaufort.
<< Chiarissimo, bastardo. E ovviamente dovrò riferire a Vostra Eminenza e non al re, a lui andrà solo la notizia della morte >> fece notare lui.
<< Pesante è la testa che porta la corona, e quella di mio fratello soprattutto. Porta i nostri saluti alla signora nostra madre, lady Katherine non dovrà sapere niente di tutto questo >> si congedò il Vescovo prima di abbracciarlo. Maledetto intrigante di Winchester, quasi non poteva credere che fossero stati partoriti dalla stessa donna, avrebbe eseguito gli ordini ma poi … se non avesse ottenuto quel che voleva allora avrebbe parlato col re, era pur sempre suo fratello di fronte alla legge e lui era sir Thomas Swynford, figlio di sir Hugh Swynford e di lady Katherine, attuale duchessa vedova di Gaunt e avrebbe ottenuto quel che voleva.

 

***

La lettera era arrivata come previsto, poche scarne parole in cui si informava che il fu re Richard era morto d’inedia per aver rifiutato il cibo.
La seconda lettera invece era solo per il Vescovo e spiegava come la strada per la cella del re fosse stata sbarrata finché questi non aveva cessato di vivere, un’iniziativa familiare che avrebbe portato stabilità a tutto.

<< Hal, cosa hai fatto? >> gli domandò il Re, conosceva la mente fin troppo scaltra del fratellastro.
<< Io? Vostra Maestà è in errore. Mi scuso invece del comportamento scellerato di mio fratello che probabilmente pensava di farvi cosa gradita >> replicò prontamente il Vescovo.
<< Conosco Thomas da quando eravamo bambini. È un uomo fedele ma conosce il suo posto, a differenza di te. Se ha agito così non è stato di sua iniziativa, e io non voglio saperne nulla >> fu la risposta, eppure … eppure dietro i Beaufort e gli Swynford c’era lui. Se anche non aveva dato l’ordine ci aveva pensato, aveva immaginato come sarebbe stato ucciderlo personalmente, quel pappagallo grottesco che lo aveva umiliato fino al punto di non ritorno, ci aveva pensato per giorni e ora … ora tutti avrebbero pensato che era nato tutto da lui, anche se innocente la sua anima era dannata per l’eternità, come il suo antenato che aveva il suo stesso nome.

<< Vostra Maestà, Henry, sapete solo che Richard ha deciso di lasciarsi morire nonostante le cure di nostro fratello Swynford, se la colpa è di qualcuno è loro: uno per aver scelto di suicidarsi dannando la sua anima e l’altro per averlo aiutato, anche se non era al corrente dei suoi disegni diabolici >> fu la risposta del Vescovo prima di avvicinarsi alla finestra, doveva far ottenere a Thomas una piccola ricompensa, poi qualcosa per Margaret e infine … le spoglie del regno sarebbero andate ai suoi fratelli, che John e Thomas si riempissero di gioielli e di terre, a lui bastava il potere che la sua carica gli conferiva.
<< Credo che la verità sia un’altra ma non voglio saperla. Ricorda il tuo posto, fratello mio, e ricordalo agli altri: ho dei figli e ho intenzione di risposarmi, finché anche un solo discendente dei Lancaster sarà in vita voi Beaufort non metterete le mani sulla corona >> gli ricordò il re facendolo fremere.
<< Mortimer che vuole sposare Lizzie è il nemico, il cugino York, il re francese, loro sono i vostri nemici, non noi … non crearti troppi nemici senza prima procurarti degli amici >> gli ricordò il Vescovo, quell’uomo aveva la voce di un vecchio, come se non fosse mai stato giovane.
<< Mi fiderò di te, ricorda però che io sono il re, non tu >> fu la sua risposta.

Sapeva bene cosa avrebbero pensato di lui, che era un usurpatore per essersi preso un trono non suo, un assassino per la morte di Richard e un vigliacco perché invece di ucciderlo personalmente, come si mormorava avesse fatto re John, aveva delegato il compito al figlio della sua matrigna. Lo pensassero pure, lui era innocente e questo lo sapevano lui e Dio ma avrebbe accettato quella colpa, ogni trono aveva un prezzo, ogni regno reclamava qualcosa e il suo reclamava esattamente quello: una penitenza per qualcosa in cui non era implicato ma che gli recava immensi vantaggi e lo vendicava di quell’oltraggio, suo padre sarebbe stato orgoglioso di lui.

Avrebbe espiato quel peccato con un pellegrinaggio a Gerusalemme quando sarebbe stato il momento pensò Henry Bolinbrooke sistemando meglio la corona sul suo capo, ora era re, re Enrico IV.

   
 
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