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Autore: lirin chan    04/07/2018    2 recensioni
[Tanti auguri, Toshi!]
Il bushido di un samurai comprende sette principi.
La vita di un samurai ne comprende molti di più.
Genere: Angst, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Toushiro Hijikata, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Jin
Compassione  

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L’intenso addestramento rende il samurai svelto e forte.
È diverso dagli altri,
egli acquisisce un potere che deve essere utilizzato
per il bene comune.
Possiede compassione,
coglie ogni opportunità di essere d’aiuto ai propri simili e,
se l’opportunità non si presenta,
egli fa di tutto per trovarne una.
 
 
Gorilla
 
Il soffitto della stanza dove si era risvegliato era a lui sconosciuto. A malapena ricordava quando, con vergogna, si era ritrovato a terra, circondato da tutti quei bastardi.
Aveva perso.
Gli venne da ridere, ma quello che riuscì a fare, a causa del dolore alle costole, fu solo gemito strozzato e un ghigno tirato.
“Che hai da ridere? Ti hanno pestato per bene, sai.” La voce profonda proveniva da una figura massiccia in penombra al suo fianco.
Per un solo attimo ebbe l’immagine mentale di uno di quei gorilla dalla faccia arcigna, quasi crudele, ma guardando meglio, si rese conto che il volto dell’uomo era attraversato parte a parte da un largo sorriso.
“Non sono sicuro che tu ci sia ancora del tutto con la testa, hai preso parecchi colpi, ma io sono Kondo Isao. Piacere di conoscerti.”
Continuò ad osservarlo, cercando di capire cosa avesse tanto da sorridere.
“Perché?” Chiese, con la voce strozzata dal dolore. “Perché mi hai salvato?”
Mentre stava perdendo conoscenza aveva pensato che, dopotutto, non sarebbe stato un cattivo momento per morire.
Il gorilla smise di sorridere, si accomodò meglio sul cuscino vicino al futon e si grattò la testa facendo un verso pensante.
“Non saprei, forse ho pensato che fosse uno spreco.” Il sorriso tornò ad arricciargli il naso. “La perdita della tua vita era uno spreco.”
L’uomo rise a pieni polmoni, lasciando che Toushiro stesse in silenzio, beandosi del dolore che percepiva in ogni parte del corpo.
Era vivo.
 
 
Sadico
 
Il nanetto davanti a lui aveva uno sguardo di fuoco, sembrava pronto a saltargli alla gola appena gli avesse dato le spalle.
“Okita senpai.” Gli disse, puntandogli contro lo shinai. “Così dovrai chiamarmi, novellino!”
Lo fissò per un attimo, per poi fare un’espressione annoiata.
“Certo, certo.” Borbottò, sorpassandolo per andare a recuperare il suo guanto.
Il colpo che gli arrivò sul fianco scoperto gli mozzò il fiato, facendolo urlare di dolore e piegare in due.
“Maledetto… Piccolo… Bastardo…” Ringhiò, lanciando occhiate di puro odio al piccolo sadico davanti a lui.
“Che succede qui? State facendo amicizia?” Esordì Kondo san, entrando nella palestra con la sua solita faccia da beota.
“Kondo san! Hijikata san è cattivo con me!” Urlò il bastardo, andando a rifugiarsi fra le gambe del più grande.
“Su, su! Sono sicuro che non lo ha fatto di proposito!”
Il gorilla rise di nuovo, accarezzandogli la testa mentre gli occhi quasi rossastri del bambino si fissarono su Toushiro, ancora dolorante, e un ghigno sadico, di puro godimento del dolore altrui, si allargò sul suo volto.
Fra gorilla pelosi e sadici nanetti la sua vita stava prendendo una piega fin troppo strana.
 
 
Tramonto
 
Il tramonto era diverso da quello che vedeva da piccolo. Sembrava meno importante, più misero e insignificante. Le ombre degli alberi che si allungavano gli mettevano nostalgia del suo tramonto, quello che riusciva a stringere allargando le braccia, al ritmo lento dei passi di Tamegoro.
“Ohi, Toshi! Cosa stai guardando?” La mano sulla spalla di Kondo san lo fece un poco sobbalzare. “C’è qualche signorina con le mutandine al vento?”
Lo osservò guardarsi attorno freneticamente, non riuscì a fermarsi dal pensare che fosse davvero la persona meno portata al comando che potesse esistere.
Kondo san, quando si fu assicurato che non ci fosse proprio nessuna mutandina in vista, fece un’espressione delusa.
“Toshi! Non c’è nemmeno una coscia scoperta!” Si lamentò, mettendo pure il broncio. “Hai visto un fantasma o roba simile?”
Toushiro scosse la testa, rimettendosi a camminare sul sentiero.
“Pensavo ad una cosa del passato.”
Il più grande gli si affiancò nel suo cammino, anche senza guardarlo sapeva che stava facendo un accennato sorriso sereno.
“È un bene ricordarsi la strada che abbiamo percorso, ma se ci si volta troppe volte indietro si rischia di inciampare andando avanti. Vivi la tua vita con lo sguardo dritto sul sentiero, Toshi, solo così potrai osservare ogni cosa bella che ti si para davanti.”
Le spalle di Kondo san erano larghe e, alla luce del tramonto, sembravano montagne indistruttibili.
Forse non era la persona da seguire che aveva sempre aspettato, ma se lo sarebbe fatto andar bene.
 
 
   
 
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