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Autore: jarmione    05/07/2018    1 recensioni
Michael ed Amy vengono mandati a Dallas per fare delle indagini e con la scusa di farsi una "mezza vacanza".
Nonostante le difficoltà iniziali, per i nostri protagonisti sarà anche l'occasione per conoscersi meglio.
Ma c'è qualcosa che non va a Dallas e la "mezza vacanza" rischia di tramutarsi in una tragedia.
Riuscirà Michael a concludere le indagini senza perdite?
Genere: Azione, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Knight family '
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Trivette portò con se Amy presso un pub chiamato “Da C.D.”
Per un attimo, Amy credette che quello fosse un locale per gente malfamata.
Si ricredette quando, entrando, venne accolta da musica e gente di ogni tipo che rideva e chiacchierava.
Un intenso profumo di fagioli aleggiava nell’aria, misto all’odore di sigaro.
In un angolo, il Juke box intonava ‘Cotton eye Joe’ Dei Rednex e qualcuno tentava di ballare a ritmo.
“Questo posto è....” Amy non trovava le parole.
Non era abituata a quel tipo di locali.
Ovunque era entrata, negli ultimi anni, tutti si erano voltati a guardarla.
Chi scioccato perché una minorenne entrava in un locale e chi, non capendo l’età, la considerava un bel bocconcino.
Lì nessuno la guardava, nessuno badava a lei.
“Lo trovi strano?” Azzardò Trivette
“Fico”
Trivette sorrise e si avvicinò al bancone.
Amy aveva scordato la rabbia nei confronti di Michael.
In quel momento sentiva solo una gran leggerezza e spensieratezza.
“Ehi Trivette!” Un uomo anziano, dietro al bancone, lo salutò “sei fuori orario”
“Lo so” ammise “ma sto svolgendo un compito” indico Amy, ferma all’ingresso.
“Jimmy!” CD si scandalizzò “avrà si e no sedici anni!”
“Primo, ha diciassette anni” precisò Trivette “e secondo, hai capito proprio male”
CD lo guardo accigliato e Jimmy proseguì “Fa parte dell’indagine che stiamo svolgendo”
“Ah...” CD non aggiunse altro in merito “falla avvicinare, nessuno la mangia”
“Amy” la chiamo Trivette “vieni, avvicinati”
Lei si avvicinò, con un gran sorriso.
“Amy, ti presento CD” l’anziano signore fece il bacia mano ad Amy, che arrossì.
“Molto piacere signorina Amy”
“Salve” salutó lei, guardandosi nuovamente attorno “questo posto è fantastico”
CD sorrise soddisfatto “Visto Jimmy? Qualcuno qui apprezza il mio locale”
“Non è colpa mia se trovo di dubbio gusto quelle targhe delle auto appese al muro e....quelle cose...” indico un paio di corna finte appese sulla prete dietro CD.
“Oh credimi, Jimmy” disse CD, pulendo un bicchiere con uno straccio “quelle fanno sempre un figurone, specialmente quando ci sei tu ad aiutarmi qua dietro”
“Ma...” Trivette spalancò la bocca, ma CD lo interruppe.
“E adesso, visto che la nostra ospite è stata così gentile, preparerò per lei il mio miglior chili con carne” e si ritiró nel retro.
Trivette rimase a bocca aperta “Sbaglio o mi stava prendendo in giro?”
Ed Amy non poté fare a meno di ridere.
 
******************
 
Walker condusse Michael all’ospedale della città.
Al pronto soccorso c’erano emergenze di ogni genere.
Quella che attirò di più l’attenzione di Michael, fu un bambino di circa undici anni.
Era sdraiato su un lettino e i medici erano tutti attorno a lui e cercavano di farlo respirare e usavano il defibrillatore.
“Dimmi che non è un’altra vittima…” mormorò Michael, più rivolto a se stesso che ad altri.
Walker osservò il bambino che, velocemente, esalò l’ultimo respiro.
I genitori, non tanto distanti, scoppiarono in un pianto a dirotto, mentre i medici parlavano fra di loro.
Ora del decesso 12:41, causa della morte ‘Avvelenamento’.
“Purtroppo sì...” disse Walker, distogliendo lo sguardo e stringendo i pugni tanto da farsi venire le nocche bianche.
Michael deglutì, sentendo un groppo alla gola. 
Il suo pensiero andò ad Amy.
Non aveva idea di cosa avrebbe fatto se fosse successo lo stesso a lei.
Un brivido gelido gli percorse la schiena e cercò di scacciare via quel pensiero.
Walker lo guardò e gli diede una pacca sulla spalla “Vieni” e lo portò via.
Michael lo seguì come un cagnolino.
“KITT” sussurrò al suo orologio, prima di entrare nell’ascensore “dov’è Amy?”
KITT lo fece attendere alcuni attimi.
“Con il ranger Trivette” rispose “il suo orologio è collegato e mi dà segnali di vita”
Questo fece tranquillizzare Michael “Ok” rispose “grazie, KITT e tienimi aggiornato”
Chiuse il collegamento e raggiunse, assieme a Walker, il reparto di terapia intensiva.
La scena che gli si parò davanti, rasentava un film horror.
Il reparto era pieno di bambini e ragazzi, che andavano da un età di sei anni a quella di Amy.
Alcuni erano sdraiati a letto, impossibilitati ad alzarsi, altri passeggiavano nel corridoio con i genitori.
“Sono tutti vittime?”
Walker annuì
“E…Si riprenderanno?”
“Stiamo cercando un modo per tenerli in vita il più possibile”
Il che significava che non avevano una cura.
“Lisa” Walker fermó un infermiera “ci sono novità?”
La donna scosse la testa “Se non troviamo una cura subito, questi bambini non ce la faranno” guardò verso una madre con la figlia che camminava nel corridoio “non sappiamo come dirglielo” e poi andò via, per fare il giro di tutte le stanze.
Michael sospirò.
Quei poveri bambini, così giovani...così puri.
“Penso sia meglio se andiamo a vedere il luogo dove si è verificato il primo caso” disse Michael a Walker.
“Si andiamo” acconsentì Walker.
Uscendo fuori, Michael si bloccò di colpo, rischiando di far finire Walker contro la sua schiena.
Un odore improvviso di dopobarba penetrò nelle sue narici.
Era odore orribile, quasi nauseante e non era la prima volta che lo sentiva.
Purtroppo lo conosceva bene.
Inizió a guardarsi attorno.
Infermieri, medici e parenti erano tutto ciò che riusciva a vedere.
Il suo sguardo, prima di arrendersi, si posò su una macchina poco distante, su cui era salito un uomo che, probabilmente, gli era passato vicino.
E lui non si era accorto.
Era salito su una Cadillac nera.
Guardò attentamente.
Un volto, intravisto dai finestrini di dietro, lo fece sobbalzare.
“Signor Knight...?” Lo chiamó Walker “tutto bene?”
Michael lo ignoró “KITT, Cadillac nera...targata California, sta svoltando sulla Hall Street”
Attimi di silenzio.
Attimi che a Michael parvero un’eternità.
“L’auto risulta intestata ad una società chiamata A.R.T. di cui non ho nulla nei miei database”
“Com’è possibile?” domandò “sai il nome ma non sai niente su di essa? Amy non ti ha aggiornato?”
“Lo ha fatto, ma non esiste nulla e sembra che qualcuno abbia assicurato l’auto presso una ditta fallita da anni”
“Ma…”
“Non sarebbe la prima” commentò Walker “ne abbiamo fermate tante così, almeno adesso ne avremo un'altra a cui far riferimento”
“Eppure non mi piace, qualcosa non mi quadra” Michael sospirò e ripensò all’odore di dopobarba sentito poco prima “KITT sei riuscito a vedere il passeggero?”
Ancora silenzio.
Era stufo di quei silenzi e si ripromise di chiedere ad Amy di velocizzare il motore di ricerche di KITT.
“Michael…”
“Cosa?”
“E’ lui!”
Michael sbiancò e chiuse il collegamento.
Quella frase gli bastò.
“Che succede?” Domandò Walker, pronto a passare all’azione.
“Dobbiamo andare da Amy” mormorò “devo farla tornare subito a casa”
Corse verso KITT, parcheggiato nel parcheggio sul retro dell’ospedale.
Vi salì e attese che Walker facesse lo stesso.
“KITT, sei riuscito ad inquadrarlo?”
“Certo, Michael” e sullo schermo apparve il volto...il suo volto.
Walker osservava l’immagine ma, prima di ogni altro commento, riuscì a dire “Sbaglio o questa macchina ha parlato?”
“Certo che parlo!” Rispose KITT, mettendosi in mostra “ed ho anche altre funzioni”
“Non adesso, KITT!” Lo interruppe Michael.
Poi si voltò verso Walker “Conosco questo uomo”
“Lo conoscono tutti in città” commentò Walker “è un pezzo grosso delle Austin’s towers”
“Michael...” il tono di KITT era preoccupato, nonché poco convinto “A.R.T.”
“Lo so lo so, Austin Roger’s Tower” cercò di pensare alla svelta “dobbiamo scoprire quanto più possibile su di lui ma, soprattutto, come fa ad essere fuori di prigione”
“Era in prigione?” Domandò Walker.
“E dovrebbe essere così tutt’ora, secondo i database della polizia” rispose Michael, mentre KITT mostrava i dati dallo schermo “Era stato arrestato per tentato omicidio e combattimenti illegali” per un attimo la ferita al fianco, dovuta ad un accoltellamento, sembrò bruciare.
“E’ molto strano…”
“Ed è per questo che ora sono io a chiedere il vostro aiuto” aggiunse Michael “come vede, ranger Walker, i ruoli si possono scambiare”
“Vedrò cosa riesco a fare” disse Walker “ma se vogliamo che le indagini vadano come vorremmo, dovremmo iniziare a darci de tu e dovremo dirci ogni cosa”
Michae sospiró.
“Come lo conosci?” Domandò con tono calmo “Michael...” lo incalzò “c’è di mezzo Amy?”
Michael voleva non pensarci, ma non era semplice.
Walker aveva ragione, dovevano dirsi tutto se volevano aiutare quei poveri bambini ed Amy
“Austin è stato il tutore legale di Amy” e gli spiegò ogni dettaglio della sua storia.
 
*******************
 
“Signor CD questo chili è fantastico” Amy gustava il suo chili, assaporandone ogni singola cucchiaiata.
“Sono felice che ti piaccia” sorrise l’anziano uomo, orgoglioso di tanti complimenti “ma ti prego, ‘signor CD’ mi sentire vecchio!” aggiunse “chiamami CD e basta e dammi del tu”
Lei annuì e finì di mangiare, bevendo il suo bicchiere di coca cola.
Per quanto strano e folle fosse, Amy si trovava bene in quel luogo.
Sembrava che non le importasse più nulla di visitare la città, anche se si ripromise di farlo prima o poi.
Poco dopo sentì CD sbuffare “Ma guarda te” indicò con la mano un tavolo in fondo al locale “fanno disastri e poi se ne vanno lasciando i soldi sul tavolo” un altro sbuffo “che fastidio che mi danno”
Preparò un vassoio ed uno straccio, ma Amy lo fermò “Lascia, ci penso io”
“Neanche per sogno!” esclamò lui “sei mia ospite e poi non permetto ai miei clienti di fare il lavoro al posto mio”
“E’ logico ma…se io sono un ospite non sono una cliente, ergo, un ospite come si deve fa di tutto per agevolare chi lo ospita e fa anche in modo di non dar troppo da fare al padrone”
Prese il vassoio e lo straccio, il tutto prima che CD potesse ribattere.
L’anziano guardò Trivette, che aveva assistito alla scena.
“Non guardare me” alzò le mani in segno di resa “ho rischiato lo stesso giochetto un’ora fa”
CD non osò ribattere e tornò a sistemare i vari bicchieri al loro posto, mentre il ranger osservava Amy.
Lei si avvicinò al tavolo.
Era un vero porcile.
Briciole e gusci di noccioline erano sparsi ovunque, qualcuno aveva persino sputato della salsa sul tavolo e aveva lasciato le cicche delle sigarette.
Fece una smorfia di disgusto, poi ripulì.
I soldi del servizio li mise nella tasca della felpa, in modo tale da evitare che si bagnassero, poi raccolse due bicchieri, di cui uno pieno fino a metà, mettendoli sul vassoio ed infine rimise le sedie in ordine.
Per evitare di colpire le persone ancora sedute, il vassoio lo tenne ad altezza volto come una vera cameriera.
Solo che, mentre si avvicinava al bancone, un energumeno le andò addosso.
Che fosse fatto apposta oppure no, Amy si ritrovò con il vassoio a terra, i due bicchieri completamente a pezzi e bagnata dal volto al petto.
“Guarda dove vai, ragazzina” e se ne andò.
“Ehi!” Intervenne Trivette “Ehi, aspetta!” ma l’uomo non lo ascoltò e corse fuori “Che razza di maniere” poi si voltò verso Amy, aiutandola recuperare i pezzi, sotto lo sguardo di alcuni clienti ancora scioccati dal comportamento maleducato dell’uomo.
Persino CD accorse in suo aiuto.
“Stai bene?” gli chiese ed Amy annuì “Ti sei fatta una bella doccia, vero?” aggiunse ridacchiando “non badare a certa gente, sono più stupidi di un somaro”
“A quanto pare…” Amy si ripulì le labbra e gli occhi “meno male che era solo acqua”
CD la guardò accigliato “Sono dei tizi che vengono spesso qui…non mi risulta che avessero ordinato dell’acqua”
“Beh, però così pare” convenne Trivette.
Portarono tutto al bancone ed Amy si rimise seduta.
Tornò a guardarsi attorno, togliendosi la felpa bagnata e restando in maglietta.
Tutto era tornato tranquillo e lei stava bene.
L’unica cosa fuori posto erano alcuni capogiri, probabilmente dovuti agli sbalzi di temperatura presenti nel locale.
Amy non ci badò
  
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