Eccomi di nuovo con una IwaOi!
Dopotutto, è la sola cosa valida della serie.
Un aggiornamento al giorno, perché la IwaOi va diffusa e deve surclassare qualsiasi cosa.
Grandi novità: anche gli attori dello stage play sostengono il “Rule the Court”, e stanno tornando.
Cosa ci può essere di meglio?
Lo sanno tutti cosa è meglio, e cosa regna nella serie.
Davvero siete stati male per la Karasuno sconfitta? Davvero per la dateko? Davvero siete stati in ansia per il prossimo scontro a venire, gufi e gatti? Davvero attendevate una stupida e inutile battaglia ai cassonetti?
Meglio che rileggiate la storia mille volte, per capire cosa sia di valore e cosa buttare via.
Buona lettura con questa piccola storia senza pretese, leggermente angst ma con un finale speciale!
E non scordate, il giorno sacro da celebrare è il 20 luglio!


 

More than love, more than me, more than you



 

Oikawa Tooru e Iwaizumi Hajime, 23 anni. Il primo, giocatore in nazionale.
Il secondo… momentaneamente medico sportivo ufficiale della stessa.
Con la crescente popolarità della squadra, e anche del loro medico sportivo, iniziarono ad aumentare anche i problemi.
Tooru era l’alzatore titolare, e dava ancora più forza a Sakura e Kiryu, i due schiacciatori laterali.
Dopo la parentesi under 19, Ushijima era stato sorpassato dai due super assi, e non era stato convocato.
Anche Hajime era stato sorpassato da quei due, ma grazie al suo ragazzo aveva ottenuto un ottimo posto di lavoro.
Selo era ripromesso anni prima. Non aveva potuto aiutare Oikawa con il ginocchio, ma avrebbe aiutato tante altre persone.
Allora, perchè Hajime si sentiva così in difetto, così ordinario, rispetto al fidanzato?
Era alto nella media, muscoloso, con un ottimo e stabile lavoro. Ma vedere il volto del suo ragazzo ovunque era un’arma a doppio taglio.
Era orgoglioso, e più che timore, era un senso di smarrimento, che avvertiva.
Quel senso di smarrimento che si trasformava in sottile paura, velata e oscurata dai suoi pensieri. Oikawa era la stella, e doveva essere elettrizzante.
E se Oikawa si lasciasse prendere la mano e lo lasciasse?
Se fosse troppo scontata, per lui, la loro vita domestica insieme?

Uno di quei rari giorni in cui Tooru rincavasa presto, Iwaizumi commise l’errore di mostrare ciò che provava: ansia, paura, tutto alquanto mal celato (almeno per Oikawa), evitando di guardarlo.
Ma Hajime sapeva che Oikawa sapeva leggere le persone, era una battaglia persa in partenza.
Soprattutto tra loro due, che erano l’uno lo specchio dell’altro.
Tooru notò quello stato di esitazione nel suo ragazzo.
“Cosa c’è?”
“Nulla di cui preoccuparti” rispose l’altro, istantaneamente, dando al castano la conferma: qualcosa non andava.
Oikawa conosceva ogni cosa, ogni centimetro del proprio fidanzato: come poteva essere altrimenti?
Poteva notare anche il più impercettibile e minimo cambiamento nel corpo e nell’anima di Hajime, ma questa faccenda doveva essere importante.
“Hajime, non abbiamo forse promesso di essere sinceri l’uno con l’altro?” replicò Oikawa, fissando i propri occhi cioccolato nello smeraldino di Iwaizumi
“Lo so” iniziò Iwaizumi “sono sincero”.
Hajime sorrise leggermente, quasi debolmente e con una leggera punta di malinconia.
Oikawa non potè non sentirsi alquanto preoccupato, Hajime raramente mostrava le proprie debolezze.
Era un’altra faccenda, essere la debolezza l’uno dell’altro. Hajime era il maggior pilastro, le fondamenta, tra loro due.
Vederlo così in ansia, lo faceva solo agitare.

Tooru era incerto. Doveva aspettare o tirargli fuori le parole?
“Hajime, non voglio vederti triste” disse invece
“Sei sempre stato bravo a leggere le persone” Hajime sospirò “Mi spiace”
Perché doveva sentirsi così ansioso e insicuro proprio in uno dei rari momenti in cui il suo innamotato era a casa e potevano rilassarsi insieme?  Non voleva creare problemi, né a loro né a lui, ma sembrava una congiura.
“Cosa vuoi dire?” replicò il castano
Iwaizumi lo fissò intensamente negli occhi, sorridendo ancora una volta tristemente.
Oikawa trasalì.
“ Sono… non so, ordinario?”
“Ordinario?”
Hajime non riesce più a sostenere lo sguardo, mentre l’ansia cresce.
“ I mondi in cui viviamo sono diversi, Oikawa” disse alla fine.
Oikawa tentò di replicare, ma Hajime lo precedette, impedendoglielo
“Sei arrivato in cima, e sono felice. Tenterò di nuovo la convocazione il prossimo anno, è una promessa. Ma intanto sono felice.  Non posso descrivere a parole quanto io sia orgoglioso di te. È quasi irritante vedere la tua faccia ovunque”
Iwaizumi fece un blando tentativo per smorzare quell’aria un po’ pesante.
“Forse presto ti ci abituerai, a quello stile di vita da star. E potresti capire che forse sono troppo ordinario, per te, e… non così eccezionale”
“HAJIME!” Oikawa sbottò, in tono fermo e deciso, quasi in un giro.
Non poteva davvero crederci. Il suo fidanzato credeva che lo avrebbe lasciato, solo perché era l’alzatore della nazionale. Certo, poteva essere anche molto superficiale,  ma non riguardo i propri sentimenti.
Se così fosse stato, non avrebbe frequentato l’Aoba Johsai, che tanto gli aveva dato e che tanto gli aveva insegnato.
Hajime continuò.
“ Ti potresti lasciar andare a una nuova elettrizzante avventura, no? Ritorneresti ad uno stile di vita non ordinario, dal tuo fidanzato ordinario con un lavoro non così eccezionale?”

Nel successive sospiro di Hajime, Tooru percepì quanto avesse dovuto pensarci. Le cose erano difficili, ma non si era mai lamentato. Vederlo dubitare così di se stesso, dell’importanza che aveva per lui in confronto al suo sogno, quasi gli fece versare qualche lacrime.
Hajime era sempre stata la persona più importante per lui, importante quanto la pallavolo e quanto il sogno della nazionale.
Erano fidanzati, sentiva anche il campo il peso e l’orgoglio di quell’anello alla catenina che portava al collo.
Non voleva toglierlo, e aveva trovato il modo. Era come se Hajime non fosse solo a bordo campo, ma con lui, in lui.

Il silenzio scese tra I due, per una quantità di tempo indeterminate.
“Ti amo” proferì solo Oikawa, prima di guardarlo intensamente negli occhi e chinarsi appena per baciarlo.
Le labbra di Oikawa erano calme e morbide, quasi gentili, eppure ferme e calde. Si incastravano alla perfezione.
Iwaizumi chiuse gli occhi, ricambiando quel caldo bacio.
Era convinto che forse, un’altra opportunità non l’avrebbe avuta.
Non aveva nessuna certezza se non quella del proprio amore.
Tooru ruppe il bacio, rimanendo con le labbra a contatto, prima di allontanarsi appena per parlare.
Gli mise una mano sulla guancia, gli occhi fissi in quelli verdi del compagno.
“Ti amo, Hajime” disse ancora una volta “ Questa vita è diversa da quella a cui eravamo abituati e che immaginavamo, senza contare che il prossimo anno so per certo che sarai al mio fianco in campo. Ma non permetterei a nulla al mondo di scegliere qualcosa che no sia tu, né ora né mai. Non mi importa quanto possa essere eccitante o rendermi felice, sai perché? Perché ciò che mi importa e penso ogni volta che ho finito, è tornare qui a casa, da te”
Iwaizumi si sentì mancare il fiato, serrò i pugni, insicuro su come reagire.
Tooru notò la sua esitazione e gli prese le mani, sciogliendo i pugni e intrecciando le dita.
“Non mi importa poi così tanto di essere famoso, Hajime, mi basta giocare e dare il massimo. Per ogni intervista o allenamento, anche se non me ne pento, penso solo che vorrei passare più tempo insieme a te di quanto già non facciamo”
Oikawa sorrise, facendo perdere un battito ad Iwaizumi, che dimenticò di reagire.

“è difficile organizzarsi, tu non te la prendi e organizzi tutto quasi dando più importanza a me, e mi dispiace. Hai sempre pensato prima a me che a tutto il resto, anche quando mi picchiavi. Prima a me anche prima di te stesso, e non potrò mai ringraziarti abbastanza, Hajime.
Per questo, non devi guardarti dall’alto in basso e denigrarti. Non devi cambiare, perché non saresti più il mio Hajime. Non saresti lo stesso ragazzo che sembra un cavernicolo la mattina, mentre si alza per il proprio turno di preparare la colazione, né lo stesso che mi augura la buonanotte per messaggio se faccio tardi. Non saresti lo stesso ragazzo di cui mi sono innamorato, che amo da sempre”
Hajime si lasciò scappare qualche lacrime, mentre sentiva i brividi scorrergli lungo tutto il corpo.
Non avrebbe mostrato a Oikawa la debolezza nei propri occhi.

Oikawa si gettò tra le sue braccia, stringendosi a lui e avvolgendogli le braccia intorno alla vita. Hajime prontamente ricambiò.
“Tu non sei ordinario, Hajme” Tooru disse ancora, passando le mani tra quei capelli castano scuro e lasciandogli dei piccoli baci sul collo. “Sei semplicemente tu, e ti amo così come sei. Amo tutto di te”
Hajime non potè evitare di sollevare lo sguardo e baciarlo lentamente.

Adesso ne avevano la certezza.
Avevano la forza più prorompente di tutte.

Alla prossima IwaOi!
Ho voluto mostrare due cose. Iwaizumi, sebbene in minor misura, da tanta importanza alla pallavolo quanta gliene da Oikawa. È solo questione di carattere. È facile giudicare quando si tende ad essere forti e diventa un’abitudine, anche quella di mostrare meno le proprie emozioni.
Ho anche voluto evidenziare che sono l’uno il sostegno dell’altro, sono sempre pronti a sostenersi vicendevolmente. Hajime lo ha aiutato per il ginocchio e lo ha sostenuto, evitando che si arrendesse. Tooru lo sostiene quando si sente indegno di essere l’asso, ben sapendo che, invece, Hajime è l’Asso, l’emblema più degno di ogni altro asso, e che può sfoggiarlo con orgoglio.