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Autore: The Nymph    06/07/2018    4 recensioni
[modifica della ff precedente]
Era un giorno normale, se di normalità si poteva parlare con Fred e George Weasley. Un giorno normale in cui i due gemelli, annoiati dei soliti scherzi ai poveri studenti del primo anno, si lanciarono una delle sfide più ambiziose che la loro mente potesse partorire: conquistare le sette ragazze più intelligenti di Hogwarts. Tra queste non poteva che presentarsi anche Hermione Granger.
«Scusa» fu tutto ciò che riuscì a dire. Sì, aveva un intero monologo preparato, un discorso strappalacrime che la avrebbe costretta a perdonarlo senza battere ciglio, e tutto ciò che riuscì a dire fu “scusa”.
«Ora va molto meglio.» Fred fece per sorridere, ma si ricordò che, certe volte, Hermione poteva essere fastidiosamente sarcastica.
Era ora di sfoggiare il suo discorso: si schiarì la voce, si chinò verso di lei per rendere la situazione più confidenziale, ma, ancora una volta, quelle dannate parole non vennero fuori. Tutto ciò che uscì dalle sue labbra, invece, fu uno sbagliatissimo bacio.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Daphne Greengrass, Fred Weasley, George Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Da V libro alternativo
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17/09/1995
 
«Secondo te avrei qualche chance con Susan Bones?»
Nel silenzio della Sala Grande mattutina, vuota quasi del tutto, la risata tuonante di Fred fece girare i pochi presenti. «Sì, come no.»
«Hey!» brontolò George, dandogli uno schiaffo sul braccio. «Credi che lei sia troppo intelligente per me?» gli chiese, quasi con aria di sfida.
«No» rispose il fratello, versandosi del tè in una tazza. «Credo che tu sia troppo idiota per lei.»
«Davvero?» chiese l’altro, alzando un sopracciglio. «Vuoi scommettere?»
«Scommettere su cosa?»
«Scommettere che riesco a farla cadere ai miei piedi. Anzi, che riesco a far cadere ai miei piedi tutte le ragazze più intelligenti di Hogwarts.»
«Ha!» sbottò Fred, per poi lasciarsi andare in una risata liberatoria. Scosse la testa divertito, sorseggiando il tè, ma, quando si rese conto che il gemello non contrattaccava, si voltò verso di lui, con espressione seria. «Stai scherzando, vero?»
«Penso che sia la prima volta che lo dica, fratello, ma no
Fred restò immobile a fissarlo, con il tè che sbrodolava giù dalla tazza e gli bagnava la cravatta di Grifondoro. «È pericoloso» disse infine, dopo aver fatto trascorrere dieci secondi di silenzio.
«Pericoloso?» ripeté George, incredulo. «Stai perdendo colpi?»
«Sai come ti supporto in ogni cretinata che hai in mente, però guarda in faccia la realtà: sono ragazze, Georgie. Hai presente? Cambiano umore senza motivo, e sono appiccicose e incomprensibili.»
«Credi che non sia mai stato con una ragazza, Freddie?»
«Già!» sbottò l’altro, sbuffando a metà tra lo spaventato e il divertito. Ricordava bene l’ultima volta in cui George aveva provato ad approcciarsi a un essere umano di sesso femminile:
Ballo del Ceppo, anno precedente.
Proprio come quel tonto di Ron, George cascò nell’intricata trappola delle aggraziate ragazze di Beauxbatons. Dopo aver fallito nel tentativo di invitare Alicia Spinnet, che stava già andando con un Corvonero, e dopo aver passato la fase disperata del «Lo chiedo a Ginny. Non ho altra alternativa», si decise a farsi avanti con una francese dal nasino all’insù, e, dopo aver preso un lungo respiro, esordì con: «Sei mai andata a letto con uno sconosciuto? Potrebbe essere la tua occasione!»
Fred fece una smorfia disgustata e addolorata, chiedendosi cosa avesse fatto di male per meritare un fratello tanto idiota.
«Beh, sì, è vero» ammise George, abbassando lo sguardo. «Ma so come sono fatte!»
Fred rise un’altra volta, tornando a interessarsi al suo tè, ma, proprio quando credette di aver distolto il fratello da quell’idea assurda, si vide scivolare un biglietto sotto il naso.
“Daphne Greengrass
Marietta Edgecombe
Alicia Spinnet
Pansy Parkinson
Cho Chang
Susan Bones
Hermione Granger”
«La lista delle persone che vuoi uccidere?» domandò Fred, lentamente.
«La lista delle ragazze più intelligenti e carine della scuola.» Fred restò senza parole nel vedere quanto orgoglioso fosse George di quella faccenda.
«Intelligenti e carine? Vuoi proprio perderla, questa scommessa!»
«Allora, ci stai?»
Fred si strozzò con il tè. «Ci sono anch’io nella scommessa?» chiese, asciugandosi la bocca con il polso.
«Certo, altrimenti che senso ha?» George gli porse una mano, che Fred, con un po’ di esitazione, afferrò e agitò. «Si inizia domani» disse. «Domani» evidenziò un’altra volta.
«Ho capito» replicò il fratello, lanciandogli uno sguardo smarrito.
«Perfetto. Quindi non barare» lo avvisò George, alzandosi dalla sedia e dirigendosi verso la Sala Comune dei Grifondoro. «Domani!» ripeté, voltandosi verso il gemello.
«Domani!» echeggiò Fred, alzando le braccia in segno di resa.
 
 
Non poteva sbagliarsi: Hermione Granger era nella biblioteca, come tutti i santi giorni, tutti i santi minuti. E, se da una parte era orgoglioso di se stesso per averla trovata così facilmente, dall’altra sapeva benissimo che la ragazza odiava essere disturbata mentre leggeva.
«Granger» disse raggiante, sedendosi davanti a lei. Come previsto, la Grifondoro alzò gli occhi al cielo, ignorandolo. Sì: non era ancora arrivato domani. Ma Fred voleva darsi una mossa, ed era consapevole del fatto che, se voleva superare George, doveva giocare sporco. In più, ai suoi occhi, Hermione sembrava una preda facile: ricordava bene la cotta infantile che aveva avuto per Gilderoy Allock, al suo secondo anno. Perciò, aveva tutta l’intenzione di barrare al più presto quel nome dalla sua lista, per poi concentrarsi sulle altre ragazze: flirtare con Hermione era la cosa che lo “disgustava” di più, quindi, prima si toglieva quel dente, meglio era. «Che studi?» continuò, imperterrito. E, imperterrita, Hermione lo ignorò. Fred allungò la schiena, nel tentativo di estrapolare qualcosa dalle pagine, ma la ragazza, infastidita, chiuse di scatto il libro.
«Fred… o George» disse, sorridendo, ma con un filo di seccatura nella voce. «Ti serve qualcosa?»
«La scuola è iniziata da diciassette giorni!» Esclamò il rosso, arricciando le labbra.
«Sì. Con questo?»
«Non puoi studiare così tanto dopo diciassette giorni!»
«Smettila di dire “diciassette” in quel modo.»
«Come lo dico?»
«Come se fosse il numero più alto esistente al mondo.»
«No, Hermione. È il numero più basso esistente al mondo. Datti una calmata!»
La ragazza si schiarì la voce, incrociò le mani sul libro che aveva serrato, e chiese, di nuovo: «Ti serve qualcosa?»
Fred sorrise di lato, cercando di apparire il più affascinante possibile. Avvicinò la sedia per fare in modo che le loro teste fossero meno lontane, e rispose: «No. Volevo solo dirti quanto sei carina.»
Hermione socchiuse gli occhi, sollevò un sopracciglio, e poi balzò dalla sedia, guardandosi apprensivamente intorno. «Che avete combinato tu e tuo fratello?» chiese, in ansia.
Fred la guardò confuso. «Niente! Ti giuro, niente.»
La ragazza sospirò profondamente, afferrò il libro con rapidità e lanciò un’occhiata di fuoco a Fred. «Fate i seri! Almeno una volta sola!» E, detto questo, si diresse con furia fuori dalla biblioteca.
«Tu!» sputò qualcuno alle spalle di Fred. Il ragazzo, che conosceva quella voce fin troppo bene, alzò gli occhi al cielo e si voltò lentamente.
«È stato puramente casuale» si giustificò.
«Avevo detto domani!» ribatté George, con le braccia incrociate sul petto.
«Aspetta un attimo…» mormorò Fred, alzandosi dalla sedia con estrema lentezza e avvicinandosi al fratello, sospettoso. Un ghigno si palesò sul suo volto, seguito da un’espressione delusa. «Da quando in qua vai in biblioteca, Georgie?»
Il fratello, che iniziò ad azzannarsi le braccia con le dita, prese un lungo respiro prima di rispondere, senza distogliere il contatto visivo da Fred: «Mi serviva un libro… da bruciare.»
«Ha!» esclamò l’altro, puntandogli il dito contro. «Tu non bruci mai i libri, dici che è un peccato perché si possono usare per creare aeroplanini di carta! Stavi cercando Hermione, bugiardo!»
«Va bene, va bene!» ammise George, alzando le braccia. «Ma tu lo hai fatto prima, quindi non parlare!»
Per qualche secondo, i due gemelli si scrutarono in silenzio, sospettosi. «Domani?» domandò Fred, con cautela.
«Grazie a Dio!»
   
 
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