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Autore: Sistxh    06/07/2018    0 recensioni
La prima cosa che dovete sapere leggendo queste pagine è che non vi è un vero e proprio inizio.
Né una vera conclusione, a dirla tutta. Questa è la mia versione dei fatti.
Questi sono i miei pensieri riguardo tutto quello che è successo e se state leggendo, quasi sicuramente è perché sono morto.
Qui non ci sono bugie -che è poi quello che vi aspettavate da me- solo la realtà dei fatti.
Diffidate di quello che vi è stato detto, l'Oscurità è una forza cosmica troppo vasta per comprenderla.
Datemi del cinico, freddo e disumano ma io non sono mai stato tipo da accettare le cose sulla parola,
e si dà il caso che sappia che la mia storia non è altro che trama e metafora, che è poi ciò di cui sono fatte tutte le storie.
E ciò che le rende un successo o una leggenda, è come la storia viene raccontata, e da chi.
Altri hanno già avuto l'occasione di raccontare la loro versione dei fatti.
Questa è la mia. Partiamo dal giorno in cui sono nato...
-Benjamin Solo.
Genere: Romantico, Science-fiction, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Han Solo, Kylo Ren, Luke Skywalker, Nuovo personaggio, Principessa Leia Organa
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Klelia and Kylo Trilogy.'
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                                                                                     I.

"La prima cosa che dovete capire leggendo queste pagine è che non vi è un vero e proprio inizio. Né una vera conclusione, a dirla tutta. Questa è la mia versione dei fatti. Questi sono i miei pensieri riguardo tutto quello che è successo e se state leggendo, quasi sicuramente è perché sono morto. Qui non ci sono bugie -che è poi quello che vi aspettavate da me- solo la realtà dei fatti. Diffidate di quello che vi è stato detto, l'Oscurità è una forza cosmica troppo vasta per comprenderla. 
In questo momento il cielo è sopra di me, profondo, buio e così lontano, pieno di sogni che non saranno mai miei. 
Mi ricorda di lei. 
Di tutte le cose che ho lasciato passare. Non sono mai stato bravo a cogliere le occasioni, desidero ardentemente ma non riesco a capire, fino a quando non è troppo tardi. Respingo il mio bisogno, la mia fame, quindi non devo chiedere o supplicare.  Ho sempre fatto finta di star bene. 
Forte, freddo e disumano.
Datemi del cinico, ma io non sono mai stato tipo da accettare le cose sulla parola, e si dà il caso che sappia che la mia storia non è altro che trama e metafora, che è poi ciò di cui sono fatte tutte le storie. E ciò che le rende un successo o una leggenda, è come la storia viene raccontata, e da chi. Altri hanno già avuto l'occasione di raccontare la loro versione dei fatti. Questa è la mia. Partiamo dal giorno in cui sono nato..."
 
                                           Yavin IV, Outer Rim Territories.
 
Era una calda e afosa mattina, in una delle numerose stanze della base dei Ribelli -forse una delle migliori con mobili in legno pregiato e le pareti decorate da vari affreschi con i colori più vivaci di tutta la galassia- assistita da varie donne di fiducia il generale Leila Amidala Organa stava per dare alla luce il suo primo figlio.
"Diamine! Ma dove diavolo è Han?" urlò spingendo via una delle donne.
Dopo nove mesi, dopo tutte le attenzioni che quel farabutto le aveva prestato proprio in quel momento era in ritardo.
"Principessa, il generale Solo è stato avvisato della situazione, sarà qui a momenti," sciorinò la donna "nel mentre continui a spingere." E proprio quando finì di parlare, Leila spingendo cacciò un urlo che forse si sentì per tutto il palazzo. 
 
 Mentre si sforzava di non spingere troppo per aspettare Han osservò il suo riflesso nel grande specchio alla sua destra. Era una versione di sé stessa che non aveva mai visto: aveva gli occhi spalancati, i capelli arruffati e il viso tutto rosso. Continuando a guardarsi nello specchio notò che un'altra delle donne le stava togliendo con un panno di seta delle gocce di sudore dalla fronte; Leila non riusciva più a distinguerle a causa del dolore, ormai avevano tutte la stessa faccia. 
Stava per perdere le speranze ma all'improvviso sentì una voce chiedere "Dov'è? È qui dentro?" e d'un tratto le porte si spalancarono ed un giovane e sporco Han Solo fece il suo ingresso nella stanza dove suo figlio stava per venire al mondo.
"Tesoro... sono qui." enunciò e subito a grandi falcate chiuse la distanza fra lui e la sua principessa.
Una volta vicino, le baciò la guancia e le prese una mano.
"Questa non te la perdono facilmente." mormorò Leila con un tono di voce severo ma allo stesso tempo dolce e rassicurato dalla presenza di Han.
"Vedi, Chewbe ed io abbiamo avuto qualche problema con dei contrabbandieri."
"Sta' zitto e dammi la forza per superare questo strazio." si lamentò Leila prima di urlare di nuovo.
Han le strinse forte la mano per darle conforto "Leila, ce la puoi fare, vai!" 
Un ultimo sforzo, un'ultima spinta ed il feto fu fuori. Le donne si affrettarono a prenderlo e a coprirlo con coperte di seta. Leila sospirava felice mentre Han se ne stava lì immobile, con gli occhi sgranati. Le misero il neonato fra le braccia ... Leila guardava suo figlio, questa piccola cosa con occhi che parevano due olive nere, ma che poi una volta colpiti da un raggio di sole che penetrava dalla grande finestra divennero color ambra; caratteristica ereditata dalla madre, così come la carnagione, chiara come la porcellana. Il suo sguardo passò poi alla grande matassa di capelli neri come la pece. Era un bambino bellissimo.
 
Il bimbo appena nato emise il suo primo lamento, iniziò a piangere, segno di disperazione ma anche segno di vita.
"Ben..." Leila si ritrovò a sussurrare "Come Ben Kenobi, perché tu sei la nostra ultima speranza." e sorrise come non aveva mai sorriso prima. 
In quel momento provò una sensazione nuova. Era amore, ma un tipo di amore diverso da quello che provava per Han, quello che provava in quel momento era un amore incondizionato, profondo, unico... il tipo di amore che solo una mamma riesce a provare per il proprio figlio. Han si avvicinò per vedere meglio il neonato "Ben, mi piace come nome ... Ben Solo." confermò girandosi verso Leila, dandole un bacio leggero e delicato.
In risposta Leila poggiò la fronte contro la sua. Era sfinita.
Sospirarono assieme mentre guardavano il piccolo Ben giocare con il mignolo della mano di suo padre...
 
                                                                                                         Unknown Location.
 
Luke aprì gli occhi lentamente cercando di farli abituare alla luce. Osservò la casa in cui si trovava; arredamento e pavimento in legno, mura fatte con mattoni crudi... un'abitazione semplice.
Passò un paio di minuti a rigirarsi nel letto, cercando la forza di alzarsi, poi finalmente decise di mettersi in piedi e di lavarsi. Indossò una tunica grigia, con una cintura del medesimo colore alla quale agganciò la propria spada-laser. Si guardò allo specchio; il fisico di un uomo adulto ormai, pieno di cicatrici, il volto era solcato da varie rughe d'espressione. L'attenzione passò alla sua mano, quella mano, e sospirò perso in lontani ricordi. Fece colazione prima di uscire dall'abitazione per cominciare ad allenarsi. 
Il sole era già alto nel cielo, tuttavia l'aria era estremamente fredda. Si stava allenando già da mezz'ora quando all'improvviso percepì un cambiamento nella Forza. Si fermò di scatto e si ritrovò a sorridere da solo, quasi sembrava pazzo; suo nipote era nato. Chiuse gli occhi e si concentrò espandendo il suo campo emotivo.
Viaggiò fra le varie galassie e raggiunse Yavin IV. 
Riuscì a sentire Leila ed Han, assieme a loro anche un'altra persona... Ben.
Percepiva il bene in lui e si sentì decisamente rassicurato.
                                                                                   
                                                                                                                                                             Unknown Regions.
 
Negli abissi più remoti dell'universo vi era un essere malvagio, da molti chiamato Snoke. Anche lui sorrideva. Il suo però era un sorriso diverso, quasi maligno. La grande sala era buia, con grandi finestre dalle quali si poteva vedere il paesaggio; un'immensa landa desolata, montagne grigie e pietre vulcaniche dappertutto. Sedeva su un trono circondato da varie specie di alieni; c'era chi beveva, chi giocava d'azzardo e chi semplicemente combatteva. Il caos più totale. 
L'umanoide era riuscito a percepire una vibrazione nella Forza, aveva sentito il pianto di un neonato, poi eccolo... un potere enorme, grezzo ed indomito. Il suo sorriso svanì ed il volto divenne cupo, cominciò a ridere immaginando cosa avrebbe potuto fare con tutto quel potere se solo fosse riuscito a convincere il detentore, quel figlio della Forza, equamente dotato di potenziale per il bene e per il male, quel... Grigio a passare al Lato Oscuro.
 
                                                                                       Yavin IV, Outer Rim Territories.
 
Han raggiunse la culla e controvoglia vi poggiò il bimbo, rendendosi conto di non riuscire a staccarsi da quel piccolo esserino, come se fosse una calamita per lui. Guardò negli occhi di suo figlio. Suo figlio. 
Come diavolo ho fatto a diventare padre?  si chiedeva.
Beh, sapeva come era successo; una notte sotto le stelle, stesi su un prato verde vicino agli alberi di Endor. Ma pensando in grande, si rese conto che la galassia ora gli appariva come un posto assai più grande e strano avendogli permesso di divenire padre. 
 
Il neonato, Ben, emetteva dei suoni strani, protetto e avvolto da una grande bolla bianca, ovvero l’ammasso di coperte di seta che coprivano il bimbo all’interno della culla. Han si avvicinò, le braccia incrociate mentre osservava il bambino dalla faccia cicciottella e gli occhi scuri. Si guardarono a vicenda. Il bambino gorgogliò. 
Sentì Leila entrare nel bagno dell’altra stanza per fare la doccia, a bassa voce Han disse: “Hey, siamo io e te piccolo. Tutta la galassia contro di noi ma riusciremo ad andare avanti in un modo o nell’altro. Non riuscirò mai ad essere il papà migliore dell’universo, ma in tutta onestà... non ho idea di cosa io debba fare. So a malapena prendermi cura di me stesso, ma mi assicurerò sempre che io e te siamo nella giusta direzione... anche se dovremmo fare un po’ zig e zag per giungerci." 
Ben lo guardava, i suoi occhi brillavano.
Han continuò: "Ecco la tua prima lezione: A volte fare la cosa giusta, non significa seguire una linea dritta. A volte devi andare a fondo per capire cosa fare davvero... ma non dire a tua mamma che ho detto una cosa del genere.” 
Sorrise e posò un bacio sulla fronte di Ben e mentre lo osservava meravigliato pensò che forse sarebbe potuto cambiare come persona... forse.
 
 
   
 
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