Fanfic su artisti musicali > Shawn Mendes
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Autore: Erenas    06/07/2018    0 recensioni
Maggie Pitts è una giovane ventitreenne. Vive a Toronto in Canada, studia all'università e nel frattempo lavora nel negozio del suo amico Caleb. Maggie ha difficoltà nel crearsi degli amici della sua età. Non ama le feste, non ama bere, non ama uscire. Resta in casa, con le tapparelle chiuse. I suoi unici amici sono la signora anziana della porta accanto, il fioraio e il musicista di settanta anni.
Durante il turno di lavoro alla cassa, Maggie incontra Shawn. I due avranno modo di rincontrarsi la sera dopo quando l'auto del ragazzo si blocca nel vialetto davanti alla casa della ragazza. I due inizieranno ha vedersi nuovamente la sera dopo.
Maggie che è sempre stata dentro casa, inizierà ad amare il mondo esterno?
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
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«E alla fine hanno scoperto che era incinta, avete capito? Incinta!», esclama la signora Horman facendo ridere il signor Day e Caleb. Sorrisi tornando alla mia postazione di lavoro dietro la cassa. 
«Quindi Harriet, la moglie di Errol è incinta?», chiesi prendendo il cd dei Guns N' Roses e posandolo sullo scaffale dedicato alla musica rock.

«ma quale Harriet e Harriet! Sto parlando della figlia Molly che dopo l'abuso del padre è rimasta incinta, un vero e proprio incesto; come in quella serie televisiva che abbiamo visto insieme ricordi, Caleb? Come si chiamava... Game...», dice lei appoggiandosi allo scaffale.

«Game of trhones, ecco come si chiama», risi immaginando la signora Horman che guarda comportandosi da ragazzina vedendo Game Of Thrones, e in più insieme a Caleb.

«Cody dovresti vederla sai quante belle tette all'aria!», esclama Caleb. Alzai gli occhi al cielo ridendo sotto i baffi.

«Perché guardare delle tette all'aria da uno schermo quando posso vederle dal vivo con Juliette?», aggiunse il signor Day facendoci rimanere tutti a bocca aperta. 
Risi quando vidi Tabitha diventare rossa dalla gelosia; dall'ultima volta ho potuto notare che a lei gli piaceva Cody.

«Quindi state insieme?», chiesi sedendomi sul balcone del negozio facendo dondolare le gambe su e giù. 
Cody mi guardò con un sorrisetto sulle labbra e il viso leggermente imbarazzato. 
«emh... probabile, è solo che... è molto complicato», spiega arricciando il naso.

«Andiamo sembrate una coppia di ragazzini alle prime armi! Cosa vi blocca nello stare insieme?», domanda Caleb mettendosi la pipa in bocca. Caleb è sempre stato molto all'antica e da come ha sistemato il suo negozio si può già dedurre: jukebox sistemati in quasi ogni angoli, giradischi con un valore inestimabile.

«Perché forse mi piace qualcun'altro ma non ne sono sicuro», riaponde Cody mettendosi sulla difensiva. Sorrisi pensando la donna che gli piaceva era proprio Tabitha. 

«Due donne amico, non una, ma due! Che ragazzaccio», rise Caleb sotto i baffi facendo ridere anche me. 
Le nostre risate furono rotte dal suono del campanellino appeso alla porta segno che qualcuno era appena entrato. Guardai il nuovo cliente; per tutta la mattinata non avevamo avuto nessun cliente, neanche una semplice visita. Il ragazzo aveva dei ricci castani ed era molto alto, molto più alto di me e sicuramente aveva la mia età. I suoi pantaloni color nero gli fasciavano le gambe lunghe e magre, la sua felpa nera gli aderiva perfettamente al suo petto mostrando anche un po' di muscoli nelle braccia. La felpa che portava aveva un design che riguardava una donna, Marylin Monroe che fumava una pipa, ed era di colore blu chiaro.

Tabitha mi lancia uno sguardo sussurrando un semplice «Fatti avanti», sospirai non badando a quello che mi aveva detto. Sprofondai sulla poltrona osservando il ragazzo che era appena entrato. Quei tre iniziarono a parlare di qualcosa riguardante alle vecchie macchine d'epoca.

Il ragazzo sembrava disorientato forse quel che stava cercando non lo aveva ancora trovato. Si porta il dito alle labbra guardando attentamente gli scaffali con i cd e si mise una mano sul fianco sinistro. Iniziò ha guardarsi intorno fino a che il suo sguardo non si posò sul mio e quello di Caleb. 
«Emh... scusate ho bisogno di aiuto», disse lui avvicinandosi a noi. Tabitha lanciò uno sguardo a Caleb indicandomi, Caleb capì subito il significato dello sguardo di Tabitha e mi indicò.

«Maggie devo finire di mettere apposto alcune cose, puoi aiutarlo tu?», lo fulminai con lo sguardo appena sentii la sua richiesta. Sbuffai alzandomi e raggiunsi il ragazzo.

«Hai bisogno di aiuto?», chiesi guardandolo dritto negli occhi.

«L'ultimo disco di John Mayer non riesco ha trovarlo, dovrebbe essere in questa sezione», rispose.

«Dovrebbe esserci, vado a controllare nel magazzino», appena mi allontanai da lui vidi quei tre che mi sorridevano soprattutto Tabitha. Entrai nel magazzino quando trovai finalmente il disco che il ragazzo stava cercando. 
Appena entrai nel negozio vidi che stava scambiando qualche frase con Caleb riguardante alla musica.

«È questo quello che stavi cercando?», domandi dandogli il cd. Gli occhi del ragazzo si illuminarono appena gli mostrai il cd, lo prese come se fosse un oggetto prezioso e sorrise. Annui guardando dietro di me; mi voltai notando che la mia dolce anziana amica Tabitha stava facendo segnali di fumo al ragazzo dicendo di farsi avanti. Quei tre erano peggio di un gruppo di ragazzini adolescenziali. Alzai gli occhi al cielo sprofondando nell'imbarazzo quando vidi il ragazzo sorridermi. Non era così che doveva andare; doveva comprare un semplice disco musicale, pagare e infine andarsene come fanno tutti i normali clienti. Tuttavia i miei tre amici lo ritenevano il ragazzo giusto per me e per fare i primi passi.

Andammo alla cassa e lui pagò il suo cd di John Mayer. Il ragazzo mi sorrise quando prese il sacchetto con dentro il disco e mettendo lo scontrino dentro di esso.

«Era carino ammettilo e non mentirmi, so che hai fantasticato sul suo fisico», aggiunge Tabitha facendomi alzare gli occhi al cielo. Sospirai nuovamente, frustrata.

«Devi smetterla. L'ho visto una volta sola, questo non vuol dire che prossimamente e possibilmente sarà il mio futuro marito, Tabitha», aggiunsi mettendomi sulla difensiva.

«Invitami al matrimonio, voglio esserci», commentò Caleb finendo con la pipa e posandola sul cassetto chiudendolo a chiave.

«Non gli hai neanche chiesto il nome o il numero, come farai adesso?», chiese Cody avvicinandosi a Tabitha.

«Quante volte devo dirvelo che non è importante? Non m'importa e non mi interessa e smettetela di ripetermelo», urlai uscendo dal negozio. 
Mi appoggiai sulla macchina degli anni cinquanta senza ruota che si trova fuori dal negozio e respirai l'aria fresca che Toronto portava quella mattina.

Presi un profondo respiro buttando l'aria subito dopo; la fresca aria di Toronto s'intromise fra i miei capelli facendoli svolazzare. Afferrai il mio telefono dalla tasca dei miei pantaloni, controllai se avevo preso le mie cuffie da casa e quando le presi iniziai a sentire la musica per calmarmi un po'. L'energia della voce canora di Suzanne Santo mi fece battere il cuore dandomi quel pizzico di energia e adrenalina che solo la musica rock e blues riusciva ha darmi.

Accarezzai la rondine tatuata sulla mia mano destra e pensai a mio nonno. Mio nonno che da sempre mi ha insegnato il valore della musica; mi ha insegnato a suonare, a cantare, a fare un sacco di cose. Ricordo ancora quando a soli dieci anni per approcciarmi al mondo della musica metal, - senza dirlo a mia madre -, mi portò in prima fila ad un concerto dei Metallica. Ero solo una bambina ma dannazione se mi sono scatenata. Mi sentivo bene, non mi sentivo come una bambina di dieci anni ma mi sentivo come loro. Normale. 
Ricordo ancora quando quei colossi tatuati e pieni di piercing guardavano mio nonno con sguardo fiero: "Sta crescendo bene" disse uno di loro ridendo.

Nel frattempo avevo la loro bandiera fra le mie mani e saltellavo e ridevo al ritmo di un aggressiva melodia. 
I miei pensieri riguardante a quella sera furono interrotti da una voce maschile, dolce e tranquilla.

«Chiedo scusa, credo di aver lasciato il mio telefono nel vostro negozio, lì alla cassa», e quando mi voltai vidi lo stesso ragazzo che era entrato circa venti minuti fa. Dannazione.

   
 
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