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Autore: Nao Yoshikawa    08/07/2018    4 recensioni
“Il suo nome sarà Fiamma. Perché, con la fiamma che arde dentro di lei, un giorno ci salverà tutti”.
Cinque anni dopo la battaglia di Alvarez, una nuova minaccia incombe non solo su Fairy Tail, ma su tutta Earthland. Una maledizione verrà scagliata, mandando i nostri eroi in un mondo senza magia e impedendo loro anche solo di ricordare delle loro storie e dei loro legami.
La loro unica salvezza risiede in una bambina appena nata.
Fiamma ha dodici anni, è orfana ed è sempre stata convinta di non essere niente di speciale. Un giorno, però, le cose cambiano drasticamente quando incontra Happy.
Sarà allora che inizierà il viaggio verso la scoperta delle sue origini. Perché solo lei è la Salvatrice che potrà salvare la sua famiglia.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Acnologia, Human!Acnologia, Natsu, Natsu/Lucy, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fairy Tail Next Generation'
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20 - Gioco di squadra

Prima del sortilegio…


Seduta a gambe incrociate a terra, Hikari si stava divertente a tormentare Lector, di cui tirava con forza la coda. E il povero Exceed era costretto a subire in silenzio, visto che altrimenti avrebbe dovuto sorbirsi i pianti della bambina – e i conseguenti rimproveri di Sting – quindi tanto valeva sopportare.
Rogue guardava quella bambina che si era ritrovata ad amare come se fosse sua. Raramente si era sentito così tanto legato a qualcuno, ma Hikari, con la sua dolcezza ed allegria, trascendeva ogni cosa.
Minerva si avvicinò al suo fidanzato, che fra pochi mesi sarebbe diventato suo marito, e lanciò una dolce occhiata a Hikari. Non poté fare a meno di pensare che Rogue fosse portato con i bambini. E magari un giorno avrebbero avuto dei figli loro.
Si accoccolò al suo braccio, poggiando il viso sulla spalla del ragazzo.
“Quella ragazzina ti adora. Un piccolo raggio che squarcia le tenebre”
“E io adoro lei. Credo sia una sorta di tua rivale in amore”, scherzò.
“Ah, ma davvero?”, domandò lei sorridendo. “Dovrò darmi da fare”, poi assunse un’espressione più pensierosa. “Questa maledizione non ci voleva. Avremo dovuto sposarci fra qualche mese”
“Oh, Minerva. Sta tranquilla, possiamo sempre farlo dopo, l’importante è che prima regni la pace”
“Sicuro che non ti stancherai di aspettare?”, domandò languida.
“Dubito che questo possa accadere”.
Le accarezzò il viso, dopodiché si avvicinò e le posò un bacio sulle labbra.
I due però si sentirono ben presto osservati. E in effetti Hikari li stava guardando con curiosità. Minerva sorrise imbarazzata.
“Hikari?”.
La bimba allora sorrise a sua volta e si aggrappò al mago.
“Zio Rogue, un giorno ti sposerò”, affermò candidamente. Quell’affermazione lo fece ridere di gusto, l’innocenza dei bambini poteva essere incredibile.
Se solo avesse saputo come le cose si sarebbero poi evolute, non avrebbe forse riso così tanto…

Hikari guardava dritto davanti a sé. Era scappata e aveva camminato a lungo. Dal punto sopraelevato in cui si trovava, poteva vedere buona parte della cittadina di Magnolia. Il vento le scompigliava i capelli. E tremava, sia per il freddo che per lo shock. Aveva assimilato troppe informazioni tutte insieme e adesso non sapeva come comportarsi.
L’unica cosa certa era il suo amore per Rogue, un amore sincero che c’era sempre stato. Ma era tutto così assurdo!
Quante volte lui l’aveva tenuta in braccio? Quante volte aveva giocato con lei? E quante volte aveva accontentato di nascosto i suoi capricci?
Se la vedeva da questo punto di vista, si rendeva conto di quanto effettivamente tale relazione risultasse inopportuna. Ma di mezzo c’erano i suoi sentimenti. E non solo.
Yukino sospirò sollevata nel vedere la figlia di spalle. Non osava neanche immaginare in che condizioni Hikari doveva trovarsi, ma sicuramente doveva starci molto male. Così le si avvicinò cautamente.
“Hikari, tesoro, mi hai fatto spaventare, non dovevi scappare così”
“Mi dispiace”, rispose lei. “Ma mi sono sentita davvero soffocata. Ti rendi conto di ciò che è successo?”
“Purtroppo me ne rendo conto. Ti prego, non disperare, vedrai che le cose si aggiusteranno. Io e tuo padre ti siamo vicini”
“Ma se lui ha detto che non accetta la cosa, accidenti!”, sbottò gonfiando le guance.
“Beh, devi anche provare a metterti nei suoi panni. La sua adorata bambina ha una relazione sentimentale – e sessuale – con il suo migliore amico. Non è proprio una passeggiata”.
Hikari sbuffò, alzando gli occhi al cielo.
“Io non voglio fare del male a nessuno, neanche a Minerva. Se avessi saputo che era lui, giuro che non mi sarei mai avvicinata. Ma adesso io lo amo e lui… ama me. O almeno spero che sia ancora così”, mosse le gambe nervosamente, mordendosi il labbro inferiore. “Perché l’amore deve essere così crudele?”.
Yukino sospirò, portandole un braccio intorno alle spalle e stringendola a sé. C’erano quesiti a cui nessuno poteva rispondere.

Se lei si stava occupando di Hikari, Sting si stava occupando di Rogue. Anche se non così gentilmente.
“Va da lei!”, esclamò dandogli un pugno sul braccio.
“E cosa dovrei dirle?”
“Che significa? Avrai pure qualcosa da dirle, dopo tutto questo tempo! E non fingere che la cosa ti lasci indifferente, perché non prendi in giro nessuno. Adesso va”.
Rogue alzò gli occhi al cielo. Suo malgrado, doveva ammettere che Sting aveva ragione. Così si avvicinò a Minerva, la quale gli dava le spalle e aveva un’espressione indefinita sul viso a causa dello shock.
“Amh, Minerva...”.
Quest’ultima si voltò a guardarlo.
“Rogue… io non so che cosa dire”, sussurrò.
“Purtroppo neanche io. Mi dispiace, temo che nessuno avrebbe potuto immaginare una cosa del genere, io per primo”
“Sì, ma… Rogue, tu non vorrai davvero continuare a stare con lei, vero?”
“Ma io amo Hikari”
“Però una volta hai amato anche me. Avevi detto che non ti saresti stancato di aspettare”.
Lui sospirò. Sapeva molto bene quello che aveva o non aveva detto, ma era stato prima che tutto cambiasse.
“Io non sapevo neanche che tu esistessi, come potevo...”
“Già, come potevi?” , sorrise amaramente. “Che sciocca, forse ero convinta che il tuo amore sarebbe sopravvissuto al tempo, alla lontananza, alle maledizioni… ma evidentemente mi sono sbagliata. Quindi è così… tu hai scelto lei”
“Io sto solo scegliendo di seguire quello che sento”, rispose, spiazzandola. Minerva sentì una fastidiosa morsa allo stomaco. Si sentiva ferita, tradita, arrabbiata. Il suo non era stato esattamente un ritorno felice, il destino con lei era stato crudele. Quindi serrò le labbra, lanciandogli un’occhiata che quasi lo fece rabbrividire.
Aveva adesso anche lei bisogno di rimanere da sola per un po’ e riflettere… riflettere tanto.
Sting arrivò dietro Rogue, strattonandolo sempre con molta poca grazia.
“Che cazzo ti dice il cervello?”
“Ma si può sapere che vuoi?”
“Che voglio? In un secondo hai rovinato la vita a due ragazze. Minerva di certo non si merita di soffrire, ma neanche la mia Hikari. Quindi faresti meglio a trovare un modo per uscire da questa situazione. E su di me, mi dispiace, non potrai contare”.
Rogue non rispose. Cosa ci sarebbe stato da dire?
Sting aveva ragione, anche volendo non ci sarebbe stato nulla che avrebbe potuto fare per aiutarlo. Quello era un problema suo che doveva risolvere da solo.

Dopo quello scontro, Neel era crollato addormentato.
E Ametyst si sentiva, dal canto suo, terribilmente stupida. Perché doveva vegliare su di lui come una sorta di angelo custode? Non riusciva a farne a meno. Quello stupido era proprio testardo, avventato, spericolato… lo era sempre stato. E lei era sempre stata il briciolo di ragione che gli mancava e che cercava di portarlo sulla giusta strada. Si era sempre ritrovata ad andargli dietro.
Anche in quel momento. Lo osservava con apprensione. Quello sciocco stava benissimo, non aveva di certo bisogno che lei gli facesse da badante.
“Pazza, io sono pazza”, si lamentò a bassa voce. “Mi piace avere il controllo, ma questa volta non ho controllo su niente… niente! Adesso parlo anche da sola. Figurarsi se mi senti. Hai sempre avuto il sonno pesante, tu!”.
Neel si mosse nel sonno, senza però aprire gli occhi. Ametyst allora sospirò.
“Anche se sei un pazzo, è innegabile l’affetto nei tuoi confronti. Oh, cavolo. L’ho detto. L’ho proprio detto”.
Si portò una mano sul viso, sentendosi terribilmente imbarazzata. Neel si mosse di nuovo, aprendo poi gli occhi di scatto.
“Lo sapevo che mi volevi bene!”.
Lei spalancò gli occhi a sua volta, cacciando poi un urlo.
“TU MI HAI ASCOLTATO TUTTO IL TEMPO?!”
“Non volevo interromperti, quando mi ricapita un occasione del genere?”
“Igneel Dragneel, tu sei un totale idiota”, commentò portandosi le mani sulla testa, esasperata. E poi lui le sorrise. Le sorrise e lei capì di essere senza ombra di dubbio fregata. Con le guance imporporate di rosso, Ametyst dovette rendersi conto di una cosa. C’era molto più dell’affetto che la legava a quel ragazzo.

Yuki stava cercando di origliare la conversazione fra Ametyst e Neel. Aveva infatti seguito la ragazza e l’aveva vista insinuarsi dentro la camera, senza capire le sue reali intenzioni.
“Andiamo”, si lamentò cercando di vedere qualcosa da sotto la fessura dalla porta. “Ma perché non si vede niente?”.
Syrio, dietro di lei, inarcò un sopracciglio.
“Ma che stai facendo?”. Yuki si sollevò di scatto, sorridendo.
“Io? Niente! Stavo solo controllando che non ci fosse polvere”.
Lui allora assottigliò lo sguardo.
“Voi femmine siete strane. Andate sempre dietro ai tipi che neanche vi guardano”.
L’azzurra allora si sentì offesa.
“Direi che lo stesso vale per te”
“Touchè...”, sbuffò Syrio.
Yuki si potò una mano tra i capelli, nervosa. Era calato uno strano silenzio, imbarazzante.
“Comunque sia, quand’è che questa cosa passa? È da quando mi hai toccata che quella sensazione di sentirmi legata a te non svanisce”
“Io non lo so. Però sai cosa? Non mi dispiace”
“Uffa, proprio non ti arrendi mai, vero?”.
Syrio rise.
“No, infatti”.
Aveva proprio trovato pane per i suoi denti. Doveva ammettere però che Syrio non era così male. Anzi, era forte. A modo suo.
Fiamma aveva nel frattempo rimuginato molto su certe cose. Aveva un bisogno viscerale di parlarne con la sua migliore amica. Per questo, quando la vide in compagnia di Syrio, sperò di non aver interrotto nulla.
“Scusate… Yuki, dovrei parlarti”
“Arrivo subito!”, esclamò lei, allontanandosi con una scusa, poiché l’atmosfera stava per diventare decisamente strana.
Così le due migliori amiche si allontanarono. Fiamma raccontò a Yuki del suo stato d’animo, della grande responsabilità che sentiva di avere e delle sue intenzioni per il futuro.
“Io non voglio che nessuno venga ferito. Tanto meno che nessuno muoia! Ma da sola non posso farcela, ho bisogno di tutti voi”
“Noi ci siamo, ma tu cos’hai in mente?”.
Fiamma si guardò intorno, sebbene sapesse bene che non c’era nessuno.
“Se facciamo gioco di squadra forse abbiamo qualche possibilità di farcela. Ma le nostre famiglie non devono saperne niente”
“C-cosa? Ma come? Fiamma, sei impazzita?!”
“Non ci permetterebbero mai di andare da soli!”
“Sì, perché non siamo ancora abbastanza forti!”
“Da soli possiamo essere deboli, ma non sappiamo ancora cosa possiamo fare se siamo uniti”.
Yuki fece una smorfia.
“Non sono molto convinta”
“Non preoccuparti. Penso di avere trovato una persona perfetta che può coprirci".


Nonostante si sentisse abbastanza strapazzato, il fuoco che ardeva dentro Natsu non sembrava essere in procinto di spegnersi, anzi, tutto il contrario.
“Mi sento umiliato nel profondo! Io lo ammazzo a quello lì. E questa volta farò in modo che rimanga morto!”
“Natsu, smettila”, lo rimproverò Lucy. “Succede questo quando si è troppo avventati!”
“Ah, non è stato così terribile”, aggiunse Gray.
“È stato terribile invece”, commentò Juvia. “Tu e Rayn siete ridotti piuttosto male”. Gajeel prese a ridere sguaiatamente.
“Effettivamente vi siete fatti battere come due principianti”
“Ridi, Gajeel? Avrei voluto vedere te al mio posto”, ringhiò Natsu.
“Rilassati, Salamander, adesso sei anche diventato permaloso?”
“Insomma, smettetela di comportarvi da bambini!”, li rimproverò Levy nel tentativo di zittirli.
“Piuttosto, dov’è finito Gildarts? Non se ne sarà andato in giro a fare qualcosa di strano, spero”, disse Mira con fare pensieroso.
“E che vuoi che ne sappia, io?”, sospirò Cana. Già, chissà suo padre cosa doveva star combinando.
Al pub entrarono poco dopo Rogue, Yukino, Sting e Hikari. La famiglia sembrava però voler prendere volontariamente le distanze dal primo, il quale sembrava a sua volta parecchio depresso.
“Oh-oh, guarda un po’ chi c’è!”, esclamò Natsu con un sorriso malizioso. “Il nuovo ruba-cuori del secolo. Dimmi, hai già chiesto la mano a Hikari?”
“Natsu, piantala. Non sono dell’umore”
“Ehi, ehi. Che succede?”
“Succede che Minerva è tornata. Succede che stavo con lei ma che adesso sto con Hikari. Succede che è un casino. Io volevo soltanto trovare una persona con cui stare bene, non volevo vivere tutto questo. Ho bisogno di bere”, disse rivolgendosi poi a Cana.
Hikari lo guardava di sottecchi. Era tutto così strano, se fino al giorno prima erano stati insieme senza alcun problema, adesso non era proprio possibile.
Si sentì ad un tratto afferrare un braccio da Arya.
“Riunione speciale, riunione speciale! Fiamma ci vuole!”
“Ci-ci vuole? Ma in che senso…?”.
Hikari fu trascinata via da Arya, come al solito fin troppo entusiasta.
In verità Fiamma aveva chiamato a raccolta tutti i suoi amici per spiegare il suo piano. C’erano anche Neel e Rayn, nonostante fossero ancora un po’ malconci.
“Perché siamo tutti qui?”, domandò Alecta, notando come fossero tutti seduti a cerchio e la rosata al centro.
“Ok”, sospirò lei. “Quello che sto per dirvi potrà sembrarvi una follia… ma ve la dico comunque. Ragazzi… io devo combattere e voi dovete aiutarmi”.
Ci fu un breve attimo di silenzio. Will poi si sistemò gli occhiali.
“Effettivamente è una pazzia”
“Will, smettila”, lo rimproverò Arya. “Io voglio sentire cos’altro ha da dire”
“Emh… grazie. Quello che sto facendo è chiedere il vostro aiuto. Aiutatemi a proteggere tutti voi, ve ne prego”.
Nel dire ciò aveva fatto un profondo inchino. Rayn sospirò.
“Sicuramente io non lascio andare te e mia sorella da sola”
“E nemmeno io!”, aggiunse Neel a braccia conserte.
“Stupido, sei ancora in convalescenza”, lo rimproverò Ametyst.
“Io voglio venire!”, disse sorridendo Arya.
“E dove va lei vado anche io”, asserì sua sorella.
Syrio fece spallucce.
“Non sarebbe da cavaliere lasciare una fanciulla da sola”, affermò guardando in direzione di Yuki, la quale scostò lo sguardo imbarazzata.
“Non sono esattamente dell’umore giusto… ma ci voglio provare”, sussurrò Hikari.
“Contate pure su di me”, disse poi Alecta.
Will alzò gli occhi al cielo. Ovviamente adesso non aveva altra scelta che andare anche lui.
“E va bene, d’accordo, verrò! Ma cosa dobbiamo fare?”.
Fiamma sorrise. Era stata in grado di creare una buona squadra.
“Innanzitutto… dobbiamo trovare qualcuno che ci copri. E io so già a chi rivolgermi”


“Volete che vi copra in questa follia? Ragazzi, non posso!”.
Fiamma aveva immaginato che non sarebbe stato facile. Ma Wendy era quella più vicina a loro per età, erano sulla stessa lunghezza d’onda. Charle si lasciò a sua volta andare al suo dissenso.
“È un’idea terribile! Questo non è un gioco!”
“Ma va!”, sbottò Neel. “È proprio perché non è un gioco che ci stiamo rivolgendo a voi. Questa è anche la nostra guerra, prima o poi dovremo combattere. Anche noi siamo Fairy Tail, no?”.
Wendy distolse lo sguardo. Avere una responsabilità così grande non era di certo una cosa da poco. Nel vedere la sua espressione, Charle intervenne.
“Wendy, non pensarci neanche”
“Però vengo con voi”
“Cosa?”
“Vuoi darci una mano?”, chiese Fiamma.
“Io ho un po’ più di esperienza, potrei aiutarvi. Ma se la situazione si fa troppo pericolosa, non esiterò a farvi ritirare. Siamo intesi?”, domandò ferma.
Fiamma annuì senza ribattere. Le andava bene anche così, anzi, era molto più di quanto avesse immaginato.
“Ok, come tagliamo la corda?”, domandò poi Ametyst.
“Mh… lasciate fare a me”.

Nessuno avrebbe avuto motivo di sospettare di lei. Dopotutto Wendy era affidabile… e Charle stava continuando a ripeterle di quanto quella non fosse una buona idea.
“Andrà male”, commentò l’Exceed a bassa voce, senza però essere ascoltata.
Wendy si schiarì la voce una volta raggiunti i suoi amici di gilda.
“Emh, ragazzi, scusate. Io e i ragazzi pensavamo di andare ad esercitarci un po’. Mi hanno chiesto espressamente di andare con loro. Per voi è un problema?”
“Un problema?”, domandò Mira sorridendo. “Assolutamente no, andate pure”
“Grazie, mamma! Sei un mito!”, esclamò Alecta sbucando da dietro Wendy.
“Possiamo venire anche noi?”, supplicò Arashi.
“Emh… non è possibile, è un allenamento per soli grandi, perché non restate qui con i trigemini, eh?”, sorrise nervosamente. Non voleva mettere nei guai anche i suoi fratelli più piccoli.
Laxus allora sollevò lo sguardo verso Freed.
“Va con lei”
“Cosa? Adesso?!”
“Sì, Freed. Adesso. O hai qualcosa in contrario?”. L’altro sbuffò sonoramente. Meglio non discutere con Laxus e accettare il suo destino: fare da baby-sitter a quella ragazzina che non amava particolarmente. Con un’espressione vagamente infastidita si avvicinò alla biondina.
“Senti piccola spara-fulmini, tuo padre mi ha raccomandato di tenerti d’occhio e sebbene la cosa non mi faccia impazzire, non ho altra scelta”.
Alecta spalancò gli occhi, sorridendo.
“Non puoi venire...”
“Perché no?”
“Perché… non puoi e basta!”. Freed chinò la testa di lato.
“Che cosa stai cercando di dire?”.
Lei si guardò intorno, per poi sospirare.
“Senti, in realtà non stiamo andando ad allenarci. Noi stiamo andando a combattere”
“V-voi state andando dove?”
“Hai capito bene. Ti prego, non dirlo a nessuno!”
“Tu sei tutta pazza. Non ti permetterò di farlo, adesso vado a dirlo a Laxus”.
Prontamente Alecta lo afferrò per un polso, guardandolo con fare supplichevole.
“Ti chiedo solo questo favore. Non dirglielo. Non sarà pericoloso, c’è Wendy con noi. E ci sei anche tu. Quindi, se vuoi… vieni con me, ma mantieni il segreto”.
Occhi languidi da bambola, in grado di incantare chiunque. Freed avrebbe tanto voluto seguire il suo buon senso, anche perché se Laxus lo avesse scoperto, lo avrebbe davvero ucciso. Ma, d’altro canto, si sarebbe sentito in colpa a tradire Alecta.
“Oh, va bene”, sbuffò. “Ma non ti ci abituare”.


Minerva non aveva idea di quanto avesse camminato. Si era totalmente persa a pensare, in preda allo sconforto. E si sentiva anche inesorabilmente svuotata. Quello che credeva essere l’amore della sua vita aveva dato il cuore ad un’altra. E quell’altra era niente meno che Hikari. Il pensiero la faceva star male, ma le faceva anche provare una grande rabbia. Perché avrebbe dovuto accettare una cosa del genere? Perché si erano tutti ritrovati, mentre invece loro si erano persi?
Era una cosa che non trovava giusta a priori. Sollevò lo sguardo. Alle spalle si era lasciata le città, davanti a lei c’erano alcuni alberi, doveva essere arrivata nel bosco che circondava Magnolia. Decise di insinuarsi dentro, convinta che non avrebbe fatto alcun tipo di incontro particolare. Ma si sbagliava. Acnologia si trovava lì, seduto comodamente su una roccia, a godere di un po’ di risposo dopo quel breve scontro con i suoi rivali. Avvertì qualcuno avvicinarsi, tuttavia non si mosse.
Riconobbe nella figura di Minerva la stessa donna che lui e August avevano ben ben pensato di rinchiudere in manicomio, era stata una trovata divertente.
Lei indietreggiò, spaventata ma anche terribilmente furiosa nei suoi confronti.
“T-tu…!”
“Oh, guarda un po’ chi si vede, ti ricordi ancora di me?”
“Certo che mi ricordo di te e del tutto il male che ci hai fatto! Cosa vuoi? Vuoi uccidermi?”
Per Acnologia fu naturale sorridere. Poté percepire dell’oscurità attorno al cuore di Minerva, oscurità data dalla gelosia e dalla rabbia per un amore perduto.
“Oh, interessante”, rispose avvicinandosi. “Direi che a qualcuno non è andata troppo bene. I problemi d’amore sanno essere fastidiosi, me ne rendo conto”.
Minerva indietreggiò.
“Che ne sai tu?!”
“Oh, io so tutto. Così come so che il tuo Rogue si è divertito con Hikari. Così come so che ha scelto lei e non te. Dimmi, come ci si sente ad arrivare per seconda?”.
Bastò quella frase per farle perdere completamente il controllo. Fece per attaccarlo, ma subito Acnologia la fermò.
“Non lo farei se fossi in te. Lo sai, credo che una del tuo calibro sarebbe sprecata se venisse uccisa”
“Che cosa vuoi da me?”. Lui allora sorrise ancora.
“Nulla in particolare. Dico solo che, forse, potrei aiutarti con il tuo amore perduto. Ma questo implicherebbe la tua collaborazione, in qualche modo”.
Minerva spalancò gli occhi.
“Non ci penso neanche! Non lo farò mai!”
“Che peccato”, sospirò lasciandola andare. “Sarebbe stato divertente”.
La ragazza batté le palpebre, sentendosi molto strana. Acnologia era stranamente mansueto, ed era anche un abile oratore. Le aveva messo una strana idea in testa, idea che adesso stava cercando di scacciare.
Il suo rivale era però certo di una cosa: lei sarebbe tornata.

Gildarts sospirò stanco. August era davvero molto più forte di quel che ricordava. Sicuramente un degno avversario.
“Lo devo ammettere, l’età si fa proprio sentire”, disse il master.
August si passò una mano sul viso. Per quanto forte fosse, quell’uomo lo aveva messo non poca in difficoltà. Era sempre bello affrontare un vecchio nemico, che sentiva però di rispettare profondamente.
“Ma va, sei ancora giovane. E mi dai del filo da torcere. È un vero peccato che la battaglia finale non sarà contro di te”
“Oh, non dovresti sottovalutare la Salvatrice, lei potrebbe diventare davvero potente. O è un altro il motivo per cui vuoi astenerti dall’ucciderla?”.
L’altro assottigliò lo sguardo. Che lui avesse capito in qualche modo?
Mentre stava cercando di darsi una risposta, una voce acuta attirò la sua attenzione.
“August!”.
Riconobbe Fiamma. La Salvatrice non era da sola.
“Tu?”
“Ma che cosa…?! Che cosa fate voi qui?!”, disse Gildarts sconvolto.
“Oh, questa non ci voleva”, commentò Ametyst.
Igneel allora si fece avanti.
“Siamo venuti per combattere con te! Di solito non amo fare male ad un membro della mia famiglia, ma questa volta farò un’eccezione!”.
August si sorprese e non poco. Cercò con lo sguardo Fiamma e la trovò. Aveva l’impressione che quest’ultima gli avrebbe creato non pochi problemi.



NDA

E così, la next generation va all'attacco. Sicuramente non è una buona idea, ma quando si è giovani si fanno delle cose davvero stupide. A guidare la spedizione c'è niente meno che Wendy. Minerva invece ha avuto un incontro mooolto particolare con Acnologia, quest'ultimo sta cercando di convincerla a passare al lato oscuro. Riuscirà nel suo intento?
Inoltre è un po' che ho una curiosità... Qual è il vostro personaggio preferito tra quelli nuovi? E quale coppia vi piacerebbe vedere formarsi?
Io sono l'autrice, quindi amo tutti i personaggi, ma la mia preferita è Ametyst. E la coppia che momentaneamente mi sto appassionando a formare è Ametyst/Neel ^^






   
 
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