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Autore: Be_Yourself    08/07/2018    2 recensioni
Secondo un pensiero comune il destino è già scritto e per questo immutabile, definitivo, inevitabile. Lo era anche quello di Arthur Pendragon, destinato a trovare la morte per mano di Mordred nella battaglia di Camlann. Tutta la sua vita, le decisioni prese, le azioni compiute non avevano fatto altro che spingerlo inesorabilmente verso il momento della propria fine. Ma come sarebbe andata la storia del più grande re di tutti i tempi se ci fosse stato qualcosa (o qualcuno) che neppure il destino era riuscito a prevedere? Quante vite risparmiate e quanti nemici smascherati prima che fosse troppo tardi avrebbe visto la storia di Albion?
*
Spero di avervi incuriositi! La storia si apre con un prologo che racconta alcuni avvenimenti antecedenti all'inizio della serie, dopodiché la narrazione seguirà gli avvenimenti da metà della terza stagione in poi. Buona lettura!
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Prima dell'inizio, Più stagioni
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Capitolo 4
Notte di segreti e sospiri

La taverna era quasi deserta a quell'ora del giorno, solitamente era dopo il tramonto che si animava delle risate e degli schiamazzi di clienti abituali e viaggiatori di passaggio. Aidan se ne stava seduto al solito tavolo sbocconcellando con scarso appetito una focaccia dolce che la moglie del locandiere aveva appena finito di sfornare, la mente ingombra di mille pensieri.
Alcuni giorni prima, dopo aver smaltito a dovere la sbornia, aveva preso coraggio ed era andato a cercare Merlin, solo che quando era arrivato negli appartamenti di Gaius aveva appreso che il ragazzo non c'era, a quanto pareva era partito insieme ad Arthur e sarebbe tornato entro qualche giorno. Il medico aveva cercato di liquidare la faccenda come qualcosa di poco conto, dicendogli di non preoccuparsi e che entro breve lo avrebbe rivisto, ma all'avventuriero non era sfuggita la preoccupazione dietro quegli occhi apparentemente tranquilli. Merlin gli aveva raccontato che spesso il principe lo trascinava in segrete avventure potenzialmente mortali, come la volta che erano quasi stati mangiati da un wildren, di conseguenza gli era impossibile non stare in pensiero per il suo amico. Temeva che gli accadesse qualcosa e l'idea gli era insopportabile.
« Ancora pensieri per la testa?» la voce del locandiere lo fece sussultare per la sorpresa. Non lo aveva nemmeno visto arrivare e la cosa era strana, non era da lui distrarsi fino a non accorgersi di ciò che gli accadeva intorno.
« Già!» rispose dopo essersi ripreso dall'attimo di smarrimento «A proposito scusami per l'altra mattina, non ero del tutto in me. Tu stavi solo cercando di aiutarmi e io...»
«Ah non preoccuparti, per questa taverna passano davvero persone di ogni tipo, sono abituato a cose ben peggiori di qualcuno che mi intima di farmi gli affari miei» lo tranquillizzò Evoric sorridendo bonario «In ogni caso però sappi che l'offerta è ancora valida».
Le labbra di Aidan si incurvarono in un sorriso leggermente divertito «Voi locandieri proprio non ce la fate a vivere senza sapere i fatti degli altri, vero?».
Questi mise su una finta aria pensierosa «Sai di solito non ho bisogno di chiedere, quando uno si ubriaca spiattella ai quattro venti tutti i fatti propri, ma tu nemmeno da ubriaco ti lasci sfuggire qualcosa!»rispose ridacchiando.
L'avventuriero evitò di dirlo ma sentire quelle cose era un vero sollievo, sarebbe stato un guaio se l'alcol lo avesse indotto a rivelare i propri segreti, e in quel caso il bacio con Merlin sarebbe stato l'ultimo dei suoi problemi. Non sapendo che rispondere mise in bocca un altro pezzo di focaccia.
«Allora dimmi» continuò Evoric «il tuo cuore infranto ha forse qualcosa a che fare con un giovane dagli occhi azzurri e i capelli corvini?».
Aidan a quella domanda inevitabilmente si strozzò con il cibo. Mentre cercava di non morire soffocato lanciò uno sguardo interrogativo al locandiere, il quale lo guardava con l'aria di uno che la sapeva lunga e a cui non si poteva mentire. «Lo prendo come un sì!» disse infatti.
«Ma come ti salta in mente?» domandò il ragazzo non appena ebbe di nuovo abbastanza forza per parlare. Ok, Evoric aveva indovinato in pieno ma piuttosto che ammettere a qualcuno i propri sentimenti – che tra l'altro neppure lui capiva ancora appieno – si sarebbe fatto scuoiare vivo.
«Mia figlia ti fa gli occhi dolci praticamente dalla prima volta in cui hai messo piede qui dentro e tu non l'hai mai degnata neppure di uno sguardo, e dire che non passa inosservata a nessuno. Non ti sto giudicando, con il lavoro che faccio mi capita di vedere davvero persone di ogni tipo e ad un certo punto quasi nulla sembra strano».
Aidan avrebbe voluto dirgli che sua figlia non era un metro di giudizio universale per capire le inclinazioni delle persone, soprattutto considerata la sua giovane età, ma Evoric pareva tanto fiero e convinto delle proprie affermazioni che lui non ebbe né la voglia né la forza per ribattere. Si limitò a sospirare e a scuotere la testa come se avesse a che fare con qualcuno completamente fuori di senno. «Ho litigato con il mio amico, tutto qui!» disse «Ho detto qualcosa che non dovevo e l'ho ferito, e adesso non so come fare a rimediare. Mi sento un idiota perché ho un carattere talmente insopportabile da non riuscire a tenermi stretto nessuno» non era del tutto una bugia ma neppure la verità, evidentemente però dovette pronunciarla in maniera estremamente convincente, perché il locandiere annuì serio mormorando un “capisco” e cominciando a snocciolare – con aria tanto solenne da risultare quasi comica – tutta una serie di consigli su come poteva fare per rimediare, misti ad incoraggiamenti su come le cose si sarebbero sicuramente risolte e lui non doveva preoccuparsi troppo.
Aidan dal canto suo fingeva solamente di ascoltarlo, annuendo di tanto in tanto come se avesse compreso perfettamente ogni parola quando in realtà pregava solamente di rivedere Merlin al più presto sano e salvo, e pensando a quanto avrebbe voluto poter assaporare quelle labbra così belle e morbide che aveva avuto appena la fortuna di sfiorare per un tempo troppo breve. Si ritrovò a sussultare impercettibilmente quando si rese conto della direzione che avevano preso i suoi pensieri.
Dei del cielo, sono completamente uscito di senno.
Pensò mentre guardava con scarsa attenzione Evoric congedarsi da lui per poi tornare al lavoro tra i clienti che già cominciavano ad affollare la locanda mentre l'arancione del tramonto colorava di calde tonalità l'interno della sala. Restò solo con i propri pensieri, riflettendo a lungo su quei sentimenti che ancora non sapeva spiegarsi del tutto.
Forse avrebbe solamente dovuto andarsene in silenzio e dimenticare quanto accaduto, sarebbe stata la cosa più semplice: nessuna spiegazione da dare, nessun segreto da svelare... ma non sarebbe stata la cosa giusta. Merlin meritava di sapere la verità e lui non sarebbe fuggito come un codardo, era stanco di fuggire, non faceva altro ormai da troppo tempo.
Le prime stelle avevano appena cominciato a punteggiare il cielo via via più scuro quando Aidan decise di ritirarsi nella propria stanza al piano di sopra, non aveva nessuna voglia di restare in mezzo alla bolgia di gente che ormai affollava la taverna, tuttavia aveva appena messo piede sul primo gradino quando gli giunse alle orecchie la conversazione tra alcuni cavalieri, facendolo bloccare lì dov'era.
«Vacci piano con il bere o domani all'allenamento il principe Arthur ti farà a pezzi!» stava dicendo uno.
In risposta gli arrivò uno sbuffo contrariato «Il principe è stato tre giorni in viaggio per fatti suoi, e adesso che è tornato io dovrei rinunciare a festeggiare il mio compleanno perché lui ha deciso di anticipare di un'ora gli allenamenti di domani per recuperare? Nemmeno per sogno!» rispose un altro appena prima di chiamare il locandiere perché portasse un'altra caraffa al loro tavolo, dichiarando che avrebbe offerto lui per quella sera. Aidan però aveva già smesso di ascoltarlo, il suo cervello si era soffermato ad elaborare il fatto che il principe era tornato. E Merlin? Stava bene? Era tornato anche lui?
Quelle domande avevano soltanto vagamente preso forma nella sua testa che già i suoi piedi si mossero rapidamente verso l'uscita della taverna, portandolo in tutta fretta verso gli appartamenti del medico di corte.


Merlin aveva appena lasciato le stanze di Arthur dopo aver preparato tutto per la notte, e ora se ne stava seduto nello studio di Gaius in compagnia di una candela già per metà consumata e dei suoi pensieri tormentati. Dopo avergli detto che nei giorni precedenti Aidan era andato a cercarlo, il medico era dovuto uscire per assistere una partoriente nella città bassa, lasciandolo da solo a rimuginare sul da farsi. In un primo momento aveva pensato di cercarlo alla taverna per vedere cosa avesse da dirgli, ma poi la delusione e il senso di umiliazione per ciò che era successo alcuni giorni prima lo avevano nuovamente assalito, per non parlare dei dubbi: cosa gli avrebbe risposto ad un'eventuale e legittima domanda sul perché avesse fatto ciò che aveva fatto? Non lo sapeva neanche lui, o meglio lo sapeva ma gli sembrava una cosa tanto assurda che non voleva lasciarle prendere forma concreta nella sua testa, figuriamoci ammetterla ad alta voce.
Qualcuno bussò alla porta e il mago si riscosse dai suoi pensieri andando ad aprire, trovandosi davanti l'ultima persona che si sarebbe aspettato di vedere: Aidan se ne stava sulla soglia e lo osservava con una strana espressione, in silenzio, il fiato corto come se avesse corso.
Per un attimo venne assalito dal panico, così disse la prima cosa che gli venne in mente: «Ehm Gaius non è qui» era la cosa più stupida del mondo, era ovvio che il ragazzo non fosse andato lì per cercare Gaius.
«Bene!» sussurrò l'altro guardandolo intensamente un istante prima di tuffarsi sulle sue labbra in modo quasi disperato.
Merlin rimase così sorpreso da quel bacio che non riuscì a muovere un muscolo mentre l'altro lo spingeva ad arretrare tenendolo per i fianchi; finì per cozzare contro il bordo del tavolo, intrappolato tra il legno e il corpo di Aidan che aderiva al suo. Sentì la lingua del ragazzo chiedere l'accesso alla sua bocca e non riuscì ad impedirsi di schiudere le labbra, tutti i dubbi che fino poco prima gli affollavano la mente svaniti nel nulla. Si aggrappò alle sue spalle ricambiando il bacio e stringendosi ancora di più contro di lui, fece scivolare una mano lungo il collo dell'altro e stava per infilarla tra quei riccioli disordinati ma non ci riuscì perché l'avventuriero interruppe di colpo il bacio, stavolta però non si allontanò, restò con la fronte appoggiata a quella di Merlin, i loro respiri spezzati che si mescolavano nell'esiguo spazio tra le loro labbra.
«Scusami!» sussurrò Aidan, e il mago non capì per cosa esattamente si stesse scusando, se per quel bacio o per quanto successo giorni prima. «Merlin, ho bisogno di parlarti» continuò «ma la situazione è... complicata».
Ancora stordito da quanto appena successo e da tutte le emozioni che stava provando, Merlin rimase in silenzio, attendendo che l'altro parlasse. Questi però non disse una parola e si scostò un po' da lui, lanciando un'occhiata alla porta ancora semiaperta alle sue spalle: vi si avvicinò, la chiuse del tutto e tornò indietro. «Possiamo andare nella tua stanza? Non voglio rischiate che qualcuno senta quello che ho da dirti» disse «giuro che non attenterò alla tua virtù» aggiunse poi accennando un sorriso, nel tentativo di smorzare un po' la tensione che si era creata.
Il mago gli lanciò uno sguardo confuso, ma poi annuì e fece strada. Quando entrarono lui si sedette sul letto, mentre l'altro continuava a camminare avanti e indietro con aria nervosa.
«Prima di tutto volevo scusarmi per quello che ho detto l'altra volta» esordì Aidan fermandosi finalmente e guardandolo negli occhi «ho reagito in quel modo perché non me lo aspettavo e... insomma, ho avuto paura. Tu mi piaci, Merlin, e tanto, e mi piaceva il legame che si stava creando tra noi, e o avuto paura che finisse tutto in rovina quando... se... oh maledizione così non va!» si passò le mani nei capelli in un gesto esasperato.
Merlin lo osservò con aria confusa, sembrava che l'altro stesse per avere un attacco isterico, e davvero non capiva dove volesse andare a parare con quel discorso «Aidan, non capisco cosa stai cercando di dirmi».
L'altro prese un profondo respiro, come per riordinare le idee «Merlin, devi dirmi una cosa, e ti prego di essere assolutamente sincero. A te piacciono gli uomini?».
Quella domanda servì solo a creargli più confusione in testa. Cosa avrebbe dovuto rispondere? No? Eppure le sue azioni dimostravano tutt'altro. Allora sì? Ma non sarebbe stata la verità, perché prima di Aidan non gli era mai capitato di provare attrazione per un uomo. «Io non lo so» ammise infine «Non era mai successo... prima di te. Ma che importanza può avere?».
A quel punto l'avventuriero si morse il labbro, nervoso, consapevole del fatto che a quel punto toccava a lui rivelare la verità. Andò verso Merlin e gli sedette accanto, guardandolo intensamente negli occhi «Giuro che quanto sto per dirti è la verità, non ho in alcun modo intenzione di prendermi gioco di te».
«Così mi stai spaventando» confessò il mago, che di tutta quella situazione capiva sempre meno, ma a quel punto non era più tanto certo che gli andasse di capire.
«In realtà io sono una ragazza!» buttò fuori tutto d'un fiato, trattenendo poi il respiro, in attesa della reazione dell'altro.
Ci fu un lungo momento di silenzio, più assordante e fastidioso di qualsiasi rumore, poi Merlin si decise a parlare «Mi prendi in giro?» esalò con un filo di voce. Di tutte le cose possibili l'ultima che si sarebbe aspettato era che Aidan fosse una ragazza. D'accordo, non aveva una voce molto profonda, e neppure il più vago accenno di barba, ma tutto per tutto il resto – altezza, forza, atteggiamento – non avrebbe mai detto che fosse una donna.
Con un sospiro rassegnato Aidan iniziò a sciogliere i lacci della propria tunica, per poi sfilarla quel tanto che bastava perché l'altro vedesse le bende che gli fasciavano strettamente il petto, in modo che la forma dei seni non si notasse da sotto i vestiti. «Ora mi credi?».
Merlin annuì, spostando lo sguardo altrove mentre l'altro – o meglio l'altra – sistemava la tunica, sulle guance un lieve rossore «Beh questo spiega tante cose» mormorò dopo qualche istante, continuando a tenere lo sguardo puntato fuori dalla finestra da cui poteva vedere una luminosa luna a metà.
«Tipo cosa?» domandò Aidan in un sussurro, come se si preparasse a sentire un segreto.
«Tipo perché avessi reagito in quel modo dopo il nostro bacio, o perché mi piaci così tanto» nel confessare quest'ultima cosa finalmente tornò a guardare negli occhi la ragazza.
«Quindi credi che ti piaccio solo perché sono una donna?»
«Non lo so» ammise il mago «so che mi piaci e questo mi basta, mi sarebbe bastato anche se fossi stata davvero un ragazzo».
Si guardarono negli occhi per diversi secondi, dopodiché si avvicinarono l'uno all'altro fino ad annullare ogni distanza tra le loro labbra, unendole in un bacio lento e dolce. Aidan si divertì a lasciare piccoli morsi su quelle labbra rosse e piene, mentre Merlin di tanto in tanto faceva scivolare la propria lingua contro quella dell'altro, gustando il sapore di quella bocca.
«Qual è il tuo vero nome?» domandò il mago quando – dopo diversi minuti – si separarono.
«Aidan, è questo il mio nome da tantissimo tempo ormai, chiamami solo così».
Merlin aggrottò la fronte «Non sarai mica ricercata da qualche parte?».
L'avventuriero non riuscì a trattenere una risatina «Sì, sono ricercato in almeno metà dei regni in cui sono stato, e c'è una numerosa banda di criminali che metterebbe volentieri la mia testa su una picca. Sfortunatamente cercano tutti Aidan, e non una ragazza troppo alta e troppo forte per il suo sesso».
«Fai sul serio?» domandò il mago sgranando gli occhi «Che cosa hai combinato?».
«Parecchie cose, non tutte così gravi come potrebbe sembrare, ma a volte i nobili sono davvero suscettibili» rispose, sulle labbra un sorriso divertito che contagiò anche Merlin.
Ci fu qualche altro istante di silenzio, poi un'altra domanda del mago «Perché fingerti un uomo?».
L'espressione di sufficienza che lei gli rivolse lo fece sentire un vero idiota «Una donna che viaggia da sola, che idee credi che nascano nella mente della maggior parte degli uomini in questo caso? So difendermi, ma non posso stare ad ammazzare gente un giorno sì e l'altro pure».
Il mago annuì come per darle ragione, poi nella stanza calò di nuovo il silenzio. Si era creata una strana atmosfera tra loro, poteva percepirla nell'esiguo spazio che li separava e nei loro respiri che si mescolavano, come un'attesa carica di desiderio.
«Merlin?» questa volta fu Aidan a rompere il silenzio.
«Sì?».
«Perché sei così nervoso?».
Rimase sorpreso da quella domanda, neppure si era accorto di aver cominciato a picchiettare ansiosamente le dita sulla coperta, mentre con i denti si torturava il labbro inferiore. Guardò Aidan negli occhi e vi lesse le stesse sensazioni che sentiva lui. Senza pensarci oltre la baciò di nuovo. Dapprima fu un leggero sfiorarsi, non diverso dai baci precedenti, poi le cose si fecero più passionali: i morsi prima leggeri divennero quasi dolorosi, e le loro lingue presero a rincorrersi e a scontrarsi come in una lotta per la supremazia.
Aidan fece scivolare una mano nei capelli corvini dell'altro, fino ad arrivare al nodo che gli chiudeva il fazzoletto attorno al collo e slacciarlo, il passo successivo furono i lacci della tunica, che finì abbandonata a terra, immediatamente seguita dalla propria. Gli unici momenti in cui le loro labbra si staccarono furono quelli necessari a far scivolare via i vestiti.
Merlin accarezzò la leggera curva dei fianchi, notando come fosse evidente che quelle forme, senza la larga tunica a nasconderle, appartenessero ad una donna. Le mani scivolarono verso le fasce che le coprivano i seni, con l'intenzione di slacciarle, ma l'altra lo fermò.
«No» sussurrò afferrandogli le mani, per poi spingerlo a stendersi sul letto mettendosi ad arcioni su di lui. Mentre intrecciava le loro mani sul cuscino, ai lati della testa del ragazzo, portò le labbra su quel collo sottile, baciando mordendo e succhiando la pelle candida.
Il mago le lasciò fare ciò che voleva, era insolita tanta intraprendenza da parte di un ragazza, non che in ogni caso avesse avuto la forza di ribattere, Aidan ci sapeva proprio fare. Sentì una delle mani intrecciate alle sue lasciare la presa e scivolare con tocco di piuma lungo il suo braccio e lungo il suo corpo nudo, fino ad arrivare al bordo dei pantaloni, dove arrestò la sua discesa.
«Vuoi che mi fermi?» domandò lei interropendo anche il bacio e guardandolo negli occhi. Nelle iridi verdi uno strano misto di desiderio ed insicurezza.
«N-no» si affrettò a rispondere Merlin, spiazzato dall'assurdità della situazione e di quella domanda, semmai sarebbe dovuto essere lui a preoccuparsi. «Tu vuoi fermarti?» domandò infatti un istante dopo.
Un sorriso sincero incurvò le labbra della ragazza, un sorriso che fece perdere un battito al cuore di Merlin «Nient'affatto!» rispose appena prima di baciarlo di nuovo, mentre faceva scivolare la mano oltre il bordo dei pantaloni.


Angolo Autrice
Salve! Ecco il nuovo capitolo. Lo so, c'è una scena leggermente hot, ma visto che non sono andata nei dettagli non ho ritenuto fosse necessario cambiare il rating della storia, se poi ho sbagliato fatemelo sapere :D
Comunque che dire, alla fine Merlin si ritrova ad essere in un certo senso "passivo" anche quando non dovrebbe. Povero il nostro maghetto preferito xD
Spero che il capitolo vi piaccia, se è così magari fatemelo sapere con una recensione, o anche un messaggio privato... insomma qualche segno di vita datemelo, altrimenti mi demoralizzo e finisce che abbandono la storia perché penso che faccia veramente schifo >.<
Alla prossima!
  
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