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Autore: AstridxAndros    10/07/2018    0 recensioni
La guerra è finita, il mondo magico festeggia ancora una volta ed Harry è solo stanco. Tutto è cambiato dai tempi della scuola, non è così?
(Flirt appena accennato Colin/Harry)
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Colin Canon, Dennis Canon, Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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«Ehy Tom, starai mica nascondendo mio fratello?» Un galeone fendette l’aria poco più a destra del suo gomito, Tom lo intascò così fluidamente che Harry pensò di esserselo immaginato. 
«Non coprirei mai un minorenne, Creveey» 
«Vedi? Denny è già tornato a casa come ti avevo detto»
«Non aspettarti che ti creda, non finisce qui–» 
«Va bene Mary, va bene» Il nuovo arrivato gli rivolse appena mezzo sguardo prima di sedersi poco lontano dal suo sgabello. 
Harry non aveva programmato di fermarsi al Paiolo quella sera, non ricordava nemmeno di aver preso quella decisione, si era solamente sentito stremato tutto d’un tratto e... e Tom gli aveva offerto un bicchiere, in silenzio, senza chiedere nulla. Era scesa la sera ed il locale aveva inizato a riempirsi di avventori, Harry non si era stupito sentendo brindisi a lui dedicati, o alla vittoria di quell’ultima guerra, era rimasto seduto sullo sgabello un po’ in ombra, nell’anonimato del cappuccio alzato e del bicchiere rabboccato da un barista che aveva visto fin troppi sguardi persi nella sua vita. Non si era aspettato di riconoscere qualcuno in quello stato, e non era nemmeno sicuro di avere effettivamente davanti chi pensava. 
La testa di un ragazzino dall’aspetto decisamente più familiare sbucò da dietro il bancone pochi attimi dopo: nel sorrisetto furbo sulle labbra, nella zazzera di capelli color miele impolverati e nel viso imberbe Harry riconobbe Dennis Creveey che sorrideva al giovane biondo poco più in alto. 
«È andata via?» Harry dimenticò il proprio drink mentre osservava quel sorriso farsi più luminoso e quegli occhi brillare di divertimento mentre con un balzo il corpo magro si arrampicava sul legno e saltava in braccio al fratello maggiore, sul lato opposto. Una famiglia, ad Harry piacevano le famiglie. 
«Andata, sarebbe stato un guaio se ci avesse beccati. Puoi andare, Jimmy ti ha tenuto la burrobirra in caldo» Harry potè sentire il sorriso nella voce di quello che faticava a riconoscere come suo compagno di scuola, eppure se avesse avuto ancora bisogno di conferme, la fotocamera che il giovane biondo portava di traverso sarebbe stata una prova più che sufficiente. 
«Tu che fai?»
«Arrivo tra poco, non preoccuparti» Il più piccolo dei fratelli Creveey sembrava piuttosto restio, per qualche strana ragione, ad allontanarsi dal fratello, dalla sua posizione defilata Harry non riuscì a sentire il sussurro nè vedere il gesto che riuscì a convincere il giovane Dennis ad allontanarsi.
«Ciao Harry» Il corvino sobbalzò quando quegli occhi scuri nella penombra si puntarono su di lui, un sorrisetto di denti bianchi ed una mezza risata dopo e Colin Creveey alzava il suo bicchiere verso di lui in un brindisi discreto e silenzioso. Da quella posizione, con i capelli scostati dal volto, Harry ricordò di uno dei tanti corpi feriti e madama Pomfrey che gli si agitava attorno, vicina ad altri guaritori ed auror capaci del primo soccorso. Fili rossi e blu che si intrecciavano su parte del labbro inferiore e che si rincorrevano giù per il collo sparendo sotto la t–shirt erano l’unico segno rimasto della maledizione che un mangiamorte aveva scagliato contro Colin, ma Harry era certo che sotto la stoffa la situazione fosse ben peggiore. Colin Creveey era uno dei pochi avventori del locale ad indossare lunghe maniche a coprire le braccia, infischiandosene della calura estiva, un guanto in pelle senza dita a coprire la mano da bacchetta. Il corvino pensò di aver compreso almeno leggermente la ritrosia di Dennis nell’abbandonare il fratello. Eppure quel sorriso così scanzonato... ebbe un moto di ammirazione verso quel ragazzo che si teneva in piedi da solo, che non era schiacciato dai demoni della guerra nonostante l’avesse sentita sulla propria pelle. 
«Se provassi a farti una foto adesso mi schianteresti, vero?» La voce molto più profonda di quanto Harry la ricordasse lo riscosse dai suoi pensieri, un piccolo sorriso nacque spontaneo sulle sue labbra al ricordo di come quella mania del ragazzo lo avesse infastidito a scuola.
«Mhmh: incantesimo della pastoia. Uno schiantesimo attirerebbe l’attenzione» Harry sorrise di rimando al biondo mentre questo sghignazzava sul suo bicchiere, gli occhi del moro che non lo avevano ancora abbandonato. Quello sguardo inscurito si puntò appena qualche attimo sulla figura in ombra prima di fuggire ancora, le guance appena arrossate, per il caldo, per l’alcool o per suo sguardo Harry non sapeva dirlo eppure non pensò nemmeno di distogliere l’attenzione. Non sapeva nemmeno lui cosa lo incuriosisse tanto in quella figura, forse quell’atteggiamento così scanzonato, così rilassato, quegli sguardi che gli aveva lanciato e che non lo avevano fatto sentire a disagio, al contrario di quelli del resto del mondo. O forse il cambiamento nell’aspetto: i capelli lunghi e indomiti sulle spalle, il volto più affilato, il piccolo taglio al centro di quelle labbra piene... 
Si costrinse a riportare lo sguardo sul suo bicchiere quando il suo stomaco sobbalzò appena.
«Ne ho– » mormorò, e se Harry non fosse stato così vicino se lo sarebbe perso. I loro sguardi si incontrarono ancora, questa volta il corvino fu sorpreso di leggervi dell’imbarazzo sotto quel sorrisetto divertito appena accennato. 
«Te ne ho fatte davvero tante... io e Denny abbiamo recuperato tutti gli scatoloni... devi avermi odiato» Harry non riuscì a impedirsi di pensare “adorabile” mentre il ragazzo di un anno più piccolo ridacchiava colpevole, il rossore che si espandeva appena un po’ sotto il suo sguardo, sorrise. 
«Solo un po’» bevve un altro sorso e sospirò mentre si godeva il sapore ormai piacevole, il suo sguardo calamitato da quella figura così strana senza che se ne fosse accorto. Il campanello sopra la porta trillò rumorosamente quando un gruppo piuttosto numeroso e festante si spintonò per entrare. Un altro sospiro, questa volta di disappunto, sfuggì alle labbra di Harry.
«Solo una, ma non l’autograferò» quelle parole erano scivolate sulla sua lingua prima che potesse anche solo elaborarle, lo sguardo brillante di Colin, comunque, ripagò l’imbarazzo. 
Harry rabbrividì appena quando dita eleganti iniziarono a trafficare con le impostazioni della piccola macchinetta che somigliava più a una digitale babbana che ad una di quelle magiche a cui era abituato, l’anulare destro era appena sporco di sangue rappreso.
«Pronto?» Focalizzò l’attenzione nuovamente sul biondo che sembrava aver appena ricevuto un regalo di natale in anticipo, un ciuffo biondo appena sopra l’occhio sinistro, quelle labbra dalla ragnatela sanguignea completamente esposte al suo sguardo, i denti bianchi che rendevano il contrasto di un fascino irresistibile.
«Harry?» Si riscosse, imbarazzato, stupito e divertito dai suoi stessi pensieri, una mano passò sugli occhi stanchi, da quanto non dormiva?
«Va bene, ci sono» Per la prima volta in tutta la sua vita Harry non provò il desiderio di scostarsi dalla traiettoria dell’obiettivo. Semplicemente perché dietro questo c’era Colin Creveey, o meglio, il giovane biondo dagli occhi brillanti e dal sorriso luminoso che non aveva nemmeno lanciato un piccolo sguardo alla sua cicatrice, o gli aveva chiesto di spostare i ciuffi corvini che la coprivano affinché venisse immortalata nella foto. Il biondo che nascondeva le sue ferite non perchè se ne vergognasse (nessun incantesimo coprente sul viso) ma perché suo fratello minore non dovesse preoccuparsene. Il biondo che lo aveva salutato ed aveva parlato con lui non come fosse... come fosse sempre stato qualcosa di così semplice... 
Harry non sapeva che espressione fosse stata immortalata nella foto ma sapeva che Colin l’aveva scelta, aveva sentito il click (senza flash abbaglianti ringraziando Merlino) l’attimo dopo che il suo sguardo era caduto di nuovo su quelle labbra... che il biondo stava torturando mentre ma macchinetta sputava la piccola foto con un ronzio. Si ritrovò ad afferrarla giusto prima che Colin potesse ammirare il suo lavoro, nella mano la biro babbana che era rimasta nella tasca dei suoi jeans per secoli, e mentre scarabocchiava le cifre in sequenza sul retro e ridacchiava di se’ sotto lo sguardo confuso del fotografo pensò di essere impazzito o di aver bevuto decisamente troppo. 
«Goditi la serata Creveey» Il tono era sembrato strano perfino alle sue orecchie ma Harry non se ne preoccupò, mentre il cappuccio scivolava via, la porta si apriva e la frescura della sera lo investiva, alle sue spalle Harry sentì distintamente:
«Prova a non cacciarti in altri guai, Harry!» La sua risata attirò l’attenzione di non meno di sette babbani. 


Nda 
Scritta anni fa e mai pubblicata per ovvi motivi, spero sia un buon intrattenimento per qualcuno ^~^ 
Bye AxA
  
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