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Autore: jarmione    10/07/2018    1 recensioni
Michael ed Amy vengono mandati a Dallas per fare delle indagini e con la scusa di farsi una "mezza vacanza".
Nonostante le difficoltà iniziali, per i nostri protagonisti sarà anche l'occasione per conoscersi meglio.
Ma c'è qualcosa che non va a Dallas e la "mezza vacanza" rischia di tramutarsi in una tragedia.
Riuscirà Michael a concludere le indagini senza perdite?
Genere: Azione, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Knight family '
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Dopo aver raccontato la storia di Amy, evitando dettagli molto personali, Michael si lasciò condurre in un quartiere di villette poco fuori città.
Era un quartiere lussuoso ed il viale principale era tutto in ombra grazie alle folte chiome degli alberi.
Raggiunsero una villa a metà circa e parcheggiarono lì accanto.
“KITT stai allerta” ordinò Michael e KITT attivò i suoi sensori.
Walker restò alcuni istanti a fissare la macchina, meravigliato da tanta tecnologia.
“Avessi avuto anche io una macchina così quando ero giovane”
“Visto, Michael?” disse KITT “non piaccio solo alle donne”
Michael sorrise appena, poi raggiunse la porta di ingresso.
“Questa è a casa della signora Smith” spiegò Walker, che bussò e attese “suo figlio è in ospedale, per fortuna non è fra le vittime”
“Se la si può chiamare fortuna”
Walker comprese il punto di vista di Michael, non era facile assistere alla morte di qualcuno, specie se si trattava di un bambino.
Le era stato detto della madre di Amy, che era spirata fra le braccia di Michael.
Quel ricordo lo struggeva, ed era per quel motivo che voleva a tutti i costi trovare la soluzione a quelle indagini.
Walker sapeva che, se non fosse stato per lui, non avrebbero mai aggiunto un tassello ed un eventuale testimone in così poco tempo per avanzare nelle indagini.
La porta di ingresso della signora Smith si aprì poco dopo ma, al posto della signora Smith, apparve un'altra donna.
“Alex!” si stupì Walker “come mai qui’”
“Walker!” ricambiò lei “stavo giusto per chiederti la stessa cosa” gli sorrise dolcemente.
Walker ricambiò, ma tornò subito serio “Alex, lui è Michael Knight, lo ha mandato la Fondazione” disse “Michael, lei è Alex il vice procuratore distrettuale, nonché…mia moglie” si morse il labbro, arrossendo.
Alex rise “Ancora non ha realizzato” disse, allungando la mano “comunque, piacere di conoscerla signor Knight”
“Piacere mio” fece il baciamano “mi chiami Michael, signor Knight mi invecchia”
“E Michael sia” acconsentì, divenendo poi seria “prego entrate”
Alex li fece entrare.
La casa sembrava enorme.
Aveva un ingresso ampio e sulla destra vi era l’ingresso del salone, sempre enorme.
Una signora, più o meno sull’età di Alex, era seduta sul divano.
Aveva lo sguardo perso nel vuoto e sembrava sul punto di piangere.
Walker lanciò un occhiata di intesa ad Alex, che la capì e…annuì “Ieri sera”
Il ranger sospirò sconsolato e Michael capì, non solo dalle parole di Alex ma anche da una foto di un bambino di dieci anni su una credenza lì vicino e con a fianco una candela profumata accesa.
Emanava un lieve odore di gelsomino.
“Betty…” Walker si avvicinò alla donna e le strinse la mano “mi dispiace…”
La donna lo guardò e scoppiò in lacrime, mentre Alex si metteva al suo fianco e la stringeva.
Attesero che si sfogasse per bene, ci vollero due minuti.
Walker si sedette sulla poltrona a fianco del divano “Betty, capisco come ti senti ma…” fece avvicinare Michael “questo signore è qui per indagare su quello che è accaduto a Danny e gli altri bambini”
La donna si soffiò il naso e si asciugò le lacrime.
“Te la senti di rispondere?” la donna annuì e Walker lasciò il posto a Michael.
Si sentiva impacciato e non sapeva più come comportarsi e cosa dire.
Deglutì e tentò di sembrare normale.
“Signora Smith…condoglianze…” riuscì a dire come prima cosa “perdoni la mia intrusione, ma ho bisogno di sapere che cosa è successo a suo figlio quel giorno”
La donna rivisse quei momenti nella sua mente e riprese a piangere silenziosamente, però rispose.
“Stava giocando a palla con i suoi amici, qui davanti” disse “aveva dato un calcio forte ed era finito sul marciapiede opposto…è andato a recuperarlo e nel farlo ha urtato un signore che aveva dell’acqua in mano” fece un profondo respiro “è tornato in casa tutto bagnato dalla testa al collo, si è cambiato e verso sera ha cominciato a non sentirsi bene” un singhiozzo, poi riprese “all’inizio, avevo pensato si trattasse di una normale febbre, dovuta al fatto che l’acqua presa era anche fredda…mai avrei pensato che…che…” e lì riprese a piangere, non riuscendo più a proseguire.
Alex la consolò.
“Grazie Betty” Walker guardò Michael “ci sei stata di grande aiuto”
“Grazie signora Smith” Michael fece un cenno col capo e seguì Walker fuori.
“Tu vieni, Alex?” domandò quest’ultimo alla donna.
Lei scosse la testa “Resto ancora un po’ con lei” rispose “ci vediamo stasera da CD”
Lui annuì e poi raggiunse la KITT.
Una volta partiti, fecero il punto della situazione.
“Non riesco a capire” disse Michael “come può aver contratto il veleno?”
Walker sospirò “Adesso capisci perché ti ho chiamato?” domandò “nemmeno noi riusciamo a capirlo”
“C’è qualcosa che sapete, oltre al fatto che sono stati colpiti solo bambini e adolescenti?”
Walker pensò.
“In effetti…c’è qualcosa di strano…”
“Del tipo?”
“Sono tutti bambini che arrivano, o sono stati, in casa famiglia”                            
Michael sgranò gli occhi e guardò Walker che, nel voltarsi a guardarlo, capì.
“KITT…” disse Michael “traccia la strada che ci porta da Amy”
“Subito Michael” KITT eseguì e poi partì.
 
*******************
 
Amy si sciacquò il viso con l’acqua gelida.
Era da CD ormai da tre ore e, non sapendo cosa fare, si annoiava e sentiva un gran sonnolenza.
L’unica nota positiva, era che quella sera ci sarebbe stata una serata danzante e CD le aveva chiesto di venire assieme a suo padre.
Non era sicura di voler fare una serata danzante, non era nemmeno sicura di essere in grado di ballare.
In più sentiva ancora la testa girarle.
Fece dei respiri profondi e tenne gli occhi chiusi per un momento.
Poi uscì, ritrovandosi Trivette davanti alla porta.
“Ranger Trivette…”
“Tutto bene?”
“Certo…perché?”
“Amy!” Michael, dietro di lui, quando la vide tirò un sospiro di sollievo.
In mano la felpa bagnata di lei.
“Papà…quando sei arrivato?” domandò lei, stupita.
“Stai bene?” la guardò da cima a fondo “sicura?”
“Ehm…” guardò verso CD e Trivette, che annuirono, facendole intendere che doveva rispondere tranquillamente “si…si sto bene”
Michael emise un sospiro e le diede un bacio sulla fronte “Meno male”
Amy non fece domande e sorrise “Papà, CD farà una serata danzante stasera”
“Amy…”
“Ti prego papà” lo implorò Amy “così staremo un po’ insieme”
Michael la guardò negli occhi e, come accadeva con la sua Bonnie, non riuscì a dirle di no.
“Grazie papà!” lo strinse e poi si avvicinò a CD.
“Stasera ti voglio vedere in piena forma e splendore, capito?”
“Si signore!”
Anche se poco convinto, Michael riaccompagnò Amy alla pensione dove alloggiavano.
Nel momento in cui la ragazza entrò nel bagno per prepararsi e darsi una ripulita, Michael chiamò immediatamente Devon.
“Michael!” salutò Devon “come va? Hai scoperto qualcosa?”
“Parecchie cose” rispose lui “e, guarda caso, sono tutte collegate e fra di esse c’è di mezzo una persona di nostra conoscenza” nella sua voce trapelava parecchio sarcasmo.
“Michael…”
“Ti vorrei far notare che sono già due ore che sono in pensiero per lei, senza contare quelle precedenti”
“Che è successo?”
“Non so perché ma ho uno strano presentimento”
“Tu continua a tenermi informato” gli disse Devon risoluto “ogni dettaglio”
“Tu, immagino, non hai scoperto nulla”
“E qui ti sbagli” lo fermò lui “ho scoperto che il signor Austin Rogers non è l’unico esistente con questo nome e, non ho ancora capito come, è riuscito a scambiarsi con questo povero malcapitato e infatti è stato rilasciato e stanno per emanare un mandato di arresto”
“Appena è pronto chiamami” chiese Michael “e comunque non è finita qui, entro due giorni rimanderò Amy indietro”
“Ma, Michael…”
“Ma non lo capisci che non posso permettermi di perdere anche lei!?”
Devon, dall’altro capo della cornetta, sospirò “Mi dispiace Michael” e riattaccò.
“Devon? Devon!?” Michael chiuse la conversazione e gettò il telefono sul divano con forza “maledizione”
“Michael” la voce di KITT uscì dall’orologio “avverto un accelerazione dei tuoi battiti”
“Non farmici pensare”
“Anche i battiti di Amy sono accelerati…più del dovuto”
Michael ebbe un sussulto e si avvicinò al bagno, bussando con forza alla porta “Amy!” tentò di aprire “Amy!”
La porta si aprì all’istante “Papà ma sei impazzito!?”
“Stai bene?” tentò di entrare ma lei lo fermò.
“Sarei in accappatoio” precisò lei.
“Tu dimmi che stai bene ed io non entro”
“Ma...” Amy ragionò.
In effetti aveva avuto dei capogiri più forti di quelli di prima e si sentiva sempre stanca.
KITT doveva averglielo fatto notare.
“KITT!”
“Mi dispiace Amy” si scusò lui “lo sai che ho l’ordine di vegliare sulla tua vita e quella di Michael”
“Si ma non devi dirgli ogni singola cosa!”
“Ehm…vorrei farti notare che sono ancora qui” Michael incrociò le braccia al petto.
Amy sbuffò e chiuse la comunicazione con KITT.
“Posso vestirmi?”
Michael si passò una mano sul volto “Si…si cambiati” e la porta si richiuse.
 
******************
 
Quella sera, Michael non si sentiva per niente tranquillo.
Era preoccupato per Amy.
Non l’aveva vista mangiare, non l’aveva vista lamentarsi, ma era sicuro che qualcosa non andava.
Giunti da CD, parcheggiò KITT poco distante dall’ingresso.
“Pronta per la serata?” sorrise ad Amy, cercando di ignorare la morsa allo stomaco che lo invadeva.
“Certo!” rispose lei “tu entra, ti raggiungo subito”
“Hai bisogno qualcosa?” si preoccupò subito Michael.
Lei scosse la testa “Devo chiedere una cosa a KITT”
“Ed è così importante”
“E’ una cosa privata fra me e lui” tagliò corto lei, facendo una mezza linguaccia.
Michael la guardò, poi scese.
Una volta sola, Amy sospirò.
“Qualcosa non va Amy?” chiese KITT.
“Non lo so…mi sento strana” disse lei “tutta questa situazione mi sta facendo impazzire, sono qui da un giorno e già voglio tornare a casa”
Ci fu silenzio.
“Amy, non penso che la tua stanchezza sia dovuta a quello che è accaduto oggi”
“Ah già, è dovuto a papà che fa troppo l’uomo apprensivo”
Uno scomparto minuscolo, posto sotto lo schermo di KITT, si aprì
“Per cortesia appoggia il tuo dito qui sopra”
 
*******************
 
“Oh Amy!” esclamò CD appena la vide entrare “era ora! Non volevi lasciarci da soli!”
“No…no assolutamente” si avvicinò e lo salutò “Buona sera Ranger Trivette, buona sera anche a lei ranger Walker”
“Ciao Amy” salutarono loro.
“Ciao” c’era anche Alex “tu devi essere Amy, mi hanno parlato di te” le strinse la mano “e sei anche molto bella”
Amy arrossì e distolse lo sguardo.
Per quanto la serata dovesse essere bella, la sua era cominciata male…molto male.
Respirava a fondo ma non si sentiva bene e non poteva dirlo a suo padre, non voleva rovinargli la serata.
“Molto bene” intervenne di nuovo CD “prima di tutto mangiate, dovete essere in forma per le danze”
“Non vedo l’ora” disse Michael “Amy mi ha parlato del suo Chili con carne, dice che è ottimo, vero Amy?”
“Cosa?” domandò lei, che era sovra pensiero “sì…sì”
“Qualcosa non va?” chiese Walker “sembri su un altro pianeta”
Lei scosse la testa “Tutto bene” sorrise appena “la giornata è stata lunga e stancante, forse è un bene che non ho fatto la turista oggi”
“Adesso ti aiuto io con un buon piatto di pasta e fagioli!” CD andò nel retro e recuperò i piatti.
Tutti si sederono a tavola e chiacchierarono di qualsiasi cosa che non fosse lavoro.
Amy non li ascoltava, non riusciva a sentire neanche i suoi stessi pensieri.
Aveva mangiato sì e no due bocconi ma più che fastidio allo stomaco non le avevano fatto.
“Non hai toccato cibo, Amy” Michael le mise un braccio intorno alle spalle “sei sicura che ti senti bene”
“Certo, papà” rispose lei “sto bene” cercando di non farsi vedere, si asciugò la fronte imperlata di sudore.
Nel frattempo, il Juke box aveva cominciato a suonare della musica da ballo.
Walker invitò Alex e diedero loro il via alle danze.
Pian piano si aggiunsero anche le altre persone.
La seconda musica “Mia Clementina” era un po’ più lenta e questo fece sì che Michael invitò Amy a danzare.
“Mi concede questo balla, signorina?”
Amy rise appena “Certo, mio cavaliere” e si alzò, cercando di non pensare ai capogiri.
Si mise a danzare un lento assieme a Michael.
Lei stava stretta a lui, si sentiva protetta.
Michael la teneva fra le sue braccia.
“Danzi magnificamente”
“Mi ha insegnato la mamma” rispose lei orgogliosa “vorrei tanto che fosse qui”
“Anche io, Amy” rispose Michael “ma lei è con noi…vive in noi”
“Già” confermò lei, continuando a danzare.
La cosa non durò a lungo.
Pochi istanti dopo, avvertì un capogiro più forte e dovette fermarsi sentendo le gambe cedere
Michael la sorresse “Amy...”
“Papà…io…”
“Che ti succede?” negli occhi di Michael si instaurò il panico più totale.
“Mi dispiace” non riuscì a stare sveglia, il suo corpo e la sua testa glielo impedivano.
Le gambe cedettero definitivamente.
L’ultima cosa che udì, prima di perdere i sensi fu la voce di Michael che la implorava e la chiamava.
“AMY!!”
 
 
Evelyn80….TVB
  
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