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Autore: Kimly    07/07/2009    2 recensioni
[Partecipante al concorso "Tris Contest" indetto da hotaru su EFP forum] Quattro caratteri diversi, quattro stili opposti, quattro amiche inseparabili...Ma la vita va avanti, le cose cambiano, ed ognuna, dopo una terribile tragedia, prende una strada differente ed affronta le proprie paure ed insicurezze da sola...(Inspirata a "Piccole Donne" di Louisa May Alcott.)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Naruto’s little women.

Vorrei poter dare un’occhiata al futuro per sapere che cosa ci capiterà.

[Laurie, Piccole donne]

 

Quante volte TenTen avrebbe desiderato poter vedere il futuro. Sapeva che prima o poi avrebbe abbandonato quel paesino di campagna, non che odiasse la sua vita o la sua casa, ma aveva sempre pensato che il mondo era talmente grande, che non ci si poteva fermare a vederne solo un pezzetto.

Era una bella giornata quella mattina del 1847 nel Concord, Massachusetts.

TenTen sospirò, mentre si asciugava con la manica la fronte e aspettava che il sole asciugasse i panni.

Si voltò ed osservò la campagna, riflettendo sulla sua vita.

Quindicenne, con tanti sogni nel cassetto e poca probabilità di realizzarne qualcuno, viste le sue modeste condizioni di vita.

Guardò gli alberi e ne ammirò i colori e i giochi di luce, la primavera era arrivata da un bel pezzo, e si sentiva l’atmosfera ovunque.

Ammirò gli uccellini sugli alberi, i corvi che provavano a beccare il grano, mentre un contadino stempiato cercava di cacciarli via.

Anche se era sempre stata considerata una ragazza energica, incapace di stare ferma, adorava quella pace, quella tranquillità che aleggiava nell’aria, era così rilassante stare lì a…

-Ehi, Tennie, che fai, sogni ad occhi aperti?-domandò una biondina, mentre si sistemava i capelli e si ammirava nell’acqua del pozzo.

-Oh, Ino, sei tu. Stavo semplicemente pensando. Tu, oltre a vedere quanto sei bella, che stavi facendo?-la stuzzicò la mora, alzandosi dall’erba, pronta a sentire il lungo discorso dell’amica.

-Niente di particolare. Stavo dipingendo sulla collina vicino casa, e tua madre è venuta a chiedermi se potevo venirti a chiamare, devi tornare subito a casa. -le rispose, sfoggiando uno dei suoi sorrisi migliori.

-E’ successo qualcosa? Ti vedo particolarmente allegra stamattina. -

-Beh, lo capirai presto, mia cara. Ora sbrigati, ci vediamo al solito posto con le altre.-la salutò Ino prima di allontanarsi tutta felice.

Quella ragazza non gliela raccontava giusta…Chissà cos’aveva.

Prese con una manata i panni e, togliendosi il vestito per evitare impedimenti, prese a correre per arrivare in tempo.

Affannata, ma soddisfatta dopo una bella corsa, entrò in casa mentre sua madre cucinava la cena.

-Oh, grazie al cielo. Che fine hai fatto? Sono ore che ti aspetto! Hai corso di nuovo, vero? Non mi vorrai dire che sei andata in giro solo quei mutandoni?-la accusò la madre, conoscendo fin troppo bene la figlia.

-A quale delle tre domande devo rispondere per prima, mamma?-ironizzò lei, sistemandosi alla ben e meglio il vestito appena rimesso.

-Ten, quando smetterai di comportati come un maschiaccio? Sei bella, intelligente, non ti manca niente, perché devi avere questo carattere così…poco femminile?-chiese la madre, quasi disperata.

La ragazza non rispose, sapeva che non era una vera e propria domanda.

-Ino mi ha detto che mi cercavi, cos’è successo?-la interruppe TenTen, chiudendo il discorso.

-Sono arrivati i nuovi vicini, sono una bella famiglia di Londra. Hanno un figlio che ha la tua età, ti piacerà, vedrai.-sogghignò la madre, soddisfatta.

-Mamma, ho quindici anni! Possibile che pensi solo a trovarmi marito?!-

-Non è mai troppo presto. Tua nonna aveva quattordici anni quando ha avuto me, eppure…-

-Prima di avere un cappio al collo, vorrei viaggiare, viaggiare e viaggiare.-disse decisa la mora, e aggiunse.

-Vado dalle ragazze, mi aspettano. Torno per cena, va bene?-

La madre annuì, TenTen stava per uscire quando la sentì dire.

-Sciogliti i capelli, sei molto meno carina con quelle trecce.-

Sbuffando, Ten chiuse la porta rumorosamente.

                                                                                                    

TenTen aveva tre amiche migliori amiche, ognuna diversa dall’altra, tanto che stentavano a credere di andare così d’accordo.

Si conoscevano poiché abitavano nello stesso paesino, e andavano nella stessa scuola.

All’età di dieci anni  avevano deciso di trovare un posto dove riunirsi, lontane dai problemi e dallo stress quotidiano.

Ebbe Ino l’idea.

Sua zia possedeva un bel campo di grano, ma spesso rimaneva incolto e con le erbacce, quindi erano riuscite a sistemarlo per bene, promettendo di coltivarlo sempre e con diligenza.

Quando TenTen arrivò, vide che era arrivata tardi, di nuovo.

-Alla buon ora, riuscirai mai ad arrivare in orario?-sbottò Ino, posando il pennello.

-Scusate, ragazze. Mia madre mi ha fatto la ramanzina e non sono riuscita a liberarmi prima.-disse affannosa la mora, sedendosi in mezzo al campo.

-Tennie, stai attenta. Così rovini il grano, non puoi portarti una sedia come tutte noi?-le chiese gentilmente Sakura, la più graziosa delle quattro e anche la più grande.

-Uffa! E’ così bello sdraiarsi qui, non vedo perché dovrei privarmi di tale piacere.-rispose, pomposamente.

Ten era il pagliaccio del gruppo, quella che metteva sempre il buonumore e faceva sorridere le sue amiche con le sue buffe imitazioni.

Quella volta, però, sorrise solo Hinata, la sua prediletta.

Hinata era la più timida, ma anche la più gentile e cara, tutte provavano un certo affetto per lei.

-Non cambierà mai.-sospirò Sakura, parlando fra sé.

-Parlando d’altro, hai visto il tuo vicino di casa?- chiese Ino, sorridente. TenTen non riuscì nemmeno a rispondere che la bionda riprese.

-E’ davvero bellissimo!Ed è anche ricco!-alla bionda brillarono gli occhi.

-Ino!-la riprese Sakura.

-Ma è la verità. Comunque tua madre ti ha chiamato per parlarti di lui, vero?-

-Sì, infatti. E’ convinta che mi sposerò presto e scodellerò tre o quattro figli entro un anno, almeno.-scherzò Ten, staccando un grano, e mettendoselo in bocca.

Ino ed Hinata sorrisero, mentre Sakura si alzò e le tolse lo stelo.

-Se ti comporterai come un maschiaccio, dubito che avverrà. Dovremo cercare di migliorarci, se vogliamo avere una vita felice.-le rimbeccò la rosa, risedendosi con eleganza.

-Tu Ino, sembri un’oca quando ti comporti così, dovresti cambiare…-

La bionda fece l’offesa ma non ribatté.

-Ten, invece, dovrebbe essere molto più femminile e contenere la sua irascibilità.-

-E tu, Sakura, dovresti comportati meno da mamma-chioccia e pensare soprattutto a te.-ironizzò la mora, mentre le altre tre sorrisero.

Finalmente era riuscita a farle sorridere tutte.

-Bene, ragazze, sarà meglio andare adesso. Ci staranno aspettando.-disse Sakura, alzandosi e riavvolgendo un gomitolo di lana.

-Vuoi dire ti starà aspettando. Quando ti chiederà la mano Sasuke?-cinguettò Ino, mentre Sakura arrossì.

-Beh, ammetto di averne parlato, ma è ancora troppo presto. Anche se non vedo l’ora di mettere su famiglia.-

-Scommetto che tra qualche anno, la nostra cara Sakura sarà una mamma premurosa ed apprensiva.-

-Non se mi capita una figlia come Ten.-sorrise lei, mentre la mora le picchiettava la testa.

-Promettiamo, però, che qualunque cosa accada noi saremo sempre amiche e torneremo qui anche quando saremo vecchie e stanche.-decise TenTen, mentre tutte e tre annuirono.

-Anche se sarò una grande dama.-disse Ino, allungando la mano.

-Anche se sarò una mamma premurosa ed apprensiva.-continuò Sakura, poggiando la sua mano sopra quella della bionda.

-Anche se starò sempre con papà.-sussurrò Hinata, unendosi alle altre tre.

-Anche se sarò una vecchia zitella acida con la passione della scrittura.-rincarò la dose TenTen, chiudendo e sigillando il patto.

 

Era di nuovo in ritardo, e non aveva tempo di badare all’eleganza e alla femminilità. Era di nuovo in mutandoni, con il vestito in mano e i capelli raccolti in due cespugliose trecce.

Quando arrivò in casa e sbatté la porta, con orrore notò che non c’era solo sua madre in casa, ma tre volti sorpresi e sconvolti la guardavano dall’alto in basso.

-Ten!-sussurrò la madre, ma per evitare figuracce prese parola.

-Ti presento Shikaku, Yoshino e Shikamaru Nara. I nostri nuovi vicini.-concluse, lanciandole occhiatacce.

-Ehm, salve…Mi dispiace che voi mi vediate così, ma…ehm, ecco…Torno subito.-disse TenTen, rossa in viso, correndo in camera sua.

Sua madre, più tardi, l’avrebbe rimproverata di sicuro.

Tanto valeva non scendere più, poteva far finta di non stare bene.

Prese una mela dalla cucina, senza farsi vedere, e tornò in camera, pronta per leggere un libro che aveva iniziato da poco.

Non si era ancora vestita, quando sentì bussare alla porta e, senza pensarci, aprì di scatto.

-TenTen, giusto? Non siete più scesa e vostra madre si stava preoccupando e così mi ha mandato qui. Tutto bene?-chiese Shikamaru, vedendola arrossire di nuovo.

-Sì, sì. E dammi del tu, non sono una vecchia bacucca, o almeno non ancora.-sorrise la mora, per sciogliere la tensione.

-Vedo che hai un libro in mano, ti piace leggere?-chiese lui, guardando la copertina.

Parlarono per ore ed ore, e Ten quasi si dimenticò di avere solo la biancheria addosso, finché non si sedette sul suo vestito.

Shikamaru conosceva tante cose, ma parlava poco e quando lo faceva era anche piuttosto scocciato, ma grazie alla loquacità di lei iniziò ad aprirsi di più e da quel momento in poi divennero migliori amici.

 

 

Quattro anni dopo.

 

E’ strano come cambino le cose a distanza di pochi anni.

Quelle che un tempo erano le tue priorità, le tue certezze, scompaiono e lasciano il loro posto ad altre.

Quelle che un tempo erano le persone più importanti per te, quelle con cui condividevi tutto, quelle con cui anche se le avevi lasciate un attimo prima, rivedendole, riuscivi ancora a parlare per ore, diventano solo elementi di contorno nella tua vita, occasionali saluti e situazioni mancate.

Ten si asciugò una lacrima, mentre guardava il campo di grano, irrimediabilmente devastato.

Nessuna di loro andava più a curarlo, nessuna tranne lei e non bastava.

Si sciolse i capelli e sentì il vento turbinare fra essi, mentre ricordava con orrore l’ultima volta che erano state lì tutte insieme.

 

-Shika è così bello, ricco, intelligente, ricco…-

-Ino, hai ripetuto “ricco” due volte.-disse Sakura con un sorriso, mentre lavorava a maglia, l’anello di fidanzamento che brillava alla luce del sole.

-Lo so. Perché è tanto, tanto ricco!-trillò felice, facendo finta di svenire mentre le altre ridevano.

-E si è già dichiarato?-chiese Ten, non dicendo nulla di più.

Shikamaru era oramai diventato il suo migliore amico e più volte aveva pensato di provare qualcosa per lui, pensiero che, ahimè, era svanito quando lui aveva chiaramente espresso i suoi sentimenti per lei.

Erano passati mesi, e Shikamaru sembrava aver spostato le sue attenzioni su un’altra ragazza.

Fortuna che solo Hinata sapeva.

-Mmm…non ancora. Ma presto cederà, lo sento.-disse la bionda, assumendo una posa da combattente.

-E tu, Hina, che ci dici di nuovo?-continuò la mora, mentre la ragazza chiamata in causa arrossì.

-Ri..riguardo a co-cosa?-

-Beh, forse ad un certo biondino che non ti stacca mai gli occhi di dosso, a scuola.-fece con nonchalance Ino, mentre quella arrossì ancora di più.

-Siamo s-s-s-olo am-am…-non riuscì a terminare la frase, troppo affaticata.

Ino e Sakura risero mentre Ten le domandò.

-Tutto bene?-

-Sì. Fa un caldo soffocante.-

-Prendi il mio cappello.-suggerì la ragazza, mentre Ino esclamò.

-Quel cappello che ti ha regalato Shika è orribile. Perché ostini a portarlo?-

-Abbiamo fatto una scommessa, e non intendo perderla.-

-Non cambierai mai, Ten.-disse rassegnata Sakura, posando la lana e prendendo un centrino.

-Comunque, ho sentito che tuo cugino arriva in città, è vero?-chiese all’improvviso Ino, rivolta alla più piccola.

-Sì. Neji arriverà stasera con il treno. Volete conoscerlo?-domandò Hinata rivolta a tutte quante.

-Mi piacerebbe, ma Sasuke vuole cenare con me.-disse Sakura, felice di averlo potuto dire.

-Proprio non posso, Hina. Shikamaru viene a conoscere papà, e sapete che parla poco, prevedo nubi all’orizzonte.-sospirò teatralmente, mentre alzava gli occhi verso il cielo, che improvvisamente si era annuvolato.

Ten guardò Hinata, a capo chino. Sembrava dispiaciuta e triste.

-Ten vai tu, potresti finalmente trovare qualcuno che ti sopporti.-la schernì la bionda, mentre posava il pennello e chiudeva la cartelletta dei disegni.

-Verresti davvero?-disse sorridente Hinata. TenTen non poté che non accettare.

-Alle nove.-le sussurrò, scordandosi di dirle “puntuale” perché la conosceva bene.

-Andiamo, ragazze. Credo che sia in arrivo un temporale.-disse Sakura, prendendo tutto e iniziando ad incamminarsi, seguita da Ino ed Hinata.

Non seppe nemmeno il perché, ma Ten aveva un terribile presentimento, per questo si voltò guardando da lontano il loro bel campo, sperando di essersi sbagliata.

Arrivò, come prevedibile, in ritardo.

-Scusa, scusa, scusa.-disse, non appena aprirono la porta, non rendendosi conto che non era Hinata.

-Mi dispiace, noi non facciamo le elemosina.-disse un ragazzo.

Aveva due occhi di ghiaccio e a quanto pare, pensò Ten, anche il cuore.

-Tu devi essere Neji.-sputò la mora, incurante dell’etichetta e di rivolgergli il cordiale “voi”.

-E voi dovete essere una grande maleducata.-disse lui, puntiglioso.

Aveva uno strano modo di lanciare frecciatine.

Lei e Shikamaru se ne lanciavano sempre, ma erano scherzose e allegre, ma soprattutto rumorose.

Quello strano ragazzo, invece, rimaneva sempre serio e posato, parlando con un tono sottile di voce, decisamente troppo altezzoso per lei.

Si guardarono per diversi minuti in cagnesco, o per meglio dire lei lo guardò in cagnesco, mentre lui rimaneva lì a fissarla.

Arrivò Hinata a salvare la situazione.

-Ten, sei tu. Entra.-

La ragazza non se lo fece ripetere, superò Neji e salutò l’amica.

-La conoscete, Hinata?-chiese cortesemente lui, lanciandole occhiate dubbiose.

-Ehm, sì…Questa… questa è l’amica di cui ti parlavo: TenTen. Tennie lui è Neji.-terminò le presentazioni la bruna, guardando i due.

-Ci siamo già conosciuti…-la ragazza non terminò la frase, anche se avrebbe voluto aggiungere un bel “purtroppo”.

La cena passò in modo piacevole, Hiashi e Hanabi la conoscevano bene oramai e non badavano più alle sue uscite, assolutamente disdicevoli.

-Hinata, sarà meglio che vada. Domani ho un po’ di cose da fare. Al campo ci vediamo sabato, d’accordo?-chiese Ten, mentre l’altra annuiva.

Mentre la accompagnava alla porta, TenTen notò che all’amica tremavano le gambe e che si stava reggendo a fatica alla porta.

-Ehi, stai male?-

-No, no. E’ solo un po’di stanchezza. Una buona dormita e sarò come nuova.-la tranquillizzò, salutandola e augurandole la buonanotte.

La mora corse a casa, il cielo era sempre più scuro ma la pioggia ancora non si vedeva.

Quando arrivò, la madre la spedì a letto, colpevole di essere rientrata così tardi.

La ragazza non riuscì a dormire bene, non solo le cicale erano alquanto fastidiose, ma quella strana sensazione sembrava essere aumentata.

Sentì dei colpi alla finestra e scoprì che si trattava di Shikamaru.

-Sali.-sussurrò lei, cercando di non fare rumore.

-Ehi, allora come è andata? E’ stata la volta buona?-chiese Shikamaru, fingendosi disinteressato.

-Credo che l’uomo adatto a me lo debbano ancora inventare, ma sicuramente non sarà mai Neji Hyuuga.-

-E’ andata così male?-

Ten prese a raccontare, mentre le espressioni di Shikamaru variavano dal divertito, allo sconvolto fino a tornare al divertito.

-E con Ino?-

-Tutto ok.-

-E no, non te la cavi così fac…-

Qualcuno bussò alla porta, sentì la madre andare ad aprire.

-Un attimo.- la voce della madre, ancora impastata dal sonno.

-Sta arrivando, presto sul tetto.-spinse fuori dalla finestra l’amico.

-E’ Hanabi, cerca te.-tagliò corto la madre, tornando nella sua stanza.

Quando era assonnata, niente era più importante.

-Hanabi, cosa è succ…-non terminò la frase che la piccola era già fra le sue braccia, in lacrime.

-Hinata, Hinata…-mormorava ogni tanto.

-Cosa le è successo? Hanabi, dimmi che le è successo!-iniziava a preoccuparsi seriamente.

Intanto Shikamaru aspettava che l’amica tornasse, faceva freddo lì fuori anche se era già giugno.

Sentì un fragoroso tuono e nello stesso istante un urlo disumano provenire all’interno della casa.

Era TenTen.

-Che diavolo è stato?-sbraitò lui, precipitatosi dalla amica, che teneva stretta la più piccola degli Hyuuga.

Nessuno glielo spiegò.

Si ritrovò Hanabi fra le braccia, mentre fissava l’amica, rimasta immobile.

-Ten, perché hai urlato?Shikamaru,che ci fai qui?-chiese la madre, prendendo la bambina che continuava a singhiozzare.

-Ten…-provò Shikamaru, ma sembrava in trans.

-Hinata è morta.-disse tranquillamente, cadendo in ginocchio.

 

Ten ricordava bene quel momento, la madre che scuoteva la testa, non credendoci, Hanabi ancora in lacrime, e Shikamaru che si spaccò quasi una mano, tirando un pugno al muro di mattoni.

Quando arrivarono anche Ino e Sakura, ancora in camicia da notte e accompagnate da un desolato Sasuke, che non sapeva come comportarsi, tutte e tre si guardarono un attimo e si strinsero in un abbraccio consolatore, un abbraccio che sarebbe stato anche l’ultimo, ricordò Ten, raccogliendo un frumento oramai a brandelli.

 

 

-Tisi. Il dottore ha detto che era malata di tisi.-spiegò TenTen, una volta al campo, mentre le due amiche erano perse nei loro pensieri.

-E lei lo sapeva, ma ha preferito non dirci nulla. Sapete come è fatta, non vuole mai pesare su nessuno la piccola Hinata.-continuò lei, era curioso che usasse ancora il tempo presente, come se l’amica fosse solo partita per lungo viaggio.

-E poi è strano che noi non ci siamo accorte di nulla, non vi pare? E’ stata brava a mascherare la cosa…-

-Basta, Ten! Piantala! Smettila di lodarla! Eravamo sue amiche, e ci ha nascosto una cosa come questa, ti rendi conto? E tu te stai lì, parlando di lei come se fosse ancora tra noi, ma non c’è. Lei è morta, diamine, morta!-scoppiò Ino, piangendo sommessamente mentre Sakura la stringeva.

Ten non rispose, si voltò a fissarla rassegnata.

-Io…io credo che non verrò più al campo.-ruppe il silenzio Sakura, guardando tutto tranne la mora che la osservava sconvolta.

-Non guardarmi così, TenTen. Non riesco a venire qui, fingere di stare bene, quando è evidente che si è rotto qualcosa. Non sarà più come prima. Stando qui, penserei ancora di più a lei e voglio solo dimenticare, per non soffrire più.-concluse la rosa, portandosi un fazzoletto agli occhi.

-Vuoi dimenticare Hinata? Perché è questo che farai se non verrai più qui, lei non l’avrebbe voluto.-ringhiò Ten, mentre Ino si riprendeva.

-Non ha detto questo, vuole andare avanti. Sono passati mesi, Ten, e tu sei sempre qui. Vestita di nero, parlando di una defunta, isolandoti dal mondo. Noi abbiamo ricominciato, adesso. Prova a fare lo stesso.-Ino sembrava preoccupata.

-Scusate, ma non è facile. Era la mia migliore amica, quasi una sorella. Non riesco a…-Ten non terminò la frase, mentre la bionda la bloccò.

-Ho saputo che Shikamaru è spesso da te.-

Il suo tono era accusatorio, ma la mora non lo notò.

-Sì, si sta dimostrando un vero amico.-

-E quella sera, era lì con te. Come mai?-continuò Ino, mentre Sakura passava lo sguardo dall’una all’altra.

-Era venuto per…Ehi, aspetta, stai insinuando qualcosa?-Ten si girò di scattò, guardandola di traverso.

-Mi ha detto che provava qualcosa per te e te l’ha detto, noi non ne sapevamo niente.-tuonò la bionda, mentre la rosa la calmava.

-Non credevo fosse importante. Io lo considero un semplice amico, lo sapeva solo Hinata…-

-Basta parlare di lei!Non c’è più, basta! Ammetti che provi qualcosa per lui, forza!-scoppiò Ino, Ten la guardò stupita, lanciando occhiate a Sakura, che fingeva di guardare altrove.

-Capisco che tu Ino sia sconvolta…-provò la mora, ma la ragazza non la fece continuare.

-Tu sei innamorata di lui, ma stavolta non vincerai. Sei sempre stata egoista, Ten, ma questa volta ti andrà male.-

-Sei impazzita?! Abbiamo perso la nostra migliore amica e tu mi accusi di rubarti il fidanzato…?-urlò Ten, mentre Ino le si gettò addosso, tirandole i capelli.

-Ti odio!!E’ colpa tua se è morta! La conoscevi meglio di tutte, come hai potuto non notare nulla?-pianse lacrime amare, Ino, mentre Sakura la prese fra le braccia e la allontanò.

-Non…non dirai sul serio?-ansimò la mora, mentre la ragazza annuì  e Sakura la difese.

-Non diciamo che sia proprio colpa tua, ma possibile che non avessi notato proprio niente di niente?-chiese garbatamente Sakura, mentre Ten la guardò a bocca aperta e le urlò.

-Eravamo tutte e quattro amiche, come potete pensare che se avessi notato qualcosa non ve l’avrei detto?-

-Perché hai fatto la stessa cosa con Shika!-ribatté acida Ino, andando via seguita da Sakura che le sussurrò.

-Mi dispiace.-

Quella fu l’ultima volta che parlò con loro.

 

 E’ facile dare la colpa a qualcosa o a qualcuno, quando accadono cose che non ti spieghi e che ti traumatizzano.

Ma sentire le sue amiche accusarla della morte di Hinata, fu un vero colpo al cuore per Ten.

Hinata non si era mai esposta troppo.

Era sempre stata la timida del gruppo. Durante i loro incontri era Ten che faceva più rumore, Ino che parlava tanto e Sakura che rimproverava.

Hinata, a pensarci bene, non parlava quasi mai, poco o niente, se non interpellata. Eppure, dopo la sua morte, si sentiva la sua mancanza, mancava qualcosa fra loro tre, mancava qualcuno che le tenesse unite, qualcuno che le osservava, un regista.

Ecco chi era Hinata. Il loro gruppo, senza, era perso, poiché erano troppo diverse loro tre per andare d’accordo senza una persona che facesse da mediatore. Era il burattinaio che faceva in modo che i fili delle marionette non si ingarbugliassero fra loro.

Da quella volta, Ino e Sakura non si fecero più vedere. Ten sentì che Sakura era rimasta incinta, e ne fu felice.

Qualche giorno dopo, Shikamaru chiese la mano ad Ino, e così, Ten, ben presto, perse anche il suo migliore amico, invitato dalla bionda a non vederla più.

Pensò di essere rimasta sola, ma, stranamente, Hinata prima di morire l’aveva aiutata, ancora. Lasciandole un inaspettato amico.

 

-Signorina TenTen, anche oggi qui?-la voce di Neji non era accusatoria, ma stranamente divertita.

-Neji, sei tu. La smetti di chiamarmi signorina? Dammi del tu, e io sono solo Ten.-puntualizzò lei, mentre piantava altro grano, quella mattina aveva trovato un’altra zolla distrutta.

-Non sarebbe cortese, ma farò quello che vuole, quello che vuoi, Ten.-si corresse lui, ad una sua occhiataccia scherzosa.

-Ti vedo sempre sola, un tempo eri sempre gioiosa, allegra, dove c’eri tu c’era baccano. Eri sempre circondata di amiche e amici che ti volevano bene, che è successo?-chiese lui, appoggiato ad un albero.

-E’ strano, sembra che tutti si siano dimenticati che Hinata Hyuuga è morta.-disse lei, con amarezza.

-E’ passato un anno, Ten. E’ ora di andare avanti.-

-Io non voglio andare avanti. Odio crescere, è una cosa che non accetterò mai. Voglio tornare ad essere spensierata e felice, senza preoccuparmi di essere me stessa. Voglio riparlare con le mie amiche, senza litigare per un ragazzo. Ma soprattutto rivoglio le mie amiche, ho bisogno di loro. Forse se fossi morta io, nessuno se ne sarebbe accorto. Ero solo un pagliaccio, si sarebbero dimenticate di me in fretta…-Ten non si trattenne e scoppiò a piangere, lasciando cadere il grano.

Neji non sapeva cosa rispondere, la conosceva da poco e sapeva che odiava essere consolata, ma il quel momento non gli importava di cosa pensasse lei.

Provò ad abbracciarla, per paura che lo allontanasse, ma stranamente lei si strinse a lui, appoggiandosi con la testa.

Ten riuscì a controllarsi, staccandosi da lui.

-Sarebbe inopportuno se ti chiedessi di vederci stasera?-chiese Neji, porgendole un fazzoletto.

-Ho una cattiva influenza su di te, Hyuuga.-scherzò lei, mentre lui sorrise debolmente.

-Qui al campo, a mezzanotte. Riuscirai a venire?-domandò lui.

-Non ti preoccupare, sono scappata così tante volte che non è un problema per me. Tu ce la farai?-

-Troverò il modo. Allora a stasera, Ten.-

-A stasera.-

 

Arrivò l’ora prestabilita e Ten si stupì di voler a tutti costi risultare carina.

Non le era mai importato di cosa pensasse la gente; si vestiva semplice e comoda, spesso come un maschiaccio.

Ma quella sera era diversa, lo sentiva.

Lo vide, bello come sempre, appoggiato al solito albero, mentre guardava la luna.

Gli arrivò da dietro e gli fece il solletico.

-Sei in ritardo.-puntualizzò lui, mentre lei metteva il broncio.

-Come se fosse una novità.-sospirò la ragazza, legandosi i capelli.

Al diavolo il voler essere presentabile.

-Come ti sei vestita?-

Lei non rispose, confusa.

-Sembri una ricca dama, non mi piace.-

-Perché sono troppo un maschiaccio?-

-Esatto, e questo non è da te. Comunque non è un insulto. Di dame viziate ne ho conosciute a dozzine, tu sei diversa. Non omologarti a tutto il mondo.-

Ten non riuscì a nascondere una fragorosa risata.

-Pensavo che tu odiassi i miei modi poco femminili.- si giustificò lei, ad una sua occhiataccia.

-Quando farai pace con loro?-chiese lui, dopo un attimo di silenzio.

-Loro? Intendi Ino e Sakura? Non credo mi vogliano più vedere.-sospirò lei, dispiaciuta.

-Oggi deve essere giorno di cambiamento. Ho conosciuto un’altra TenTen. Una che non molla, che va lì e si prende quello che vuole, che lotta per gli amici…-terminò Neji, guardandola negli occhi.

-Come mai tutti questi complimenti?-chiese lei.

-Lascia perdere. Promettimi che domani andrai da loro e ci proverai.-

-Va bene, d’accordo- accettò lei.

La serata passò in silenzio, Ten notò con dispiacere che il campo era oramai distrutto ma in quel momento tutto sembrava perfetto.

La luna, la mano di Neji fra i suoi capelli e le lucciole che giocavano a rincorrersi vicino ai loro visi.

In quel attimo Ten desiderò essere quella lucciola che il ragazzo prese fra le mani.

Desiderò la sua bocca, che era stretta per la concentrazione, mentre cercava di vedere l’insetto.

Quella sera, TenTen si sentì di nuovo viva.

 

 

La ragazza sorrise all’ultimo ricordo, avvenuto pochi giorni prima. Era arrivato il momento di mantenere la sua promessa.

Scese il campo, dirigendosi verso la casa di Sakura, che era la più vicina. Sarebbe stato più semplice riappacificarsi con lei, con Ino molto più complicato.

Bussò due volte e attese. Sentì dei passi raggiungerla. Fu Sasuke ad aprire.

-Ciao, Sasuke. Come stai?-chiese imbarazzata. Quell’uomo era sempre così misterioso.

-Ciao, TenTen. Tutto bene. Cerchi Sakura, vero? E’ di sopra, in camera. Oramai con il pancione non riesce più a muoversi.-disse caustico, facendola accomodare.

La ragazza prese a salire la scale e trovò il dottore che usciva dalla stanza della ragazza.

-Come sta, dottore?-chiese preoccupata. Non poteva perdere un’altra amica.

-Bene, non si preoccupi, signorina. Le sue condizioni sono buone, il bambino o la bambina però devono essere belli grossi.-ironizzò lui, salutandola e scomparendo.

Ten bussò e non appena sentì la voce di Sakura entrò nella stanza.

-Ten!Cosa ci fai qui?-non era arrabbiata, solo sorpresa.

La mora la guardò, la pancia era veramente enorme.

-Alla fine hai realizzato tutti i tuoi sogni, ne sono felice Sakura.-

-Grazie. Tu come stai?-

-Non ti preoccupare di me. Ti prego di perdonarmi. Se davvero sono stata io ad ucciderla, scusami.-pianse la ragazza, mentre Sakura le fece cenno di avvicinarsi.

-No, non sei stata tu. E anche Ino lo sa. Eravamo tutte distrutte e abbiamo straparlato, nessuna delle due, poi, ha avuto il coraggio di venire da te. Perdonami tu, Ten.-la baciò sulla fronte e la abbracciò.

Erano tornate amiche.

La salutò e uscì, diretta verso il male peggiore.

Tra tutte e quattro, Ten era sempre andata meno d’accordo con Ino. Erano diametralmente opposte. Una maschiaccio, l’altra ochetta.

Eppure Shikamaru aveva visto del bello in entrambe, innamorandosi di tutte e due.

Arrivò alla casa, e fu proprio Shika ad aprire.

-Oh, Ten finalmente!-la abbracciò di getto, accarezzandole la testa.

-Ino sarà felice di rivederti. Da quel giorno non è più la stessa, non ride come una volta. Ci credi che sono diventato io il chiacchierone di casa?-scherzò lui, chiudendo la porta.

-Questo sì che è strano.-disse Ten, nascondendo l’agitazione dietro un falso sorriso.

-E’ in sala da pranzo, a dipingere.-

La ragazza entrò nella stanza, vederla di nuovo con il pennello in mano evocò tanti ricordi nella mente di Ten.

La mora tossì e la bionda si voltò.

La guardò sorpresa, e posò il pennello.

-Ino, io…-ma la ragazza le era già fra le braccia, che la stringeva.

-Perdonami, Ten. Ti ho trattata malissimo, scusa.-

-Sono contenta di averti di nuovo come amica, Ino. Sono andata da Sakura, dovrebbe nascere tra poco.-disse Ten, mentre Ino la lasciò.

-Già, è vero. Credo che sarà una bella femminuccia e diventerà la mia dama di compagnia.-esclamò la bionda, facendola sedere.

-Io punto su un bel maschietto, così non sarò la sola a fare danni.-continuò Ten, mentre Shika disse.

-E se fossero entrambi?-

Parlarono come se non fossero mai passati gli anni, Ten non si sentiva neanche di troppo fra loro due, sembravano essere tornati piccoli.

Bussarono alla porta e fu Ten ad aprire.

-Ha partorito, sembra che abbia voluto aspettare di far pace con te, Ten.-disse Sasuke, con un ghigno sulle labbra.

Corsero tutti a casa dell’amica e la scommessa venne vinta da Shikamaru.

Erano due bei gemellini: Akiko e Akihiro.

La piccola Akiko aveva gli stessi occhi di Sakura, e la zazzera scura del padre. Akihiro l’opposto.

Ten era così felice. Vedere Sakura stringere il marito, Ino che giocava con la piccola, mentre Shikamaru accarezzava il piccolo le dava una sensazione di pace e serenità.

Sembravano tutti allegri, tutti avevano realizzato i loro sogni e in quel momento si ricordò una frase.

“Ho conosciuto un’altra TenTen. Una che non molla, che va lì e si prende quello che vuole, che lotta per gli amici.”

Una che si prende quello che vuole. In quella armonia mancava qualcosa e lo sapeva.

-Devo andare.-urlò lei, scappando di corsa. Poté notare però i sorrisi di Sakura ed Ino, avevano già capito tutto.

Corse, come una volta, togliendosi il vestito e accelerando il passo.

Bussò violentemente e ad aprire fu una stupita Hanabi.

-C’è Neji?-chiese, affannosa.

-No, è appena andato via. Sta tornando a casa sua.-disse lei, mentre sembrava aver anche lei capito.

-Grazie.-esclamò, scappando di nuovo, mentre la gente sembrava rivedere la Ten di un tempo, in biancheria che correva.

Lo vide da lontano e iniziò a chiamarlo, per farlo fermare.

Il ragazzo si voltò e si stoppò, attendendola.

-Neji, perché stai partendo?-tuonò lei, adirata.

-Pensavo…-

-Non pensare allora.-le disse lei, slanciandosi a baciarlo.

Ten, in mutandoni, che baciava un altezzoso aristocratico, nessuno avrebbe mai scommesso un soldo.

“Credo che l’uomo adatto a me lo debbano ancora inventare, ma sicuramente non sarà mai Neji Hyuuga.”

Sorrise nel bacio al ricordo di quella frase.

 

***

 

TenTen guardò il campo di grano, di sera era ancora più rigoglioso. Si passò una mano fra le trecce appena fatte, sentendo il freddo dell’anello sulla nuca.

Avevano ricominciato ad incontrarsi in quel campo, che era tornato bello e fecondo. Hinata sarebbe stata fiera di loro…di lei.

-Andiamo?-sentì Neji, prenderla per mano.

-Sì, ci stanno aspettando. -rispose passandosi la mano sul pancione.

Perché la vita continua e TenTen era tornata a vivere…

 

 

The End.

 


Spazio Kimly:
Partecipante al concorso "Tris Contest" indetto da hotaru su EFP, classificandosi 3.
Ci tengo molto a questa FF, anche se è arrivata ultima.
"Piccole Donne" è un libro che adoro e che rileggo ancora adesso.
Spero vi sia piaciuta.

Ecco il punteggio(presto pubblicherò anche il favoloso banner):
“Naruto’s little women” di Kimly-Eden
Grammatica e lessico: 9
Stile: 8.5
Originalità: 9
Attinenza al tris scelto: 5
Trattazione del tris scelto: 3
Giudizio personale del giudice: 3.5
TOTALE: 38

Dunque, nella grammatica ci sono solo un paio di sviste, niente di importante.
Sono rimasta colpita dal tuo approccio al tris, devo ammetterlo. È per questo che nell’originalità ti ho dato un punteggio alto, anche se ti sei rifatta ad una trama che noi tutti conosciamo (e anch’io adoro “Piccole donne”, quindi ho notato particolarmente certi passaggi). L’hai fatta tua, e sei riuscita a mantenere i caratteri dei personaggi di Naruto piuttosto in linea con quella del libro, pur elaborando qualcosa di originale.
Ammetto che subito sono rimasta un po’ spaesata dalla scelta di “Laurie”, poi mi sono ricordata la trama e ho capito il perché. ^^
Mi è piaciuto molto come hai utilizzato il campo di grano, i significati che vi hai trasmesso, l’estrema importanza che ha nella vita delle quattro amiche, ma soprattutto della protagonista. Gli altri due elementi, però sono stati trattati con un po’ più di superficialità. Ci sono, è vero, ma non sono così “fondamentali”, e non è molto originale il modo in cui li hai trattati.
Una storia carina, l’unico appunto che devo farti è che il tuo stile mi sembra sempre- come dire- un po’ affrettato. Non perché hai condensato vari avvenimenti in una decina di pagine, è proprio una questione di stile. Il consiglio che mi sentirei di darti è di soffermarti un po’ di più, soprattutto in certi passaggi che sarebbe bello approfondire.

 

A presto...

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