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Autore: SweetPaperella    10/07/2018    2 recensioni
Maria Sole Contini, ha 17 anni e ha una passione: il calcio, lo ama da quando ne ha memoria, da quando fin da bambina giocava con suo padre e suo fratello Tommy.
Finalmente il suo sogno sta per essere realizzato: grazie a una borsa di studio, passerà il suo ultimo anno di scuola a Boston, alla Eagles high school, che ha anche una prestigiosa scuola di calcio.
Una nuova vita, una nuova scuola, nuove compagne di squadra... è un sogno sì, ma non tutto sarà facile per Sole, anche perché dovrà fare i conti con il suo passato, se vorrà davvero riuscire a guardare avanti.
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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CAPITOLO DIECI 

 

Qualche giorno dopo Ludo è dovuta ripartire, ha la scuola che l’aspetta.

Sole ora che lei se n’è andata si sente di nuovo così sola, così sperduta. Quei giorni con la sua amica del cuore sono stati così belli, spensierati, felici. Si era dimenticata quanto fosse bello passare del tempo insieme a lei... anzi, non se n’è dimenticata, ha solo riscoperto il piacere della sua compagnia. 

Non potrà tornare in Italia nemmeno per le vacanze di pasqua, ha parecchio da studiare e i suoi non possono raggiungerla come hanno fatto per quelle di Natale, perché hanno da lavorare, ma le hanno promesso che all’ultima di campionato ci saranno. Saranno lì per lei. 

«Non voglio che mi promettiate niente... se non potete ci vediamo poi in campeggio.» l’ultima volta che Tommy le ha promesso di esserci, è morto... non vuole fatte promesse. Non da loro. Non vuole perdere anche loro. Sole non capisce perché continuano a prometterle cose, a dirle “ci saremo” quando sanno bene che lei odia i progetti a lungo termine, non vuole che loro ci siano all’ultima di campionato, che affrontino il viaggio in aereo per vederla giocare, teme che accada qualcosa di brutto. 

«Sole...» suo padre sa bene il motivo per cui ha reagito in quel modo, è stato lui che ha dovuto proteggerla e farla tornare a vivere alla morte di Tommy, è stato lui che ha reagito nonostante il dolore per aver perso il figlio, per infonderlo a sua moglie e a sua figlia, se scrollava lui, sarebbero crollate anche loro e non poteva permetterlo. Piangeva di notte per far sì che loro lo vedessero pronto a riprendere in mano la vita durante il giorno, infondeva coraggio dicendo: “Tommy non vorrebbe questo, lui vuole vederci sorridere” ma era il primo che si chiudeva in garage a piangere per la sua mancanza. Nè uscito grazie a Sole, a sua moglie, che di conseguenza si facevano forza per non farlo rattristare ancora di più, per non distruggersi a vicenda. Sono sempre stati una famiglia unita, nel dolore sono riusciti a unirsi ancora di più, cosa che non è da tutti riuscire a fare, anzi... spesso il dolore porta a distruggere anche le famiglie più solide. Loro hanno passato tanti brutti momenti, hanno litigato, si sono presi a male parole, ma hanno cercato sempre di risolvere tutto insieme e alla fine ne sono usciti più forti.

Quindi lui sa, lui conosce sua figlia molto bene e percepisce il suo dolore e i suoi pensieri anche se lei non esprime chiaramente le sue paure. 

Ma Sole non lo lascia finire di parlare, chiude inventandosi un impegno improvviso. Non è da lei farlo, ma quella conversazione la fa stare male, troppo male, sa altrettanto bene che suo padre ha ragione, ma la paura, la sofferenza che non vuole più provare, la portano a non essere lucida, a chiudere le conversazioni scomode, ad allontanare le persone per non doverle perdere. 

È con Nick in camera sua e stanno studiando. Il ragazzo vedendo la sua reazione la guarda e cerca di capire.

«Che c’è? Non mi piacciono le promesse... tanto non si rispettano» dice con tono acido, rivolgendosi a Nick che la guarda senza capire e con l’intenzione di chiederle perché abbia reagito in quel modo, ma non lo fa. Sole che ormai lo conosce bene, lo precede.

«Non credo che i tuoi genitori non la rispettino»

«Non è questo... il punto è che loro lo faranno, si prenderanno ferie, verranno... io non voglio. Non voglio che lo facciano per me» risponde, quasi sul punto di piangere. Pensa a Tommy e quel maledetto giorno torna prepotente a occupare i suoi pensieri, ci prova, prova ogni volta a non pensarci, ma è impossibile. È nella sua mente, è ancora così nitido. 

Lei in campo, che alza lo sguardo verso gli spalti, i suoi che non ci sono, Tommy che non c’è.... il suo allenatore che poco dopo le va incontro con una faccia tetra, i genitori di Ludovica subito dietro, che le  dicono di andare con loro, che i suoi la verranno a prendere nelle prossime ore. È il quel momento che ha avvertito il mondo che le precipitava sotto i piedi, ha sentito la testa girare, le lacrime rigarle il viso, ha capito che fosse successo qualcosa a Tommy, al suo Tommy. Ha sussurrato il suo nome e a quel punto i genitori di Ludovica le hanno confessato la verità: “Tommy è morto, mi dispiace Sole” e lei con le lacrime che le bagnavano il viso, un dolore forte al centro del petto che si lasciata cadere a terra, perdendo i sensi. Si è risvegliata parecchie ore dopo, urlando “Tommaso” piangendo e trovandosi le braccia di suo padre che la stringevano forte.

«Non riesco a capire...» prova a dire Nick. 

Sole si distoglie dai suoi pensieri, avverte immediatamente la stessa sensazione, lo stesso dolore al petto, lo stesso capogiro. Respira profondamente e cerca di calmarsi, di far tornare il respiro regolare, come le ha insegnato la sua psicologa durante le sedute, per anni è stata in terapia per cercare di affrontare il suo dolore, per riuscire a controllarlo e smettere di sentirsi in colpa, ma non ci è mai riuscita. La reazione avuta quest’oggi con i suoi genitori è la prova. 

«Non mi va di parlarne, non adesso...» sono passati due anni, ma nonostante tutto Sole ancora non riesce a parlare dell’incidente, a parlare di Tommy con qualcuno, ogni volta scoppia a piangere e non vuole piangere, non vuole rattristare Nick con la tragedia della sua famiglia. 

«Non puoi tenerti tutto dentro Maria Sole» le dice lui di rimando, avendo capito che la situazione è più complicata di quello che immaginava. Sa di suo fratello Tommy, ma pensa di aver capito che altri dolori affliggono la ragazza, che il suo passato è più difficile di quello che lascia trapelare.

«Si che posso! Sei uno psicologo tu? No, non lo sei.» è arrabbiata, improvvisamente sente crescere dentro di sè l’irritazione, sente che lui la vuole mettere spalle al muro per sapere cosa le passi per la terra e lei non ha voglia di parlare, di sfogarsi, di raccontare di Tommy, possibile che nessuno intorno a lei capisca il dolore che prova al solo sentire il suo nome? Possibile che nessuno capisca, nemmeno i suoi genitori, che lei ancora si sente in colpa per come sono andate le cose, a volte si domanda cosa sarebbe successo se quel giorno suo fratello non si fosse messo in viaggio per arrivare a vederla giocare. Si chiede perché il destino, gli angeli o chi che sia si sono portati via proprio il suo unico punto fermo, si chiede perché non sia morta lei al suo posto, perché ora deve soffrire così tanto... perché ha paura di fidarsi, ha paura che i suoi prendano un aereo per venirla a trovare e perderli. Ha paura di affezionarsi e perdere tutte le persone  a cui tiene.

«Ho capito, sei nervosa, ma non allontanarmi» le dice lui capendo ciò che sta facendo, lo sta allontanando per paura, è come se lui avesse superato la linea di confine e ora Sole ha paura di accoglierlo oltre la linea, accoglierlo completamente nella sua vita. 

«Voglio restare sola» gli risponde a sua volta, senza aggiungere altro, senza guardarlo negli occhi. Vorrebbe dirgli cosa la fa stare male, ma allo stesso tempo teme che facendolo lui entrerá completamente nella sua vita, tra loro si istauri un legame talmente profondo da non poter più tornare indietro. Nella vita non c’è il stato rewind. Ha paura di innamorarsi pazzamente di lui, anche se in realtà già lo è. . Ed è la prima volta che sente di essere innamorata davvero, nemmeno del suo ex lo era così incondizionatamente e sinceramente, a lui “ti amo” non l’ha mai detto. Ma è pronta per dirlo a Nick, ma non lo fa.

Il suo ex é entrato nella sua vita poco dopo la morte di Tommy e Sole ora, ora che ha conosciuto Nick, sa che quello che provava per il suo ex era il bisogno di colmare il suo vuoto interiore, la sua sofferenza. Con Nicholas invece è diverso, sente che lui è l’altra parte del suo cuore, è il puzzle mancante del suo cuore, lui è quel pezzo di puzzle che completa la sua vita. 

Ma lei non è una persona semplice, lei non può innamorarsi come fanno tutti, lei vivrà sempre con la paura, con la paura della morte, ma non la sua, quella degli altri. 

Nick si limita ad annuire, vuole darle i suoi spazi, i suoi tempi, ma prima vuole che lei sappia ciò che prova: «Ti amo Sole, ti amo forse dal primo giorno in cui ti ho vista... sono pazzamente innamorato di te. Ci sono, sono qui per te se lo vuoi» le dice il ragazzo alzando il suo viso con un dito e asciugando le ultime lacrime che hanno bagnato il viso della sua meravigliosa fidanzata. È la prima volta che sente di provare qualcosa di forte, di speciale per qualcuno. Non è mai stato innamorato, ma ora può dire di esserlo ufficialmente di Maria Sole Contini. 

È anche la prima volta che hanno una discussione, che Sole lo saluta freddamente, che in un certo senso lo sta allontanando, ora che conosce i suoi sentimenti è anche più difficile. 

Lui le appena detto quelle cinque lettere che lei non è riuscita invece a pronunciare, nonostante siano così chiare nel suo cuore. Lo lascia uscire, lo lascia andare via, senza ripensamenti, ora è meglio così, ha bisogno di calmarsi prima. È impossibile però riuscire a calmarsi. Respira profondamente, ma è talmente nervosa per aver litigato per la prima volta con il suo fidanzato, per suo padre che sembra a volte dimenticarsi del dolore che ancora prova a pensare a suo fratello e che lui è morto proprio dopo averle fatto una promessa. 

Si dirige agli allenamenti con un senso di vuoto, con un dolore forte alla testa e la nausea, forse le sta arrivando anche il ciclo, a scombussolare ulteriormente il suo umore pessimo. 

Se di solito allenarsi e giocare a calcio la fanno sentire bene, stavolta non è così. Gioca malissimo, non è concentrata e il suo mal di testa che invece di attenuarsi diventa sempre più forte non aiuta di certo. Sbaglia i passaggi decisivi, non riesce nemmeno a dribblare le sue compagne di squadra. 

«Cosa ti prende Contini?» le chiede Ashley piuttosto seccata, vede che pensa si fatti suoi, che non è concentrata come dovrebbe essere, lei è la prima che non porta i suoi problemi in campo, deve farlo anche lei.

«Sto bene, gioca invece di rompere a me» le risponde acida, non sopporta che ogni volta deve rimproverarla, deve riprenderla e farle presente quanto detesti la sua presenza, è stufa, quel giorno é stufa di ogni cosa, non sopporta nulla, nemmeno il vento che le sfiora il viso e la sua coda fatta male che le fa finire i capelli davanti agli occhi. Vorrebbe solo essere lontano da tutti, da ogni cosa che la circondano e piangere, piangere e non smettere fino a che non ha più lacrime.

Prima che Ashley possa replicare e scatenare una vera rissa, Luke interviene e allontana Sole.

«Cosa ti succede Sole?» le chiede, non l’ha mai vista così sconvolta. 

«C’è che mi sono stufata di essere sempre accusa da lei, ogni volta mi attacca senza motivo e io ho già le mie cose a cui pensare, non posso dover stare dietro anche alle sue frustrazioni. Fatti una vita invece di stare sempre a pensare alla mia» se prima si è rivolta a Luke, l’ultima parte del suo discorso è rivolto verso la ragazza, la quale sentendo quelle parole di accusa, si irrigidisce, il suo volto diventa, se è possibile, ancora più rosso di rabbia. 

«Ma chi ti considera Contini, non sei così importante sai? Soprattutto tu sei l’ultimo dei miei problemi» risponde, cerca di mantenere un tono calmo, ma non crede di riuscirci ancora per molto, anche perché il suo volto dice esattamente il contrario, è sempre più furiosa.

«e tu non sei il mio. Non sei nessuno, ma da quando sono arrivata non fai che giudicarmi, non sapendo un cazzo di me. Fai una bella cosa: impara a ignorarmi.» le dice, il suo tono é tutt’altro che calmo, urla, tira fuori tutto il suo dolore, la sua sofferenza, il suo malessere. 

«Contini fuori dal campo» le dice poi Luke, interrompendo ancora una volta il loro battibecco.

Ha sentito troppo, non si aspettava che la ragazza potesse arrivare a tanto, potesse arrivare a dire tanto, non tollera quel comportamento nella sua squadra, si merita un giorno di esclusione, questo equivale a dire che non giocherà la prossima partita, nemmeno le prossime se non chiederà scusa.

A gran sorpresa di Sole, che è rimasta nello spogliatoio fino a fine allenamento, l’intera squadra è arrabbiata con lei, anche Juliet, la quale di solito é sempre stata dalla sua parte. 

Solo vedendo con quanta freddezza l’hanno salutata si rende conto di averne esagerato, di aver tirato fuori la sua rabbia con le persone sbagliate, prima con Nick, poi con la squadra.

Luke aspetta che anche l’ultima ragazza sia andata via per rivolgersi nuovamente verso Sole, il suo sguardo da dolce e comprensivo che è di solito, è duro.

«Non tollero questo linguaggio tra la mia squadra, io non so cosa ti succede oggi, perché sei così arrabbiata, sai che sono qui se vuoi parlare di ciò che ti fa soffrire, ma se ti azzardi ancora una volta a fare un’uscita come quella di oggi e sei fuori per sempre dalla squadra.»

Sole a quelle parole si sente morire, il suo cattivo umore aumenta ulteriormente, ma si limita ad annuire semplicemente. Deve controllare la sua rabbia, le sue emozioni, la sua sofferenza, perché così rischia di rovinare tutto quello che ha ottenuto con tanta fatica e sudore. Non può buttare tutto all’aria proprio ora i suoi sacrifici, il suo sogno di bambina. 

«Intanto sabato non giochi, non ti voglio nemmeno in panchina, quindi guarderai la partita dalla tribuna» continua Luke, è duro, ma solo con una punizione esemplare magari capisce i suoi errori, non vorrebbe essere duro con lei, conosce il suo passato, ma dovrebbe imparare a fidarsi degli altri, invece di tenersi tutto dentro ed esplodere quando non riesce più a tenersi il dolore, quando esso diventa troppo grande da saperlo gestire. Dovrebbe imparare a fidarsi, perché è anche da questa qualità che si giudica una giocatrice di pallone, dalla fiducia che ripone nella vita, oltre che dentro al campo, verso quella che è la sua squadra. Lei non è ancora in grado di farlo.

«Vatti a riposare ora» le ordina infine, Sole annuisce e con un debole “ciao”si allontanata, ha il muso lungo, il viso arrabbiato e sente di aver rovinato tutto. Se solo riuscisse a parlare di ciò che prova, forse sarebbe tutto più facile, ma non ci riesce, non ci riesce proprio. Quando suo padre le ha promesso di esserci, qualcosa è esploso in lei, quel dolore grande, che le ha fatto mancare l’aria, ha sentito una vocina dentro di sé che gli diceva che se avesse assecondato quella promessa avrebbe persone anche i suoi genitori. Si chiede se mai riuscirà a gestire questo sentimento di rabbia, di dolore che da due anni l’accompagna e la fa esplodere come un vulcano in eruzione, senza preavviso e facendo soffrire tutti quelli che le stanno intorno. Non andrà lontano però se non impara a controllarsi, a saper gestire la sua rabbia, ha creduto per un po’ che tutto stava finalmente procedendo nel verso giusto, ma la vita non è tutta rosa e fiori e lei lo sa bene, forse lo sa meglio di chiunque altro. Non ci si riprende mai totalmente da un lutto, si può far finta di stare bene, ma a volte basta una parola e ciò che si è represso torna prepotente a galla, come il mare che porta sempre a riva lo sporco, la spazzatura di chi non lo tratta con cura. Lei é come la spazzatura nel mare, non si sa prendere cura di se stessa e la spazzatura che tiene nel cuore, senza chiedere il permesso, sporca ogni cosa.

Rientra in camera, dopo aver camminato a lungo da sola, senza rispondere nemmeno alle telefonate di Nick che ha provato a chiamarla per tutto il pomeriggio. Non si è ancora calmata del tutto, è per questo che non ha voluto rispondere, quando è così è meglio che resti sola, per quel giorno poi ha già fatto troppi danni.

Juliet é con Mary Kate quando fa il suo ingresso in camera.

«Dimmi un po’ hai intenzione di farti espellere?» le dice Kate, cercando di farla ragionare, sa che Sole prende in considerazione il suo punto di vista, sa come prenderla, ed è per questo che il suo tono stavolta é duro, non sta giocando, non stavolta. Non le farà buttare la sua vita nel water, non le farà fare altre cavolate, a costo di starle dietro come un segugio.

Sole scuote la testa, ma evita di guardare negli occhi le sue due amiche, si siede semplicemente sul suo letto sfinita.

«perché sei hai intenzione di farti mandare via, se hai intenzione di rovinare tutto ciò che hai conquistato di buono fino adesso, sei sulla buona strada Maria Sole» è la prima volta che la chiama con il suo nome per esteso, solo a quel punto Sole alza lo sguardo verso di lei, è ferita, non è arrabbiata come si può presumere dalla sua voce, dal suo tono alto e serio, è ferita che è molto peggio.

Sole prova a replicare, ma Kate la interrompe nuovamente per parlare lei: «Sai credevo che fossi più intelligente, credevo che ti importasse del tuo sogno, che volessi migliorarti» 

«io... io lo voglio.» risponde quasi in un sussurro.

«E allora perché ti sei rivolta così ad Ashley, lei è irritante, lei è scontrosa con te e lo è sempre stata, ma tu non hai mai raccolto le sue provocazioni, non hai mai reagito con arroganza, esattamente con lei. La squadra si rispetta e tu Sole non ti fidi di noi e invece Ash se pur scontrosa e arrogante ci mette al primo posto.» ora é Juliet a parlare, a tirare fuori ciò che sente e prova. 

«Hai ragione, oggi ho esagerato... mi dispiace. Ho litigato con i miei e sono esplosa senza motivo» confessa, le parole di Juliet sono stata veramente pesanti e lei solo a quel punto si rende veramente conto di aver superato il limite.

«Non voglio la ragione! Siamo essere umani ed è normale avere dei momenti no, ma tu non ti fidi di noi, non ti fidi chi hai intorno... sappiamo che la morte di tuo fratello ti ha cambiata e che vai avanti ogni giorno con questo dolore, ma non puoi non parlare con chi ti vuole bene.» continua la sua compagna di stanza, vuole farla ragionare. Nemmeno lei si fida molto degli altri, ma non si è mai permessa di mancare di rispetto alle ragazze della squadra, tanto meno ad Ashley. Lei si fida di loro, sia in campo, sia fuori. É questo ciò che Luke ha sempre trasmesso loro, é per questo che fanno sempre il briefing per raccontarsi la loro giornata.

«Non riesco a parlare di me... non riuscivo a parlarne nemmeno con la psicologa con cui stavo in cura, figuriamoci.» ammette, ma sa che non cambierà le cose dopo quella confessione. Forse hanno ragione loro, non può essere una persona migliore, non può essere una brava giocatrice di pallone se non si fida di chi ha intorno. Non basta saper giocare bene per essere una leader.

«Chiederò scusa a Ashley e al resto della squadra, lo prometto.»

«E soprattutto se sei nervosa, vieni a parlare con noi, non andare fuori di matto e non tenerti tutto dentro» le risponde Kate, guardandola seria, Sole annuisce, sa che non le piace ripetere le cose. 

Dopo il piccolo chiarimento almeno con le sue amiche, si stende sul letto sfinita. Chiude gli occhi, ma non prende subito sonno, i pensieri tornano prepotenti a invaderle la mente, facendole tornare il mal di testa che era riuscita in parte a guarire con una bustina di Oki, ma ora è quasi inutile che lei l’abbia presa. 

Nei suoi pensieri c’è Tommy, la paura di non riuscire mai a parlare di lui con qualcuno, la paura quasi di fare rendere veramente reale la sua morte se solo ne parla, anche se sono passati due anni e lei ha imparato a convivere con la sua assenza, non l’ha accetta, ha solo imparato a conviverci.

Non ne parla con nessuno, facendo finta di non aver subito dolori nella sua vita, come se niente la potesse ferire e invece è più fragile di quello che vuole far credere. Ha paura più di tutti gli altri, perché conosce cos’è la morte e spesso ha pensato di farla finita anche lei per ricongiungersi con suo fratello, non l’ha fatto perché troppo codarda per arrivare fino infondo, ma anche per i suoi genitori. È tornata a vivere, a sopravvivere più che altro senza Tommy, ma spesso si domanda che vita è senza di lui, lui che la sua vita non può più viverla.

Si addormenta con il cuore pieno di dolore e la mente piena di pensieri scomodi, chiudendo gli occhi solo per la stanchezza estrema.

 
   
 
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