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Autore: devil_may_cry_wrath_92m    11/07/2018    1 recensioni
La fine di un lavoro l'inizio di qualcosa di molto più pericoloso, un viaggio che segnerà profondamente Revy e Rock
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Revy, Rock
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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Aveva detto ad Haruka che avrebbe fatto ragionare la sua socia, ma Rock conosceva bene Revy e sapeva che farla ragionare era come chiedere ai pesci di uscire dal fiume e camminare sulla riva e mentre si avvicinava al dojo e sentiva i colpi di pistola e le urla di lei, sentiva anche la sua sicurezza smontare sempre di più; quando toccò la porta scorrevole questa si aprì e apparve dietro di essa Yasuke con il suo sorriso serafico. “A-allora?” chiese Rock con riluttanza “Le mani hanno smesso di tremare, questo è certo ma è la gamba il vero problema. La sua amica quando sparava era abituata a poggiare il peso su entrambe le gambe non su una soltanto e questo le impedisce di prendere la mira con la sua solita precisione, per non parlare del fatto che non può ancora correre” “Secondo lei può combattere ancora?” Yasuke disse, questa volta con un’espressione seria: “Non lo so. Adesso tocca a lei” il monaco passò accanto a Rock e mentre lo faceva, il giovane si chiedeva se si riferiva a Revy o a lui con la frase che aveva appena pronunciato. Revy era distesa a pancia in su sul parquet di legno, le gambe e le braccia completamente distese e la sua cutlass era accanto alla sua mano destra, il muro dietro di lei era sforacchiato dai proiettili sparati da lei mentre suoi capelli, che prima erano raccolti nella sua solita coda di cavallo, ora erano sciolti e bagnati di sudore. “Che cosa vuoi Rock?” “Farti ragionare” Revy a quelle parole si mise seduta e disse: “Mpf, fammi indovinare. Non ti piace come ho trattato quella marmocchietta poco fa?” “A parte che Haruka –chan è stata gentile e disponibile con noi, ma soprattutto con te, da quando siamo arrivati qui e che dovresti trattarla meglio, non è per questo che sono qui” “E allora per che cosa?” “Per te. Non puoi farcela da sola” “Davvero?” “Revy, non sai chi sia chi ha sparato a Yamada e anche se le tue mani non tremano più la tua gamba è comunque fuori gioco” “Posso camminare” “Ma non puoi correre, non puoi fare le tue solite acrobazie, finirai male” “Come quella scolaretta mafiosa?” Rock si irrigidì, e Revy continuò, l’espressione che aveva il suo compagno valeva più di mille parole “Se mi hai preso per una versione di quella ragazzina, ti conviene andartene perché non ho bisogno del tuo aiuto” “ Davvero? Allora alzati” Rock si allontanò di qualche metro appoggiandosi al muro e disse: “Vieni qui e dammi un pugno” Revy si mise in piedi e Rock gli disse: “Vieni qui correndo e colpiscimi” Revy esitò, poi fece uno scatto in avanti ma dopo due passi si ritrovò in ginocchio “Non puoi farcela da sola” gli disse Rock avvicinandosi a lei e tendendogli la mano, la risposta di Revy fu un uppercut che colpì Rock sotto il mento e lo fece cadere a terra “Mi rimane il fattore sorpresa!” urlò la mercenaria gettandosi su Rock e cominciando a tempestarlo di pugni al volto. Ognuno di quei colpi era preciso, dato nei punti giusti, sulla mascella, sugli zigomi, sulla bocca, a un certo punto Rock non riusciva neanche più a vedere il volto di Revy dato che i suoi occhi erano ricoperti dal sangue che gli colava da una ferita sulla fronte provocatagli dai colpi della mercenaria. Rock si rimise in piedi a fatica, ripulendosi il sangue dagli occhi e riavvicinandosi alla sua amica che era ancora seduta sul pavimento “Se mi tendi ancora la mano, questa volta avrai bisogno della mascherina, e forse non sarebbe male così nessuno ti vedrà in faccia e potremo andarcene da questo posto assurdo” “Assurdo?” “Lo hai detto tu Rock, questo posto, questa città è solo un miraggio per i vivi, io non posso stare qui” “Quindi te ne vuoi andare?” “Non prima di aver ripreso la mia pistola dall’infame che me l’ha rubata” “E come conti di fare? Non riesci neanche a correre!” “Troverò un modo! Me la sono sempre cavata anche prima di conoscerti” “E come te la caverai? Come hai fatto quando eri alla chiesa della violenza e hai fatto quello stallo alla messicana con Eda? Oppure quando stavi per riemergere da quel sottomarino e farti crivellare di colpi da quei nazisti?” “Era diverso” “No, non lo era! l’unica differenza è che ti ho impedito di fare delle sciocchezze che ti avrebbero ucciso” “Se è per quello anch’io te l’ho impedito” “Ah sì, e quando?” “Quando ti sei fatto catturare da quei terroristi per quella consegna per Chang, quando sei voluto andare a salvare quella scolaretta mafiosa e dulcis in fundo quando hai voluto attacar briga con la sorellona” disse Revy in tono divertito “Oh, e ricordati ovviamente quando hai voluto impedire a quella mocciosa di uccidere Balalaika e per tale motivo adesso la mia gamba è a fettine, ho avuto il Parkinson per quattro giorni e tu e quel monaco del cavolo adesso mi fate la paternale!” Rock si sedette di fronte alla sua amica e gli offrì una sigaretta, dopo che lei la prese anche lui ne estrasse una dal pacchetto e se la accesero. Dopo un lungo silenzio in cui l’unico rumore fu solamente lo sfrigolio della sigarette che bruciavano Rock disse in tono malinconico “Sembra di essere tornati al giorno in cui abbiamo discusso dopo essere usciti dalla chiesa della violenza” “Sì, ma allora il tuo aspetto era migliore” disse Revy, Rock la guardò stupito poi lentamente cominciò a ridere e lo stesso fece la sua compagna, alla fine stavano ridendo in modo sguaiato lì per terra, ridevano così tanto che avevano entrambi le lacrime agli occhi. Yasuke entrò qualche minuto dopo e vedendo i suoi due ospiti a terra un con il volto pesto e l’altra sudata ma entrambi con un’aria più rilassata disse: “Tutto risolto?” “Forse sì” rispose Rock “E adesso?” chiese il bonzo “Adesso aspettiamo la prossima mossa” mormorò Revy; in quel momento, come a confermare le parole della ragazza si sentirono dei colpi di pistola, ma non erano colpi di pistola qualunque per Revy e Rock, entrambi avevano sentito quel rumore decine e decine di volte, non c’erano dubbi il rumore era quella di una beretta m92 la pistola mancante di Revy. “Ecco la mossa successiva” la mercenaria si alzò e disse al suo compagno: “Rock, tu porta il monaco e la marmocchietta lontano, non uscite per nessuna ragione a meno che non vogliate una presa d’aria extra” “E tu che vuoi fare?” “Chiudere la questione” “Sei sicura di farcela?” “Penso di sì”
   
 
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