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Autore: Vento di Fata    12/07/2018    1 recensioni
[What if!] [Dabi centric]
Dalla sua mano scaturisce una fiamma di un vivido azzurro, e la carta diventa cenere che il vento notturno spazza via dalle sue mani.
Dabi ride.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Dabi
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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La prima volta che mostra il suo quirk ha quattro anni, e suo padre è deluso.

 

Il piccolo lo sa, lo vede nei suoi occhi, mentre le piccole fiamme che ha creato gli danzano sui palmi delle manine.

 

Suo padre non proferisce parola, si limita a dargli le spalle e allontanarsi, mormorando tra sé e sé, ma il bambino lo sente comunque.

 

L’ennesimo fallimento.

 

All my life they let me know

How far I would not go

 

Adesso ha otto anni e si sta sforzando, dannazione. Ci sta provando.

 

Allora perché suo padre continua a guardarlo, a guardare tutti loro, come fossero dei fallimenti?

 

Magari non è davvero abbastanza. Magari è davvero un fallimento, l’ennesimo esperimento - perché è questo che lui e i suoi fratelli sono, esperimenti - fallito.

 

Per questo, il ragazzino continua ad esercitarsi, incurante delle scottature che iniziano a farsi sempre più marcate e visibili sulla sua pelle delicata.

 

Pensa che magari, se dimostra di cosa è capace, suo padre non lo guarderà più in quel modo.

 

But inside the beast still grows

Waiting, chewing through the ropes

 

Ha undici anni quando Shoto mostra il suo quirk, e il ragazzino capisce.

 

Capisce che era questo che suo padre cercava.

 

La prole perfetta, il quirk perfetto. Lui, come i suoi fratelli, è stato solo uno degli incidenti di percorso nell’inseguimento di quell’obbiettivo, quell’ossessione.

 

Probabilmente lo sapeva già, dentro di sé, ma è solo in quel momento che lo capisce davvero.

 

E per un momento, proprio perché ha capito, sente il cuore riempirsi di invidia. Perché vede lo sguardo di puro orgoglio negli occhi di suo padre, e nel profondo desidera che almeno una volta quello sguardo fosse stato rivolto a lui.

 

Dopo un attimo però, l’invidia lascia spazio alla consapevolezza di ciò che questo comporterà per il suo fratellino.

 

E in un angolino del suo cuore, nella sua parte più egoista e cattiva, è contento che non sia toccato a lui.

 

Who are you to change this world?

Silly boy!

No one needs to hear your words.

Let it go.

 

Ha quindici anni quando suo padre finalmente glielo dice in faccia.

 

Sei solo un fallimento, come tutti gli altri.

 

Non ho bisogno di voi.

 

Sentirselo dire in faccia fa ancora più male. Una volta solo, non riesce più a controllare le sue fiamme. Ogni cosa che gli capita tra le mani viene ridotta a un cumulo di cenere in un battito di ciglia. Si ficca un pugno in bocca per soffocare le urla, mentre lacrime di rabbia gli rigano il volto.

 

Quando finalmente si calma, si accorge che c’è puzza di carne bruciata.

 

Carnivore! Carnivore!

Won’t you come digest me?

Take away everything I am,

Bring it to an end!

 

Ha diciassette anni quando decide che non ne può più.

 

Ha comprato la tinta nera tornando da scuola, e adesso si osserva davanti allo specchio. A stento si riconosce, ma va bene perché è quello che voleva. 

 

Esce saltando dalla finestra e inizia a correre, lontano da quella casa, lontano da suo padre.

 

Si ferma in un parco pubblico, con le gambe indolenzite e il fiatone, quando giudica di essere abbastanza lontano. Si siede su una panchina illuminata da un lampione e appoggia lo zaino accanto a lui, aprendolo e tirando fuori la sua carta di identità. Su quel pezzo di carta c’è scritto il suo nome, affiancato dal cognome che tanto disprezza. Todoroki.

 

Dalla sua mano scaturisce una fiamma di un vivido azzurro, e la carta diventa cenere che il vento notturno spazza via dalle sue mani.

 

Dabi ride.

 

Carnivore! Carnivore!

Could you come and change me?

Take away everything I am.

Everything I am.

 

 


 

 

Angolo autore

 

Eccomi tornato, signore e signori, con una one shot su uno dei personaggi che più amo di My Hero Academia, nonché uno dei cattivi più intriganti che abbia mai visto. Come è deducibile dalla storia che avete appena finito di leggere io sostengo appieno la teoria che Dabi sia figlio di Endeavor e quindi un Todoroki, e in questa one shot mi sono soffermato su cosa Dabi potrebbe aver provato durante l’infanzia e l’adolescenza, vedendosi costantemente messo da parte ed etichettato dal padre come ennesimo fallimento, solo un’esperimento uscito male, qualcosa di difettoso che non meritava la sua attenzione. Probabilmente a un certo punto lui stesso lo ha creduto.

 

Inoltre di questo personaggio mi ha sempre incuriosito i motivi dietro il suo odio così profondo per l’attuale società degli eroi. Cosa può averlo spinto ad avere un’avversione così viscerale verso gli eroi? Personalmente io trovo la risposta in questa teoria: la prima cosa che viene in mente a Dabi quando pensa agli eroi è suo padre, Endeavor. Come può il mondo vedere come un eroe qualcuno come suo padre? Come può acclamare e ammirare qualcuno come lui?

 

Ovviamente si tratta solo di una teoria e di una mia opinione, siete liberi di pensarla come me o diversamente, e se volete discutere della teoria oppure fare un sano scambio di opinioni potete scrivermi tranquillamente.

 

Inoltre ci tengo a precisare che con questo non ritengo che gli atti di Dabi durante gli eventi di MHA siano giustificabili da un eventuale passato difficile, è un Villain e tale rimane, ma ritengo che ci sia più di quello che sappiamo dietro.

 

Detto questo vi saluto.

 

Alégri, signori, Vento di Fata si congeda, alla prossima.

  
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