Anime & Manga > Fairy Tail
Segui la storia  |       
Autore: Nao Yoshikawa    12/07/2018    4 recensioni
“Il suo nome sarà Fiamma. Perché, con la fiamma che arde dentro di lei, un giorno ci salverà tutti”.
Cinque anni dopo la battaglia di Alvarez, una nuova minaccia incombe non solo su Fairy Tail, ma su tutta Earthland. Una maledizione verrà scagliata, mandando i nostri eroi in un mondo senza magia e impedendo loro anche solo di ricordare delle loro storie e dei loro legami.
La loro unica salvezza risiede in una bambina appena nata.
Fiamma ha dodici anni, è orfana ed è sempre stata convinta di non essere niente di speciale. Un giorno, però, le cose cambiano drasticamente quando incontra Happy.
Sarà allora che inizierà il viaggio verso la scoperta delle sue origini. Perché solo lei è la Salvatrice che potrà salvare la sua famiglia.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Acnologia, Human!Acnologia, Natsu, Natsu/Lucy, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Fairy Tail Next Generation'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
21 – Un totale fallimento


Fiamma sentì il cuore iniziare a battere forte. Certo, August non era Acnologia, ma era comunque colui che aveva agito mosso dall’odio che provava verso lei e la sua famiglia. Sarebbe stato inutile nascondere la paura. Ma avrebbe usato quest’ultima come un’arma.
August osservò il gruppo di ragazzini davanti a lui, chinando la testa di lato. Dovevano essere proprio degli sconsiderati per agire in tal modo.
“Cos’è, uno scherzo forse?”, domandò, lanciando poi un’occhiata a Gildarts, il quale non poteva dal canto suo credere ai suoi occhi. Quella era una follia!
“Ragazzi!”, gridò. “Andatevene immediatamente. In quanto vostro master, ve lo ordino!”.
Igneel però si fece avanti, affiancando la sorella.
“Scusa, vecchio. Ma per questa volta non possiamo obbedirti. È Wendy a guidarci in questo momento”.
Incredulo, l’uomo posò gli occhi sulla giovane Dragon Slayer. Quest’ultima si fece avanti. Doveva combattere con loro e allo stesso tempo proteggerli, non sarebbe stato facile.
“D’accordo, ragazzi”, sussurrò. “Adesso andate, fate attenzione”.
Nel ricevere l’ok dal loro momentaneo leader, Igneel e Rayn balzarono avanti per primi, ignorando il fatto che fossero ancora feriti dal precedente scontro.
“Non far loro del male!”, gridò Gildarts.
August però, senza scomporsi più di tanto, creò una barriera tra lui e i due ragazzi, i quali furono bruscamente fermati, come se fossero andati a sbattere su qualcosa.
“Ma io non sto facendo niente”, rispose assottigliando lo sguardo. “D’accordo, ragazzini. Volete giocare? Adesso capirete cosa vuol dire mettersi contro il Re dei Maghi, August il Cataclisma”.
Egli era infatti conosciuto per la sua forza e per il gran numero di tipi di magia che poteva controllare, ma questo ovviamente i suoi giovani rivali parevano ignorarli.
“Ragazzi, attenti!”, fece poi Wendy. “Non c’è niente che può sfuggirgli, fate attenzione!”.
Ametyst sospirò rumorosamente.
“Oh, maledizione. È proprio vero che una donna deve pensare per sé. Va bene, arrivo!”.
Corse in avanti, utilizzando la Spada del drago di ferro, trasformando il suo braccio in una vera e propria arma. Fece per avvicinarsi ad August, ma fu facilmente respinta con violenza. Tuttavia questo non bastò a farla cedere.
“Oh, cazzo”, sussurrò Neel. “Ametyst, stai bene?”
“Sì, sto bene”, borbottò pulendosi la bocca da cui fuoriusciva del sangue. “Lo ammazzo io a quel bastardo. Tu e il ghiacciolo copritemi le spalle, ok?”.
Il biondo annuì senza fiatare. Tutti e tre insieme, se avvero provato ad attaccare, avrebbero avuto molte più possibilità anche solo di scalfirlo.
Hikari intanto stava fremendo. Non poteva starsene lì senza far nulla, almeno per il momento doveva lasciare da parte i suoi problemi di cuore. Accanto a lei, Alecta e Will aspettavano il momento per andare.
“D’accordo, Hikari. Adesso andiamo insieme, sei d’accordo? Hikari? Hikari, aspetta!”.
L’altra però l’aveva preceduta. Avrebbe incanalato il suo malcontento in un attacco potente, così almeno si sarebbe resa utile.
Con l’Artiglio del Drago Bianco, riuscì ad arrivare vicino ad August e a colpirlo con un pugno ben assestato. Il nemico non riuscì a deviare l’attacco, troppo impegnato a fronteggiare il trio Ametyst-Rayn-Neel. Ma ciò non fece altro che aumentare la sua ira.
“E tu da dove saresti spuntata, eh?”, domandò in un sussurro. Hikari indietreggiò appena. Doveva assolutamente attaccare di nuovo, altrimenti sarebbe stata spacciata.
“Ma perché non mi ha ascoltata?!”, gridò Alecta. “Will, dobbiamo aiutarla”.
Lui allora sospirò, togliendosi gli occhiali e riposandoli nel taschino della camicia.
“D’accordo, ma diamoci una mossa. Ci sono i miei libri che mi aspettano”.
La cugina batté le palpebre sorpresa, non lo aveva mai visto con quell’espressione. Ma ciò che la sorprese di più fu vedere un paio d’ali sbucare dalla schiena di Will.
“Ma… ma quelle sono… sono ali di fata?”, domandò sorpresa.
“Chiamiamole ali e basta!”, puntualizzò lui. “Va da Hikari, ci penso io!”.
Alecta non se lo fece ripetere due volte, intervenendo prima che August potesse avvicinarsi ad Hikari. Si mise immediatamente in mezzo. Poteva sentire il suo corpo fremere, probabilmente doveva essere a causa del tipo di magia che possedeva. Batté un pugno su un palmo.
“Va bene, ci penso io. Hikari, forse dovremmo attaccare insieme, sei d’accordo?”.
La diretta interessata le si avvicinò, afferrandola per mano e lanciandole un’occhiata di consenso. Unendo luce e fulmine, avrebbero sicuramente ottenuto qualche risultato. Quindi caricarono, corsero contro August con i pugni tesi, dando vita ad una luce accecante che lo stesso rivale fece fatica a tenere a bada. Quest’ultimo infatti aveva adesso il fiato corto, ma sembrava molto divertito da come stavano andando le cose.
“È ancora lì”, costatò Hikari.
“Già, ma quantomeno si è stancato. Riproviamo”
“RAGAZZE!”, gridò Freed. “Alecta, che cosa stai facendo?!”
“Io? Niente! Non devi preoccuparti per...”.
Approfittando del suo momento di distrazione, August attaccò la piccola spara-fulmini, la quale avvertì un un dolore bruciante sul viso. Freed imprecò internamente. Non poteva assolutamente permettere che le accadesse qualcosa. Poi però sollevò lo sguardo, notando come il sole adesso apparisse addirittura coperto da qualcosa: si trattava di Will che, grazie alle sue ali di fata, stava sospeso a mezz’aria, guardando tutto dall’alto.
August lo guardò.
“Bene, ci mancava la piccola fatina”
“Ah… Will?”, mugugnò Alecta.
“Vi consiglio di stare indietro!”, suggerì poi. Poco dopo, dalle sue ali iniziò a volare verso il basso quella che sembrava della polvere brillante. August non capì.
“Che cos’è questa?”.
Will sorrise.
“Tra poco lo scoprirai!”.
Qualche secondo dopo aver pronunciato queste parole, vi fu una potente esplosione che sollevò per aria un mucchio di terra. Alecta e Hikari volarono qualche metro addietro.
“Cavolo, è in gamba quel ragazzino”, costatò Freed, per poi guardarsi intorno. “Alecta? No, dimmi che stai bene! Ehi…!”.
Si avvicinò alla ragazza, la quale stava boccheggiando ad occhi chiusi. Le sollevò il capo, con un’espressione preoccupata.
“No, no, no, ragazzina, non morire. Quello lì mi ammazza, ehi…!”
“Ah”, si lamentò lei. “Freed, sto bene! Hikari, ci sei? Ma che è successo?”
“Credo che Will abbia causato un esplosione”, spiegò.
La polvere si diradò lentamente e August si sollevò. Probabilmente doveva aver sottovalutato quel ragazzino, era piuttosto abile. Poiché sapeva di essere completamente circondato, si guardò intorno. Poi fece per levare lo sguardo verso l’alto, ma Will gli fu addosso. Con violenza lo afferrò, incatenando gli occhi ai suoi.
Oltre ad essere agile era anche estremamente silenzioso.
“Ti ridurrò in pietra”, sussurrò con uno strano sorriso sul volto. August però lo spinse via abilmente, pulendosi il viso sporco di terra.
“Pensi che possa bastare così poco? Seriamente?”.
“AAAAH! ADESSO BASTA!”.
Arya sembrava piuttosto agitata, anzi, furiosa. August fece una smorfia nel vedere quella ragazzina dai capelli rossi guardarlo.
“Ma voi non finite mai?”, si lamentò.
“La colpa è tutta tua!”, gridò lei, il viso arrossato. “Ci hai separati tutti, adesso ti faccio vedere io!”
“Arya, aspetta!”, Luna tentò di tenerla a bada, sebbene sapesse quanto inutile fosse.
La gemella infatti chiuse gli occhi e si concentrò. Si era esercitata molto, ma di fatto non aveva ottenuto dei gran risultati, sperò quindi di avere quanto meno fortuna.
Nella sua mano si materializzò poco dopo quella che sembrava una katana dalla punta stranamente ricurva. Luna spalancò gli occhi a quella visuale.
“Arya!”
“Cosa…? Ce l’ho fatta! Oh, ma è una spada. Io non ho mai usato una spada”.
La semplicità con cui la rossa affermava certe cose era davvero sorprendente.
“Fai attenzione!”.
Arya si scostò di scatto, sguainando l’arma con cui non aveva però confidenza. August sfiorò quest’ultima, sorridendo.
“Questo non è un giocattolo, potresti farti male”.
Lei rabbrividì, tentando di colpirlo nuovamente, ma senza alcun risultato. In suo aiuto intervenne la gemella, la quale non aveva mai avuto una grande autostima di sé né aveva mai dimostrato apertamente il suo potere. Fu un qualcosa che avvenne però d’istinto, quasi in maniera naturale. Dal palmo della sua mano destra si sprigionò una potente fiamma dorata, che costrinse i due a fermarsi. Quel particolare fuoco consumava la magia circostante, la sua compresa.
“Vai, Luna!”, la incitò la gemella. Ma di fatto, non sembrava un qualcosa che l’azzurra poteva ben controllare.
Fiamma, dal canto suo, non si era ancora mossa. Aveva praticamente Yuki e Syrio che le facevano da scudo.
“Ragazzi, non dovete stare per forza qui!”
“Sì, invece. Ma ti rendi conto? Siamo in tanti, eppure non riusciamo a sovrastarlo”, sbuffò il ragazzino. “Adesso se ne sta occupando Luna, ma non so quanto potrà resistere”
“ATTENTI!”, Yuki si mosse in avanti, creando uno scudo d’acqua in grado di proteggerli dalla potente ondata di magia che altrimenti li avrebbe investiti.
“Yuki?”, la chiamò Fiamma.
“Oh, sono stata brava! Ma non possiamo abbassare la guardia adesso!”
“Ve ne prego. Dovete lasciarmi andare da lui. Questa è una cosa che riguarda anche e soprattutto me”, affermò la ragazzina, con uno sguardo che non permetteva repliche.
Gildarts e Wendy stavano intanto dando man forte ai ragazzi, sebbene il primo non mancasse di far notare la follia di quel piano suicida.
“Come hai potuto acconsentire? Quando gli altri lo sapranno, ti uccideranno!”
“ È la stessa identica cosa che le ho detto io!”, aggiunse Charle.
“Insomma! Non è questo il momento di discuterne!”, fece notare la Dragon Slayer del vento. Dopodiché fece segno al master di guardare in direzione di Fiamma. Quest’ultima, tutta impettita e orgogliosa, si stava rivolgendo verso August.
Lui se ne accorse. Per questo smise immediatamente di combattere contro le gemelle.
“Ma che…?”, sussurrò Neel. “Fiamma, che stai facendo?”
“Non avere paura”, lo rassicurò. Per August fu facile ricordare l’esplosione di potere che Fiamma aveva avuto nel momento in cui aveva riacquistato i poteri.
La vera forza della Salvatrice, regina del fuoco, il quale si chinava al suo sospetto.
La sua rivale per natura ed anche il sangue del suo sangue.
Il destino sapeva essere piuttosto ironico, alle volte.
“Immagino sia tu a capo di questa spedizione suicida, vero?”, domandò il mago.
L’espressione della bambina era incredibilmente seria. Non sembrava intenzionata ad attaccarlo, almeno per il momento.
“August”, lo chiamò. “Mi dispiace”.
Cosa andava blaterando adesso?
“Fiamma, allontanati!”, le disse Rayn. “ È pericoloso!”
Ma la rosata non si muoveva.
“Ti dispiace? Ma di cosa stai parlando?”.
Lei allora sospirò. Si sentiva davvero triste se solo pensava al destino crudele che era toccata alla sua… alla loro famiglia.
“Io so quello che ti è stato fatto. So cosa hai perso. E non è giusto, me ne rendo conto. Però… August. Anche noi siamo la tua famiglia, lo hai forse dimenticato? Non sarebbe meglio lasciarsi tutto alle spalle?”.
La saggezza di quella ragazzina lo lasciò senza parole. E gli provocò anche una grande rabbia. Cosa poteva saperne lei di cosa voleva dire essere ad un passo dalla felicità senza mai ottenerla? Cosa voleva dire essere soli al mondo?
Giusto, poteva saperlo grazia alla maledizione che lui aveva lanciato. Ma c’era poi stato un finale diverso dal suo. E adesso lei veniva lì a parlargli di una seconda possibilità? Potevano avere lo stesso sangue, ma non avrebbe mai considerato quella come una famiglia sua.
Assottigliò lo sguardo.
“Come osi tu provare compassione per me? Non parlare come se sapessi tutto, perché ti sbagli. Avrai anche sofferto, ma il tuo dolore non è minimamente paragonabile al mio”.
Fiamma non si mosse.
“Allora uccidimi! Lo so che non lo farai a priori, perché in fondo non è quello che vuoi!”.
Un’altra provocazione. Fiamma sembrava proprio guardargli dentro. Cacciò fuori un urlo, ma proprio quando stava per attaccarla, lei invocò l’aiuto del suo spirito stellare.
Loki comparve davanti a lei, come a fare da scudo e fermando l’attacco.
“Grazie per avermi chiamato, my lady”
“Grazie a te per avermi protetta. Adesso c’è una cosa che voglio fare”.
Si ricordò delle parole di Lucy, quando le aveva detto che probabilmente avrebbe potuto utilizzare sia la magia degli spiriti, sia quella del fuoco. Per scoprirlo bisognava semplicemente provare. Abbassò lo sguardo per poi rialzarlo: nei suoi occhi ardeva adesso una fiamma che August aveva già visto una volta, la stessa fiamma che era stata in grado di farlo fremere di paura. Dal nulla, Fiamma creò del fuoco, le sue iridi adesso erano strane, sembravano avere addirittura cambiato colore.
“Loki, adesso attacchiamo insieme”
“Come desideri, my lady”, asserì lo spirito.
In contemporanea, Fiamma tentò di utilizzare la sua magia di fuoco, cosa che non aveva in realtà mai fatto, eccetto quando si era risvegliata, ma anche lì si era trattata di una cosa involontaria.
Si sentì ardere da dentro e allora con un salto andò incontro ad August. Quella era una combinazione di entrambi i suoi poteri ereditati, cosa che probabilmente l’avrebbe lasciata molto presto allo stremo.
Nel vedere quella scena, Rayn non riuscì a trattenersi, il suo istinto di protezione era anche più forte del buon senso.
“Ice Maker Lance!”
“Rayn!”, gridò Fiamma. “Cosa fai? Ce la faccio da sola, vieni via di lì!”
“Neanche per sogno!”
“Quell’idiota!”, imprecò Ametyst. “Andiamo da lui”
“Perché?”, chiese Neel.
“Andiamo e basta!”. Dopo quell’attacco di ghiaccio, August si era rialzato. Sembrava piuttosto infuriato.
“Adesso basta. Fin ora è stato divertente, ma adesso mi avete fatto arrabbiare veramente!”
“Ma questo qui è immune ad ogni attacco?!”, si lamentò Rayn.
“Caro, se fosse così facile sconfiggermi non sarei il più grande mago di tutti i tempi”
“Ah, vai al diavolo!”, gridò Ametyst. “Igneel, attacca con me! Fiamma, Rayn, anche voi!”.
La mano della ragazza stava stretta a quella del biondo. Quest’ultimo poteva sentire l’energia fluire nel suo corpo anche solo con quel contatto.
Yuki spalancò gli occhi nel vedere i quattro in procinto di attaccare.
“Rayn, Fiamma! Devo andare da loro!”
“Aspetta!”, Syrio la afferrò. “Attacca da qui, con me!”
“Con te? Ma sei sicuro?”
“Non sono sicuro di niente, ma devi fidarti di me, capito?”.
Yuki lo guardò a lungo. Forse doveva semplicemente smettere per qualche attimo di pensare. Poi annuì.
“D’accordo”.
August attese, piuttosto seccato in realtà, che quei ragazzini sferrassero il loro attacco di gruppo. Fino a quel momento si era trattenuto, ma adesso si era stancato. Non era certo la prima volta che si ritrovava a porre fine a delle vita innocenti. Sarebbe bastato un solo suo gesto per far crollare tutto.
“Su, su. Venite pure qui, incoscienti”.
I ragazzi caricarono, oramai accecati dalla rabbia ma anche provati dalla stanchezza.
Prima che potessero portare a conclusione l’attacco, Gildarts e Wendy si intromisero.
“Ora basta!”, fece il master.
“Che? Oh, andiamo, ma proprio sul più bello!”, si lamentò Neel.
“Eravamo d’accordo che se fosse diventato troppo pericoloso, ci saremmo ritirati. E c’è chi fra di voi è già allo stremo. August è molto più forte di tutti voi messi insieme, gli basta un solo gesto per uccidervi”
“Vedo che qualcuno di voi finalmente lo ha intuito. Che dire, Salvatrice, sei in gamba, ma ne hai ancora di strada da fare se vuoi sperare di eliminarmi. Dopotutto uno dei due dovrà morire”.
Fiamma era adesso tornata normale. Non si sentiva più bruciare da dentro, in compenso però avvertiva una grande debolezza e spossatezza. Socchiuse gli occhi, perdendo l’equilibrio.
“Fiamma, ehi!”, Neel la afferrò. La sua sorellina era viva e vegeta, ma evidentemente spossata.
“Per l’appunto”, dichiarò Gildarts. “Adesso ce ne andiamo subito. August, tu...”.
Il suo rivale era però andato via senza che nessuno se ne accorgesse. Questo non andava bene. Era scritto nel destino che dovesse essere Fiamma ad ucciderlo, ma come poteva? Perfino lui stesso aveva avuto grandi difficoltà ad eliminarlo la prima volta, e non era neanche servito a nulla.
“Oh, lasciamo perdere. Torniamo a casa”.
A quelle parole che non permettevano replica, i ragazzi si irrigidirono. Avrebbero passato dei guai molto grossi…


Minerva non aveva parlato a nessuno del suo incontro con Acnologia, sebbene avrebbe dovuto. Il fatto era che le sue parole le avevano dato da pensare. Passare dal lato dei nemici non era mai una buona idea, quel tipo stava facendo leva sulle sue debolezze e la sua rabbia. Ma non era per niente facile dar retta alla ragione. Esisteva davvero un modo per riportare Rogue da lei? Dopotutto, lui l’aveva amata un tempo, era certo che quel sentimento esistesse ancora, da qualche parte. Quando la magia veniva utilizzata per scopi del genere, le cose non andavano mai a finire bene.
Ma Minerva si sentiva in dovere quantomeno di provare. Non trovava giusto il fatto di dover rimanere lì a guardare mentre tutta la felicità le veniva portata via.
Tutti avevano dell’oscurità dentro di sé. Era poi una scelta personale il cedere o meno.
Dopo averci rimuginato a lungo, la giovane donna tornò nello stesso luogo dove aveva incontrato Acnologia il giorno stesso. Egli sembrava non aver aspettato nessuno se non proprio lei.
“Vedo che non ci hai messo tanto tempo”, dichiarò.
“Chiariamo bene una cosa. Io non intendo uccidere o far del male ad alcuno dei miei alleati”
“Ah, non è necessario. Ma in cambio qualcosa dovrai anche darmi. La magia ha sempre un prezzo*, non te l’hanno detto?”.
A braccia conserte, lei resse il suo sguardo.
“Me lo hanno detto eccome, invece. Ma dimmi, come avresti intenzione di darmi quello che voglio?”
“Diciamo che conosco una persona che potrebbe esserti utile. Allora è fatta. Io ti do quello che vuoi e in cambio tu diventi la mia alleata?”.
Alleata. Una parola strana. Sarebbe stata una traditrice? Una doppiogiochista?
Ma dopotutto, cosa importava? A nessuno pareva importare nulla di lei, tanto valeva agire per i suoi scopi. Se quello era l’unico modo…
“E sia”, sussurrò.


“Io non voglio tornare. Vecchio, ti prego, non costringerci”, Igneel piagnucolava aggrappato al master.
“Dacci un taglio e prenditi le tue responsabilità”, lo rimproverò.
“Non è un problema, posso anche prendermi io tutta la colpa”, suggerì Wendy.
“Ma questo non è giusto!”, esclamò Ametyst. “L’idea è stata nostra, tu ci hai solo coperti. No, col cavolo. Saremo coraggiosi”
“Io non voglio essere coraggioso!”, piagnucolò ancora il biondo, pur sapendo di non avere altra scelta.
Fiamma, stordita per com’era, non aveva neanche avuto il tempo di preoccuparsi. Dopotutto quella era stata un’idea sua.
Quando rientrarono tutti insieme al locale di Cana, gli occhi dei loro familiari si posarono sui ragazzi. Malconci per com’erano e a giudicare dalle loro facce, doveva essere successo qualcosa.
“Cosa avete fatto?!”, esclamò subito Lucy.
“Noi? Noi non abbiamo fatto niente di che...”, Igneel cercò di sorridere, seppur inutilmente.
“Wendy, Gildarts, cos’è successo?”, chiese poi Natsu.
“Hanno… affrontato August...”, rispose vagamente la ragazza.
“Hanno fatto… che cosa?! E voi glielo avete lasciato fare?!”.
Fiamma, seppur fosse debole, si fece avanti.
“La colpa è mia”
“Ma Fiamma…!”, sua madre era sconvolta.
“Li ho convinti io, volevo che mi aiutassero. Purtroppo… non è stata una grande idea”.
Natsu e Lucy si guardarono negli occhi. Sicuramente quei giovani incoscienti dovevano capire fino in fondo la stupidaggine che avevano commesso.



August rientrò a casa sua. Che giornata, quella! Si era ritrovato a dover tenere testa a quei ragazzini, piuttosto incalliti, dovette ammettere.
Quando accese le luci, si aspettò di trovare Acnologia. Ed effettivamente, lui si trovava lì.
“Ma dove sei stato tutto il giorno? Mi hai lasciato da solo ad affrontare quelli lì, Sono stati una seccatura”
“Stavo lavorando per noi”
“Che cosa significa questo?”.
Acnologia ghignò. Poco dopo, dal buio, la figura elegante e sinuosa di Minerva fece la sua comparsa. August la guardò sorpreso, dopotutto si ricordava molto bene di lei.
“Ma che…?”
“Su, August. Saluta la nostra nuova alleata”.


NDA

*citazione da OUAT
Ovviamente l’idea di Fiamma è finita male. Però non si può dire che i ragazzi non abbiano volontà. In compenso, Minerva sembra essere passata dalla parte di Acnologia, che cosa le darà lui in cambio?
I ragazzi passeranno i guai?
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Fairy Tail / Vai alla pagina dell'autore: Nao Yoshikawa