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Autore: lmpaoli94    13/07/2018    0 recensioni
Sequel Il silenzio della morte e La morte cammina da sola
Tamara era sul punto di morire.
Jack, il suo ex fidanzato, stava per metterla a tacere per sempre.
Ma non sempre va tutto come previsto.
Soprattutto se Karen decide di mettersi di mezzo per evitare altro spargimento di sangue…
Genere: Avventura, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Raccontai tutto al Detective Moses.
Era l’unico che mi potesse aiutare in un momento simile.
Anche se non lo consideravo un grande detective.
«Quindi mi vorresti dire che Tamara ha un fratellastro che la vuole uccidere?»
«Esatto, detective.»
«Questa non ci voleva… Prima il suo ex fidanzato Jack. E adeso questo ragazzino.»
«Dobbiamo intervenire prima che la situazione precipiti.»
«Lo so bene anch’io, signorina Keane.»
Il detective Moses passeggiava nervosamente per tutto il suo ufficio.
Non faceva altro che rendermi nervosa.
«La cosa che mi sorprende di più è che me lo sei venuta a dire subito…»
«Non avevo altra scelta.»
«Bene. Vedo che inizi a ragionare…»
«Lo faccio solo per il buon senso della giustizia. Non certo per lei.»
«Immaginavo…»
Mentre io e il detective stavamo discutendo animatamente, una bomba carta venne lanciata contro la finestra dell’ufficio, mandandola in mille pezzi e scaturendo un piccolo incendio.
La freddezza del detective Moses e dei suoi colleghi evitarono che si scatenasse il peggio.
«Chi diavolo può essere stato?!» gridò furente il detective Moses.
«Non lo sappiamo, detective… Abbiamo visto una persona sospetta allontanarsi da qui correndo a più non posso…»
«Quindi non l’avete visto in faccia, giusto?»
«Sì, esatto.»
«Piazzate immediatamente posti di blocco nel raggio di cinque isolati.»
«Sissignore.»
«Ormai è inutile, detective Moses… Potrebbe essere stato chiunque. Anche un malintenzionato…»
«È stata quella vipera della tua ex amica, non c’è dubbio. Questo è un messaggio intimidatorio.»
«Può darsi…»
«Ma sai che c’è? Non riuscirà mai a spaventarci. Parola mia… Occhi bene aperti, signorina Keane. La prossima potrebbe essere lei…»
«Sicuramente» risposi con naturalezza.
«Forse è meglio se gli mettiamo a fianco una guardia del corpo..»
«Non ce ne sarà bisogno… So benissimo badare a me stessa.»
«La prego di non fare la difficile. È per il suo bene.»
«Lo so, ma non mi serve. Tamara non mi farebbe mai degli agguati in cui potrebbe uccidermi senza che nemmeno me ne accorga… Non è nella sua natura. Lei vuole vedermi morire faccia a faccia.»
«Che cosa glielo fa pensare?»
«La conosco bene. So come agisce…»
«Va bene. Come vuole lei.»
E detto ciò, uscii dal suo ufficio.
 
 
Era inutile dare la caccia a lei, a Greg e al suo ex fidanzato.
Non sapevo dove cercarli.
Ero sicura che mi avrebbero cercato loro.
Quando arrivai dinanzi al vialetto di casa mia, vidi che la porta d’ingresso era inspiegabilmente aperta.
Una volta entrata, mi immobilizzai dalla paura.
L’intera cucina e il soggiorno erano in uno stato pessimo.
Erano state buttate per terra cose di ogni tipo.
Dai bicchieri rotti ai cuscini strappati.
Un vero disastro.
Chiamai mia madre per sentire se c’era.
Ma non mi rispose.
Era sempre al lavoro.
“Cosa diavolo poteva cercare colui che ha combinato tutto questo?”
Io e la mia famiglia non avevamo niente da nascondere.
Eravamo sempre stati una famiglia onesta e buona.
Cercavo di muovermi tra il disastro senza cercare di peggiorarlo ulteriormente per andare al piano di sopra.
Non sentivo nessun rumore a parte i miei passi, e questo mi faceva preoccupare ulteriormente.
Forse dovevo lasciare la mia casa.
Forse dovevo aspettare la polizia.
Ma il mio istinto di donna mi diceva di cercare la verità da sola.
Anche camera da letto di mia madre era disastrata.
“E’ davvero terribile” pensai.
Adesso mancava il mio bagno e camera mia.
Anche la mia camera era stata completamente distrutta.
«Quale mente malata…»
Appena alzai lo sguardo, vidi uno spettacolo terrificante: Greg era appeso al soffitto con una corda al collo.
«Oh mio Dio… Greg!»
Lo tirai giù per terra strappando la corda.
Ma ormai era troppo tardi.
Il ragazzo era morto da chissà quante ore.
«Ha voluto quello che si meritava…»
Una voce inconfondibile alle mie spalle mi fece sobbalzare.
Era lei.
«Tamara… ma cosa diavolo hai fatto?»
«Mi sono solo difesa, Karen. Nessuno può uccidere la morte in persona.»
«Tu sei pazza…»
Ero completamente disgustata.
Non riuscivo a credere a tutto ciò.
«Può darsi… Ma se vuoi vivere in pace, devi far capire a tutti di che pasta sei fatta. Altrimenti, i tuoi nemici faranno di tutto per eliminarti.»
«Sei tu che hai scatenato tutti questi morti… Tu soltanto!»
«E anche se fosse?»
«Anche se fosse? Ma ti senti quando parli?»
«Ho finito di parlare… E’ giunto il momento di far fuori anche te. E questa volta non ci sarà nessuno che riuscirà a salvarti.»
Ero pietrificata.
Tamara mi stava puntando la sua pistola ancora una volta.
Forse questa volta aveva ragione.
Forse adesso nessuno mi avrebbe aiutato.
«Tamara, smetti di fare tutto ciò e costituisciti. Tu non sei questo tipo di persona…» feci con le lacrime agli occhi
«Ti sbagli, Karen. E smettila di piangere!»
«Perché mi fai tutto questo? Hai segnato la mia esistenza per sempre!»
«Mi dispiace Karen… Ma io sono fatta così.»
Non riuscivo a spiegarmi tutti questi modi di fare.
L’unica spiegazione era che aveva una mente malata.
«Tamara, ti prego… Pensaci. Vuoi davvero uccidermi? Vuoi uccidere una delle tue migliori amiche?»
Tamara mi fissava con sguardo indecifrabile.
In quel momento non riuscivo a capire le sue reali intenzioni.
Mi avrebbe fatto fuori o mi avrebbe risparmiato?
«Karen… Devo confessarti che ho passato dei bellissimi momenti con te…»
«Allora cosa aspetti? Abbassa quell’arma…»
Forse ero riuscito a convincerla.
Tamara stava abbassando la sua pistola.
Ma mentre sembrava che tutto stesse andando per il meglio, uno sparo improvviso la colpisce in pieno stomaco.
Il suo sangue schizzò addosso a me.
Non mi stavo rendendo conto di cosa stesse accadendo.
Stava succedendo troppo in fretta.
«Jack!»
Le mie grida risuonarono in tutta la casa e in tutto il vicinato.
Jack, con lo sguardo assassino, aveva la pistola puntata su Tamara.
«Hai finito di vivere, Tamara…»
Jack stava per dargli il colpo di grazia.
Sembrava che la storia si stesse ripetendo.
Io che mi frappongo tra il suo colpo di pistola e lei.
Ma stavolta era troppo tardi.
Tamara era già stata colpita.
Non smetteva di perdere sangue.
Era in fin di vita.
«No Jack! Non farlo!»
«Vuoi morire prima tu?! Mi ha fatto soffrire come un cane. Prima mi tradisce e poi fa la criminale. Non posso più sopportare un simile affronto!»
«Tu non hai nessuna colpa, Jack! Fai si che Tamara paghi… In prigione…»
«No! Devo togliermi la soddisfazione di ucciderla. Solo così potrò continuare a vivere in pace…»
Non potevo sopportare questo affronto.
Non potevo permettere che finisse in questo modo.
«Non te lo permetterò!»
Piombai addosso a Jack cercando di disarmarlo.
Aveva una forza maggiore della mia.
Ma questo non m’importava.
«Karen! Fermati! Lasciami andare!» gridava disperato.
Alla fine, mentre cercavo di strapparmi dalle mani la sua pistola che avevo appena preso, partì l’ennesimo colpo, ma questa volta colpì lui.
Il colpo fu mortale.
L’aveva colpito in piena tempia, uccidendolo all’istante.
Ero completamente sotto shock.
Un altro morto.
L’ennesima persona che vidi morire con questi occhi.
Non ce la facevo più.
Non potevo sopportare tutto questo.
Ma finalmente arrivò il detective Moses seguito da altri poliziotti.
Nemmeno le ambulanze tardarono ad arrivare.
Finalmente era finita.
Tamara, con un filo di voce, mi strinse a sé.
«Karen… Io… Pagherò per tutto quello che ho fatto… Addio…»
Non volevo che lei morisse.
Anche se aveva ucciso alcune delle mie più care persone tra cui Greg e Victoria.
Ma il destino si sa che si compie in maniera imprevedibile.
Per tutte le cose.
Per tutti i momenti.
   
 
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