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Autore: Ciuffettina    14/07/2018    5 recensioni
Seguito di "Le sorprese dell'amore". Sam e Gabe vanno a vivere insieme ma parecchi ostacoli metteranno alla prova il loro amore.
Genere: Angst, Commedia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
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- Questa storia fa parte della serie 'Walking on air'
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E si arrivò a novembre con Dean alle prese con il giro di telefonate per gli inviti.
La prima a essere invitata fu, ovviamente, Lisa.
«Oh tesoro, mi piacerebbe tantissimo ma ho invitato mia cugina Becky a passare qualche giorno da me…» La ragazza lasciò la frase in sospeso, come se si aspettasse qualcosa.
«Ah capisco…» biascicò Dean, «allora sarà per un’altra volta.» Molto più sollevato (niente soia e seitan!), digitò il numero di Sam. «Sammy, papà ci terrebbe tanto che passassi il Giorno del Ringraziamento con noi.»
«Se ci tiene così tanto, perché non ha telefonato lui?» lo sentì domandare un po’ seccato.
«Lo sai com’è fatto… però…» esitò un attimo, poi sparò velocemente: «sei invitato solo tu…» Strinse più forte il cellulare. “Per favore, vieni!” pregò fra sé. «Ha detto che vuole festeggiare solo con la famiglia…»
«Ah sì? Beh digli che, gli piaccia o no, anche Gabriel fa parte della famiglia, quindi o invita anche lui oppure… Che c’è, Gabe?»
Si sentì un parlottamento fra i due poi il telefono fu preso da Gabriel: «Ehilà Dean-o! Ti sei perso un’apple pie che era la fine del mondo!»
«Avevi preparato l’apple pie?»
«No, ma l’avrei fatto se tu ti fossi degnato di venire al mio genetliaco.»
«Mi dispiace non essere venuto ma…»
«Ma paparino ti tiene al guinzaglio» lo interruppe Gabriel.
«Non è vero!» si stizzì Dean, consapevole che l’altro aveva perfettamente ragione. «Avevo di meglio da fare!» Ma che stava facendo? Mettersi a litigare con Gabriel non avrebbe certo invogliato Sam ad accettare il suo invito, anzi! «Mi piacerebbe tanto invitarti a casa nostra per il Giorno del Ringraziamento» disse sincero, «ma papà…»
«No problem! Sammy ed io dobbiamo discuterne un attimo, poi ti faremo sapere.»

«Non ci andrò! Mio padre non può insultarci e poi invitarmi come niente fosse!» disse Sam con decisione.
«Non essere così precipitoso, pasticcino» replicò Gabriel conciliante. «So che ci tieni a vedere Dean e anche tuo padre. Comunque è un progresso, non trovi? L’ultima volta aveva affermato che non voleva più vederti, invece ora desidera festeggiare il Giorno del Ringraziamento anche con te. Ha soltanto bisogno di tempo per abituarsi all’idea di noi due insieme.»
«Ma io volevo passarlo con te» s’imbronciò Sam.
«Lo festeggeremo quando tornerai.» Si alzò sulle punte e gli passò le braccia intorno al collo. «Non dimenticarti che è una festa ballerina, quindi qualsiasi data può essere il Giorno del Ringraziamento. Non preoccuparti: sono sicuro che prima o poi festeggeremo tutti insieme.»

Dean diede il resoconto degli inviti al padre: «Sammy verrà ma Lisa no. Viene sua cugina a trovarla.»
«Non sai far funzionare il cervello?» sbuffò John. «Richiamala e dille che è invitata anche lei!»
«Va bene.» Dean riprese il cellulare ed estese l’invito anche alla sua ospite, facendo felice Lisa. «Verranno entrambe» disse non appena riattaccò.
«Bene! Ma devo dirtele io queste cose? Avresti dovuto proporglielo subito tu!»
«Sì hai ragione ma non sapevo se l’avresti voluta invitare…»
«Che discorsi! Quando sposerai Lisa, anche la cugina entrerà a far parte della nostra famiglia. Speriamo che sia carina…»
Per un attimo Dean si domandò perché mai suo padre sperava che… (come si chiamava? Betty? Becky?) fosse carina, ma poi capì: sperava che vedendo una bella ragazza, Sam dimenticasse Gabriel, ma per sfortuna di suo padre, a Sammy non bastava vedere un seno prosperoso o un bel paio di gambe tornite per fare delle cavalcate selvagge, il suo fratellino voleva innamorarsi e, per quanto la cosa potesse sembrare assurda, il suo cuore batteva per quell’avvocato burlone.
In effetti, Sam era sempre stato strano, per esempio come poteva non amare il wrestling? John cercava sempre di ritagliarsi del tempo per portare i suoi figli agli incontri e che goduria quando il loro eroe, “il Boia”, tirava fuori il suo cappio! Dean e il padre andavano in estasi, mentre Sammy… beh lui preferiva rimanere a casa a fare il nerd con il naso infilato in libri che non erano nemmeno illustrati ed era anche per quello che si era beccato il soprannome di “Samantha” (oltre che, ovviamente, per i capelli lunghi).
Spero solo che il Giorno del Ringraziamento non si trasformi nel Giorno della Rissa.


Il giorno prima della partenza Sam entrò in cucina. «Che cosa stai preparando?» domandò a Gabriel vedendo che aveva indossato il grembiule e aveva messo sul tavolo vari ingredienti tra cui una zucca, burro, uova e zucchero.
«Una torta di zucca da portare ai tuoi.»
«Non sei obbligato» disse a disagio.
«Lo so ma voglio farlo. Sarà comunque un modo per stare insieme» rispose tirando fuori una ciotola.
«Posso aiutarti?» domandò sentendosi stupidamente in colpa per suo padre.
«Certo! Primo passo, prendi delicatamente l’uovo e dimostragli che sei suo amico.»
Sam osservò perplesso Gabriel che faceva mille moine all’uovo che teneva in mano, comunque ne prese uno anche lui e gli fece un sorriso stiracchiato.
«Ora tradisci la sua fiducia» disse Gabriel rompendo con decisione l’uovo contro il bordo della ciotola.
Seguendo le indicazioni di Gabriel, Sam tagliò la zucca a spicchi ed eliminò i semi e i filamenti interni, poi buttò gli spicchi in una pentola che stava bollendo.
Nel frattempo l’avvocato sbatteva nella ciotola le uova con lo zucchero e il burro che aveva lasciato ammorbidire a temperatura ambiente.
«Immagino che sia stata tua madre a insegnarti a cucinare» disse Sam, mentre mescolava la farina bianca e quella di mais con il lievito e la vanillina in un’altra scodella.
«Sì, ma è stata una vera impresa convincerla. Mia madre spesso faceva dei dolci in casa e trovavo incredibile che con soli pochi ingredienti riuscisse a creare delle torte così squisite.» Chiuse per un attimo gli occhi e si passò la lingua sulle labbra come se le stesse ancora assaporando. «Un giorno, credo che avessi otto anni, le chiesi d’insegnarmi ma mi disse che ero un maschietto e che cucinare era “roba da donne” ovviamente ancora non sapeva dell’esistenza di Gordon Ramsay» ridacchiò. «Verso Natale, in un negozio di giocattoli vidi esposto “Easy-Bake Oven”(1). Era un vero forno in miniatura, con due lampadine per scaldare l’impasto e un libro di ricette. Anche se era soltanto un giocattolo, c’era scritto che era in grado di cucinare crostatine, pizzette e dolcetti vari. Ovviamente me ne innamorai e scrissi nella letterina a Babbo Natale che lo volevo… Invece mi arrivò una mazza da baseball con tanto di guantone e palla… Sapessi come ci son rimasto male! Ho detto a tutti che Babbo Natale era un grandissimo idiota che non sapeva leggere… Bene ora l’impasto è spumoso…» disse fra sé.
In quel momento suonò il timer.
«Per favore, Sammy, spegni il gas e versa il contenuto della tua ciotola nella mia.»
Probabilmente Sam non sarebbe mai diventato un cuoco ma cominciava a capire la passione che animava il suo compagno, inoltre aiutarlo a cucinare lo faceva sentire ancora più legato a lui e si ripromise che l’avrebbe fatto più spesso, invece di lasciargli tutto il carico.
«Dov’ero arrivato con la storia?» domandò Gabriel riprendendo a mescolare.
«Che Babbo Natale era un idiota analfabeta.»
«Ah sì. Dunque per farmi smettere, mia madre decise d’insegnarmi a cucinare una torta al cioccolato ma le dovetti giurare che non l’avrei mai detto al mio vecchio: già ero un bambino grassoccio ed effeminato figurati se mi fossi anche messo a cucinare come una casalinga disperata. La prima volta fu un vero disastro: c’era più farina nei miei capelli che nel dolce e la cucina era ridotta in uno stato pietoso. Mia madre pensò che il mio fosse soltanto un capriccio e che mi sarei stancato presto, invece più imparavo e più volevo inventare nuovi abbinamenti. Povero Cassy! Divenne la mia cavia da esperimenti.»
«Sono felice che tu non ti sia arreso» disse Sam sorridendo. «Tuo padre ha mai scoperto la tua bravura ai fornelli?»
«Lo scoprì quando avevo quindici anni. I miei avevano divorziato e ho dovuto per forza svelare i miei superpoteri. All’inizio brontolò ma poi fu costretto a farmi i complimenti. Ok, ora metti dentro i pezzi di zucca.»
Sam eseguì e Gabriel riprese a mescolare e a raccontare: «Quando lei partì con il suo nuovo fidanzato mi regalò il suo stampo per dolci che veniva tramandato di madre in figlia. Aveva detto che non potevo averlo invece eccolo là» esclamò orgogliosamente indicando uno stampo di rame appeso al muro sul cui fondo c’era un galletto in rilievo.
«Perché tu e Castiel non siete partiti con lei?»
«Perché, per fortuna, il suo fidanzato non ci ha voluto.»
«Perché “per fortuna”?» domandò Sam perplesso.
«Perché adesso sarei in Texas» disse fissandolo malizioso e ammiccando.
«Non ti piace…?» cominciò a dire Sam, poi capì: se avesse abitato in Texas, non si sarebbero mai conosciuti e lui sarebbe ancora da Crowley a farsi urlare dietro da Stair.
Raramente Gabriel gli diceva “Ti amo” ma glielo faceva capire in mille modi e quella era una dichiarazione in piena regola!
Intenerito Sam lo abbracciò e lo baciò su una tempia.
«Ehi! Ehi!» protestò l’altro. «Mi fai rovesciare la ciotola, aspetta almeno che la posi!» Il tempo di appoggiarla e Gabriel aveva già infilato le dita nei capelli di Sam e si era premuto contro di lui per coinvolgerlo in un bacio lungo e appassionato.
Per un po’ la preparazione del dolce fu totalmente dimenticata…

Dopo un po’ (un bel po’) riuscirono a infilare uno stampo rotondo nel forno per far cuocere la torta.
«Per quanto tempo deve cuocere?» domandò Sam.
«Finché non è cotta» rispose Gabriel ridacchiando.

*****


1) In Italia “Dolce Forno”

   
 
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