Anime & Manga > Fairy Tail
Segui la storia  |       
Autore: Laly of the Moonlight    14/07/2018    1 recensioni
Il Portale dell'Eclissi è stato infine aperto, e una moltitudine di draghi è fuoriuscita da esso. I nostri eroi, provati dagli scontri dei giorni precedenti, sono allo stremo delle forze, ma cercano di contrastare al meglio delle loro possibilità quelle enormi bestie che solcano i cieli.
Come si dice, la Speranza è l'ultima a morire... ma in questo caso la Speranza avrà una veste alquanto particolare ed insolita. Che cosa accadrà dunque ai nostri eroi?
Tra missioni, feste, guerre, magia, amori e dolori, ecco come la sottoscritta ha immaginato il seguito della storia!
Ho mantenuto inalterati gli eventi fino alla conclusione del Palio della Magia, il resto è tutto di mia esclusiva invenzione; in caso venga menzionato materiale successivo dell'opera originale, verrà segnalato.
Ringrazio in anticipo tutti coloro che decideranno di seguirmi in questa mia prima e strampalata avventura!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La bonaccia era durata poco. Sempre così, sul mare e in montagna il tempo cambiava in fretta.
Troppo in fretta, per i gusti di Rya, che se ne stava rintanata nella topaia che avevano loro rifilato come camera ormai da tre giorni. La tempesta si era abbattuta su di loro due giorni dopo la partenza, impedendole di continuare a pescare pesce fresco. Fortunatamente si era accorta delle nubi nere e minacciose in tempo, altrimenti addio pranzo per Gildarts.
 
Sbuffò spazientita, scrollando le spalle e cambiando leggermente posizione, bilanciandosi meglio sull’amaca che fungeva da letto.
  • Gildarts. –
  • Uh? – l’uomo, comodamente spaparanzato sulla sua amaca, le braccia incrociate dietro la testa a mo’ di cuscino, si girò appena sentendosi chiamare.
  • Senti… perché mi hai chiesto di venire con te? –
  • Che domande! Volevo un po’ di compagnia… compagnia femminile s’intende. – lui le strizzò l’occhio, col suo solito fare da donnaiolo incallito, provocando una breve occhiataccia da parte di lei.
  • Come se ti credessi, vecchio libertino. Avresti potuto portare tua figlia, invece di una perfetta sconosciuta. –
  • La mia piccola Cana, quando viaggio con lei non mi permette di allungare mai le mani su nessuna donna… -
  • Gildarts, perché sono qui? – il tono di voce si era notevolmente indurito e il Mago del Crush smise di ridacchiare, tornando serio. Sembrava che la ragazza volesse delle risposte, e lui avrebbe dovuto dargliele, stavolta. Inspirò profondamente, decidendo in fretta che quel discorso andava affrontato adeguatamente. Con un colpo di reni si alzò a sedere, voltandosi poi verso la ragazza in attesa fino ad esserle completamente di fronte.
  • Questa missione… è la stessa che accettai una decina d’anni fa. Allora la richiesta era un po’ diversa, ma il succo della questione era più o meno lo stesso. Viaggiai per tre anni, esplorando ogni palmo del Regno di Fiore, alla ricerca di ciò che era indicato nella richiesta. Ma alla fine… incontrai Lui. – si fermò un momento, incerto su come continuare. Makarov gli aveva parlato del suo arrivo nella città di Crocus sul dorso di quel mostro, ma ancora non sapeva di preciso quale fosse il rapporto tra i due. Da una parte voleva delle risposte, dall’altra… beh, non voleva rischiare la pelle per ottenerle.
  • Lui… chi? – domandò con esitazione Rya, conoscendo già la risposta. Gildarts inspirò appena, prima di pronunciare quel nome che ancora gli metteva i brividi ogni volta che lo rammentava, ogni volta che qualcuno lo nominava, ogni volta che lui stesso lo pronunciava.
  • Acnologia. – la ragazza sospirò, chiudendo gli occhi. Aveva visto dai ricordi del Re dei Draghi lo scontro furioso avvenuto con quel mago dai capelli rossi, ricordava la carcassa dell’uomo martoriata dagli artigli del Drago Nero.
  • Quindi… hai interrotto la missione perché lo avevi incontrato? – chiese senza muoversi dalla sua posizione. Voleva saperne di più, sia sulla missione sia sull’uomo che stava accompagnando.
  • Esatto. Ora, non è questione di orgoglio o altro, però mi piace portare a termine i lavori, quando li prendo. Avevo deciso che sarei stato io a portare a termine quell’impresa e intendo farlo. –
  • Potevi farti accompagnare da qualcun altro. – insistette lei, accavallando le gambe e sporgendosi in avanti..
  • Potevi anche rifiutare. – ribatté lui, incrociando le braccia sul petto, stuzzicandola.
  • Non avrei mai potuto farlo. – rispose lei, abbassando appena la testa e fissando attentamente un punto preciso eppure allo stesso tempo distante della paratia della nave su cui erano confinati da ormai cinque lunghi giorni.
  • E perché no? – incalzò lui, incuriosito.
  • Perché in parte è colpa mia se tu sei ridotto così. – accennò appena con il mento in direzione del braccio metallico che si intravedeva da sotto gli abiti appena sgualciti dell’uomo.
  • È stato quel mostro nero a conciarmi così, non tu. –
  • Smettetela di chiamarlo tutti così! – Rya si voltò di scatto, piantando il suo sguardo severo sull’uomo di fronte a lei – anche Acnologia è stato un essere umano come voi. E di sicuro non si è divertito a obbedire agli ordini di Zeref per tutti questi anni. –
  • A me era parso di vederlo ghignare malvagiamente, mentre mi strappava la carne di dosso. – sputò il Mago, ricordando la smorfia sadica dipinta sul muso del Drago, mentre affondava le fauci nella sua tenera carne umana, strappandogli il braccio, la gamba e frantumandogli parte degli organi interni.
  • Certo, perché la sua mente era ottenebrata, il suo corpo era governato dal volere del Mago Nero e dagli istinti omicidi derivati dal sangue draconico. Ma ogni volta che la sua mente tornava vigile, ricordava tutte le atrocità che aveva compiuto, le persone che aveva ucciso, le città che aveva spazzato via, le foreste che aveva bruciato. – si fermò un momento a riprendere fiato, cercando nel contempo anche le parole per proseguire, qualcosa che permettesse al Mago di fronte a lei di capire meglio la situazione in cui versava quella povera bestia marchiata a sangue col nome di Drago dell’Apocalisse, prima del suo ritorno – I suoi ruggiti intrisi di rabbia e frustrazione erano udibili per molte miglia, di notte gli incubi delle sue carneficine lo tormentavano negandogli il sonno e la pace. Pensi davvero che se fosse stato un essere così spietato avrebbe sofferto così tanto? –
  • Quindi mi stai dicendo che non era in lui? –
  • Ovvio che no! Acnologia era un Dragon Slayer, proprio come me, vissuto oltre Quattrocento anni fa. Fu Zeref a mutarlo in un Drago vero e proprio, legandolo a sé tramite la sua magia nera. Da allora, ogni volta che il Mago Nero chiamava, il Drago dell’Apocalisse rispondeva e faceva il lavoro sporco al posto suo, il cuore che si tingeva sempre più di nero e l’anima che si impregnava dell’odore del sangue. Quando iniziai a dare la caccia a quel Mago, notai che le devastazioni compiute da Acnologia divenivano sempre più rade, così cominciai a pensare che le due cose potessero essere collegate. Mavis credeva che lo inseguissi per vendetta, in realtà a quel movente si aggiunse ben presto la mia determinazione nello scoprire se quei due potevano essere legati in qualche modo. Scoprii del loro legame, ma a quell’epoca non potei fare nulla per neutralizzarlo. La mia debolezza di allora ha causato le molteplici disgrazie di cui Acnologia si è macchiato. –
  • Non puoi incolpare te stessa per quello che è successo dopo la tua… ehm… sparizione. –
  • Invece sì! Se fossi stata più forte, tutto questo non sarebbe mai accaduto! – sbottò alla fine la ragazza, in preda alla rabbia. Chiuse gli occhi e inspirò profondamente, cercando di calmarsi - Non posso cancellare il passato, non posso far finta che Acnologia non abbia mai ucciso nessuno e non abbia distrutto città e foreste. Quello che posso fare è cercare di rimediare ai miei errori, la mia debolezza è stata una delle cause per cui tu hai perso parte del tuo corpo, per cui il mondo che ho ritrovato è più in rovina di quello che ho lasciato. E se accompagnarti in questa missione servirà a ripagarti, almeno in parte, per il prezzo che hai dovuto pagare, allora non sarò certo io a tirarmi indietro. – Gildarts aveva ascoltato con attenzione le parole di quella ragazza. Si riteneva responsabile per le azioni del Drago dell’Apocalisse, era questo il motivo che l’aveva spinta ad accettare la sua offerta. Aveva capito che la missione sarebbe stata difficile, eppure non aveva tentennato. Sospirò e sorrise, gettando uno sguardo fuori dal piccolo oblò che permetteva loro di vedere l’esterno, una distesa di grigio in varie sfumature.
  • Sei una ragazza coraggiosa, Rya. – la maga sbuffò, voltandosi appena e chiudendo gli occhi, come se non fosse avvezza a ricevere complimenti.
  • Non hai ancora risposto alla mia domanda. – riprese lei, cercando di cambiare argomento e di spostare l’attenzione da sé all’uomo che le stava di fronte.
  • Avrei potuto chiedere a qualcun altro, sì. Ma volevo che ci fossi tu con me, in questo viaggio. Perché non mi fido di te. – Rya riaprì gli occhi, inarcando un sopracciglio. Inclinò la testa sulla spalla sinistra, sbattendo un paio di volte le palpebre, come se non avesse afferrato il senso delle parole appena uscite dalla bocca dell’uomo.
  • Allora a maggior ragione dovrei essere l’ultima persona a cui avresti dovuto chiedere aiuto. Avrei potuto pugnalarti alle spalle. –
  • Dopo quello che mi hai detto, dubito che tu possa fare una cosa simile. –
  • Ma fino a oggi tu non sapevi quali motivi avessi per seguirti. –
  • È proprio per questo che ho voluto te. Volevo sapere fino a che punto eri disposta a spingerti, pur di proteggere un membro di Fairy Tail. – un lampo di comprensione attraversò gli occhi azzurri della ragazza, l’espressione fino a poco prima seria e tesa si sciolse in un sorriso appena accennato e tutti i tratti del suo viso si distesero.
  • Volevi sapere se Mavis aveva ragione a fidarsi di me, non è così? Volevi sapere se avrei davvero mantenuto la mia promessa di proteggere Fairy Tail e i suoi componenti a qualunque costo? –
  • Esatto. – annuì lui, osservando attentamente la sua reazione. La ragazza saltò giù dall’amaca, atterrando elegantemente sul pavimento squassato dalle onde che si abbattevano frustrate contro i bordi della nave. Si avvicinò al vetro, fissando un punto lontano dell’orizzonte, come se avesse bisogno di raccogliere le idee.
  • Volevi sapere se avrei mantenuto la promessa che feci alla mia Master di proteggere la sua Gilda? La risposta è sì. – si girò, fissando intensamente l’uomo ancora seduto sul suo giaciglio, lo sguardo acceso da una scintilla di determinazione. – Proteggerò Fairy Tail e i suoi componenti a qualsiasi costo. Dopotutto… - tornò a guardare l’esterno – una promessa è una promessa, giusto? –
 
Gildarts assentì silenziosamente, distogliendo lo sguardo dalla ragazza, intento a soppesare il significato della conversazione appena avvenuta tra di loro. La ragazza aveva rivelato molte cose, sembrava conoscere bene Acnologia e aveva menzionato un probabile legame tra lui e Zeref. Decise che le avrebbe dato un po’ di tregua, dopotutto lo scambio appena avvenuto doveva essere stato abbastanza estenuante anche per lei. Non sembrava restia a parlare, ma forse in quel caso mostrarsi troppo curiosi poteva risultare dannoso.
Rya mosse di scatto la testa, assottigliando gli occhi e alzando il mento, come in ascolto.
  • Ma cosa… -
Uno scossone più forte degli altri li colse impreparati, sbalzandoli dalle loro postazioni e scaraventandoli a terra, lasciandoli distesi sul pavimento di assi scricchiolanti. L’uomo finì contro il piccolo armadio addossato alla parete più interna, mentre Rya andò a sbattere contro il bordo esterno della nave, la testa contro l’oblò che si frantumò sotto la pressione esercitata dal peso del suo corpo mosso in maniera così repentina. Un fiotto d’acqua gelida si riversò all’interno dell’abitacolo, inzuppando la ragazza e macchiandosi inevitabilmente di rosso.
  • Rya! Stai bene? – Gildarts saltò immediatamente in piedi, barcollando verso di lei, preoccupato dal rumore di vetro infranto e dalla colorazione rossastra dell’acqua.
  • Sì. – rispose brevemente lei, voltandosi verso di lui, il viso lacerato in più punti, un brutto squarcio aperto lungo la guancia laddove la forza del movimento della nave l’aveva schiacciata maggiormente contro i residui del vetro distrutto. Rivoli di sangue misto ad acqua salmastra solcavano la pelle, gocciolando velocemente giù lungo lo zigomo fino ad imbrattare anche la gola e in parte gli abiti scuri di lei.
  • Ma quella ferita… - non riuscì a terminare la frase che la nave venne nuovamente percossa da qualcosa. Il rumore di legno spezzato fu chiaramente udibile in ogni angolo, così come le urla di dolore e terrore dei suoi occupanti. Gridavano disperati, angosciati, senza che una parola intellegibile uscisse dalle loro bocche per spiegare cosa stesse succedendo.
  • Guarirà presto. Ora andiamo. – Rya corse velocemente fino alla porta della cabina, schizzando acqua ovunque, abbattendola con un solo poderoso calcio.
Non c’era tempo per la delicatezza da signorine, dovevano arrivare sul ponte il prima possibile. Seguita da Gildarts, percorse i corridoi e salì le scale, saltando i gradini a due a due, finché non riuscì a intravedere il boccaporto. La ragazza mise mano sulla ringhiera poco stabile dell’ultima scala che li separava dalla luce e dall’aria aperta, facendo appena in tempo a sollevare un piede per iniziare a scapicollarsi lungo l’ultimo pezzo del tragitto, quando un brontolio sordo fece rimbombare il vascello come un’enorme cassa di risonanza, le assi di legno percorse da vibrazioni tanto intense da creare crepe e rotture in più punti.
Rya si scambiò un’occhiata preoccupata con l’uomo dietro di sé, poi riprese a correre a perdifiato fino a ritrovarsi sul ponte della nave, al centro di una tempesta in piena regola. Rimase ferma qualche istante, il viso sferzato dalle ondate che superavano persino il parapetto, i capelli e gli abiti agitati dal vento ululante, mentre la nave con fatica si teneva a galla in mezzo a quell’inferno fatto di acqua, schiuma, maestrale e grida.
Improvvisamente, si accorse che c’era qualcos’altro, oltre alla furia del mare, a minacciare la sopravvivenza del veliero e del suo equipaggio. Qualcosa di ancora più pericoloso. Qualcosa di vivo.
  • Ma che diamine… - fece appena in tempo a borbottare Gildarts, che un’enorme pinna di squalo si rese visibile a poche decine di metri dalla nave.
  • Fairy Sphere! –
L’uomo si voltò, notando come la ragazza avesse reagito in fretta, evocando l’incantesimo di difesa più potente della Gilda. La pinna dorsale sparì al di sotto del pelo dell’acqua, mentre il suo probabilmente enorme proprietario si accingeva ad attaccare la nave al di sotto della linea di galleggiamento.
Pochi istanti di terrore, poi l’impatto, sonoro e devastante.
Le acque infuriate dell’oceano si illuminarono quasi a giorno a causa delle scintille sprigionatesi dal contatto tra la barriera magica e la testa dello squalo, che cercava caparbiamente di fare a pezzi quell’inutile ostacolo per poi sventrare il legno della sua preda.
La nave sussultò appena per il movimento dei flutti attorno al suo ventre, ma non accusò alcun colpo, tutta la collera del mostro era stata assorbita e attutita dalla Sphere mantenuta in piedi da Rya.
Vedendo che ogni sforzo era inutile, lo squalo fece dietrofront, allontanandosi dalla nave e dando così respiro ai suoi occupanti. Gildarts si voltò verso la sua compagna.
  • Dov’è quel bastardo?! –
Rya chiuse gli occhi un momento, lasciando fluire la propria magia e rimanendo in ascolto, attenta però a non distrarsi troppo dal mantenere attiva la Sphere.
Dopo qualche istante, indicò il sud con un movimento veloce del mento.
  • Da quella parte. –
  • Va bene. Vado a stanarlo, tu proteggi questa bagnarola, prima che affondi del tutto! –
  • Gildarts asp… - nemmeno il tempo di terminare la frase, l’uomo si era già gettato oltre il parapetto, inabissandosi nelle acque scure e profonde dell’oceano.
Ma si è completamente rincretinito!
  • Salvateci, vi prego!! – una voce roca e supplichevole riscosse la ragazza, facendola voltare alla sua sinistra. Un marinaio, le stava rivolgendo una supplica accorata. Il corpo dell’uomo era scosso dai tremiti, gli occhi spalancati e colmi di terrore, le lacrime incontrollate gli bagnavano le guance, confondendosi con l’acqua salata del mare. Lei si guardò attorno, notando lo stesso guardo sgomento negli occhi di tutti quanti gli astanti. Dovevano avere davvero una paura tremenda di morire.
  • Tsk. – sbuffò appena, tornando a volgere lo sguardo verso l’orizzonte davanti a sé, individuando le energie vitali sia di Gildarts che del mostro. Quest’ultimo, come un toro inferocito, si era allontanato per prendere l’ennesima rincorsa e tornare all’attacco rincarando la dose, nel tentativo di abbattere la sottile striscia di luce che lo separava dalla sua preda. Gildarts nuotava vicino al pelo dell’acqua, alla cieca, probabilmente non riusciva nemmeno a tenere gli occhi aperti a causa dell’agitazione dell’oceano, i flutti orlati di schiuma lo sballottavano come un indumento in centrifuga dentro una lavatrice. Scosse la testa, storcendo la bocca.
Non va affatto bene. Che diamine sta aspettando Gildarts?
La rabbia del gigantesco squalo si abbatté ancora una volta sulla barriera gialla, facendo ribollire l’acqua attorno al punto di contatto, vaporizzando istantaneamente il liquido scuro a causa delle temperature elevate.
In quel momento, Rya si accorse che il suo compagno si stava muovendo proprio in quella direzione.
Quindi stava aspettando che quel coso fosse impegnato con la Sphere per trovarlo e poterlo attaccare indisturbato. Maledetto infame, mi sta usando come esca!
Intuendo finalmente il piano del Mago del Crush, la ragazza aumentò l’intensità della barriera, rendendola più splendente e allargandone lentamente la circonferenza, respingendo indietro l’animale. Se Gildarts era un Mago del Crush come era lei una Dragon Slayer, più lontano sarebbe avvenuto l’impatto e meglio era, per la salute della nave.
I secondi scivolavano via, inesorabili, mentre Rya teneva sotto controllo la Sphere e i movimenti degli altri due, cercando di coordinarsi il più possibile con gli spostamenti del compagno di Gilda.
Piccole gocce di sudore le imperlavano la fronte, mentre il sangue colava copioso dalla ferita che le attraversava tutta la guancia destra. Il braccio destro allargato, la mano aperta, i muscoli contratti e l’alone giallognolo della magia sulla punta delle dita, la sua innaturale immobilità la facevano sembrare quasi una statua, se non fosse stato per il ritmico alzarsi e abbassarsi del suo petto.
Con la stessa pazienza con cui un ragno tesse la sua tela e poi attende che l’ignara preda vi cada, così Rya aspettava imponendosi la calma più glaciale.
Quando avvertì la magia di Gildarts iniziare a muoversi, decise che era arrivato il momento di agire. Con maestria, guidò la luce delle Fate affinché lo avvolgesse nel suo guscio protettivo, smorzando l’onda d’urto derivata dal suo attacco. L’ultima cosa che lasciò fuori fu la mano dell’uomo, un istante prima che lanciasse la sua magia verso il mostro che si abbatteva frustrato contro il muro scintillante davanti a sé, ma quando percepì l’energia lasciare l’ultimo dito, allargò immediatamente la Sphere per proteggere anche quella fragile parte del corpo dell’uomo. Poco male se lo squalo avesse evitato una parte del colpo, il potere magico del Crush si sarebbe abbattuto comunque su di lui così prepotentemente da ucciderlo comunque.
 
Un’enorme colonna d’acqua e sangue si sollevò dal punto in cui si trovava l’enorme bestia, creando una serie di marosi prontamente respinti dalla barriera di Rya, ma sufficienti a far rollare e beccheggiare abbondantemente la nave, col rischio che potesse persino cappottare. Pezzi di carcassa sanguinolenti e slabbrati si abbatterono sulla parte alta della Sphere, finendo polverizzati nel contatto con la magia delle Fate. Rimanendo miracolosamente in piedi, la ragazza continuò a reggere la barriera, ben sapendo che il suo limite giallo segnava il confine tra la vita e la morte loro e di quei marinai rimasti ancora in vita dopo il primo attacco da parte dello squalo.
Una volta esauritasi l’energia scaturita dal Crush di Gildarts, Rya lasciò lentamente dissolvere la Fairy Sphere, finché di essa non rimasero altro che piccole pagliuzze di un giallo liquido. Muovendosi cautamente e saggiando i muscoli si affacciò al parapetto, nel tentativo di scorgere il compagno di Gilda, che ancora non riaffiorava.
Probabilmente è rimasto stordito dal contraccolpo. Non sento più la sua energia vitale, dove sarà?
  • Uomo in mare!!! – l’urlo del marinaio colpì le orecchie della ragazza come un gong, facendola volare quasi meccanicamente verso il lato opposto della nave, guardando nella direzione indicata dall’uomo che aveva lanciato l’allarme. In mezzo ad alcune assi di legno e ai frammenti di velatura e cordame, si poteva scorgere qualcosa di rosso, parzialmente coperto da un pezzo di tessuto scuro.
  • Gildarts! – senza nemmeno togliersi gli stivali, Rya si gettò in mezzo ai flutti, nuotando velocemente sotto il pelo dell’acqua per cercare di salvare il compagno che giaceva riverso in mezzo al mucchio di relitti.
La burrasca scuoteva il mare, muovendo le sue acque ora da una parte, ora dall’altra, in moti mai eguali, in direzioni sempre diverse, rendendo molto più difficoltoso il compito della ragazza. Lei continuò caparbiamente ad allungare un braccio dopo l’altro, risalendo in superficie solo quando il bisogno d’aria diventava davvero impellente, lottando contro la rabbia degli elementi che cercavano in ogni modo di ostacolarla.
Bracciata dopo bracciata, si avvicinò alla meta, finché le sue dita non sfiorarono qualcosa di duro, ferendosi con le schegge di legno fradicio.
Si fermò un momento per valutare la situazione, notando che effettivamente Gildarts aveva perso i sensi e non sembrava respirare. Lo agguantò per i vestiti e se lo trascinò dietro, nuotando a ritroso per raggiungere la nave. Dovette combattere strenuamente, i muscoli tesi fino allo spasimo, ma finalmente dopo minuti che le sembrarono ore riuscì ad issarsi sulla tolda della nave, insieme al corpo del compagno abbandonato a peso morto sulla sua spalla.
Una gamba le cedette, troppo provata per lo sforzo, e lei si accasciò esausta sul pavimento impregnato d’acqua, cercando di riprendere fiato. Gettò uno sguardo preoccupato a Gildarts, immobile, gli occhi chiusi.
Allungò una mano tremante verso il suo petto, in attesa di sentire il suo battito cardiaco.
Inutilmente.
Ancora andante, assottigliò gli occhi, mentre un dubbio terribile, atroce, si insinuò nella sua mente.
Forse era arrivata troppo tardi.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Fairy Tail / Vai alla pagina dell'autore: Laly of the Moonlight