Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: JohnSilver    15/07/2018    3 recensioni
Un capitano viene scaraventato via dalla propria nave, a causa di un terribile attacco da parte dei pirati. Solo ed in preda alle proprie paure, si ritrova a riflettere sulla sua esistenza. Quando l'uomo si ritrova in un nulla senza speranza, ha il potere di cambiare e di dimostrare la sua vera forza interiore.
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mi risvegliai attonito e confuso. Come un vegetale, privo di cognizioni motorie e mentali, ero illuminato da un sole caldo e afoso, unica certezza della mia esistenza. Lo scroscio delle acque accompagnava dolcemente il vuoto dei miei pensieri, fino a riportarlo nella propria dimensione. Ero un sopravvissuto, strappato alla morte da un destino ancor più crudele. Un capitano dovrebbe affondare e perire con la propria nave, sua unica compagna e suo unico ristoro in un oceano che la natura ha reso così caotico e pericoloso. Ma quando l'uomo decide di intromettersi nell'ordine naturale delle cose, ecco che le rende ancor peggiori, peccaminose e senza quell'armonia che è intrinseca in tutte le cose. Pirati, senza scrupoli ed i cui unici ideali sono rappresentati dalla fama e dal denaro, avevano ridotto in briciole gli sforzi di tutta una vita, togliendo quest'ultima a tutti i membri del mio equipaggio. Nessun superstite, se non colui che doveva immolarsi per salvarli tutti. Iniziò tutto con delle urla, poi delle cannonate ed ecco che,pezzo dopo pezzo, tutta la mia felicità stava per essere portata via da un vigliacco, presuntuoso di esser libero della libertà altrui, rivendicandola come propria. Io mi salvai per puro caso. Una delle cannonate mi fece balzare fuori dalla nave, atterrando su una scialuppa di salvataggio. Dolorante e disperato, cercai di rialzarmi e di raggiungere di nuovo il mio posto per combattere insieme ai miei uomini, ma un altra cannonata colpì il bordo della nave frantumando i lacci che tenevano la scialuppa issata alla sua nave madre. Io caddi insieme all'imbarcazione, e, sbattendo la testa, svenni. Così andai alla deriva e mi allontanai sempre di più dall'unico posto che potevo veramente chiamare 'casa', sprofondando in universo ignoto e sublime. Ero senza cibo, senza acqua e senza un'apparente ragione di vita. L'attacco era avvenuto nel bel mezzo dell'oceano Atlantico, a metà strada tra il vecchio ed il nuovo mondo. Non avevo alcuna speranza di riveder la dolce terra, piena di quei conforti dovuti alla certezza statica del proprio mondo, sempre identico e pieno di possibilità. Mi trovavo in un eterno divenire, le cui acque non avevano mai lo stesso sapore ed i cui abitanti cambiavano forma e lingua di giorno in giorno. Senza punti di riferimento, la mia unica opzione era rappresentata dalla preghiera. Forse Dio sarebbe stato clemente verso il suo essere più sciagurato, forse una nave sarebbe spuntata da un momento all'altro pronta ad accogliermi con tutto il proprio calore, o forse sarebbe giunto un qualche animale marino che avrebbe posto fine brevemente alla mia esistenza. Entrambe vita e morte sembravano migliori rispetto ad un lento e sofferente purgatorio sospeso nel nulla. Non ero mai stato un tipo religioso, mai avevo detto una singola preghiera e mai mi sarei permesso di metter piedi in una chiesa. La mia incoerenza, la mia ricerca di un qualcosa in cui non avevo mai creduto per rimaner ancorato alla vita mi fu pagata cara. Presto il vento cominciò ad alzarsi, e quel sole caldo e ristoratore fu coperto da nuvole pesanti, cariche della mia distruzione. La pioggià iniziò a cadere violentemente, cibando l'oceano e rendendolo sempre più grasso e stomachevole. Facevo fatica a governare la mia piccola imbarcazione, completamente in preda del suo elemento. Le onde si facevano sempre più grandi e dure, mentre io m'aggrappavo con tutte le forze alla vita. Fino a quando non arrivò un onda così grande che coprì il cielo. Nulla avevo visto di più possente. Indomita e selvaggia, eppure così ordinata e pacata. Procedeva lentamente verso di me, aumentando pian piano la sua massa. Sembrava che tutte le mie ambizioni e tutte i peccati per raggiungerle stessero prendendo vita davanti ai miei occhi disperati. Non ero stato un vero uomo. La mia esistenza era costellata di azioni ingiuste, di violenze e di tradimenti per raggiunger i miei futili obiettivi. La terra era piena di paure, di angoscie e di pentimenti mentre il mare mi permetteva di dimenticare. Ma ecco che il mare stesso sembrava travolgermi di tutti i miei ricordi, di tutte le mie passioni e di tutti i miei amori. Ora era il momento di diventare un uomo. Senza alcuna disperazione o paura, ma con coraggio e fierezza, mi innalzai sulla punta della scialuppa e innalzai le braccia al mio destino, pronto ad accettarlo. Ora ricordo solamente un grande botto, sentì la labbra della morte avvicinarsi alle mie, ma nel momento in cui il fatidico bacio stava per esser scoccato, una forte luce mi illuminò. Ne provai il suo calore e la sua vita. Aprì gli occhi e vidi quelli di una donna, che circondata di marinai, urlò di gioia il mio risveglio. Rinato da uomo, ero pronto a vivere una nuova vita all'insegna della giustizia e dell'amore.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: JohnSilver