Ecco, allora, il doppio volto rivelato
Ma ciò che lo ferì profondamente nell'orgoglio
fu l'immagine di lei che si sporgeva da ogni foglio
lontana dal ridicolo in cui lo lasciò solo,
ma in prima pagina
col bombarolo.
Dopo la sua tremenda azione Lisette si era risvegliata quella sera stessa.
Avevano deciso, per precauzione, di tenerla al sicuro con una camicia di forza a causa del grave incidente che si era verificato. Per caso c’erano due medici a discutere quatti vicino alla sua cella, pensavano che dormisse ancora, ed era riuscita ad identificare il volto fotografato nella cartella clinica che uno portava sottobraccio: era sempre lei ad apparire. Non si riconosceva in quella!
Perché a lei, che comandava tutte loro, doveva spettare il controllo?. Lì, vicino alla foto, c’era un solo nome: “Goldia Barkin”[1].
Aveva combattuto la crudele macchina mangia teste, ma non bastava! Vedeva ancora lei; continuava a prender finti meriti, e non era giusto!
Ah, continuava a rinnegarla, maledetta!
Continuava a rinnegarla!
[1] Cognome assegnato arbitrariamente nel racconto