“Ciao a tutti, sono Tyler
Convey e da oggi studierò con voi. Spero che sia ben accetto in questa classe.”
E sbaglio o quello che ho visto era un sorriso decisamente malizioso? No, a
giudicare dal modo languido in cui lo guardano Maddison e il suo branco di
galline.
“Aspetta un momento..è
davvero chi penso che sia? Il nostro Ty? O meglio il tuo Ty?
“Smettila, non è mai
stato mio, eravamo amici, anzi è già tanto se si ricorderà ancora di me dopo
tutto questo tempo”
“Beh a giudicare dal modo
in cui ti guarda direi che si ricorda bene chi sei” alzo la testa di scatto e
mi accorgo che Aly ha ragione, in effetti mi sta fissando cosi intensamente che
è impossibile non distogliere lo sguardo. Cavolo! Certo che sa come mettere in
soggezione le persone!
“Bene ragazzi silenzio!
Adesso andatevi a cambiare per la lezione e..ah! signor Convey mi farebbe
piacere se entrasse nella nostra squadra di football; il primo allenamento si
terrà oggi pomeriggio nel campo sportivo dietro scuola. Se ha tempo, venga a
dare un’occhiata".
“Con molto piacere
Professore”
“Eccellente! Alle 15 e 30
puntuale davanti agli spalti. E adesso iniziamo la lezione.”
…
Finalmente! Anche queste
due ore sono terminate ed è arrivata l’ora da ma più odiata e amata allo stesso
tempo. Il pranzo. No, non sono una fissata con la dieta, ma questo è dato anche
dal fatto che qualsiasi cosa mangio la brucio piuttosto in fretta. Ohh sia
lodato il metabolismo! Infatti, mi riempio il piatto di pasta al ragù e per
finire mi prendo una mela. Finito di riempirci i vassoi, io e Aly andiamo a
sederci al primo tavolo libero che troviamo e disgraziatamente è proprio dietro al tavolo di Maddison.
Sbuffo e Alice non può
fare a meno di sghignazzare, lo sa che l’odio che provo contro quella biondina
tinta risale all’epoca in cui i dinosauri erano ancora sul nostro pianeta.
“Ragazze! Scusate il
ritardo, ma le barbie avevano ingombrato il passaggio! Pensavo di dover
prendere l’elicottero per venire fin qui! E solo perché è arrivato quello
nuovo..non hanno mai visto due pettorali e un paio di chiappe?! ” ah.. Nat e la
sua finezza, devo dire che mi era proprio mancata.
Natalie non è di certo
una che le manda a dire le cose, anzi cerca sempre di affrontare i problemi
quando sorgono e non hanno ancora avuto il tempo di svilupparsi. La nostra
amica ha un carattere parecchio estroverso e con la bellezza che ha, ha fatto
capitolare parecchi ragazzi della nostra scuola, senza mai innamorarsi davvero.
Nat ha un anno in meno di noi, e al contrario di Alice che conosco da tutta la
vita, lei l’abbiamo conosciuta al secondo anno di liceo, quando ci ha chiesto
informazioni per trovare un’aula, in quanto il suo era il primo anno e non
sapeva ancora bene come orientarsi. Dalla prima parola, ho capito che saremmo
diventate grandi amiche, e cosi è stato. Non abbiamo quasi mai corsi in comune,
ma nel pomeriggio ci troviamo molto spesso. Noi tre siamo inseparabili, e non
potrei chiedere di meglio, sono le migliori amiche del mondo.
“Già..quello nuovo sta
suscitando parecchio scalpore. Ma vuoi sapere il meglio? Il nostro bel
giovincello è una vecchia conoscenza della nostra Kim”
“Davvero?! Voglio che mi
raccontiate tutta la storia!”
“Sbaglio o a voi non
interessavano queste sciocchezze e spettegolare non rientrava tra i vostri
hobby preferiti?” quelle due si stanno facendo troppi castelli in aria. Ty ed
io eravamo buoni amici che un giorno si sono dovuti separare per un
trasferimento improvviso e da allora non ho più avuto sue notizie, fine della
storia.
“D’accordo d’accordo
abbiamo toccato un tasto dolente, perciò cambiamo argomento..che ne direste di
andare a prendere un bel gelato oggi pomeriggio, vicino a quel nuovo centro
commerciale che hanno appena aperto?” Nat è anche un’ inguaribile golosa. Però
un gelato va anche a me, perché in fondo anche se siamo a settembre inoltrato
l’aria è ancora abbastanza calda, che ce lo possiamo permettere.
“Direi che è un’ottima
idea! Verso le quattro al parco vicino a casa mia” le ragazze mi sorridono, e
prendendo i nostri vassoi cominciamo a sgomberare per poi incamminarci nelle
varie classi per seguire le ultime lezioni della giornata.
…..
Sono quasi le tre… e.. dio
ti prego fai suonare quella campanella che annunci la fine dell’incubo. Ora di chimica. E ironia della sorte, la
professoressa sta interrogando! Ed io sto cercando tutti i modi possibili ed
immaginabili per fare in modo che non mi chiami.
Adesso sta sentendo
Amanda, la secchiona della classe..e so che dovrei stare attenta alle domande
che le porge così che la prossima volta sappia almeno dove andare a parare..ma
la mia attenzione è rivolta tutta verso il profilo di un biondino di mia
conoscenza. Ha le braccia incrociate e la testa posata su di esse, e se anche
non riesco a vederlo in viso, sono quasi certa che abbia lo sguardo imbronciato
e si stia annoiando da morire. Certe cose non cambiano..
Da quando siamo entrati
in classe non mi ha rivolto la parola, nemmeno uno sguardo o un cenno di
saluto. Forse dovrei dimenticarmi del mio migliore amico, di quel bambino
sempre sorridente che aveva occhi solo per me, dei suoi occhi vispi e attenti
che ti scrutavano come se volessero scavarti dentro. Quel bambino non esiste
più e io dovrei farmene una ragione..sento che è successo qualcosa in Spagna
che l’ha fatto cambiare..e mi chiedo proprio cosa.
“Grazie Amanda, puoi
andare al tuo posto ora. Un bel 10 non te lo leva nessuno” come se fosse
possibile il contrario..quella ragazza macina più informazioni di un computer.
“Signorina Strauss ora
venga lei, ho ancora tempo per farle qualche domanda”…no! No che non ce l’hai.
Mancano esattamente 7 minuti alla fine di questa interminabile giornata e
invece di avere pietà di noi poveri studenti con ancora la mente in vacanza,
lei vuole davvero farmi qualche domanda!?
Con tutta la calma e la
lentezza, che non credevo nemmeno di possedere, mi alzo dal mio banco e mi
avvio verso quella “simpatica” arpia. Che non so per quale ragione mi avesse
preso così di mira, ogni scusa era buona per ammonirmi se non ero sempre sul
pezzo e non rispondevo correttamente. Lo ammetto non mi ammazzavo di studio, ma
chimica la tolleravo abbastanza bene e cercavo di impegnarmi di più rispetto
alle altre materie. Ovviamente non il primo giorno di scuola però! Avrebbe
trovato impreparato chiunque- vabbè tranne Amanda lei era un robot-.
Guardo Aly con un
espressione sconsolata e tiro un sospiro, preparandomi ad una figuraccia
storica.
“Professoressa, mi scusi
se la interrompo, ma non sarebbe meglio se lei valutasse la mia preparazione
visto che vengo da un’altra scuola? Potrei accennarle il programma che ho
svolto in questi anni, in modo da non partire subito svantaggiato e rimettermi
in pari se fosse necessario” alzo la testa di scatto a quelle parole..
“In effetti ha ragione
signor Convey venga pure che ne parliamo, ha fatto proprio bene a ricordarmelo.
Signorina Strauss è stata salvata in corner, fossi in lei ringrazierei il suo
compagno” e con un cenno mi rimanda malamente al posto.
Tyler si alza e va verso
di lei, con passo felpato, sembra sia su una passerella..si ricorda che questo
è un istituto scolastico vero?
Fatto sta che in una cosa
sono d’accordo con quella str- ehm
buona donna; mi ha davvero salvato il posteriore se no era un quattro
assicurato, quindi dovrò sicuramente ringraziarlo.
Sembrano entrambi molto
presi dal programma e quindi anche io mi metto a fissarli per sentire meglio i
loro discorsi..e … cosa vedono i miei occhi?! Una sua mano, neanche in modo
troppo discreto, si è andata a depositare sul braccio della Clarke e con un
lento movimento la fa scendere e risalire. Cioè ok, che la nostra professoressa
non è vecchia, anzi, avrà circa quarant’anni, ma provarci in un modo cosi
spudorato è davvero troppo! Oltretutto mi sembra che lei si sia messa pure ad
arrossire.
Di scatto quel “santo”
ragazzo, alza la testa e mi fissa. Dopo non molto vedo la sua bocca tramutarsi
in un ghigno, che di galante ha proprio poco.
Altrochè la storia del
ragazzo che voleva aiutare una sua compagna di classe in difficoltà, l’ha fatto
solamente per il suo tornaconto, riuscire ad ingraziarsi l’insegnante per avere
più previlegi, e dal suo atteggiamento presumevo non si sarebbe fermato ad un
massaggio più o meno casto.
Che razza di coglione!
Giro la testa alla mia
sinistra per non vedere più quella scena sconcertante e mi accorgo che anche
Aly è perplessa.
Allora lo rifisso, solo
un secondo, e i nostri sguardi si riscontrano di nuovo. In tutto questo tempo
non ha mai allontanato lo sguardo da me, mi fissa come se volesse scavarmi
all’interno, e tutto per me si ferma; non sento la campanella che è finalmente suonata e non sento nemmeno
Aly che mi chiama da almeno due minuti
buoni.
E solo una domanda mi sorge
spontanea:” Davvero è questo il ragazzino per cui avevo avuto la mia prima
cotta?”