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Autore: JAPAN_LOVER    17/07/2018    2 recensioni
AVVERTENZE: Questo è il sequel crossover di "Che sia ormai tempo di cogliere la mela?" e "Catturato nei suoi occhi".
*
Dopo 10 mesi dalla conclusone dell'ultimo caso, L, Haruka, Matsuda Quillsh e Ayumi partono per un week-end rilassante a Karuizawa. In Hotel incontrano Conan Ran e Goro, ma anche Eri Kisaki e i suoi colleghi. Quella che doveva essere una tranquilla vacanza all'insegna di relax, viene sconvolta da un nuovo caso di omicidio.
Inoltre, c'è qualcosa che turba Haruka e che sembra mettere nuovamente in dubbio l'amore tra lei e il detective migliore del mondo.
Riusciranno a uscirne tutti indenni anche questa volta?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Nuovo personaggio, Tota Matsuda
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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UNA GITA IN BARCA

(Seconda parte)


Haruka si immerse completamente nell’acqua e, in compagnia di Eri, si allontanò dalla riva per andare a fare una bella nuotata. L’odore di iodio era un po’ troppo forte per le sue narici, tuttavia l’acqua salmastra che avvolgeva le sue membra era così calda e rilassante da inebriarla.
Con la sua amica Eri, Haruka si era lasciata andare. Le aveva confidato i suoi terribili sospetti e come il mondo le era crollato addosso quella mattina quando, di ritorno a casa dopo essere andata a fare la spesa – chinandosi fra i sedili della jeep per recuperare le mele che si erano rovesciate dal sacchetto – aveva trovato fra i tappetini un rossetto di una marca che non aveva mai acquistato. Essendo un po’ più grande di lei, l’avvocato aveva fatto ricorso a tutta la sua saggezza per cercare di rassicurarla.
“Ci sarà sicuramente una spiegazione” le aveva detto Eri, convinta. Haruka sperò con tutto il cuore che ci fosse davvero.
Tuttavia, lei aveva deciso di trascorrere il resto della mattinata nel modo più piacevole possibile, allontanando tutti i pensieri che la tormentavano. Si immerse completamente nell’acqua e riemerse, riempiendo i polmoni dell’aria incontaminata di Karuizawa.
“Non c’è niente di meglio di una bella nuotata – sospirò la donna bionda, a pochi metri da lei – rinfranca il corpo e lo spirito!”
“Ha pienamente ragione – rispose Haruka, sentendosi solleticare il piede da un pesciolino – chissà gli altri come se la stanno cavando!”
“Sicuramente Goro se la starà vedendo grigia – sogghignò Eri, divertita – credo si sia completamente dimenticato di soffrire il mal di mare!”
“Come? Il signor Goro soffre di mal di mare?” sobbalzò Haruka, immaginandosi già quel povero detective.
“Se non mi avesse fatto arrabbiare, gli avrei rinfrescato la memoria così da equipaggiarsi meglio!” si giustificò l’avvocato.
Haruka rise divertita. Non sapeva chi, fra i due ex-coniugi, fosse quello più maturo e quello più dispettoso.
***
***
***
Dopo aver rischiato più volte di vomitare addosso a Matsuda, Goro era stato fatto accomodare gentilmente da Saku davanti, al posto del “copilota”.
“Si sente meglio adesso?” gli domandò bonariamente Teru, alla guida del natante.
L’avvocato aveva ridotto molto la velocità, per assicurare al detective con i baffi una navigazaione più confortevole.
“Si, la ringrazio molto!” rispose Goro che, piano piano, aveva riacquistato un colorito più roseo e naturale.
“Che figuraccia papà!” mormorò Ran, mortificata, con i capelli tutti scompigliati dalla velocità.
Sempre il solito! sospirò tra sé il piccolo Conan.
“Quanto distano le isole Kyoko Maki dalla spiaggia dell’hotel?” domandò poi il bambino con gli occhiali, seduto sulle gambe di Ran, al signor Saku. Il bambino dovette alzare molto il tono per far si che la sua voce non fosse sopraffatta dal vento.
“Vediamo… – rispose l’avvocato seduto lì accanto, accarezzandosi pensosamente il mento – le isole Kyoko Maki sono a sud di Karuizawa e distano alla costa meridionale circa 400 metri. Direi, che dall’hotel disteranno all’incirca un chilometro. Non preoccuparti ragazzino – rispose l’uomo, arruffandogli i capelli – fra poco arriviamo!”
Il bambino con gli occhiali abbozzò un sorriso di circostanza. Odiava quando qualcuno lo trattava come un moccioso.
L se ne stava sul sedile di fronte a Ran, tenendo Quillsh in braccio. Il motoscafo era piuttosto grande, ma, oltre ai due posti alla guida sul davanti, ne aveva solo 6 dietro.
“Sono quelle le isole Kyoko Maki?” domandò il piccolo Quillsh a pieni polmoni, indicando tre punti verdi in lontananza.
Tutti si voltarono nella direzione indicata.
“Oh, si piccolo – rispose Ritsuko, seduta accanto al suo collega Saku – sono proprio quelle! Siamo arrivati!”
“Evviva!” esultò la piccola Aumy, che occupava il sedile fra L e Matsuda.
Più si avvicinavano e più quelle tre isolette apparivano in tutto il loro splendore. Al centro del piccolissimo arcipelago c’era l’isola più grande, ricca di vegetazione sulla parte sommitale, mentre alle pendici – a strapiombo, sia al di sopra che al di sotto del livello del mare – con il passare dei secoli si erano formate molte grotte, grazie all’erosione delle rocce calcaree.
Riducendo molto la velocità, Teru si avvicinò alle boe.
“Fa attenzione, Teru – lo avvertì Saku – potrebbero esserci rocce qui sotto!”
“Si, lo so bene, non preoccuparti!” lo rassicurò il collega.
Teru spense il natante e, aiutato da Saku, procedette all’operazione di ormeggio per assicurare il motoscafo al gavitello.
“Siamo fortunati! – esclamò Ritsuko, entusiasta – sembra che ancora non ci siano turisti!”
“Evviva! Questo vuol dire che ci godremo le isole di Kyoko Maki tutte per noi!” esultò Matsuda, tuffandosi di colpo in acqua per primo.
“Brr…. è freeedda!” strepitò il poliziotto, riemergendo dall’acqua che non poteva che sembrargli gelida dopo tutta quell’esposizione al sole.
“Papà, se è fredda non mi va di tuffarmi!” disse Quillsh, guardando lo zio Matsu contorcersi in acqua.
“Nemmeno io…” convenne la piccola Ayumi, scoraggiata.
“L’acqua non è fredda – spiegò L – è lo zio Matsuda che è stato un idiota a buttarsi di colpo!”
“Ryuzaki…!” piagnucolò il poliziotto.
Ritsuko rise divertita:
“Lei è proprio uno spasso Matsuda!”
La donna mora si calò in acqua usando le scalette del natante e poi si rivolse ai più piccoli:
“Su, bambini seguite me – disse strizzando loro un occhio – vi assicuro che l’acqua non è affatto fredda!”
Per primo si immerse pian piano Quillsh, poi scese Ayumi ed infine Conan.
“Conan com’è l’acqua? – domandò Ran – questo posto è davvero un incanto!”
“Già, peccato che non sia venuta con noi. È da un sacco di tempo che tua madre voleva tornare qui, sai? – le spiegò Saku – dice sempre che questo posto le è rimasto nel cuore!”
Ran abbozzò un sorriso di circostanza. Quel Saku sembrava essere molto in confidenza con sua madre. La ragazza castana cominciò davvero a chiedersi se quella cravatta che Eri aveva acquistato non fosse davvero per lui e se, addirittura, tra loro non fosse nato del tenero.
“L’acqua è calda, Ran – le rispose poi il bambino – vieni anche tu!”
Ran scese piano dalle scalette e si immerse nell’acqua, che in effettivamente era un brodo.
“Su, andiamo anche noi!” disse sbrigativamente Goro ai compagni rimasti sul motoscafo.
Il detective con i baffi non vedeva proprio l’ora di tornare sulla terraferma. Sapeva perfettamente che dopo la visita alle grotte, lo avrebbe atteso un altro veloce e spiacevole viaggio di ritorno.
Una volta calatisi tutti in acqua, il gruppetto si recò a nuoto verso l’isola più grande, che distava giusto qualche decina di metri dal gavitello.
“Che meraviglia! – esclamò Ran, entrando nella grotta, visibilmente estasiata da quella vista – sembra di essere in paradiso esotico!”
L’acqua del mare filtrava limpida e cristallina tra quelle rocce calcaree che si stagliavano dalle acque. Tutto intorto era silenzio. Ciò che si poteva udire era soltanto il conciliante sciabordio del mare che urtava contro le pareti rocciose, contribuendo a conferire – insieme a quel meraviglioso spettacolo naturale – un profondo senso di pace.
“Qui di tocca!” osservò la piccola Ayumi, spingendosi fino in fondo alla grotta.
“Si, è vero…” rispose Conan, cominciando a sentire la sabbia sotto i suoi piedi.
“Quillsh, non vi allontanate troppo!” si raccomandò L.
“Va bene, papà!” rispose il bambino.
“Lei è davvero un genitore molto attento e premuroso, signor Ryuzaki!” si complimentò Ritsuko.
“Già, stando con Haruka stai diventando apprensivo anche tu, Ryuzaki – osservò Matsuda divertito – chi lo avrebbe mai detto?”
L non era poi così d’accordo. Non sarebbe mai diventato iperprotettivo come Haruka, non era nella sua natura.
“Matsuda, è naturale che Ryuzaki sia preoccupato – osservò Goro – ha due bambini da tenere d’occhio!”
“In realtà ne ho tre da tenere sotto controllo!” rispose L con naturalezza.
“Tre? – domandò Ran confusa – sta contando anche Conan, forse?”
“No, sto mettendo in conto Matsuda!” rispose il detective dai capelli corvini, con una schiettezza tale da suscitare la risata di tutti, del poliziotto compreso.
“Ryuzaki!” il suo nome risuonò come una protesta.
Dannato! – si lagnò tra sé Matsuda – si sta vendicando con me per essere venuto qui a Karuizawa, sconvolgendo tutti i suoi piani!
“Come posso negare questo dato di fatto? – continuò L – Matsuda, ti rendi conto di esserti beccato una bella insolazione? Haruka dimentica di ricordarti la crema solare e tu ti ustioni in quel modo!”
“C…come?” balbettò il polizotto.
“Santo cielo! È vero – esclamò Ran, sconvolta, osservandolo meglio – Matsuda è proprio tutto rosso!”
Il vento e il contatto diretto con l’acqua avevano impedito al poliziotto di rendersi conto della scottatura sulla pelle che aveva preso, senza la minima protezione.
“Oh, no” piagnucolò lui, guardandosi meglio.
Beh, sicuramente anche L avrebbe dimenticato di mettersi la crema protettiva se Haruka non gliel’avesse imposta. Peccato che Matsuda non avesse mai la risposta pronta per poter controbattere il detective.
“Abbandonatemi qui – esclamò poi , beandosi di quella sensazione di benessere e pace – almeno fino a domenica!”
“Non sarebbe troppo stancante vivere tra le rocce delle isole Kyoko Maki come una sirena? – rise Teru – ti ricordo che lunedì hai un’udienza molto importante! Questa causa ti incoronerà come nostra nuova regina”
“Non me lo ricordare! – rispose lei, scimmiottando un’espressione quasi seccata – tanto non potrei mai raggiungere il livello della nostra Eri. Lei resta insuperabile!”
“Già Ritsuko – convenne Saku, increspando le labbra in un sorriso – devi assolutamente farti onore lunedì!”
“Oh, ma come sei gentile Saku!” rispose la donna, sinceramente colpita.
“Signorina Ritsuko,a breve ha una causa molto impegnativa?” domandò affabilmente Matsuda.
“Niente di così particolare come i miei colleghi vogliono far sembrare!” cinguettò la donna con i capelli mori.
Nel frattempo, Ran si era avvicinata ai bambini che avevano raggiunto le pareti calcaree della grotta.
“E’ stata una bella idea venire qui, non è vero?” domandò felice, la ragazza.
“Oh, si!” rispose con altrettanto entusiasmo la piccola Ayumi.
“Guardate, ragazzi!” disse Quillsh, indicando qualcosa nell’acqua che nuotava vicino a loro.
Si trattava di un piccolo polpo dal corpo perlaceo con piccoli tentacoli di colore rosaceo.
Ayumi, spaventata, si aggrappò a Ran.
“Stai tranquilla, Ayumi – la incoraggiò la ragazza dai lunghi capelli castani – non è pericoloso!”
“Non devi aver paura – le disse subito Quillsh – è un cucciolo, sai?”
Quillsh per gioco avvicinò un dito ai tentacoli e il cefalopode gliela strinse debolmente.
“Non sembra aver paura di noi!” osservò Conan.
“Quillsh, sembra quasi che ti stia salutando!” rise Ran, divertita.
Allora anche Ayumi volle cercare di imitarlo. Avvicinò un ditino e questo fu subito avvolto da un altro piccolo tentacolo.
“E’ divertente – rise la bambina, emozionata – quasi mi fa il solletico!”
Quillsh guardò divertito Ayumi giocare con il loro nuovo piccolo amico. Era contento che lei avesse vinto la paura e si fosse messa a giocare insieme a lui con il polpo.
Il rumore battente dell’acqua fece poi scappare il polpo, impaurito.
Matsuda nuotava verso di loro picchiettando insistentemente sull’acqua.
“Ragazzi, tornate indietro – disse il poliziotto, che aveva fatto scappare via il cefalopode – stiamo per tornare al motoscafo!”
Ayumi, arrabbiata, lanciò al poliziotto un’occhiata piena di delusione. Le sarebbe piaciuto avere la possibilità di salutare il suo amico polpo prima che sparisse.
“Che c’è? che succede?” domandò Matsuda, perplesso, avvertendo su di sé dell’energia negativa provenire dai suoi amici.
“Niente signor Matsuda, non si preoccupi – gli assicurò Ran, cercando di minimizzare la delusione dei bambini – dai ragazzi, torniamo dagli altri. Sono sicura che anche noi mancheremo molto al nostro amico polpo!”
“Un polpo? – strepitò Matsuda impaurito – dove? Ragazzi, calma, ci penso io!”
“Lascia stare zio Matsu! – gli disse Quillsh alzando gli occhietti scuri al cielo – inoltre, non hai una pistola e, pur avendocela, non si uccide un polpo con quella!”
Solo in quel momento il poliziotto si accorse di scimmiottare con il pollice e l’indice un’arma da fuoco.
Ran, Conan, Quillsh e Ayumi dovettero far molta fatica per trattenere una risata, mentre tornavano indietro da dove erano venuti.
“Ah… già…” balbettò Matsuda, imbarazzato, rimanendo lì indietro tutto solo.
***
***
***
CIAO A TUTTI!
HO SCRITTO QUESTO CAPITOLO PIANO PIANINO E SOLO ADESSO MI SONO ACCORTA DELLA LUNGHEZZA. COME PROCEDE LA VOSTRA ESTATE? IO SONO APPENA RIENTRATA A CASA, MA MI SEMBRA DI ESSERE IN AUTUNNO INOLTRATO NONOSTANTI ABITI A POCHI PASSI DAL MARE (MAI UNA GIOIA, INSOMMA)!
IL POVERO MATSUDA FA SEMPRE LA PARTE DELLO SPROVVEDUTO E DELLO SVAMPITO (A MIA DISCOLPA E’ IL RUOLO CHE GLI HANNO AFFIBBIATO GIA’ DAL PRINCIPIO GLI AUTORI) :’D.
SPERO SOLO CHE QUESTO MIO SKETCH VI STIA UN PO’ DIVERTENDO. LO SO, DOPO LE PRIME DUE STORIE PIENE DI AZIONE FORSE QUESTA VI SEMBRA MENO AVVINCENTE. IN OGNI CASO, NEL PROSSIMO CAPITOLO LE COSE INIZIERANNO A FARSI PIU’ INTERESSANTI PER LA NOSTRA COMITIVA.
VI RINGRAZIO DI CONTINUARE A SEGUIRMI!
A PRESTOO,
JAPAN_LOVER < 3
   
 
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