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Autore: BALTO97    17/07/2018    3 recensioni
Questa sarà una raccolta di Fiction ispirata a momenti di gioia , di dolore , paura , felicità ma sopratutto amore ! storie che racconteranno la vita di una famiglia , dalla forza che li unisce e dalla voglia di affrontare la vita sapendo che ogni giorno è un nuovo giorno !
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere o dell'orientamento sessuale di queste persone, nè offenderle in alcun modo'
 
“Ti piace?” chiese Jared alzandosi dal pavimento del garage per mostrare a Jensen il mobiletto di legno che stava sistemando dal giorno che l’avevano trovato nella soffitta di sua zia.
“Sta diventando bellissimo” esclamò il biondo ammirando il bellissimi disegni di palloncini colorati che lo decoravano . 
“Oddio amore! Vorrei che fosse già qui!” affermò il moro entusiasta.
“Presto Jay” rispose Jensen avvolgendogli un braccio attorno alla vita e attirando il compagno più vicino. “Presto” 

Quei due mesi sembravano destinati a non passare mai.
Quando aveva preso l’importante decisione di diventare genitori avevano inviato richiese a tutte le comunità educative (un modo carino per definire l’orfanotrofio) del Canada e in Texas ma, per non tralasciare nessuna opzione, contattarono anche un’agenzia che si occupava di aiutare giovani madri che, per svariate ragioni, non poteva prendersi cura della creatura che portavano in grembo.

Dopo circa un mese ricevettero la telefonata che gli cambiò la vita: l’assistente del centro li informava che una ragazza si era rivolta al centro di adozione per far adottare la bambina che avrebbe partorito tra pochi mesi.

Jensen e Jared erano entusiasti! Dio, presto sarebbero diventati genitori di una bellissima principessa 
Passarono un intero pomeriggio al centro commerciale a comprare vestitini, giocattoli e altro . rigorosamente tutto in rosa o fucsia.

Alla loro piccolo non sarebbe dovuto mancare nulla!

Purtroppo la ragazza, come molte, aveva scelto di non avere rapporti con la famiglia adottiva. 
I ragazzi ci erano rimasti male perché ci tenevano a conoscere la madre della loro futura figlia, ma Kim, l’assistente, gli racconto che Kathreen era una ragazza particolare ; 
Aveva solo 19 anni, una famiglia con un passato di droga e dipendenze , frequentava un ragazzo di poco più grande di lei che, dopo aver scoperto che era incita, non si era più fatto sentire .

I ragazzi, dispiaciuti per la storia di questa ragazza, saputo che aveva detto alle assistenti che non aveva soldi per comprare cibo, vestiti e per pagare l’affitto, gli mandarono 400 dollari per aiutarla.

Tutto sembrava perfetto, meno di un mese e avrebbero avuto la famiglia che tanto desideravano e sognavano.

Finché un giorno … 

“Jens sono a casa!” esclamò il marito entrando, felice. Nessun pensiero.

“Siamo qui Jared” rispose la voce di Jensen, atona.

Siamo chi? Si chiese Jaed affrettandosi a raggiungere il marito in salotto.

“Oddio Kim! Ciao‼” disse sorpreso di vedere l’assistente che li aveva seguiti dal primo giorno del loro percorso di adozione 

“Ciao Jared” salutò la donna alzandosi dal divano e stringendogli la mano.

Il moro si sedette sul divano accanto al biondo che, cosa insolita , era cupo e silenzioso.
“Che succede?” chiese preoccupato.

Kim sospirò sfregandosi le mani con fare nervoso “Non è facile da dire …” lo sguardo triste.
“Che…che succede?” ripeté.

“Ecco…come ho già detto a Jensen….Kathreen ha avuto un ripensamento” affermò dispiaciuta l’assistente.

Bastarono quelle 5 parole per congelare il mondo . 

“Come … come un ripensamento?” chiese basito facendo slittare lo sguardo dal viso sconsolato di Kim a quello del marito che, come prima, aveva gli occhi bassi e rassegnati.

“Ieri ha chiamato l’agenzia dicendoci che non aveva più intenzione di dare in adozione sua figlia. Abbiamo provato a parlarle per capire cosa avesse scatenato quella decisione e lei ci ha detto che il suo ragazzo è tornato” 

“Ma … ma può farlo? Può dire di no a soli 3 settimane dal parto?”domandò sconvolto il moro diventando sempre più nervoso

“Può farlo Jay. Lei è la madre…” fu il biondo a rispondere nascondendo la testa fra le mani.

“Cosa? No!” sussurrò incredulo. Poi, quella incredulità si trasformò in qualcosa di peggio … rabbia 

“NO NO NO!” urlò alzandosi in piedi e camminando nervosamente avanti e indietro per il soggiorno.

“Jay, calmati piccolo per favore”provò il biondo quasi intimidito da quella furia che aveva visto solo un paio di volte negli occhi sempre gentili e amorevoli dell’uomo che amava .

“No! Cazzo Jensen no!”rispose invece jared sempre più furioso.

“Dio! C’eravamo vicino! Maledettamente vicini! Abbiamo comprato tutto, detto la notizia alle nostre famiglie e adesso perché quel coglione del suo ragazzo torna FA MARCIA INDIETRO? !” urlò dando un calcio al divano.

Il sogno di avere un bambino era così vicino che quasi lo potevano toccare … e invece Puff , sparito in una nuvola di fumo. Infranto.

“Jay, piccolo mio...Lo so, lo so! Ma ora cerca di calmarti” ritentò il maggiore, staccandogli una spalla.
“Non ci riesco!” urlò, poi si rivolse a Kim. “Cosa avete detto a Kathreen?”

“Le abbiamo parlo. Ragazzi, abbiamo anche informato le autorità che la ragazza non sarebbe stata in grado economicamente e psicologicamente di occuparsi della figlia, ma non ce stato niente da fare. E’ irremovibile!”
L’assistente sapeva perfettamente che l’adozione, seppure una decisione grande e difficile, era l’unica opzione per assicurare un futuro alla bambina.

“Cazzo!” imprecò ancora il giovane prendendo il cellulare tremando. “Ora chiamo Jeff ! Lui farà qualcosa! Scusami Kim....”affermò nervosamente, uscendo sulla veranda. 

Jeff, il fratello maggiore di jared, era un avvocato, che saputo che il suo fratellino aveva intenzione di diventare papà, aveva insistito per diventare il loro legale e occuparsi di tutti i documenti.

Anche per lo stesso Jeff fu un colpo sapere che la ragazza aveva cambiato idea: pure lui, come il resto delle loro famiglia non vedeva l’ora di vederla arrivare a casa.

“Grazie per essere venuta Kim” disse jensen dopo aver accompagnato la donna alla porta: aveva ricevuto una chiamata e doveva andare via di corsa.

“Mi dispiace davvero. Salutami Jared. Ciao.” rispose prima di salire in auto.
Certo aveva detto ai ragazzi che l’eventualità di un ripensamento da parte dei genitori biologici era alta, ma Kathreen era una delle madri più sicure ed era veramente raro che una rinunciasse a sole 3 settimane dal parto, soprattutto se durante il percorso non aveva avuto mai ripensamenti e, come aveva detto gli psicologi, non era mentalmente pronta per diventare madre.

Era doloroso vedere la delusione sul viso di quei ragazzi.
“Sarà fatto. Ciao Kim!” disse salutandola anche con la mano. Poi rientrò in casa, sospirando.

“Jared...” disse il biondo appoggiandosi sulla porta veranda”....Kim è dovuto andare via. Ti saluta. Come è andata con Jeff?” 

“Oddio. Grazie!” disse raggiungendolo e poi seguendolo in salotto.“Jeff ci aspetta domani”affermò serio, poi sbottò. “Dio! quella stronza … i nostri soldi gli hanno fatto comodo però!” continuò con fare sprezzante.

Il maggiore sapeva che quelle parole erano dettate dalla rabbia, il moro non era in grado di pensare quelle cose.

“Non lo pensi davvero” sussurrò accarezzandogli il braccio. “Jay, piccolo...” sussurrò accompagna dolo sul divano. Si sedettero vicino con Jensen che continuava quella gentile carezza sperando di calmare il compagno visibilmente più che sconvolto per quello che era appena successo.

“Jensen...Io....”sussurrò facendo crollare quella maschera di rabbia rivelando due occhi lucidi ricolmi di lacrime.

“Amore andrà tutto bene” disse il maggiore dandogli un bacio sulla fronte.

Si sdraiarono sul divano con Jared drappeggiato sul corpo del compagno con l’orecchio sul suo cuore. Non c’era suono migliore al mondo per calmarsi. 

Il giorno dopo, verso le 8, andarono nell’ufficio di Jeff.

L’uomo accolse il suo fratellino e il compagno calorosamente con un stretto abbraccio. 
“Che bello vedervi. Ma sediamoci” disse entusiasta sedendosi alla sua scrivania.

“Vorrei che fossero circostanti migliori” rispose Jared, imitandolo seguito dal maggiore,

“Puoi fare qualcosa per noi, Jeff ?” chiese il marito, la mano stretta in quella del marito.

L’espressione sconsolata che dipinse il viso dell’avvocato non era quello che i due volevano vedere. 

“Mi dispiace dover essere io a dovervi dare questa notizia … ma come sapete in America ci sono molte leggi che tutelano i genitori biologi ma, purtroppo , poche che tutelano quelli adottivi” affermò estraendo un plico di documenti dal cassetto

“In caso di adozione di un neonato i diritti della madre finiscono nel momenti in cui, dopo il parto , firma il documento di rinuncia alla genitorialità”

“Quindi non puoi fare niente?” chiese il moro leggermente adirato.

“Jeff, questa ragazza si è rivolta all'associazione, ha dichiarato di non potersi prendere cura del figlio economicamente e … e ha firmato il consenso per cercare una famiglia adottiva ” intervenne jensen.

“Lo so, ma anche se ha detto di non volere il bambino finché non firma il documento di rinuncia ho le mani legate!” 

“NO!” urlò Jared scattando in piedi facendo cadere la sedia.

“Mi stai dicendo che questa ragazzina va in centro per adozioni, si fa mandare dei soldi e quando quel piccolo stronzo pezzo di merda del suo ragazzo torna, lei può tirarsi indietro senza conseguenze ” 

“Mi dispiace fratellino..” disse il fratello molto triste per aver detto al suo fratellino che non poteva aiutarlo a realizzare il suo sogno.

Jared, incapace di dire altro, si alzò e uscì dallo studio senza aggiungere niente sotto gli occhi del compagno e del fratello.

“Grazie Jeff” sussurrò il maggiore alzandosi.

“Ciao Jens. Dopo chiamo Jared...mi dispiace vederlo così....” disse, mentre il biondo annuiva e andava dal marito e cerca di consolarlo come meglio poteva, avvisandolo che Jeff lo avrebbe chiamato.

Da quel giorno passò una settimana. 

Tra gli amanti non mancavano mai le dimostrazioni d’affetto, baci, coccole sul divano e passione a letto.
Ma Jensen lo leggeva negli occhi del suo amore, sapeva che quel dolore per quella bambina che gli era stata strappata era ancora molto forte.

Jared era sicuramente quello che aveva manifestato la rabbia più fisicamente: non riusciva a concentrarsi sul capitolo del suo nuovo libro e ogni volta che vedeva una famiglia con un bambino aveva solo voglia di urlare e prendere a pugni qualcosa.

Avrebbe voluto parlarne con Jensen, avrebbe dovuto , ma sapeva che il compagno stava soffrendo forse più di lui; solo poche settimane prima avevano detto addio a Zeus che si era spento sotto i suoi occhi. 

Quando avevano ricevuto la notizia che erano stati selezionati per questa bambina aveva visto il viso del biondo illuminarsi e irradiare gioia come non faceva da tempo. E ora Jensen di nuovo piombato nel dolore come lui.

Sembrava un terribile e credule scherzo del destino: prima avevano perso il loro amato cane e adesso questo. Era troppo da sopportare. 

Non c’è la faceva più a passare davanti a quella che sarebbe stata la camera della loro bambina e vederne i giochi, il lettino, le tutine che mai sarebbero state usate! Con le lacrime agli occhi imballò tutto e iniziò a caricarle sul suo pick up.

Jensen, di ritorno dalla palestra, aveva visto il marito caricare tutta quella roba. Rimase fermo a guardarlo per un po’. Anche lui ora con le lacrime agli occhi

Qualcuno gli avrebbe detto di fermarsi, che potevano usarli in futuro, ma Jensen così come Jared sapeva che quelle cose si portavano dietro il ricordo della più grande delusione della loro vita.

Guardarli voleva dire ricordare, ricordare voleva dire soffrire .
Così Jensen, sempre senza dire, niente si unì al compagno e dopo aver svuotato la stanza portarono i giochi a un’associazione di beneficenza per famiglie bisognose.

In apparenza Jared diceva che stava bene, che aveva superato la cosa, ma non era così e Jensen sapeva che doveva fare qualcosa per ridargli la speranza.

Una mattina, dopo la sua corsa, Jared stava entrando in casa quando sentì dei rumori provenire dal garage, così incuriosito vi entrò.

“Jens ma che fai ?” chiese osservando il biondo, inginocchiato accanto al mobile che stava verniciando, con gocce di pittura azzurre sul viso, vestiti e i capelli che lo osservava a sua volta sorridendo.

“Vieni Jay” lo incoraggiò porgendogli un pennello.

“Io non … “stava per replicare che non aveva voglia di mettersi a lavorare su quel mobiletto che non faceva altro che ricordagli quella grande delusione.

“No! Basta piccolo! Ora ascoltami!” lo interruppe il biondo alzandosi.
“So che sei deluso, triste e arrabbiato. Lo sono anche io” disse “Ma Jared non possiamo arrenderci e smettere di lottare! Non permettiamo a una ragazzina immatura di infrangere il nostro sogno” affermò il biondo accarezzandogli dolcemente il viso.

“E se non ce la facessimo?” chiese il moro, occhi lucidi, beandosi del tocco della mano del moro.

“Ci riusciremo amore mio, ti prometto che andrò tutto bene! ”

Jared commosso davanti a quelle parole, a quegli occhi verdi meravigliosi e tutto l’amore che il viso sorridente del suo amato gli infondeva, non poté evitare di lasciare alle spalle il rancore che provava.

Essere arrabbiati non serviva , non gli avrebbe dato la bambina che volevano e sicuramente non faceva bene al suo matrimonio.

“Tu non puoi immaginare quanto ti amo” sussurrò Jared allungando le mani attirandolo in un profondo e passionale bacio 

“mmm” gemette il biondo allontanandosi appena “posso immaginarlo”

Poco dopo, entrambi sporchi di vernice fin sopra i capelli, ridevano incessantemente mentre invece che dipingere il mobiletto si schizzavano la vernice l’un l’altro scherzando come ragazzini , ragazzini profondamente innamorati.

All’improvviso il cellulare di Jard squillò interrompendo il loro gioco.

“Jeff ciao!” rispose.

Ma Jensen non era intenzionato a lasciarlo in pace e, armato di pennello, cercava di sporcargli ulteriormente il viso.

“Smettila” sussurrò spostando il telefono e cercando di tenerlo fermo contro il suo petto per poi appoggiarselo all'orecchio. Le parole di Jeff gli fecero cambiare espressione.

“Oh!!” esclamò sorpreso Jared. Sentendolo anche il maggiore si calmò e lo guardo incuriosito, cercando di ascoltare.

“Aspetta Jeff ti metto in vivavoce”

“Ciao Jeff” salutò Jensen.

“Ciao! Come dicevo a Jared...” affermò l’uomo al telefono ”....ho scoperto che la ragazza non ha speso i 400 dollari che le avete mandato né per il cibo o l’affitto, ma li ha dati al suo ragazzo che li ha spesi tutti in bar e strip club” raccontò.

“Cavolo” disse Jensen incredulo che Kathreen, dopo l’ennesima prova della stupidità del suo ragazzo, sia ancora decisa a crescere la piccola, con lui.

“Ad ogni modo, visto che i soldi non sono stati spesi per le esigenze della madre o per quelle della bambina posso fare in modo che vi vengano tutti restituiti e, se solo prova a replicare, la porto davanti a un giudice” 

I due si guardarono solo. Entrambi sapevano esattamente cosa dire.

“Apprezzo molto il tuo aiuto fratello...” disse Jared senza distogliere gli occhi da quelli del compagno”....ma non vogliamo avere più rapporti con lei e, se quei soldi, le faranno capire che quel tipo è uno stronzo allora saranno soldi ben spesi” concluse mentre Jensen annuiva sorridendo.

“Come volete ragazzi. Beh!, ci sentiamo per il pic nic di domenica” li salutò Jeff riattaccando. 
“Tutto bene piccolo?” chiese il biondo.
“Si... amore mio. Si. Tu?” gli occhi chiari puntati in quelli del marito.

“Anch'io...Beh...” fece all'improvviso ”...che ne dici se …” e iniziò ad accarezzandogli i fianchi languidamente. Sapeva che Jared adorava quando gli faceva un leggero solletico sotto la maglietta, sfiorandolo appena. ”...tu e io...” continuò facendo dei leggeri grattini nel mentre il moro non poteva trattenere un gemito di piacere, ”....nella docc...” non riuscì a finire che Jared, prima lo baciò voracemente e poi, perdendolo per mano, iniziò a trascinarlo su per la scale. Direzione : la doccia! 

La mattina seguente, dopo una notte di sesso sfrenato, jensen era seduto al bancone della cucina intento a fare colazione e a guardare le notizie del mattino quando, due enormi braccia gli avvolsero il torace.

“Buongiorno” sussurrò il moro dandogli un bacio tra i morbidi capelli.

“Puzzi!” replicò il maggiore.

Jared era appena tornato dalla sua corsa mattutina e non odorava proprio di rose e brezza di mare!

“Gentile” rispose dandogli una pacca sulla schiena, subito dopo avergli dato un altro bacio.

“Tieni, ho preso la posta” disse porgendogli alcune lettere.

Jensen le prese e iniziò a sfogliarle, ma una in particolare attirò la sua attenzione e quando lesse il nome del mandante gridò!

“JAREDDDD” 

Il più piccolo, che stava bevendo un bicchiere di spremuta a sentire il suo nome urlato in quel modo, si spaventò e sputò la bevanda sul ripiano.

“Cosa c’è?” chiese preoccupato.

Jensen non disse nulla, si avvicinò al compagno strappando freneticamente la carta, estraendo la lettera e leggendo.

“Jens !” lo richiamò confuso.

“O mio Dio” esalò appena il biondo appoggiandosi al bancone portandosi la mano sulla bocca incredulo.

“Cosa? Cosa succede ?” Jared ormai era in preda all’ansia.

“Leggi”

Jared prese la lettera e, come aveva fatto prima il biondo, lesse tutto d’un fiato e ripetendo il gesto del maggiore esclamò un “o mio Dio” portandosi la mano sulla bocca.

“Ok, piccolo stiamo calmi, stiamo calmi” affermò Jensen passandosi una mano tra i capelli.

“Forse dovremmo chiamarli e aspettare … forse … forse” tentennò ancora. Anche l’ultima volta si erano veramente emozionati, per poi venire delusi.

“Chisse ne importa !” esclamò jared lanciando le braccia in aria non riuscendo a contenere la gioia.
“Avremo un bambino !!!!!” urlò abbracciando il marito stretto , strettissimo a sé. 

“Si amore! Si!!!” confermò il biondo sorridendo con gli occhi lucidi e un sorriso ebete che non ne volava sapere di andare via “Avremmo un bambino!” 



Mittente : comunità educativa “guardian angel” di Arlen, Texas 

Alla corte attenzione dei Signori Jensen R. Ackles e Jared T . Padalechi 

Vi informiamo che, conclusi i controlli di routine a seguito della vostra domanda di adozione, vi comunichiamo che siete risultati idonei e la vostra richiesta è stata accettata. 

Appena vi è possibile contattateci al numero 23#########

Vi metteremo in contatto con un’assistente e una psicologa che vi seguiranno dalla firma dei documenti al giorno dell’incontro con il bambino/a.

Grazie per aver scelto la nostra comunità 
Cordiali saluti
 
 
 
 
Eccomi !
Spero che la storia vi sia piaciuta e che , soprattutto , non abbia offeso la sensibilità di nessuno dato che l’adozione è un tema assai delicato su cui tutti hanno opinioni differenti .
Ringrazio di cuore la mia best amica TeamFreeWill per aver betato la storia
Saluto il gruppo con un abbraccio e un bacio <3
Ringrazio e saluto tutti coloro che troveranno il tempo di leggere e recensire
   
 
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