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Autore: SweetPaperella    18/07/2018    2 recensioni
Maria Sole Contini, ha 17 anni e ha una passione: il calcio, lo ama da quando ne ha memoria, da quando fin da bambina giocava con suo padre e suo fratello Tommy.
Finalmente il suo sogno sta per essere realizzato: grazie a una borsa di studio, passerà il suo ultimo anno di scuola a Boston, alla Eagles high school, che ha anche una prestigiosa scuola di calcio.
Una nuova vita, una nuova scuola, nuove compagne di squadra... è un sogno sì, ma non tutto sarà facile per Sole, anche perché dovrà fare i conti con il suo passato, se vorrà davvero riuscire a guardare avanti.
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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CAPITOLO UNDICI 

 

Il giorno dopo la sua sfuriata, non ha rivolto la parola quasi a nessuno, Nick stesso capendo che lei non ha voglia di parlare ha smesso di cercarla, capendo che sarebbe andata lei a chiarire quando si sarebbe sentita pronta. Ha imparato a conoscerla abbastanza bene da sapere che se messa sotto pressione, reagisce ancora peggio, ieri ne ha avuto la prova evidente. 

Il loro sguardi si incrociano spesso durante la lezione di letteratura e durante il pranzo, ma niente di più di questo, Sole vuole prima chiarire con la squadra, prima di chiarire anche con lui. A dire il vero in questo momento vorrebbe allontanarsi da tutto e tutti, non dover chiedere scusa, non dover dare spiegazioni per la sua crisi di nervi, vorrebbe tornare in Italia, con le persone che conoscono il suo dolore, conoscono il suo passato e se per caso fa una sfuriata non le dicono niente. A volte non avrebbe voluto proprio andarci o non aver conosciuto nessuno, isolarsi dal mondo per non dover dare spiegazioni inutili. A volte perfino per essere così riservata.

Talmente é presa dai suoi pensieri che non ha preso nemmeno un appunto a lezione e durante l’ultima ora, guarda fuori dalla finestra, non fingendo nemmeno di ascoltare la docente che spiega la sua noiosissima lezione.

«Contini se la lezione ti annoia troppo puoi anche uscire dall’aula sai?» le dice lei avvicinandosi al sul banco, Maria Sole talmente presa dai suoi pensieri che non si è nemmeno accorta che si avvicinava, sobbalza nel momento in cui sente la sua voce.

«Io.. mi scusi professoressa, mi ero distratta» ammette Maria Sole, cerca di scusarsi, ma la docente le assegna degli esercizi extra per il giorno dopo, ha visto che è stata distratta per tutta la sua lezione, persa nei suoi pensieri e ha sentito qualche suo collega, lo è stata anche con loro, fare degli esercizi extra le farà solo bene.

Sole annuisce, ma sbuffa non appena la professoressa si gira per tornare verso la cattedra, poco dopo suona la campanella e si chiede perché non è suonata prima. Raccoglie le sue cose e si allontana senza rivolgere la parola a nessuno, dovrà andare agli allenamenti quel pomeriggio, anche se non gioca deve andare e come se non bastasse deve fare tantissimi compiti per il giorno dopo. Sperava che quella potesse essere una giornata migliore, ma non è così.

Arriva negli spogliatoi prima di tutti, é già cambiata quando arriva il resto della squadra, la salutano, ma è evidente che voglio le scuse da parte sua. Sole si sente sotto esame e ciò la rende parecchio nervosa, se poco prima aveva un discorso da fare, ora non sa assolutamente che cosa dire per giustificare il suo comportamento del giorno prima, anche perché sa bene che non ha scusanti. Si è comportata male, punto. 

«Io.. vorrei prendere la parola per prima al briefing se siete tutte d’accordo» chiede alzando la voce solo di poco, prende più tempo per chiedere scusa, forse il suo discorso le tornerà alla mente. Odia dover parlare davanti a tutti, dire di sé, ma deve farlo, deve farlo se vuole diventare una vera leader, se vuole essere parte integrante della squadra. 

Le altre annuiscono e Ashley la guarda senza dire nulla, il suo sguardo vale più di mille parole, le va bene, ma comunque non ha dimenticato ciò che ha fatto e si capisce anche dal suo sguardo che qualsiasi sia la sua giustificazione, non l’accetterà mai. Pensa davvero che Maria Sole sia una ragazzina che ha ottenuto talmente tanto dalla vita, che alla prima delusione si arrende e non riesce a gestire la situazione complicata. Pensa che ha sempre avuto la strada spianata e che non sia in grado di affrontare le difficoltà della vita, tanto meno le difficoltà di stare in squadra, sono tutti bravi a essere uniti quando si vince, ma il bello arriva quando invece si perde, perché è lì il momento che si diventa ancora più unite, é nelle difficoltà, nei momenti no che si diventa una vera squadra.

Scendono in campo e si riunisco in cerchio. Luke è già in campo quando arrivano tutte e Sole prende immediatamente la parola, prima che perda il coraggio.

«Volevo chiedere scusa a tutti voi per il mio comportamento di ieri, non voglio giustificarmi, tanto meno non voglio impietosirvi con la storia della mia vita, anche perché è difficile per me parlarne, é difficile per me esprimere ciò che ho dentro, ma voglio solo dirvi che avevo litigato con mio padre per questioni famigliari che non sono mai riuscita a risolvere... e... prima o poi ve lo racconterò promesso, ma ora, ora vi chiedo solo di accettare le mie scuse senza dovervi spiegare...» le lacrime stanno rigando il suo viso, sia perché è mortificata e spera che loro possano accettare quelle misere scuse senza spiegazione logica e sia perché ogni volta pensare a Tommy la fa stare male, ci pensa sempre e non riesce a non versare lacrime amare, a sentirsi mancare l’aria. Ne uscirà mai? Si chiede spesso Sole, ma la risposta é che probabilmente no, non ne uscirà mai.

«Scuse accettate, anche se penso che in una squadra si debba condividere tutto, perché è dalle difficoltà che si diventa più forti e soprattutto lo si diventa insieme. Finché non ti fiderai di noi Maria Sole, non sarai mai veramente parte integrante della squadra e sarai sempre circondata di persone, ma sarai comunque sola. Pensaci. Detto questo prenditi il tuo tempo per riuscire a dirci cosa ti fa stare male.» é Ashley a parlare e sorprendere tutti, inaspettatamente quelle parole sono uscite dalla sua bocca senza che nemmeno lei si rendesse conto di averle pronunciate, forse perché a volte anche lei si sente così, si sente circondata di tante persone, ma infondo é sola. É sua nonna la sua unica e vera amica, la sua compagnia più sincera. 

Sole la guarda veramente sorpresa, tanto che si limita semplicemente a sorriderle e annuire, le parole sono bloccate per il forte stupore, pensava di essere ancora una volta rimproverata dal suo capitano. A volte anche Ashley é in grado di sorprendere e lo fa in grade stile, dispensando saggi consigli, che la rendono una perfetta leader. Si rende conto che dovrebbe prendere esempio da lei. Non la conosce bene, ma dovrebbe imparare a farlo seriamente stavolta. Smettendo di pensare a se stessa e guardarsi di più intorno. 

Subito dopo le scuse di Maria Sole, iniziano gli allenamenti. Sole fa i giri di campo con la squadra, i pesi, gli addominali, i salti, tira i calci di rigore, ma al momento della partita per organizzare lo schema di gioco, lascia la squadra per andare a finire l’allenamento in palestra, tanto lei non giocherà sabato, quindi è inutile che resti in campo.

Si mette le cuffie e corre sul tapis roulant, immergendosi totalmente nei suoi pensieri al punto di non accorgersi che non è sola. C’è anche parte della squadra maschile, in attesa che finisca l’allenamento femminile per entrare loro in campo. 

Nel sentire il suo nome sussulta visibilmente e alza lo sguardo. Si ritrova davanti Nick, con il suo compagno di squadra dai capelli biondi ossigenati, che sembra che una mucca lo abbia leccato, talmente la sua frangia è incollata al volto, a volte Sole si domanda come faccia vedere la palla. Ha i suoi occhi puntati, sono di un marrone intenso, molto penetranti che posso quasi spogliarti con un solo sguardo. 

«Ehm... dimmi Thomas» gli dice, sorridendo lievemente a Nick e facendo un cenno di saluto. 

«Ma è vero che sei fuori sabato?» domanda incredulo, a quanto pare la notizia era già trapelata, ma Sole non se ne stupisce più di tanto, ormai sa come funzionano le cose alla Eagles high school, tutti sanno di tutti, tanto che spesso si sente un po’ protagonista della serie tv “gossip girl”, in cui tutti sanno di tutti e tutti devono sapere ogni cosa dell’altro, perché sennò finisce il divertimento. Amava quel telefilm, ma sinceramente non le piacerebbe stare sempre sotto i riflettori e soprattutto su un sito internet che chiunque potrebbe leggere, le basta il giornalino della scuola che spettegola su di lei e tanti altri studenti.

«Già, é così.» ammette, non capendo però se il ragazzo lo vuole sapere per rimproverarla o perché è preoccupato dal fatto che è stata messa fuori squadra.

«Cosa hai combinato per fare incazzata Luke? Ci riescono veramente in pochi»

«Ho mandato a quel paese Ashley.»

«Benvenuta nel club allora, l’ho fatto pure io lo scorso anno, a volte quella ragazza mi irrita, é troppo perfettina, almeno è così che vuole apparire, ma non lo è. Dovrebbe imparare a essere meno perfetta e lasciarsi guidare più dalle emozioni» Sole ride quando sente che anche lui si è arrabbiato con Ashley al punto da mandarla a farsi un giro, ma si stupisce dalla descrizione fatta di Ashley, sinceramente lei non l’aveva mai vista sotto questa ottica, non aveva mai pensato a Ashley come una persona che non è capace di lasciarsi andare, di lasciarsi guidare dall’emozioni. Forse non sono poi così diverse, Luke aveva ragione.

«Ascolta, ti va di unirti a noi stasera per qualcosa da bere?» le chiede ancora Thomas, indicando se stesso e Nick, a quanto pare sono arrivati al vero motivo per cui solo lì. 

«Non posso, ho una marea di compiti da fare e non è una scusa, giuro.» mette subito le mani davanti, avendo capito che tipo é Thomas, preferisce le feste allo studio, ma è senza dubbio un bravo studente o sarebbe già fuori squadra. Per poter giocare bisogna avere una buona media, almeno tra B e C. Lui senza dubbio ce l’ha è il portiere dei ragazzi, titolare e fuoriclasse, ha la nomina di aver parato 3 rigori su 5 durante un campionato e aver portato alla vittoria.

«Così ferisci i miei sentimenti e quelli del tuo ragazzo, sappilo» risponde Thomas, fingendosi offeso per quel rifiuto. Ha capito che tra il suo amico e Sole c’è tensione e ha voluto giocarsi la carta dell’uscita tra amici per far sì che i due chiarissero, ma non ci è riuscito. Nick glielo aveva detto che sarebbe stato un vano tentativo, conosce bene oramai la sua ragazza. 

Già, lui è il suo ragazzo, che al momento non ha ancora aperto bocca, si è solo limitata a fissarla, a studiare il suo comportamento, il suo viso.

«Bè mi dispiace, sarà per la prossima volta.» dice infine, intanto continua a correre, ed é sudatissima.

«Se vuoi più tardi passo da te e ti do una mano o possiamo andare insieme in biblioteca» finalmente Nick si ricorda di avere anche lui l’uso della parole e si rivolge a lei, lo fa quasi incerto, timido, come se quello fosse il loro primo appuntamento. Si vede che non sa come comportarsi e teme di sbagliare qualcosa. Devono parlare, questo è chiaro.

«Si, in biblioteca direi, ci vediamo lì dopo cena» é contenta che sia stato lui a fare il primo passo, forse lei non l’avrebbe fatto.

Si salutano con un semplice “a dopo” e Thomas facendole l’occhiolino.

Cena solo con un po’ di insalata, ha lo stomaco chiuso e si dirige in biblioteca. Si sente come una bambina alla sua prima cotta. Infondo quello che dovrebbe sentirsi così é Nick, il quale le ha dichiarato il suo amore e lei é stata in silenzio, dicendogli di voler restare sola. Si è comportata malissimo ed é questo motivo che si sente così, lei probabilmente se fosse in Nick si sarebbe già lasciata. Magari vuole fare proprio ciò, anche se l’ama.

I suoi pensieri la tormentano al punto da sbattere quasi contro il tavolino dove di solito si siede per studiare. Alza lo sguardo e Nick é già lì che l’aspetta. É bello da togliere il fiato, i suoi capelli sono profumati, Sole vorrebbe solo sedersi accanto a lui, baciarlo e affondare la mano nei suoi ricci. Ma non lo fa, rimane in piedi ad osservarlo e solo allora nota il suo sguardo triste, che la fissa in silenzio, ma che in quel momento sta esprimendo più di mille parole.

Vorrebbe solo scappare e allontanarsi da lui, sente che non può offrigli quello che lui desidera, sente di non essere alla sua altezza, all’altezza di una persona meravigliosa come lui, piena di vita, di voglia di fare, di desiderio e di emozioni. Sente che lo sta distruggendo e facendo soffrire e lei non vuole che lui soffra, è l’ultima persona al mondo che vorrebbe vedere soffrire, ma standole accanto succederà. Non vorrebbe lasciarlo, non vorrebbe che tra loro finisse, ma forse è costretta a farlo, a fargli male per non farlo alla sua vita. Lei è una persona troppo complicata, con un passato troppo difficile per essere felice davvero, non riuscirà mai a vivere fino infondo senza sentirsi in colpa. Non si può rifare mai completamente una vita, avere una vera storia d’amore, se ogni volta che si lascia davvero andare, pensa che Tommy non potrà mai avere tutto questo, non potrà sposarsi, avere dei figli... non potrà fare più niente. Lei si sente in colpa ad amare pazzamente Nick e se ne rende conto solo ora che il ragazzo gli ha aperto le porte del suo cuore, solo ora che sa che anche lei ricambia quel sentimento con tutta se stessa.

Per giunta ha paura di soffrire ancora, sarà mai in grado di lasciarlo in America se lei andrà in un’altra squadra di calcio, in un’altra città? Vedersi di rado, doversi promettere di incontrarsi in quel giorno, lei, lei che odia le promesse, che odia dover stare in pensiero per le persone che ama, non sa se sarà in grado di affrontare tutto ciò. 

«A cosa pensi Sole?» le chiede, infrangendo il silenzio maldetto che si era anteposto tra loro come un muro.

«Io... io penso che non possiamo stare insieme, io penso che tra noi non potrà mai funzionare, ci abbiamo provato, ma non ha funzionato.»

«E su che basi non ha funzionato, sentiamo...»

«Perché solo ora mi sto rendendo conto che ci separeremo, io voglio andare in Spagna, farò domanda a diverse scuole di calcio, ma la mia prima scelta é il Futbol Club Barcelona»

Nick veramente non riesce a capirla, possono essere ancora felici insieme prima di pensare al futuro, prima di fare progetti. Si è vero, lui vuole andare a Yale o ad Harvard, ma questo non esclude il fatto che possono continuare a stare insieme o che lui possa decidere di seguirla.

«Sole perché pensarci adesso? Si abbiamo fatto le domande, si io spero che mi prenda Harvard... si vorrei restare qui se possibile, ma so anche che ti seguire in campo al mondo, perché ti amo e voglio stare con te, non sono mai stato così sicuro di qualcosa in tutta la mia vita. Sono cresciuto con il sogno di fare l’avvocato avevo solo questo che mi faceva sentire vivo e combattere, poi sei arrivata tu e ora so che voglio essere un avvocato, ma con te al mio fianco.» le apre ancora una volta il suo cuore, ora sta a lei la scelta, rifiutarlo o accettare la sua proposta.

«Tu sei pazzo, non voglio che rinunci al tuo sogno per me, non devi farlo. Io non sono nessuno per dirti di seguirmi in capo al mondo» é arrabbiata per queste sue parole, possibile che non capisca, possibile che renda tutto più difficile, lei lo sta lasciando e lui continua a dirgli che l’ama e che vuole stargli accanto. 

«Tu mi stai allontanando perché hai paura! Hai paura di soffrire, hai paura di perdere chi ami come hai perso tuo fratello.» ora è anche lui piuttosto arrabbiato, tira fuori il suo dolore senza pensarci. É così ostinata, é così testarda, spaventata da non capire che insieme possono affrontare ogni cosa, se solo si fidasse.

«Ma che ne sai tu eh? Che ne sai tu della morte di mio fratello, cosa ne sai? Non ti azzardare più a nominare Tommaso, mai più capito? É finita Nick, é finita.» le lacrime le rigano il viso, non voleva piangere, non voleva come sempre fare la figuraccia di essere troppo emotiva, ma ancora una volta non ci è riuscita. Non sopporta che lei persone le vengano a fare la predica sulla sua vita, anche se è il ragazzo che ama. Nessuno, nessuno deve nominare Tommy, nessuno conosce la sua sofferenza, tanto meno Nick, che infondo conosce sei mesi.

Lo lascia solo nella biblioteca, sbattendo la porta alle sue spalle, non riesce a guardarlo negli occhi, non riesce più a parlare. É ferita, arrabbiata, delusa, triste. Ha appena lasciato l’unico ragazzo che abbia mai amato, ma in questo momento non vuole nemmeno sentir parlare di lui, non dopo ciò che le ha detto, non dopo ciò che si è permesso di dirle. 

Per giunta deve ancora finire i compiti, ma è talmente sfinita che si butta sul letto senza pensarci e si addormenta, con i testa ancora le parole di Nicholas.

“Tu hai paura di perdere le persone che ami come hai perso tuo fratello” e la cosa che le fa più male di tutti, é che lui ha maledettamente ragione. 

 

Per la prima volta da quando è a Boston, arriva in classe del tutto impreparata, non ha svolto i compiti o quanto meno per metà, si è alzata prestissimo per poterli svolgere almeno in parte, ma si rende conto di aver fatto davvero il minimo indispensabile e sa bene che si beccherà un’altra punizione se viene scoperta. 

Spera con tutto il cuore di non essere chiamata lei, ma ultimamente non se la passa troppo bene e la docente chiama proprio lei. Si alza cercando di non mostrare il suo disagio, la prima espressione é quella che conta, se mostra sicurezza magari le fa domande semplici e può cavarsela. Avanza sicura, almeno ci prova, non sa quanto in realtà ci sia riuscita, la paura di prendere un brutto voto é tanta. 

Risponde a qualche domanda, ma quando le viene chiesto ciò che è stato spiegato di recente entra completamente in confusione, la docente non vuole rimandarla a posto con un brutto voto, così le chiede di vedere i compiti, ma quelli sono fatti solo a metà e così Sole torna al posto con una misera D e con una punizione per quello stesso pomeriggio, si dovrà trattenere a scuola oltre le lezioni per recuperare tutti i compiti che non è riuscita a fare. Non era mai finita in punizione in vita sua. Si chiede come mai ultimamente le sta crollando tutto addosso, come mai si sente cosi avvilita, così poco combattiva. Si chiede perché non riesce più a studiare, a concentrarsi come quando è arrivata, che tutto era nuovo si, ma semplice. 

Era tutto più facile all’inizio e ora, ora che sta quasi per realizzare il suo sogno, si sente stanca, sfinita, senza forze, tanto da pensare di mollare tutto, di rinunciare agli sforzi fatti finora. Arrivare a un passo da qualsiasi traguardo spaventa e Sole se ne sta rendendo conto perfettamente solo adesso. Quando si cammina per raggiungere un sogno è facile, si è concentrati e non si vorrebbe mai smettere di camminare, si vorrebbe raggiungere subito, ma quando manca poco per far sì che diventi realtà, si ha paura di scoprire cosa ci sia davvero dall’altra parte, si ha paura di aver sbagliato tutto, di aver fatto sacrifici inutili per anni, si ha paura di fallire, di sbagliare e deludere gli altri, ma soprattutto se stessi. Ecco Sole si sente così. 

«Sole vieni a vedere le prove oggi?» le chiede Mary Kate raggiungendola a pranzo, ormai è abitudine che pranzino insieme, a volte le raggiunge anche Juliet, come quel giorno.

«Mi piacerebbe, ma sono in punizione. Non ho svolto i compiti di letteratura e mi ha dato una misera D.» confessa alle sue amiche il suo fallimento, ciò la fa sentire ancora più frustrata.

Kate scuote la testa e la guarda male, si erano fatte una promessa. 

«Lo so Kate, ieri io e Nick ci siamo lasciati ecco il motivo.» confessa anche ciò e quasi le viene da piangere, cosa può dire alle sue amiche, come può spiegare il fatto che tra lei e Nick sia finito tutto, ora si rende conto che il motivo per cui l’ha allontanato é davvero stupido, ma non può tornare indietro, non vuole tornare indietro.

«Cosa?» esclamando a l’unisono alzando la voce, tanto che alcune persone si girano verso il loro tavolo per capire cosa stia succedendo di tanto clamoroso.

Sole fa segno di fare silenzio e abbassa la voce lei stessa affinché possano ascoltare solo loro. Raconta ogni cosa e lei due ragazze la guardano non capendo, sta male per la loro rottura, ma allo stesso tempo non vuole rimettere le cose a posto.

«Credo che devo stare da sola per un po’ per capire meglio me stessa, devo imparare a vivere, non solo a sopravvivere» dice per chiarire i dubbi.

«Se é questo il motivo fai bene, basta che tu non l’abbia allontanato per paura di perderlo.» ribatté prontamente Kate. Sole abbassa lo sguardo e ride, le viene da ridere perché Kate la conosce davvero bene, a volte le sembra di avere accanto sempre la sua amica Ludovica, con la quale non deve mai parlare, la quale capisce sempre tutto. Anche con Kate è così, la capisce semplicemente con uno sguardo. 

«Tana per Sole. Prenditi del tempo per te, ma non privarti dell’amore per paura, amare é la cosa più bella del mondo e tu hai tutto il diritto di essere felice.» le dice ancora e Sole annuisce, per poi abbracciarla forte, le sue parole la fanno sempre stare bene. Inoltre sia lei che Juliet si offrono di aiutarla con i compiti, quando Sole spiega come si sente, spiega che non riesce più a studiare come vorrebbe, organizzando un gruppo di studio, almeno delle lezioni che hanno insieme. 

«Spera che non lo venga a sapere il mister della tua punizione» le dice Juliet, sapendo che ciò aumenterebbe i suoi giorni di esclusione dalla squadra e a breve ci saranno dei reclutatori per scegliere le ragazze più brave da inserire nei loro collage e nelle proprie squadra, tra cui il barcellona. 

«Sarò io a dirglielo, spero che ciò lo apprezzerà» ed é ciò che farà, andrà da Luke a confessare tutto, ha capito che è la cosa giusta da fare, magari può dargli anche qualche saggio consiglio per riprendersi da questa apatia che l’ha contagiata. 

Dopo il suo pomeriggio di punizione e aver studiato tutto il tempo, cercando di non farsi distrarre da nulla, nemmeno dagli studenti che invece di studiare, ascoltavano la musica e chiacchieravano. Certo non è stato semplice, soprattutto con i pensieri che continuamente le affollavano la mente.

Quando arriva da Luke a punizione conclusa, lui sembra quasi aspettarla.

«Mister volevo dirti che oggi sono stata in punizione perché ieri non ho finito i compiti, volevo che lo sapesse da me, non sono venuta prima perché appunto ero in aula punizioni» è inutile girarci intorno, glielo dice senza troppo indugi.

«Lo so già, ma sono contento che tu sia venuta a dirmelo lo stesso. Ora Maria Sole credo che tu ti sia resa conto da sola delle conseguenze del tuo gesto e sei stata già punita, quindi non credo che sia giusto punirti ulteriormente, anche se te lo meriteresti. Un altro episodio del genere e non giochi nemmeno sabato prossimo e vengono dal Barcellona per vedere te e Ashley.»

Sole si sente quasi svenire, il Barcellona andrà lì per vederla giocare, sente il cuore scoppiarle nel petto, è felice, immensamente felice, ma improvvisamente torna anche la paura di fallire, di non essere all’altezza. Odia essere insicura. 

«Io proverò a non deluderti.» sussurra quasi, cercando di nascondere le sue emozioni, le sue emozioni negative. Sorride, ma dentro sta morendo di paura, spera solo che Luke non se ne accorga.

«Vuoi parlare con me di cosa ti sta succedendo?» 

«Ehm... Si.» dichiara infine e improvvisamente si ritrova a tirare fuori tutto il suo dolore, la sua rabbia, la sofferenza, le sue paure. Non nomina Tommy, non dice nemmeno a Luke tutta la verità, ammette solo di aver litigato con suo padre per una promessa che lui gli ha fatto e da allora non lo sente, ha evitato di chiamarlo, ma sa che deve chiedere scusa soprattutto a lui.

«So anche questo Sole, tuo padre mi ha chiamato e sa quanto sei orgogliosa, perciò sperava che tu venissi da me a parlare. Ti mostro una cosa che mi ha mandato.»

Scorre tra le mail e apre una foto. È la fotografia di un camion bianco, un classico camion che si vedono per strada, Sole lo guarda confusa, ma prima che possa dire qualsiasi cosa, il mister la precede. 

«È questo camion che ha ucciso tuo fratello, non tu. Non sei stata tu ad ucciderlo, è questo maledetto camion che gli è andato addosso, è colpa del conducente che guidava ubriaco... non tua. Non tua per aver chiesto a tuo fratello di esserci per la tua partita»

Sole cerca di trattenere le lacrime, piange troppo ultimamente, ma non ci riesce. Eccole che fuoriescono dai suoi occhi e si depositano nuovamente sulla guance, eccole che prepotenti la fanno sembrare una bambina emotiva e piagnucolona. Eccole le lacrime di dolore, ma anche di rabbia, non vuole sentire parlare di Tommy, non vuole parlare del suo incidente. 

«Io non voglio parlare di questo» dichiara decisa, asciugando le lacrime, nonostante queste continuino a bagnarle il viso. 

«Dovrai farlo prima o poi Sole, affronta la realtà e tornerai a vivere»

«Chi altro sa di Tommy?» chiede ignorando la sua affermazione.

«Solo io, sarai tu a dirlo quando ti sentirai pronta e prima o poi dovrai farlo o non potrai andare avanti, non riuscirai più a vivere, morirai a poco a poco, è questo che vuoi?» sapeva che non sarebbe stato facile, sapeva che affrontare l’argomento con lei significava fare i conti con la sua reazione di rabbia, con tutte le sue paure, il suo orgoglio, ma doveva farlo. 

«Io non voglio più parlarne, io... io sono stanca adesso. Se non è un problema andrei...»

«Vai si, ma rifletti sulle mie parole. Non è colpa tua e torna a vivere, Tommaso o Tommy come ti piace chiamarlo, non vorrebbe questo. La vita è bella, anche se piena di sofferenza, goditi il bello che c’è e smetti di tormentarti» le dice prima di lasciarla andare via, Sole evita di guardarlo negli occhi, annuisce lievemente e si allontana, chiude la porta senza voltarsi indietro. Corre via, corre per dimenticare, corre per scappare per un attimo da tutto ciò che la fa stare male, per scappare dalla sua vita schifosa, dal dolore e dalla sua vita senza Tommy. Vuole dimenticare per una volta che lui sia morto, vuole dimenticare di avere un fratello, vuole dimenticare e basta. Corre e cerca di dimenticare. Piange e corre. Fino a che senza più forze, si accascia lasciando spazio solo alle lacrime, ancora alle lacrime. 

 

   
 
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