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Autore: _ Arya _    19/07/2018    2 recensioni
2018
Killian Jones ha 30 anni e si trova nel periodo più buio della sua vita. Dopo aver viaggiato per 10 anni, l'incidente che ha ridotto in coma sua figlia lo costringe a fermarsi.
Ad un anno dal tragico giorno, chiede un miracolo al magico cerchio di pietre di Drombeg. E qualcosa accade.
1518
Emma Swan, 21 anni, è la figlia dei governatori della contea irlandese di Cork, nonché re e regina della provincia di Munster. Una vera principessa, ma soprattutto un'abile guerriera e una ragazza che sogna l'avventura. Ha grandi aspirazioni e non vuole limitarsi a diventare moglie e madre, come invece accade alle donne della sua epoca.
Dopo aver litigato per l'ennesima volta coi suoi genitori, i quali vogliono convincerla a sposare un principe della provincia di Connacht per salvare il popolo dalla crisi, decide di saltare la cena e fugge per sbollire la rabbia. Raggiunge il cerchio di pietre di Drombeg, dove ciò che accade potrebbe segnare per sempre il suo destino
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Hold me



EMMA POV

Fu dura fingere che il mondo non mi fosse crollato addosso.
Fingere che non mi importasse, o che non fossi sorpresa.
E ancora più dura avanzare piuttosto che correre via, per non rischiare di perdere anche quell'ultimo filo di dignità che mi era rimasto.
Killian mi guardava, e lasciai che gli occhi mi bruciassero pur di riuscire a mantenere lo sguardo fermo mentre mi avvicinavo. Molti altri occhi erano puntati su di me, ma non vi badai.
-Emma... ehm... principessa... mmh... che... come mai sei... qui?
Alle sue parole anche la donna che aveva sulle gambe si voltò verso di me e strabuzzò gli occhi: provai il forte desiderio di cavarglieli. E di tranciare con le spada le sue luride mani, sferrare un pugno su quelle stramaledette labbra.
Dio, l'avrei uccisa!
-Volevo... bere qualcosa.- deglutii, mentre anche Robin e Jefferson mi fissavano. Che avessero parlato di me? Che avesse raccontato loro come si fosse divertito a flirtare e prendermi in giro, prima di tornare tra le braccia della sua sgualdrina?!
-Eloise stava andando. Siediti... siediti vicino a me.
-Non me ne stavo andando.
-Invece sì.
-Ma Killian!
-Eloise, per favore. Sono sempre stato chiaro, mi sembra. Non ti ho presa in giro.
Mentre la mia mente cercava di recuperare la lucidità per decidere il da farsi, quell'orribile donna si alzò dalle gambe di Killian con espressione tremendamente offesa, e dopo avermi regalato uno sguardo avvelenato si allontanò.
Ma quanto ero stupida! Quanto! Come diavolo mi era saltato in mente di raggiungerlo alla taverna?! Era chiaro che le serate tra uomini sfociassero in ben più che chiacchiere, e avrei dovuto essere abbastanza sveglia per capirlo da sola. Ma lui... lui mi aveva fatto credere che fossi unica!
O no?
In fondo, chi ero io per lui?
Proprio nessuno.
-Mi spiace, non volevo rovinare la tua serata- borbottai, facendo un'immensa fatica a mantenere la voce ferma. Quando avrei solo voluto urlare, prenderlo a schiaffi e poi piangere. Piangere della mia immensa stupidità!
-No, non stai... è stato un malinteso, Emma. Eloise, lei... è...
-Mi sembra chiaro cosa sia- feci con una risata che uscì un po' troppo squillante -Non devi spiegarmi niente, davvero!
-Invece sì, perché non c'è assolutamente nulla...
-Non sono affari miei!- e non sono una stupida! Aggiunsi, ma solo nella mia testa. Certo, non c'era assolutamente nulla... e allora sulle sue gambe ci era caduta? Era per sbaglio inciampata sulle sue labbra o cosa?!
-Richiamala, non voglio disturbare. Sul serio. Io vado a...- accennai al bancone e senza degnarlo di un altro sguardo mi ci diressi in fretta e furia, chiedendo un bicchiere di whisky.
L'oste mi squadrò diverse volte ma io non battei ciglio e aspettai che mi servisse ciò che avevo ordinato. Nonostante la quantità generosa, ignorai la gola che bruciava e scolai la bibita in un solo fiato. Se solo avessi potuto spaccare il bicchiere in faccia a quella puttana!
-Un altro, per favore.
-Vostra altezza, con tutto il rispetto... per una Lady come voi, ho di meglio...
-Vi sembra che abbia chiesto una bevanda da “Lady”?!
-N... no, certo che no. Scusate, pensavo solo...
-Non importa, non pensate. Un altro whisky, grazie.
-Fate anche due. Offro io alla nostra splendida principessa!
Mi voltai a destra, per ritrovarmi davanti un uomo dall'aspetto piuttosto brillo e trasandato.
-Will Scarlet, Altezza!- fece con un inchino teatrale, e per poco non cadde dalla sedia.
Lo guardai per un attimo, pensando che avrei colpito volentieri anche lui in quel momento: come valvola di sfogo sarebbe andato bene.
-Mi pago da bere da sola, grazie.
-Ma una signora graziosa come voi non dovrebbe bere da sola!
-Non ho bisogno della compagnia di nessuno, un bicchiere so tenerlo in mano da sola, grazie! E adesso sparisci prima che mi arrabbi seriamente.
Portai la mano al pugnale che avevo nella cintura sotto il mantello, e non appena il giovane se ne rese conto strabuzzò gli occhi e si allontanò inciampando almeno tre volte prima di tornare al suo tavolo. Uomini! Tutti uguali! Prima facevano i galanti e poi in cerca di sgualdrine.
Avevo sbagliato: avrei dovuto consumare il mio dannato whisky e poi fare dietro front e tornarmene di corsa al castello. Per non rischiare di ubriacarmi o picchiare qualcuno! Nonostante ciò decisi ugualmente di mandare giù anche il secondo bicchiere; poi sbattei cinque penny sul tavolo e mi alzai, solo per ritrovarmi di fronte quello stramaledetto esploratore dagli occhi azzurri da cui mi ero fatta fregare alla grande.
-Emma, per favore...
-Killian. Ti ho detto di tornare a...
-Non capisci. Non c'è proprio nessuno da cui tornare. Come mai sei venuta fin qui? È successo qualcosa?
-Vuoi lasciarmi in pace, dannazione?!- tuonai infine, spingendolo così forte da farlo cadere.
Subito si alzarono brusii e perfino risate, ma non me ne curai e accelerai il passo per uscire il prima possibile da quella sudicia bettola! Una volta alla porta trovai finalmente le forze per correre via, veloce verso la mia Star. Ormai le lacrime erano un fiume in piena e tutto ciò che desideravo era il mio letto caldo e il morbido cuscino in cui sfogarmi.
-Scusami per averti svegliata per venire fin qui, Star! Mi dispiace piccola, sono stata una cretina! Ma anche a te piace Killian, quindi forse mi capisci... speravo di poter parlare con lui! Sto sempre meglio dopo aver parlato con lui, ma mi sono illusa...- singhiozzai, mentre quello stramaledetto nodo con cui avevo legato il mio cavallo non voleva saperne di sciogliersi.


KILLIAN POV

-Continui a sostenere che tra te e la principessa non c'è niente, ora?
-Maledizione...
Mi alzai sotto gli sguardi curiosi di tutti, anche se avrei voluto che il terreno si aprisse per farmici sprofondare dentro. Non potevo nemmeno prendermela con Eloise, ma solo con me stesso: ero stato un grande idiota! Avrei semplicemente dovuto farle capire senza tanti giri di parole che non mi interessava e basta. Se ne sarebbe fatta una ragione, visto che tra noi non c'era niente.
-Io... devo... non lo so.- borbottai, con lo sguardo in direzione della porta. Avrei dovuto seguirla? O forse preferiva rimanere da sola e non dover vedere la mia faccia? Almeno a me, capire una donna risultava stramaledettamente complicato! L'istinto mi diceva di correrle dietro e giurarle che tra me e l'altra non ci fosse assolutamente nulla, ma la ragione mi ripeteva che non fosse scappata per gelosia. In fondo non ero nessuno per lei, chi credevo di essere per pensare che potesse essere gelosa di me?! Solo l'idea era ridicola. Doveva essersela presa perché... per qualche ragione che, da uomo, non riuscivo a comprendere. Magari aveva pensato che Eloise fosse effettivamente una sgualdrina e che io fossi il genere di persona che frequentava quel genere di donne.
Eppure...
-Jones, valle dietro diamine!- esclamò Robin mentre il mio corpo seguiva la mente e tornava al proprio posto. Lo guardai confuso, non sapendo cosa fare.
-Avrai anche un certo fascino ma con le donne non ci sai proprio fare! Seguila prima che arrivi a castello, idiota!
-Non lo so...
-Vai e basta o giuro che ti ci mando a calci!
Ancora non ero convinto, tuttavia decisi di agire e a passo svelto mi diressi verso l'uscita, guardandomi intorno una volta fuori. Dannazione... doveva essersene andata. Ero stato troppo lento e Robin aveva ragione: ero un vero disastro! Qualunque fosse la ragione per cui si fosse arrabbiata, desideravo chiarire quello stupido equivoco. Non potevo lasciare che mandasse in fumo tutto ciò che avevamo costruito negli ultimi giorni.
Proprio quando iniziai a perdere le speranze, la notai in fondo al recinto dove vi erano alcuni cavalli, alle prese con le corde che legavano il suo.
-Swan!
Non mi sentì o semplicemente non volle rispondere, ma corsi ugualmente per raggiungerla nel momento esatto in cui riuscì a sciogliere il nodo. La presi per le spalle, cercando di impedirle di salire in groppa a Star senza farle male.
-Lasciami stare. Subito.
-Emma, mi dispiace...
-Non hai di che scusarti. Tranquillo.
-A me non pare. Ma comunque non importa, voglio scusarmi lo stesso. E... tra me e quella donna non c'è niente, davvero.
-Ti ho già detto che sono affari tuoi. Mi lasci in pace ora o devo scollarti con le cattive?
L'avrei lasciata in pace se la luce della luna non evidenziasse le lacrime ai suoi occhi... dannazione. Non poteva essere, non poteva davvero... non potevamo.
-Fai come vuoi, picchiami ma lasciami parlare.- continuai, alleggerendo la presa ma senza mollarla -E' vero, sono stato con quella donna mentre tu eri dal tuo amico August ma... non è mai stato nulla di serio. Ora mi ha visto e... ha dato per scontato che la desiderassi, tutto qui.
Emma mi guardava negli occhi, senza quasi respirare. Ma anche a me mancava il fiato, perché odiavo vedere quegli occhioni verdi colmi di lacrime, e per colpa mia... Quanto avrei voluto dirle che nessun'altra era degna di lei, che ormai nessun'altra avrebbe potuto anche solo attirare il mio sguardo!
Se solo la realtà fosse stata più semplice, avrei ammesso apertamente di desiderare lei e lei soltanto... ma la realtà continuava a frenarmi. Quanto avrebbe resistito, però?
-Non posso fartene una colpa. Sono affari tuoi se vuoi... se...
-Emma, il punto è che non voglio. Avrei dovuto essere subito chiaro con lei, ho sbagliato.
-Ok...- sussurrò solamente, tirando su col naso. Era chiaro che si stesse sforzando di nascondermi il suo pianto, e pur essendo certo che ormai sapesse di aver fallito, non dissi nulla.
Sentii finalmente di poter lasciare la presa senza rischiare che mi sfuggisse, così continuammo a guardarci per altri interminabili istanti. Anche con gli occhi lucidi e leggermente gonfi era meravigliosa. E le sue labbra umide avevano un aspetto così dolce, allettante... se solo...
-Sono venuta perché... avevo bisogno di te- sussurrò -E' successa una cosa. È arrivata una lettera. E solo tu riesci a capirmi, e io... Invece ti ho visto con quella e... ho pensato... di essere di troppo.
-Tesoro, tu non potresti mai essere di troppo. Cosa è successo?
-Non vuoi tornare di là? Possiamo... possiamo parlare domani.
-Sono esattamente dove voglio essere.
Cercò di trattenerlo, eppure lo notai quell'accenno di sorriso che le dipinse il volto. Dio, aveva la minima idea di quanto mi rendesse difficile resisterle? O forse le stesse sensazioni tormentavano anche lei? Non ero più un ragazzino, non potevo essermi immaginato quella chimica che negli ultimi giorni ci aveva resi sempre più affiatati... non potevo essermi sognato tutto. A chi volevo darla a bere? Non volevo essere presuntuoso, ma era chiaro che i sentimenti fossero reciproci.
-Andiamocene di qui, allora. Se ti va. Preferisco... preferisco andare a casa. Sono stata stupida, non so perché sono venuta...
-E ti sei scolata due bicchieri di whisky!
-Non mi piace questo posto. Quell'oste voleva offrirmi una “bevanda degna di una lady”, ma cosa diavolo vuol dire poi?!
-Una vera lady sarebbe stata ubriaca a questo punto, senza offesa!
Finalmente il suo sorriso si trasformò in una risata, ed io la seguii a ruota. Forse, in fondo, non era poi così complicato riuscire a capire una donna! Per farla ridere avevo semplicemente seguito il mio istinto, avevo solo deciso di non arrendermi. Anche perché mai e poi mai sarei riuscito a lasciarla andar via da sola, in lacrime, al buio e con tutto quell'alcol in corpo.
-Io sono a piedi, dovrai andare piano...
-Non dire sciocchezze, Star è forte, può portare entrambi. Ma io sto davanti!
-Come la principessa desidera!- esclamai con reverenza ed un profondo inchino che la fece ridere ancora una volta. Fu un vero sollievo sapere che le cose si fossero risolte con tanta facilità, anche se non potevo negare di avere le mie colpe. Come avevo detto a lei, con Eloise avrei dovuto essere immediatamente chiaro: la nostra piccola avventura era stata piacevole, ma non sarebbe mai andata oltre. Forse avrei fatto meglio a non tornare più alla taverna, dopo quella figura di merda... e la sorella dell'oste non sarebbe certo stata felice di rivedermi. Magari lo avrebbe convinto ad avvelenarmi, non potevo escluderlo!
Lasciai quindi che Emma salisse per prima, poi accettai la sua mano per tirarmi su. Certo che era forte sul serio, visto che pesavo più di 70 kg e lei era sulla cinquantina al massimo! Non riuscii tuttavia a trattenere un piccolo lamento quando una fitta mi attraversò il fianco, nonostante la ferita fosse ormai quasi del tutto rimarginata.
-Ehi, tutto a posto?
-Alla grande, Swan. Sei forte.
-Ancora ti stupisci? A casa comunque lasciami dare un'occhiata alla tua ferita, non vorrei fosse infetta o qualcosa del genere...
-È davvero tutto a posto, ma se desideri spogliarmi non mi opporrò di certo...
La giovane sbuffò e fui certo che avesse alzato gli occhi al cielo, anche se non la vidi. Mi sistemai quindi meglio dietro di lei, stringendo le gambe sul dorso del cavallo e le braccia attorno alla sua vita. Nel momento in cui aderii contro il suo corpo fui scosso da un brivido, e potei giurare che per lei fu lo stesso. Anche perché percepii il momento in cui lasciò andare il fiato contro il mio petto...
Sarebbe stato così ogni volta che fossimo entrati in contatto, ora? Già era difficile resistere, ma temevo a breve sarebbe diventato addirittura impossibile... se solo avesse saputo quanto desiderassi voltarla verso di me e baciarla fino a togliere il fiato ad entrambi! Mai con nessuna donna mi ero sentito così, nemmeno con Milah. La mia unica vera storia, breve quanto intensa.
Ma allo stesso tempo dovevo ricordarmi di avere trent'anni, e a quest'età dovevo essere in grado di trattenere gli ormoni, dannazione: non ero più un ragazzino da un pezzo.
-Reggiti bene, mi raccomando. Se cadi e trascini pure me, ti ammazzo.
-Non ti preoccupare, stringermi a te non è certo un sacrificio!
Non mi diede un calcio soltanto perché se ci avesse provato saremmo caduti entrambi, ma al suo ennesimo sbuffo non potei che ridere sotto i baffi. Quanto era divertente provocarla?
Galoppammo verso il castello in silenzio, e per quanto star stretto a lei fosse piacevole, non potei fare a meno di continuare a domandarmi per quale ragione mi avesse cercato fin lì. Se non aveva potuto o voluto aspettare il mio ritorno, quella lettera doveva essere stata decisamente spiacevole...
Che c'entrasse qualcosa il matrimonio a cui da settimane si stava opponendo?

 

***


Per qualche motivo, mi ero sempre immaginato che la camera di una principessa dovesse essere rosa, o un mix di rosa e bianco. Probabilmente colpa della Disney.
Nella sua, invece, era il verde il colore dominante. Mi concessi del tempo a studiarla, finché lei finiva di accendere candele qua e là, le quali a mio parere rendevano l'atmosfera molto suggestiva. Contro il centro della parete destra vi era un enorme letto a baldacchino dalle tende e le coperte color menta, mentre ad entrambi i lati vi erano grossi scaffali colmi di libri, fogli ed altro che non riuscii ad intravedere per il buio. Sulla parete opposta vi era invece il camino, con davanti tre poltrone ed un tavolino da tè. All'angolo, invece, una scrivania e quello che sembrava un cavalletto di legno. Che Emma sapesse disegnare?
Curioso iniziai ad avvicinarmi, ma un singhiozzò interruppe l'esplorazione.
Quando mi voltai, il suo volto era nuovamente coperto dalle lacrime. Persi completamente interesse in qualsiasi cosa e la raggiunsi a passo svelto, stringendola forte. L'unica volta in cui l'avevo vista piangere era stata dopo l'aggressione nel bosco e poi oggi: questo la diceva lunga. Che cosa l'aveva scombussolata così tanto?
-Scusami! Giuro che normalmente non sono una piagnucolona...- borbottò tirando su col naso -Solo che io... io non ce la faccio più. Quella lettera... se non mi sposo sono una persona orribile! Ma io non voglio, e non so che cosa fare... io... sto dicendo cose senza senso, mi dispiace!
-Tranquilla tesoro, non hai di che scusarti... sfogati... e solo quando te la sentirai mi spiegherai tutto, d'accordo?
Annuì, poi continuò a piangere e singhiozzare contro il mio petto. C'entrava davvero quel maledetto matrimonio in cui la stavano trascinando, dunque... e cosa diavolo diceva, quella lettera? Mi rifiutavo di credere che un pezzo di carta potesse costringerla a sposarsi, qualunque fosse stata la ragione. Non era giusto. Non era giusto che qualcuno potesse ridurre in quello stato la giovane donna più forte che avessi mai conosciuto!
Pianse ancora ed io rimasi dov'ero, a stringerla forte ed accarezzarle i capelli: per il momento, era davvero l'unica cosa che potessi fare per lei.
Molto lentamente il pianto iniziò a placarsi, e senza nemmeno rendermene conto mi lasciai condurre per mano verso il suo letto, dove ci sedemmo l'uno di fronte all'altra. I singhiozzi erano cessati, e trovò finalmente il coraggio di alzare lo sguardo.
-Grazie. Per... lo sai.
-Non hai di che ringraziarmi.
-Invece sì. Mi hai lasciata sfogare senza provare... pena. Mi hai lasciato fare e basta.
-Perché dovresti farmi pena? Credo di conoscerti abbastanza bene da sapere che non piangi per motivi stupidi o futili.
Sospirò, facendomi intuire di avere ragione.
-Gli scontri non sono lontani. Ci sono tensioni, principalmente perché l'Inghilterra ha l'egemonia sul commercio con l'America. Lo sapevo già, ovviamente, ma mi ero convinta che ci fosse tempo per trovare una soluzione. E invece abbiamo ricevuto una lettera dal re di Connacht, il padre del mio “pretendente”. Sembra che Ulster stia già formando delle alleanze e ha ricevuto una proposta allettante. Ma non si è tirato indietro e onorerebbe la nostra “alleanza” se il... progetto, dovesse andare a buon fine. Il matrimonio con suo figlio, insomma. Se io dicessi di no probabilmente resteremmo soli con Leinster e se scoppiasse la rivoluzione saremmo in grave svantaggio. Non sposare quel damerino vorrebbe dire fregarmene del mio popolo e fare la scelta egoista... e come posso pretendere di diventare regina? Ma se accettassi, sarebbe come... accettare di essere infelice per tutta la vita. E mi sento una persona orribile perché vorrei rifiutare e basta, e lasciar correre e... vedere cosa succede. Fregarmene. Chiederti di portarmi con te quando tornerai da tua figlia e scegliere finalmente me stessa... ma...
-Ma hai un cuore troppo grande.- conclusi io per lei, al che scosse la testa, sforzandosi nuovamente di trattenere le lacrime.
-Non ho un cuore troppo grande, è solo che tradirei tante persone a cui voglio bene... ma...
Poteva negare quanto desiderava, ma non mi avrebbe fatto cambiare opinione sul suo conto. Nonostante l'immenso desiderio di libertà, non riusciva a non pensare agli altri. E non solo la sua famiglia, ma il suo popolo, che comprendeva anche tante persone che nemmeno conosceva. Ma era giusto essere così altruisti? Perché io non vedevo nulla di buono nel sacrificare sé stessa per il bene della comunità!
-Killian, io non so che fare.
-Cosa vuoi fare? Sono una persona semplice, quindi ti consiglierò sempre di seguire il tuo cuore.
Anche se io stesso ultimamente stavo trattenendo il mio. Fin troppo. Ma se gli avessi lasciato fare quello che voleva...
Sospirai, e quando alzai lo sguardo verso la splendida principessa che mi aveva rapito, la sorpresi a guardarmi intensamente. I suoi occhi erano ancora gonfi, ma non piangeva più ed il suo respiro si era fatto quasi regolare. Al contrario del mio, che venne a mancarmi a causa della vicinanza dei nostri visi. Il suo delicato profumo di fiori mi invase le narici: esisteva fragranza più buona al mondo?
Poi, fece ciò che io bramavo ormai da tempo.
Chiuse gli occhi, dischiuse leggermente quelle morbide labbra tentatrici e le premette sulle mie.
Fu una sensazione più dolce di quanto avessi sognato, tanto intensa da mandare tutti i miei sensi in arresto e lasciar agire soltanto il mio istinto.
Lasciai cadere anche le mie palpebre e ricambiai prima con lentezza, per non perdermi neanche un dettaglio di quella bocca che aveva invaso le mie fantasie. Fu dapprima uno scontro di pace, movimenti lunghi e profondi, ma non durò per molto. Le labbra di entrambi iniziarono ad esplorarsi sempre più a fondo, con sempre più urgenza, forza, passione, fino a che anche le mani corsero le une sul corpo dell'altro.
Ci mancò il fiato.
-Che costa stiamo facendo... Emma...- la mente ancora troppo offuscata non mi permise di dire altro, mentre il suo respiro si fondeva col mio.
-Mi hai chiesto cosa desiderassi.
-E desideri questo...?
-Desidero questo.- sussurrò, poi la sua mano sul mio petto mi spinse sul letto quasi con forza e prima che me ne rendessi conto la ritrovai sdraiata su di me, a cavalcioni, a baciarmi ancora. E, dio, era tutto ciò che desideravo anch'io, tutto ciò che mi ero sforzato di trattenere perché sapevo fosse sbagliato!
Solo nel momento in cui le sue mani raggiunsero la patta dei miei pantaloni qualcosa mi bloccò. E mi resi conto di quanto sbagliato fosse. Per lei.
-Emma, fermati.
-Che?
-Ferma...- sussurrai, impiegando tutta la mia forza di volontà per tirarmi su, lasciandola rotolare al mio fianco – confusa e senza parole. E bellissima. Coi capelli scompigliati, le guance arrossate, l'abito già leggermente sgualcito. Avrebbero davvero dovuto darmi un premio alla resistenza!
-Non possiamo, non posso. Non è giusto nei tuoi confronti.
-Stai scherzando...- si tirò su anche lei, prendendo la mia mano ed immergendo gli occhi nei miei -Non è sbagliato, io lo voglio. Nessuno me lo sta imponendo.
-Stai avendo un momento di debolezza e mi odierei se ne approfittassi.
-E se anche fosse? Non me ne pentirei, non devi sentirti in colpa! E poi nessun principe vorrebbe sposarmi se non fossi più vergine e non dovrei essere io a rifiutarlo, sarà il contrario...
Ecco.
Ora tutto aveva senso. Grazie a dio ero stato abbastanza forte da fermarmi in tempo! Forse il whisky aveva iniziato a fare effetto, e ovviamente il turbamento influiva. Non osavo neanche immaginare cosa sarebbe accaduto se fossimo andati fino in fondo, quando avrebbe riacquistato la lucidità! Forse mi avrebbe odiato e avrebbe anche avuto ragione: qualsiasi uomo con un minimo di cervello e buon senso si sarebbe reso conto che la situazione le stesse sfuggendo di mano. E approfittarsene sarebbe stato ignobile.
-Perché mi guardi così? So cosa ho detto... e preferirei comunque perdere la verginità con un uomo per cui provo qualcosa, piuttosto che con uno sconosciuto che mi vede solo come sforna bambini. O forse... forse non ti piaccio?
-Emma, credo tu abbia bisogno di riposare ora. Riprenderemo il discorso domani mattina se lo vorrai. O se preferisci potremo non parlarne mai più.
-Lo so che non sono un'esperta come quella sgualdrina con cui sei stato. Ma posso imparare! Se tu mi insegni... prometto di riuscire a soddisfarti.
-Tesoro, il problema è che tu non ti rendi conto di ciò che stai dicendo... ma se ti fa sentire meglio, il fatto che tu non sia esperta non è assolutamente il problema qui!
La ragazza rimase a guardarmi ancora per qualche istante, poi si alzò dal letto e mi tirò su con forza: per poco non mi fece volare dall'altra parte della stanza. Adesso aveva un'espressione furente, amareggiata, delusa.
-Se non vuoi aiutarmi allora vattene! Tutti quei discorsi sul fatto che dovrei fare ciò che voglio... erano solo parole, non è vero?!
-Swan...
-Se non ti piaccio basta dirlo, non mi offendo! Anche se sinceramente credo di essere una persona abbastanza sveglia e... non credo di essermi immaginata le cose! Non mi sono sognata il feeling che c'era tra di noi... ma forse hai visto quella puttana e hai ricordato che preferisci donne più esperte!
-Emma, non è così!
-Fammi il favore di lasciarmi in pace! Credevo di potermi fidare di te! Con lei non ti sei fatto tutti questi problemi, vero?! Ci sei stato e basta!
Le lacrime erano tornate ed io non sapevo davvero cosa fare. Non era in sé e non me la sentivo di lasciarla sola... dio solo sapeva cosa avrebbe potuto fare una ragazza disperata e ubriaca! Ma allo stesso tempo non mi voleva lì, e non potevo forzarla. Eppure quei baci mi erano sembrati così reali... e non il risultato di due bicchieri di whisky! Non sapevo più cosa pensare, da un lato volevo scappare e fingere che non fosse successo niente, dall'altro non desideravo altro che stringerla e prometterle che tutto sarebbe andato bene.
-Tesoro...
-Non chiamarmi così. E ho detto che voglio rimanere sola. Te ne vai o devo chiamare le guardie?
-Chiama chi vuoi, almeno qualcuno rimarrà con te. Non sei nelle condizioni di rimanere da sola...
-Cazzo, ti odio!- esclamò frustrata, e prima che riuscissi ad afferrarle le mani iniziò a prendermi a pugni sul petto, piangendo sempre più a dirotto. E nonostante fosse abbastanza forte anche in quello stato decisi di lasciarla fare, fino a che non smise e finalmente si poggiò su di me, piangendo ancora una volta sulla mia spalla. Stavolta fui io a condurla a letto, e dopo aver tirato su la coperta con l'unica mano libera, la feci stendere. Poi la raggiunsi, ma rimanendo sopra il lenzuolo, e la abbracciai di nuovo.
-Adesso dormi, vedrai che domani tutto andrà meglio...
-Non mi lasciare sola...- sussurrò tra un singhiozzo e l'altro, aggrappandosi forte alla mia camicia. Sembrava così piccola ed indifesa, ora, e speravo davvero che un sonno ristoratore le avrebbe fatto tornare l'ottimismo ed il buon umore. Non avrei lasciato che nessuno le facesse del male, e quel maledetto principe sarebbe dovuto passare sul mio cadavere se avesse provato a fare di lei una sua proprietà!
-Non lo farò. Se a te va bene resto a dormire qui.
-Vieni sotto le coperte....
-Va bene così, non ho freddo. Buonanotte, Emma...
-Buonanotte. Scusami...
Sorrisi, lasciando che si accoccolasse sul mio petto, poi iniziai ad accarezzarle ritmicamente i capelli. Con Alice funzionava, la aiutava a rilassarsi... magari avrebbe fatto bene anche a lei.
Avevo ormai oltrepassato troppe barriere per scappare, mi chiedevo soltanto una cosa: c'era un fondo di verità nelle parole “un uomo per cui provo qualcosa”?
Anche io provavo qualcosa. Fin troppo. Così tanto da averne paura, perché non sarebbe durata per sempre. A dire la verità, non sapevo neanche quanto ancora sarei rimasto lì. Magari un anno. O qualche mese. O addirittura poche settimane...
Tutto era incerto.
Se non che mi stessi innamorando della mia mela proibita: Emma Swan.



 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Sono viva, la settimana scorsa non ho aggiornato semplicemente perché avevo il blocco ahaha poi sono stata un paio di giorni fuori città... approfittando del poco tempo libero, visto che le mie vacanze le ho fatte in anticipo xD
Comunque... Emma, per non picchiare prima Killian, poi Eloise, e poi ancora Killian, si è buttata sull'alcol - per fortuna senza fare danni! Alla fine un pochino lo ha picchiato dai, però se lo meritava... e ha ammesso da solo le sue colpe, mettendo velocemente le cose in chiaro con Eloise.
E' stato un po' tonto (ma cosa ci si aspetta da un uomo? che capisca le donne? :P) ma alla fine è riuscito a calmarla e farla ragionare... assicurandole, a modo suo, che ha occhi soltanto per lei. Dopo una cavalcata (senza doppi sensi xD) sono finiti in camera di Emma, che lui ha trovato molto affascinante. Ed ha scoperto una sua dote che non conosceva ancora... ma prima che potesse sbirciare, lei è scoppiata ed è corso a lasciarla sfogare.
Alla fine è arrivato il bacio che entrambi bramavano. Forse non nel modo in cui avrebbero voluto o si sarebbero aspettati, ma per un attimo ha fatto dimenticar loro tutti i problemi. Fino a che Killian non si è reso conto che lei non era in sé, e che avrebbe voluto di più pur di non essere più vergine per il principe. Probabilmente non si sarebbe pentita, se anche fossero andato fino in fondo, ma lui è un gentleman e non poteva approfittarne! Così ha preferito farla urlare, sfogare, ed infine abbracciarla e cullarla fino a lasciarla addormentare.
Cosa faranno ora da svegli, lo vedremo... ma quel che è fatto è fatto e ci saranno delle ripercussioni (magari in positivo, se faccio la brava xD)
Un abbraccio e a presto! :*
   
 
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