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Autore: lmpaoli94    19/07/2018    0 recensioni
Castello di Duino, Trieste
Era una notte come tutte le altre.
Era una fredda giornata di Novembre.
L’inverno in quell’anno sarebbe arrivato di gran lunga in anticipo.
Il figlio del padrone del castello, vagava solitario fuori dalla dimora all’aria aperta.
Tutto era tranquillo.
Fino a quando non udì una voce soave che risuonò nelle sue orecchie, attirando la sua attenzione.
Era una voce talmente dolce da gettarlo in uno stato di ipnosi.
Lo stava attirando in un luogo vicino al castello.
Un luogo misterioso e sconosciuto.
E quando con i suoi occhi vide da chi proveniva quella voce, il suo stupore lo agghiacciò all’istante.
“Non è possibile… Una creatura del genere non può esistere…”
E invece era tutto vero.
Ma a chi l’avrebbe raccontato?
Chi l’avrebbe creduto?
E soprattutto, quando avrebbe potuto rivedere quella figura dolce e misteriosa che gli aveva fatto perdere il senso della ragione?
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gaito, Hanon Houshou, Kaito Domoto, Luchia Nanami, Rina Toin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Madame Taki stette in profondo silenzio per qualche secondo.
«L’ha uccisa lui… gettandola dalla roccia bianca quando voi eravate molto piccoli…»
«No… Non è possibile…»
«Purtroppo è così. Dovete credermi.»
Credere ad una simile verità, era troppo per qualsiasi essere umano.
«Nostro padre… Arriverebbe a questo?» domandò Rina con le lacrime agli occhi.
«Tutto è possibile…»
«Adesso cosa facciamo, Kaito?»
Rina fissava suo fratello in cerca di una risposta.
«Devo ucciderlo… Ucciderlo con le mie mani.»
Ma né Rina né Madame Taki volevano che Kaito si macchiasse di un delitto simile.
«Finché rimarremo in questa casa, tu non farai niente di tutto ciò!»
«Non posso permettere che il mostro che ha ucciso sua madre, nonché sua moglie, stia ancora a piede libero.»
Kaito era determinato ad ucciderlo.
Non ce la faceva più.
Non sarebbe riuscito più a guardarlo nemmeno negli occhi.
Se ripensava a tutto quello che gli aveva fatto passare, gli ribolliva il sangue dalla rabbia.
«Kaito, dobbiamo cercare di mantenere la calma…»
«E come dovrei fare, scusa?! lo sapevo che dovevo farlo fuori quando ne avevo l’occasione.»
«Non dirlo nemmeno per scherzo, Kaito. Ricordati che è tuo padre.»
«Un padre che non ha fatto altro che farmi soffrire. Ma adesso basta. Questa volta non gliela farò passare liscia.»
Kaito si gettò fuori dalla sua stanza per ritrovare suo padre, mentre sua sorella Rina e la capo domestica gli venivano dietro.
Ma una voce rimbombò nelle sue orecchie.
Una voce che lo bloccò all’istante.
«Kaito, che cosa ti succede adesso?» domandò Rina.
«Voi… Voi non lo sentite?»
«Sentire cosa?»
«Questa voce… Anzi, questo canto…»
Ma era inutile.
Rina e Madame Taki lo fissavano con sguardo stralunato.
«Kaito, sei sicuro di sentirti bene?»
All’improvviso, il suono si fece ancora più forte.
Kaito dovette tapparsi le orecchie e piegarsi dal fastidio che stava provando.
«Kaito!»
«Madame Taki… Rina… Aiutatemi.»
Ma le due donne non sapevano cosa fare.
«Portatemi alla roccia bianca… Immediatamente!»
Esse non comprendevano il perché di quella richiesta.
Decisero di non fare domande.
Non c’era tempo.
Kaito stava soffrendo in maniera incredibile.
Una volta fatto uscire all’aria aperta, il suonò calò d’intensità, fino a sparire improvvisamente.
«Kaito, perché ci hai portati qui?»
«Il canto… Quel canto assordante si è concluso…»
«Di quale canto stai parlando, Kaito?! Sto impazzendo!» domandò Rina esasperata.
«Mi stava chiamando… Quella creatura voleva me…»
«Kaito, ti rendi conto che non riusciamo a seguiti? Che cosa ci vuoi dire?»
«Lei vuole che rimanga qui… Stanotte.»
«Ma lei chi?»
«La creatura.»
«No, Kaito. Non ti lascerò tutto solo a morire di freddo solo perché hai sentito uno strano canto.»
«Madame Taki, osate ribadire i miei ordini?»
«Sì. Per il tuo bene…»
«Allora se vuoi farlo per il mio bene, fai quello che ti ordino… Anche tu Rina. Vi prego di non insistere.»
«Ma Kaito…»
«Ho una missione da compiere… Una missione molto delicata…»
«Voglio vederla, Kaito… Voglio vedere questa creatura misteriosa…»
«Purtroppo non puoi, Rina. Se non l’hai sentita cantare, non puoi nemmeno vederla.»
«E tu come fai a saperlo?»
«Lo so e basta! Adesso basta fare domande» fece Kaito spazientito.
Il giovane sapeva che Rina e Madame Taki volevano aiutarlo.
Ma lui non poteva fare altrimenti.
Doveva fare tutto da solo.
Per il bene del suo e del destino di tutti.
«Kaito, promettimi che se succederà qualcosa…»
«Farò ritorno al castello. Tranquilla» disse infine Kaito mentre chiuse gli occhi per concentrarsi sulla sua anima.
 
 
Il buio era sceso.
La nebbia stava salendo e ricoprendo sia il castello che la roccia bianca.
La notte era molto fredda.
Ma Kaito non sentiva questo bisogno di coprirsi.
Sembrava che qualcuno lo stesse proteggendo.
Era mezzanotte in punto.
Il vento si era alzato improvvisamente.
Una luce bianca e appariscente iniziò a crearsi nei pressi della roccia bianca.
Kaito non osava aprire gli occhi.
Non era ancora il momento.
Sembrava che fosse in una specie di trance.
Un sonno in cui non riusciva a svegliarsi nemmeno se voleva.
Ma c’era lei… Quella creatura misteriosa.
«Ciao Kaito» fece la creatura con tono lieve «Finalmente riesco a parlarti.»
«Tu chi sei?»
«Mi chiamo Lucia… E sono la protettrice di questo mare. Sono una sirena.»
«Una… Cosa?»
Kaito si stava sforzando di aprire gli occhi.
Tutto sembrava essere reale.
«Non aprire gli occhi, Kaito. Tu adesso stai sognando… Ma è tutto vero.»
«Non capisco…»
«Se aprirai gli occhi, rischi di farmi trasformare in schiuma di mare. Gli esseri umani non devono vedermi…»
«Perché?»
«Perché questa è la legge del mare… Ma adesso basta parlare di noi… Sono venuta qui per farti vedere qualcuno…»
All’improvviso, la luce bianca divenne sempre più forte e più brillante.
Kaito non credeva ai suoi occhi.
Era tutto impossibile.
Ma lei sembrava così vera.
«Mamma…»
«Ciao figliolo. Come stai?»
Il ragazzo era senza parole.
«Vedo che sei cresciuto molto bene. È da un sacco di anni che avevo una voglia d’incontrarti di persona…»
«Mamma, io…»
«So che vorresti dirmi un sacco di cose, ma ti prego, lascia parlare me… Devi salvare l’anima di tuo padre. Deve capire che al mondo non c’è solo crudeltà e cattiveria. Ma anche amore e felicità. La sua anima è consumata dall’odio e dai soldi. Ti prego Kaito, rendilo una persona migliore.»
«Come potete dirmi questo? Vi ha ucciso! Vi ha gettato da questa roccia bianca dove stiamo parlando.»
«Ti devo dare una notizia, figliolo… Non è stato lui. È stata una donna che tu non sospetteresti mai. Purtroppo non posso dirti il suo nome. Dovrai scoprirlo da solo…»
«Mamma…»
«Tieni gli occhi bene aperti. Colpirà te e le tue sorelle quando meno te lo aspetterai…»
La figura di sua madre era improvvisamente scomparsa.
Sembrava che il sogno da cui era immerso fosse finito bruscamente.
Ora erano rimasti solo lui e la sirena.
«Mi raccomando, fai molta attenzione. Ti aspetterò domani sempre a mezzanotte. Addio» disse infine Lucia prima di sparire nel nulla.
Kaito riaprì gli occhi
La luce bianca si era dissipata improvvisamente.
Dinanzi a lui c’era solo il buio della notte.
Dopo aver vissuto quel sogno reale, sembrò che il vento soffiasse sempre di più con impeto.
“Meglio rientrare… Non ho altro da fare qui fuori…” pensò il ragazzo coprendosi il possibile per evitare di ammalarsi di brutto.
Rientrando nel castello però, egli non notò una figura nell’ombra.
Una figura che l’aveva spiato tutto il tempo.
Una figura che avrebbe gettato la sua vita in pericolo.
   
 
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